Essendo il senno di poi l'unica scienza esatta, faccio una domanda un po' fine a se stessa e che immagino avranno già fatto n volte: a conti fatti ne è valsa la pena? Rifaresti?
Certe relazioni ti fanno capire una cosa con estrema, brutale chiarezza.
E cioè che la tua storia, quella ufficiale, è morta.
La stragrande maggioranza delle storie extra non hanno questo potere, e spesso si risolvono in qualcosina di più che uno scambio di saliva (lo so e lo sappiamo per esperienza e non per sentito dire).
Quindi, se non altro, quella storia è servita a farmi/farci capire chiaramente che il mio/nostro matrimonio era finito (era sposata anche lei).
Perché quando un'altra persona è il tuo ultimo pensiero quando vai a dormire e il primo al risveglio c'è davvero poco da fare.
Puoi reprimerti, puoi cercare di chiudere (ci abbiamo provato non so quante volte) ma niente.
Ritornava più forte di prima.
È stata una scelta lunga, dolorosa e ponderata.
Quindi si, alla luce di una storia così potente ho sicuramente fatto bene a lasciare una persona per la quale provavo molto affetto e nient'altro, perché certe storie hanno l'indubbia caratteristica di farti capire con estrema chiarezza che la tua relazione è andata.
Il problema sorge (è sorto) quando una relazione di amantato diventa ufficiale, visto che fin dall'inizio ci sono stati forti contrasti (inesistenti nel rapporto precedente) bilanciati da slanci e situazioni anch'essi inesistenti nel rapporto precedente (banalmente, la storia precedente non conosceva minimamente certi alti e bassi, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che ne derivano).
Lo rifarei ?
Boh.
Avevamo 33 anni, senza figli, non ero più innamorato di lei ma di un'altra quindi si, lo rifarei.
E consiglierei a tutti di fare la stessa cosa se si dovessero trovare nella stessa situazione.
Quello che razionalmente, e con un gigantesco senno del poi, avrei magari qualche dubbio a rifare sarebbe proprio instaurare una relazione con quella che da amante è diventata, ormai da sedici anni, compagna di vita e madre di mio figlio.
Ma, finché c'è il sentimento, si può superare (quasi) tutto.
E quello, insieme a tutto il resto, sicuramente c'è.
A modo nostro ma c'è.