Faccio copia e incolla della risposta che ho dato a Carola.
”Continui a confondere il piano personale e quello politico.
Non è che se riconosci che l‘uomo è al servizio del lavoro e non il lavoro al servizio dell’uomo, devi cambiare la tua vita o fare la rivoluzione.
Ognuno nella vita fa quello che può per ottenere ciò che più si avvicina a ciò che vuole.
Le tue scelte sono rispettabili come quelle di tutti.
Appunto.
Come quella della tua amica che secondo te guadagna una miseria perché non ha voluto lavorare di più, anche se poi aggiungi che tu e tutti quelli che conosci non vanno oltre le otto ore.
Sei tu che cerchi sempre conferme di aver fatto le scelte giuste. È per farlo svaluti le altre.
Ma lo fai anche rispetto alla educazione dei figli, lo sport, le trasferte, il tradimento, la fine del matrimonio.
Ma individualmente ognuno fa come può e come gli pare.
Politicamente, dal punto di vista sociologico ed economico si può anche osservare che non funziona tutto bene e aspirare a cambiamenti. Sì può anche essere liberisti, più liberisti dei liberisti. È un’altra posizione politica.”
L’economia è una disciplina molto complessa che non è controllabile, ma solo parzialmente influenzabile.
A me fa sentire impotente.
Ma credo che tutti si sentano impotenti, anche i premi Nobel.
Dopo la crisi per la pandemia (già difficile da gestire, ma noi siamo tutti virologi, epidemiologi, sociali e politici) è subentrata la problematica economica e i politici sono stati ben contenti di passare la patata bollente a Draghi per il quale era già stato preparato il tappeto rosso da tempo. Ma non è che Draghi sia il genio della lampada. La situazione si è ulteriormente complicata con la guerra in corso, oltre le altre che riguardano sempre fonti energetiche.
Il punto principale è che si è diffusa l’idea che l’economia va come deve andare e i singoli e pure le masse si debbano solo adattare al corso delle cose.
Forse si può pensare di non adeguarsi sempre? Si possono immaginare forme di regolamentazione dell’economia?
È difficile da immaginare. Non dico di nuotare controcorrente, ma cercare magari di pensare qualcosa.
Lo pensa perfino Vasco.