Beh, sai, io la faccio facile: quando il corpo ha chiamato, ho risposto. Così adesso so cosa c'è dall'altra parte del fossato. Non credo avrei la stessa tranquillità nel dire: "Guarda, non c'è niente che non si trovi anche al di qua", ma ci sono esperienze che bisogna vivere per capire, e non servono tutti gli ammonimenti preventivi del mondo. Lo sappiamo bene noi che siamo madri, perchè lo sperimentiamo con i nostri figli, e prima ancora l'abbiamo provato da figli noi stessi

Detto ciò, io non avevo la preoccupazione di distruggere nulla: potevo eventualmente dare il colpo di grazia ad una storia agonizzante (e infatti così è stato) e fare un'esperienza di vita e di crescita che servisse solo a me, per la mia vita futura, e questo è stato un incentivo. Non mi sarei comportata allo stesso modo se avessi avuto una storia a cui tenevo, e che volevo far funzionare anche per il futuro.
Diverso è il caso della nostra Lola.
Ma, considerato il momento di vita in cui si trova, per età, passaggi obbligati, ecc., mi pare che anche per lei sia arrivato il tempo dei bilanci, quello che mediamente ti colpisce dritto in fronte intorno ai 40 anni. Realizzi tutto d'un colpo che non hai più un tempo infinito davanti a te per fare quello che hai rimandato dicendoti: "Più avanti lo faccio, adesso sono prioritarie altre cose.". Il viaggio in Australia, la seconda laurea, un anno sabbatico in giro per il mondo, il corso di ceramica, lo yoga, la villa con piscina (senza alieni

) che non sarai mai abbastanza ricca per permetterti. Non è questione di aver paura di invecchiare, è che realizzi che tra le tante te stessa ideali che volevi realizzare è il caso di puntare su alcune con molta più decisione perchè marito e figli sono, oltre che una meravigliosa realtà, una zavorra che limita e rallenta i cambiamenti. E senti che non c'è più tutto 'sto tempo da perdere, ti viene addosso un'urgenza, una fame di vita, di cambiamenti, di stimoli che rischi di uscirci di testa.
Ecco, io penso che Lola sia alle prese con questo: con la fame di vita, e non penso che sia un caso che sia stato proprio uno stimolo sessuale a fargliene prendere coscienza, perchè il sesso è vitale, è sovversivo, energizzante e l'ha rimessa in contatto con la parte più primitiva e selvaggia di sè.
Ora si guarda intorno, e vede suo marito e suo figlio che vanno in crisi se cambia le tende in salotto e si chiede se deve optare per un suicidio interiore o se c'è il modo per rimanere viva lei senza commettere omicidi simbolici. La risposta è ovviamente no. Ogni cambiamento significa la morte o quanto meno la trasformazione di quello che c'era prima. E, per chi ha un minimo di senso di responsabilità e una certa inesperienza nella conduzione di macchine da guerra, ce n'è abbastanza per far tremare le vene ai polsi.
Io prenderei fiato e non agirei affrettatamente.
Si è sollevato un gran polverone, ma i granelli prima o poi si posano e il quadro torna più limpido.
I cambiamenti interiori, l'assorbimento di questi, hanno i loro tempi tecnici. Bisogna concederseli, senza farsi prendere dal panico. E poi, come giustamente dicevi tu, individuare da cosa partire, e farlo.