Io intendo diversamente il mio essere genitore di come è stato descritto da alcuni qui dentro.
A me non interessa un cavolo essere il lacchè dei miei figli, qualunque cosa questo possa significare, intendevo e ho sempre inteso alla fine del viaggio farne degli adulti autosufficenti sotto tutti i punti di vista, il resto se c'è è grasso che cola.
E finora, quello che vedo dei miei, fortuna permettendo, mi rende contento.
Non è una definizione delle modalità di educare i figli, ma proprio una coscienza del tuo ruolo.
Metti il caso di me che arrivo a 80 anni e mi sposo con un colpo di scena la badante ucraina 30enne, la quale alla mia morte eredita la casa che sarebbe altrimenti stata di mia figlia e dei nipoti.
Se ho la minima coscienza del mio ruolo, la badante ucraina 30enne la tengo separata da tutto il contesto che riguarda la mia discendenza.
Altrimenti più che un genitore, sono un coglione parecchio stronzo, che per qualche tardiva voluttà da vecchio se ne frega dei figli.
L'unico rapporto nella vita di ognuno di noi in cui ciò che dai deve essere sempre superiore a ciò che ricevi è quello genitore/figlio..
Questa cosa non c'è nemmeno bisogno di spiegarla.
E' un mondo in cui certo esistono anche persone come Alessia Pifferi, che rovesciano totalmente le priorità che ho evidenziato.
Ma, giustamente, rappresentano il modello da cui allontanarsi il più possibile, non solo perché criminale.