TEMA: Sulle solitudini ... SVOLGIMENTO:

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free

Escluso
ED IO PAGO....ahahahah


ma no, io lavoro (si fa per dire) in nero per me, e infatti ho un cell della guerra che telefona e basta, non lo metto sulla tovaglia del ristorante perchè i camerieri me lo butterebbero via insieme alle bucce delle cozze:mrgreen:

scherzi a parte, purtroppo nei ristoranti è così, ci sono più telefoni che posate...
 

Sterminator

Utente di lunga data
sincero sincero? non solo ricchion.... ma ben altro. ahahaaahahahhaha ho certi ricordi di paroline dolci che ci siamo scambiati. ahahahhaahh
eehhhhhhhh?...ahahah
 

Fantastica

Utente di lunga data
Me ne sono accorto e ci pensavo perchè non ne sono immune neanch'io...
Porca zozza, io che se non era un libro minimo del 1600 non me lo portavo neanche al cesso, ora se non c'ho il computer sulle ginocchia mi vien la stipsi, io che quando andavo da dottore capivo dal casino che si sentiva a 30 metri se era il caso di tornare un'altra volta perchè c'era troppa gente in sala d'aspetto, ultimamente, apro la prta e non riesco ad entrare da tanta gente che c'è, ma non vola una mosca e anche le vecchie con le stampelle a tre piedi c'anno il Samsung s4...
E soprattutto, io che quando andavo per i cavoli miei partivo con solo canna de pesca o metal o bici e non ero rintracciabile per giornate intere... ora mi sento perso se non controllo la mail per 15 minuti...

No, non ci siamo...
A me è capitato di domandarmi da qualche tempo (almeno quattro anni): ma "prima", cosa facevo io? Prima!
Beh, scrivevo lo stesso, tanto: a me stessa, o al corrispondente; le amiche mi tenevano (loro) al telefono le ore. Ho rinunciato a leggere libri? Mai. Non farei cambio col passato. Se non altro, ho eliminato le conversazioni telefoniche sul nulla, che detesto. Almeno, la scrittura, permette una mediazione e una meditazione. Insomma, Rabarbaro, è un netto progresso.
Nel vituale, comunque, si porta se stessi. Non ti sei tradito. Io non mi sono tradita.
 

Sterminator

Utente di lunga data
Me ne sono accorto e ci pensavo perchè non ne sono immune neanch'io...
Porca zozza, io che se non era un libro minimo del 1600 non me lo portavo neanche al cesso, ora se non c'ho il computer sulle ginocchia mi vien la stipsi, io che quando andavo da dottore capivo dal casino che si sentiva a 30 metri se era il caso di tornare un'altra volta perchè c'era troppa gente in sala d'aspetto, ultimamente, apro la prta e non riesco ad entrare da tanta gente che c'è, ma non vola una mosca e anche le vecchie con le stampelle a tre piedi c'anno il Samsung s4...
E soprattutto, io che quando andavo per i cavoli miei partivo con solo canna de pesca o metal o bici e non ero rintracciabile per giornate intere... ora mi sento perso se non controllo la mail per 15 minuti...

No, non ci siamo...
Ti diro' che pure essendo pro-tecnologia essendo informatico, non ho smartphone o tablet per fb o tw, proprio per non diventare schiavo....

ed il wi-fi del portatile sa che quando andiamo in giro, se prova ad entrare li' dentro, lo butto nell'aiuola dei cani feroci e nun s'azzarda....

armeno, fino a mo'...ahahah

Ps: mio record personale ...27 giorni, 8 ore, 30 minuti e 35 secondi, d'agosto senza internet e cazzi vari...ahahahah
 
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Rabarbaro

Escluso
Rabarbaro, al solito, coglie nel segno delle impressioni. Quelle che ho anche io, per questo coglie nel segno. Tuttavia, esistono piccole oasi di raccoglimento in cui soli non si è proprio. Ma esistono solo se ci si dedica. L'attenzione e la pazienza sono esercizi che non si improvvisano. Si imparano nella lunga solitudine dell'essere solitari. E con il mito generalizzato (persino a scuola!) delle straordinarie virtù della socializzazione non ci azzeccano nulla. Così si cresce: distraendosi di distrazione in distrazione, invece che di errore in errore...
Ah, è da tempo che se qualcuno mi comincia a dar ragione penso di aver sbagliato.
Pure quel gonzo di Sant'Ignazio di Loyola ha fatto un sacco di menate sulla meditazione e gli esercizi spirituali, per non parlare di S.Francesco e delle sue diatribe col canarino e non voglio nemmeno nominare i monaci stiliti...
Qualsiasi concatenazione di atti e qualsivoglia lavorio di sottrraziuone che comporti l'accesso ad uno status di ablazione delle distrazioni è faticoso.
La fatica non si vince se non con l'abitudine e l'abitune non si acquisisce che dopo un lungo periodo, ma nel lungo periodo saremo tutti morti.
Ed allora sarà troppo tardi per tornare indietro...

Dobbiamo trovare una via più facile!
 

Fantastica

Utente di lunga data
Ti diro' che pure essendo pro-tecnologia essendo informatico, non ho smartphone o tablet per fb o tw, proprio per non diventare schiavo....

ed il wi-fi del portatile sa che quando andiamo in giro, se prova ad entrare li' dentro, lo butto nell'aiuola dei cani feroci e nun s'azzarda....

armeno, fino a mo'...ahahah

Ps: mio record personale ancora imbattuto...27 giorni, 8 ore, 30 minuti e 35 secondi, d'agosto senza internet e cazzi vari...ahahahah
Il mio: 60 giorni. E sono stata come ero "prima". E coe sono durante e anche ora. La sostanza, se ce l'hai, non la muti perché "non ci sei" per gli altri.
 

Sterminator

Utente di lunga data
Il mio: 60 giorni. E sono stata come ero "prima". E coe sono durante e anche ora. La sostanza, se ce l'hai, non la muti perché "non ci sei" per gli altri.
mah, ormai ferie cosi' lunghe non le faccio da tanto, pero' io 60gg senza entra' in fb o tw nun tiro...

me devo fa' violenza, perche' ho troppe fans che ne morirebbero...

cazzo una l'altro gggiorno l'avemo pijata pe' i capelli.....ahahahah
 

Rabarbaro

Escluso
A me è capitato di domandarmi da qualche tempo (almeno quattro anni): ma "prima", cosa facevo io? Prima!
Beh, scrivevo lo stesso, tanto: a me stessa, o al corrispondente; le amiche mi tenevano (loro) al telefono le ore. Ho rinunciato a leggere libri? Mai. Non farei cambio col passato. Se non altro, ho eliminato le conversazioni telefoniche sul nulla, che detesto. Almeno, la scrittura, permette una mediazione e una meditazione. Insomma, Rabarbaro, è un netto progresso.
Nel vituale, comunque, si porta se stessi. Non ti sei tradito. Io non mi sono tradita.
Da positivista, non neo-positivista, ma proprio positivista a tutto tondo, ho un'idea piuttosto differente del progresso...
Cioè, dopo il tealio automatico, la locomotiva a vapore e l'aratro in acciao con voltaorecchio, il progresso tecnico è finito.
Il progresso spirituale è tutto un altro discorso: guarda un po' alle società con una ricchezza mistica, logica e filosofica invidiabile quale quella tibetana, quella cappadociana o quella di certe popolazioni del Burkina Faso.
Esse sono tutte società dall'economia poverissima e dalle tecnologie preindistrali ma di un altissimo livello di strutturazione sociale, di solidità culturale e, in ultima istanza, di felicità diffusa.

Siamo forse diventati così bastardi ed alianti dalla natura da non riconoscere che il fine ultino di qualsisi forma di progresso è e deve essere la felicità?
 

Rabarbaro

Escluso
Ti diro' che pure essendo pro-tecnologia essendo informatico, non ho smartphone o tablet per fb o tw, proprio per non diventare schiavo....

ed il wi-fi del portatile sa che quando andiamo in giro, se prova ad entrare li' dentro, lo butto nell'aiuola dei cani feroci e nun s'azzarda....

armeno, fino a mo'...ahahah

Ps: mio record personale ...27 giorni, 8 ore, 30 minuti e 35 secondi, d'agosto senza internet e cazzi vari...ahahahah
Bravo Stermy!

Ti dirò, io non mi sono mai iscritto a nessun social network perchè, oltre ad essere un paranoico schizzato della privacy, detesto farmi prendere dalle sciocchezze altrui...

Io uso internet come userei un quotidiano, un libro o la settimana enigmistica.

Ora lo sto usando come se fosse il tavolino del bar con quattro amici con cui fare due chiacchiere...

Ma no, schiavitù no...
 

Fantastica

Utente di lunga data
Ah, è da tempo che se qualcuno mi comincia a dar ragione penso di aver sbagliato.
Pure quel gonzo di Sant'Ignazio di Loyola ha fatto un sacco di menate sulla meditazione e gli esercizi spirituali, per non parlare di S.Francesco e delle sue diatribe col canarino e non voglio nemmeno nominare i monaci stiliti...
Qualsiasi concatenazione di atti e qualsivoglia lavorio di sottrraziuone che comporti l'accesso ad uno status di ablazione delle distrazioni è faticoso.
La fatica non si vince se non con l'abitudine e l'abitune non si acquisisce che dopo un lungo periodo, ma nel lungo periodo saremo tutti morti.
Ed allora sarà troppo tardi per tornare indietro...

Dobbiamo trovare una via più facile!
Trasformiamoci in pezzuole per lucidare gli argenti di casa altrui. Io lo sto già facendo. Guadagni in elasticità, utilità, e poi ti affidi a mani altrui, il che ti evita una certa fatica. Però certo, per lucidare gli arienti. Mica per strofinare i mobili Ikea.
 

Rabarbaro

Escluso
Trasformiamoci in pezzuole per lucidare gli argenti di casa altrui. Io lo sto già facendo. Guadagni in elasticità, utilità, e poi ti affidi a mani altrui, il che ti evita una certa fatica. Però certo, per lucidare gli arienti. Mica per strofinare i mobili Ikea.
Macchè pezzuole, macchè argenti!
Noi si dev'essere Oblomov e Stakanov allo stesso tempo, Madame Bovary e Madame de stael contemporameamente ed anche Ota Nobunaga e Confucio nella stesso corpo...
Giacchè se non si può essere felici, almeno ci si diverta provandoci!
 

Fantastica

Utente di lunga data
Da positivista, non neo-positivista, ma proprio positivista a tutto tondo, ho un'idea piuttosto differente del progresso...
Cioè, dopo il tealio automatico, la locomotiva a vapore e l'aratro in acciao con voltaorecchio, il progresso tecnico è finito.
Il progresso spirituale è tutto un altro discorso: guarda un po' alle società con una ricchezza mistica, logica e filosofica invidiabile quale quella tibetana, quella cappadociana o quella di certe popolazioni del Burkina Faso.
Esse sono tutte società dall'economia poverissima e dalle tecnologie preindistrali ma di un altissimo livello di strutturazione sociale, di solidità culturale e, in ultima istanza, di felicità diffusa.

Siamo forse diventati così bastardi ed alianti dalla natura da non riconoscere che il fine ultino di qualsisi forma di progresso è e deve essere la felicità?
Oh, ma la felicità ce la impongono per ogni dove! E' il diktat dei sorrisi prodotti dalle cinquecento e una marche di dentifricio che costellano i nostri musicanti ipermercati, novelle cattedrali del culto diffuso. Come osi non riconoscere questa sprizzante spremuta occhieggiante e ancheggiante felicità che è ovunque, soprattutto nelle cacche dei cani più numerosi dei bambini che scorrazzano per le strade cittadine: osserva come amorevolmente l'uomo si piega ad avvoltolarle nel sacchettino predisposto e poi lo deposita con ammirevole grazia nell'apposito cestino!
Lo so, sto dicendo ovvietà. Nell'India più povera in cui non esistevano rifiuti per terra perché con lo sterco rinseccolito s'accende il fuoco, le famiglie nelle loro poverissime dimore offrivano uova all'ospite ignoto. E nessuno sorrideva più degli Indiani vent'anni fa.
Io non so che dire. Dico che per esempio ho proposto a scuola che si approfitti dei tagli ministeriali per proporre il modello "ritiro spirituale": niente più visite d'istruzione, niente più corsi di chitarra, yoga, bridge, giapponese, cinese, arabo, niente più tablet in dotazione, niente più teatro, niente più fotografia. Niente. Io voglio il niente. Se mai farò carriera, proporrò questo stile: in fondo sono cinque ore al giorno. Un adolescente non può che giovarsene.
 

Fantastica

Utente di lunga data
Macchè pezzuole, macchè argenti!
Noi si dev'essere Oblomov e Stakanov allo stesso tempo, Madame Bovary e Madame de stael contemporameamente ed anche Ota Nobunaga e Confucio nella stesso corpo...
Giacchè se non si può essere felici, almeno ci si diverta provandoci!
Infatti! Io non so più ch'io mi sia, ma certamente i modelli sono argentei. Tu li citi!
 

Rabarbaro

Escluso
Oh, ma la felicità ce la impongono per ogni dove! E' il diktat dei sorrisi prodotti dalle cinquecento e una marche di dentifricio che costellano i nostri musicanti ipermercati, novelle cattedrali del culto diffuso. Come osi non riconoscere questa sprizzante spremuta occhieggiante e ancheggiante felicità che è ovunque, soprattutto nelle cacche dei cani più numerosi dei bambini che scorrazzano per le strade cittadine: osserva come amorevolmente l'uomo si piega ad avvoltolarle nel sacchettino predisposto e poi lo deposita con ammirevole grazia nell'apposito cestino!
Lo so, sto dicendo ovvietà. Nell'India più povera in cui non esistevano rifiuti per terra perché con lo sterco rinseccolito s'accende il fuoco, le famiglie nelle loro poverissime dimore offrivano uova all'ospite ignoto. E nessuno sorrideva più degli Indiani vent'anni fa.
Io non so che dire. Dico che per esempio ho proposto a scuola che si approfitti dei tagli ministeriali per proporre il modello "ritiro spirituale": niente più visite d'istruzione, niente più corsi di chitarra, yoga, bridge, giapponese, cinese, arabo, niente più tablet in dotazione, niente più teatro, niente più fotografia. Niente. Io voglio il niente. Se mai farò carriera, proporrò questo stile: in fondo sono cinque ore al giorno. Un adolescente non può che giovarsene.
Non desidero si venga colti dalla spregevole confondenza che vuole sottomesso al soddisfacimento di esigenze corrosive di risorse e povere di significanza, conseguenza più che causa dei sistemi di produzione fordiana, lo stato di felicità.
Felice era anche per quei porci col ciccio di fuori che erano gli epicurei il dare compiacimento ai pochi, salubri e facilmente identificabili bisogni corporali, e la letterina sulla felicità che venne resa famosa per l'edizione da 1000 lile lo diceva, e lo diceva tanto bene che i falsi porci la schifavano e ficcavano negli altrui truogoli qualcosa di più inetto, che facesse apparire il rurro di un barboglio quelle parole risolute pur di uno che cercava di far felice l'ombelico e tutto quello che ci stava attorno.
Per tacere pii degli stoici e della loro vita beata, cioè, l'ha capito anche suo fratello gallione che Seneca pur essendo pieno di soldi come un caciottone e intortandosi la mammina seria seria dell'imperatore canterino e attore, sapeva benissimo che sarebbe stato anche più felice non avendo niente che quello che portava sempre con sé...
Nessuno di lovo aveva l'Ipad.
 

Rabarbaro

Escluso
Infatti! Io non so più ch'io mi sia, ma certamente i modelli sono argentei. Tu li citi!
Ma i modelli sono solo l'essenza di ricordi che devono ancora venire, le pietre di paragone sulle quali grattare oro sempre più spurio e navicelle spaziali da costruire nelle chiese abbandonate di Tozeur...
Se il volgere dei tempi non abbandona la sua ciclicità apparente per srotolarsi in una fettuccia di gros grain cucita a far da battitacco ai pantaloni della festa di un dio che ha troppo da fare per guardarsi sotto la suola delle scarpe, allora per noi non deve, non può e non ha senso che sia un problema.
Per inciso, non sono i problemi ad avere gli Ipad, ma gli Ipad ad avere dei problemi.
 
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