Tempi che cambiano.

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Dimenticbi some sempre quello che sono le aspettative diverse.
Nei paesi poveri si fanno più figli perché minori sono le aspettative per loro.
Magari iniziano a lavorare a sei anni, la gente crepa a 50, gli slum costituiscono una realtà.
DA noi i figli richiedono maggiori investimenti necessari, fosse anche solo per garantire un adeguato livello di studio oggi richiesto.
Che è la norma per un paese industriale che voglia crescere.
Quello che manca è la politica che aiuti questa crescita.
Confrontarci con una popolazione in conflitto da anni mi dà l'aria di una tendenza masochistica nella valutazione della realtà.
Ma ho l'impressione che tu invidi una realtà che non esiste, ovvero quella di un paese che pur povero garantisca una buona qualità di vita ai propri cittadini.
D'altra parte non si chiamava proletario chi nella miseria aveva come unica ricchezza i figli che potevano contribuire alla famiglia col loro lavoro?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io non so se sono solo le condizioni economiche o di precarietà a incidere.
Certo, io sono andata a votare ai referendum, ad esempio, proprio per comunicare che la stabilità nel lavoro è importante.
In ogni caso, sono le cose su cui si può incidere, per permettere a chi vuole figli o più di un figlio di averne.
Ma a chi li vuole.
Se, nonostante le condizioni favorevoli, ci sono persone che non li vogliono, è legittimo e non è ragionevole classificarli in massa come gente che preferisce l'apericena.
Le uniche persone criticabili sono quelle che non misurano le proprie forze e risorse e mettono al mondo figli che maltrattano.
Però non accetto che osservazioni mie sparse vengano trasformate in affermazioni superficiali.
Ho citato gli aperitivi perché davvero ho visto che sono aspetti che vengono considerati essenziali. L’ho lette qui, l’ho visto nelle colleghe giovani (“Non porto il libro per capire le dinamiche della classe, che mettono ME in difficoltà, o per preparare la lezione, perché mi merito una birretta con gli amici“ sai dove gliela volevo mettere la birretta?”) l’ho letto sui social e lo vedo ogni giorno fuori dai bar. Questo non è grave in sé, ma è un indicatore della mentalità diffusa. Un edonismo che fa ricercare costantemente svago e non è compatibile con i bisogni dei bambini. Seguo content creator (ci credo che sono contente con quello che guadagnano per far vedere una crema!) simpatiche e intelligenti, madri che vivono (o credono che sia necessario farlo vedere per accrescere la community… 🙄 ancor più significativo) come una tragedia il raffreddore del figlio o l’uscita ai giardinetti. Ma soprattutto esaltano la stanchezza che impedisce anche “un minimo di vita sociale.” Per carità, ci ho provato anch’io a continuare la vita sociale. Poi, dopo una uscita, insignificante come tante prima, ho pensato “Ma io devo veder piangere la mia bambina per uscire con quattro deficienti e andare a giocare a bowling?” Perché poi si esce, come si faceva prima, per fare cose varie, giusto per stare in compagnia, come si faceva prima. Ma io in quelle uscite sempre non stavo bene. Non mi sentivo arricchita.
Ma c’è chi in quella routine si esalta e trova appartenenza indispensabile. Cosa che è raccontata nei film di Scola che rappresenta i circoletti di cui ora si parla, ma che ci sono sempre stati. Magari di altro livello.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io guardo le tendenze, non il passato.
A livello di tendenza, non vi è nulla di rassicurante per noi.
Se hai una visione rassicurante per il futuro dilla pure.
Per me tutto è rassicurante.
 

danny

Utente di lunga data
Però non accetto che osservazioni mie sparse vengano trasformate in affermazioni superficiali.
Ho citato gli aperitivi perché davvero ho visto che sono aspetti che vengono considerati essenziali. L’ho lette qui, l’ho visto nelle colleghe giovani (“Non porto il libro per capire le dinamiche della classe, che mettono ME in difficoltà, o per preparare la lezione, perché mi merito una birretta con gli amici“ sai dove gliela volevo mettere la birretta?”) l’ho letto sui social e lo vedo ogni giorno fuori dai bar. Questo non è grave in sé, ma è un indicatore della mentalità diffusa. Un edonismo che fa ricercare costantemente svago e non è compatibile con i bisogni dei bambini. Seguo content creator (ci credo che sono contente con quello che guadagnano per far vedere una crema!) simpatiche e intelligenti, madri che vivono (o credono che sia necessario farlo vedere per accrescere la community… 🙄 ancor più significativo) come una tragedia il raffreddore del figlio o l’uscita ai giardinetti. Ma soprattutto esaltano la stanchezza che impedisce anche “un minimo di vita sociale.” Per carità, ci ho provato anch’io a continuare la vita sociale. Poi, dopo una uscita, insignificante come tante prima, ho pensato “Ma io devo veder piangere la mia bambina per uscire con quattro deficienti e andare a giocare a bowling?” Perché poi si esce, come si faceva prima, per fare cose varie, giusto per stare in compagnia, come si faceva prima. Ma io in quelle uscite sempre non stavo bene. Non mi sentivo arricchita.
Ma c’è chi in quella routine si esalta e trova appartenenza indispensabile. Cosa che è raccontata nei film di Scola che rappresenta i circoletti di cui ora si parla, ma che ci sono sempre stati. Magari di altro livello.
Però, però, nemmeno tu sei diventata nonna, mi sembra.
E' per quelle ragioni che elenchi?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Non credo che sia la povertà in sé a far crollare le nascite, ma il senso di vuoto, isolamento e perdita di orizzonte comune. La Palestina (come altri contesti analoghi) dimostra che si può fare figli anche nella precarietà e povertà assolute se il mondo ha ancora un significato collettivo. L’Occidente ha perso questo senso del futuro condiviso, e il figlio è diventato un progetto fragile in un mondo che appare senza garanzie né valori forti, come altrui piacque
Altrui… che vedo condiviso, al contrario di me.
Esistono due modi “nevrotici“ non sani di pensare: ruminazione e rimuginio. La ruminazione riguarda il passato, prevalentemente personale, e che, come appunto il sistema dei ruminanti, continua a rievocare e rimasticare esperienze passate negative, come causa della propria infelicità. Per carità esistono esperienze di vita tragiche, ma devono essere comprese per superarle, non per inchiodarci a una riproduzione negativa. Il rimuginio invece riguarda il futuro di cui si cerca di prevedere le difficoltà per prevenirle o per superarle. Ma programmare il futuro diventa non sano rimuginio quando diventa previsione di disastri ineluttabili.
Io non rumino e non rimugino. Nella mia vita ho visto come eventi drammatici o tragici sono stati superati nella mia famiglia e nella società. Ma mica devo convincere nessuno. Non è neanche possibile, forse è genetica. I miei figli hanno preso da me.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Risposta inutile ai fini di un mio convincimento, mi basta un po' di cannabis per avere la stessa percezione.
Dimmi invece come vedi il futuro italiano dandomi i dati per confermare la tua visione positiva.
Ma figurati, neanche se mi paghi! 😂😂😂
 

Nicky

Utente di lunga data
Però non accetto che osservazioni mie sparse vengano trasformate in affermazioni superficiali.
Ho citato gli aperitivi perché davvero ho visto che sono aspetti che vengono considerati essenziali. L’ho lette qui, l’ho visto nelle colleghe giovani (“Non porto il libro per capire le dinamiche della classe, che mettono ME in difficoltà, o per preparare la lezione, perché mi merito una birretta con gli amici“ sai dove gliela volevo mettere la birretta?”) l’ho letto sui social e lo vedo ogni giorno fuori dai bar. Questo non è grave in sé, ma è un indicatore della mentalità diffusa. Un edonismo che fa ricercare costantemente svago e non è compatibile con i bisogni dei bambini. Seguo content creator (ci credo che sono contente con quello che guadagnano per far vedere una crema!) simpatiche e intelligenti, madri che vivono (o credono che sia necessario farlo vedere per accrescere la community… 🙄 ancor più significativo) come una tragedia il raffreddore del figlio o l’uscita ai giardinetti. Ma soprattutto esaltano la stanchezza che impedisce anche “un minimo di vita sociale.” Per carità, ci ho provato anch’io a continuare la vita sociale. Poi, dopo una uscita, insignificante come tante prima, ho pensato “Ma io devo veder piangere la mia bambina per uscire con quattro deficienti e andare a giocare a bowling?” Perché poi si esce, come si faceva prima, per fare cose varie, giusto per stare in compagnia, come si faceva prima. Ma io in quelle uscite sempre non stavo bene. Non mi sentivo arricchita.
Ma c’è chi in quella routine si esalta e trova appartenenza indispensabile. Cosa che è raccontata nei film di Scola che rappresenta i circoletti di cui ora si parla, ma che ci sono sempre stati. Magari di altro livello.
Ma ho compreso che tu imputi all'eccessivo edonismo-individualismo la decrescita demografica, ancor più che alle condizioni economiche.
Però, è bene che i figli si facciano per obbligo, per conformismo, per mancanza di scelta? Non credo. Quindi, se ci sono persone che non li vogliono perché lo spirito del tempo spira in una direzione diversa, sono persone che va comunque bene che non li abbiano.
Non è mai una questione quantitativa.
Spesso, ad esempio, ci si lamenta della disaffezione, ad esempio, verso la fede. Ma hai idea di quanto è cresciuto il livello qualitativo di chi crede, quanto più sono presenti a sé stessi nel farlo?
Lo spirito del tempo, passa, potrà tornare di moda fare figli, ma intanto, approfittiamo per ampliare la consapevolezza di ciò che significa, anche rinunciando ad averli quando è preferibile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Però, però, nemmeno tu sei diventata nonna, mi sembra.
E' per quelle ragioni che elenchi?
Mia figlia ha avuto un compagno che mi ha presentato dopo un anno, faceva l’allenatore di bambini e parlava con entusiasmo di avere figli, dopo un po’ di anni davvero necessari per la stabilità lavorativa, mia figlia si aspettava di concretizzare. È andato in depressione e si sono lasciati. L’attuale sembra equilibrato. Una minima stabilità di coppia l’hanno appena costruita. Mio figlio ha programmato il matrimonio per quello. Ora un accidente di salute ha messo in crisi un po’ tutto.
Ma io non parlo delle mie disgrazie, che conosci.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Altrui… che vedo condiviso, al contrario di me.
Esistono due modi “nevrotici“ non sani di pensare: ruminazione e rimuginio. La ruminazione riguarda il passato, prevalentemente personale, e che, come appunto il sistema dei ruminanti, continua a rievocare e rimasticare esperienze passate negative, come causa della propria infelicità. Per carità esistono esperienze di vita tragiche, ma devono essere comprese per superarle, non per inchiodarci a una riproduzione negativa. Il rimuginio invece riguarda il futuro di cui si cerca di prevedere le difficoltà per prevenirle o per superarle. Ma programmare il futuro diventa non sano rimuginio quando diventa previsione di disastri ineluttabili.
Io non rumino e non rimugino. Nella mia vita ho visto come eventi drammatici o tragici sono stati superati nella mia famiglia e nella società. Ma mica devo convincere nessuno. Non è neanche possibile, forse è genetica. I miei figli hanno preso da me.
Tu! Ma non sono tutti come te! Io pure se ruminassi o rimuginassi come sembri voler insinuare ogni tanto, non avrei un figlio e non avrei ricominciato praticamente da zero la mia vita almeno 3 volte in 25 anni, e ora non sarei in una relazione appagante con la mia compagna. Tuttavia capisco che se c'è un fenomeno generale un motivo ci sarà e capisco che qualcuno possa non reagire a certi accidenti come ho reagito io
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma ho compreso che tu imputi all'eccessivo edonismo-individualismo la decrescita demografica, ancor più che alle condizioni economiche.
Però, è bene che i figli si facciano per obbligo, per conformismo, per mancanza di scelta? Non credo. Quindi, se ci sono persone che non li vogliono perché lo spirito del tempo spira in una direzione diversa, sono persone che va comunque bene che non li abbiano.
Non è mai una questione quantitativa.
Spesso, ad esempio, ci si lamenta della disaffezione, ad esempio, verso la fede. Ma hai idea di quanto è cresciuto il livello qualitativo di chi crede, quanto più sono presenti a sé stessi nel farlo?
Lo spirito del tempo, passa, potrà tornare di moda fare figli, ma intanto, approfittiamo per ampliare la consapevolezza di ciò che significa, anche rinunciando ad averli quando è preferibile.
Certo che il motivo è quello. Basta vedere i paesi dove ci sono meno nascite.
Anche in Italia ci sono dati variabili.
Si fanno figli se li si considera una ricchezza, un investimento o economico o culturale o affettivo ecc.
Se si è concentrati sul benessere individuale, neanche di coppia, non prevedendo la possibilità di continuare nemmeno un matrimonio con figli, se si “trova un altro più bello che problemi non ha “ , come vuoi che si possa accettare di fare notti in bianco.
 

bravagiulia75

Annebbiata lombarda DOCG
Guido un euro 2.
Me ne frego delle loro paturnie e regolamenti deliranti.
Quando mi daranno 30000 euri cambierò auto (col caxxo, prendo i soldi e vado a vivere 3 anni giù a Sciacca 🎉)
Quella di mia figlia credo non abbia manco un euro😂😂😂😂😂
Cara grazia che l abbiamo
È praticamente nuova come vettura
Dubito abbia più di 25 mila km
Ma è del 2000
Spero possa durare altri 25 anni
Perché la uso anche io
Credo che dopo i 75 anni smetterò di fare quei 100 km all anno guidando 😂😂😂
 

Brunetta

Utente di lunga data
Tu! Ma non sono tutti come te! Io pure se ruminassi o rimuginassi come sembri voler insinuare ogni tanto, non avrei un figlio e non avrei ricominciato praticamente da zero la mia vita almeno 3 volte in 25 anni, e ora non sarei in una relazione appagante con la mia compagna. Tuttavia capisco che se c'è un fenomeno generale un motivo ci sarà e capisco che qualcuno possa non reagire a certi accidenti come ho reagito io
Ho parlato di modalità diffuse che possono essere “invalidanti“ dal punto di vista sociale e sentimentale.
Ho detto che non mi riguardano perché sono fortunata.
Non insinuo nulla. Rispondo ai post.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Altrui… che vedo condiviso, al contrario di me.
Esistono due modi “nevrotici“ non sani di pensare: ruminazione e rimuginio. La ruminazione riguarda il passato, prevalentemente personale, e che, come appunto il sistema dei ruminanti, continua a rievocare e rimasticare esperienze passate negative, come causa della propria infelicità. Per carità esistono esperienze di vita tragiche, ma devono essere comprese per superarle, non per inchiodarci a una riproduzione negativa. Il rimuginio invece riguarda il futuro di cui si cerca di prevedere le difficoltà per prevenirle o per superarle. Ma programmare il futuro diventa non sano rimuginio quando diventa previsione di disastri ineluttabili.
Io non rumino e non rimugino. Nella mia vita ho visto come eventi drammatici o tragici sono stati superati nella mia famiglia e nella società. Ma mica devo convincere nessuno. Non è neanche possibile, forse è genetica. I miei figli hanno preso da me.
E aggiungo che se fossi un povero cristo di palestinese costretto un giorno si e l'altro pure a fare da scudo umano dalle bombe israeliane, riterrei una follia e anzi un crimine contro l'umanità mettere al mondo un altro sfortunato per fargli fare la mia stessa fine.
 

ivanl

Utente di lunga data
E aggiungo che se fossi un povero cristo di palestinese costretto un giorno si e l'altro pure a fare da scudo umano dalle bombe israeliane, riterrei una follia e anzi un crimine contro l'umanità mettere al mondo un altro sfortunato per fargli fare la mia stessa fine.
lì però la pensano diversamente, mi pare
 

Brunetta

Utente di lunga data
E aggiungo che se fossi un povero cristo di palestinese costretto un giorno si e l'altro pure a fare da scudo umano dalle bombe israeliane, riterrei una follia e anzi un crimine contro l'umanità mettere al mondo un altro sfortunato per fargli fare la mia stessa fine.
Non sei palestinese 🤷🏻‍♀️
 
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