Tempi che cambiano.

spleen

utente ?
Sicuramente.
Ma in me ci sono anche altre domande, che percepisco come genitore, quindi guardando al futuro.
Perché siamo arrivati a questo punto? Solo perché siamo anagraficamente più vecchi?
Apparentemente sì. Ma l'idea del fallimento culturale sta prendendo piede. E insieme a questo crescono la paura degli altri e altri sentimenti negativi.
Leggo sui social della morte di un uomo ad opera di un orso, e noto che tutti empatizzano con l'orso e non con l'essere umano.
La pietà e l'empatia, anche solo di facciata, dove sono finite?
Muore una pornostar per il Fentanyl e le persone ridono, scherzano, perché una donna che fa la pornostar non sembra aver diritto alla dignità di essere umano nemmeno da morta.
Eppure, la religione cristiana che ho introiettato diceva ben altro.
Ho forse sbagliato a essere ateo, allora?
Un uomo muore risucchiato da un aereo e Sky Tg titola l'episodio come un inconveniente.
Abbiamo davvero smesso di amare il prossimo come noi stessi? Questo è il nostro animo umano finalmente svelato dall'anonimato dei social?

Noi, come generazione, dove abbiamo sbagliato per arrivare a cancellare dalla nostra quotidianità l'ideale perseguibile dei sentimenti più umani?

Ho citato i due film anche per questo. Negli anni 90 amore e amicizia salvavano i protagonisti, tutti, dando ad ogni giorno che passava senza tempo un significato.
Ricordo che quel film fu criticato all'epoca per aver prediletto la fuga all'impegno.
Ma oggi? Esiste ancora un luogo dove fuggire? E un modo per impegnarsi?
E l'amicizia e l'amore sono ancora qualcosa a cui ambire? O abbiamo paura anche di questo, tanto da fuggirli e respingerli?
Dal 2016 a oggi sono morte 49 star del porno :( la maggioranza di overdose e suicidio, quasi tutte giovanissime. Non so se questo in proporzione al fenomeno sia nella media, però sono perplesso.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Boh, a volte mi chiedo se tu abbia voglia di provocare perché non ti trovi d'accordo su quanto su riavono gli altri e pertanto scrivi stupidaggini, oppure... oppure non c'è la seconda ipotesi.
Che senso ha per te interagire con persone che tratti da cretini con risposte inutili?

"C'è ancora domani" non fu nemmeno ritenuto degno dei finanziamenti pubblici da Franceschini, allora Ministro della Cultura, in quanto non ritenuto di qualità artistica adeguata: Arrivò addirittura ultimo nella lista dei film che chiesero il finanziamento allora.

Che poi possa piacere ugualmente e avere successo di pubblico, ok.
A me piacciono anche i cinepanettoni. Ma tra avere successo ed essere un capolavoro o un bel film c'è differenza.

Ma non è questo il motivo dell'intervento, quanto il sottolineare le differenze di visione del passato, lette ovviamente con la sensibilità del presente, di due film di successo con tratti comuni. Allegro, positivo, incentrato sull'amicizia e sull'amore Mediterraneo, molto più triste e pessimista e negativo nelle relazioni C'è ancora domani.
Questi siamo tutti noi, ovvero come siamo cambiati in 35 anni.
Veramente io ho citato Lascia e raddoppia? perché in C’eravamo tanto amati il personaggio di Stefano Satta Flores partecipa come esperto di cinema, sbagliando (secondo gli esperti, ma non secondo lui) la domanda su Ladri di biciclette.
Era la mia una risposta da parte di chi ha amato quel film e la visione del cinema che mette in scena, anche con la scena di La dolce vita.
Ti provoco altre volte. Non in questo caso. Anzi mi sono sforzata di riaprire il dialogo proprio con una battuta “complice.”
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma non è questo il motivo dell'intervento, quanto il sottolineare le differenze di visione del passato, lette ovviamente con la sensibilità del presente, di due film di successo con tratti comuni. Allegro, positivo, incentrato sull'amicizia e sull'amore Mediterraneo, molto più triste e pessimista e negativo nelle relazioni C'è ancora domani.
Questi siamo tutti noi, ovvero come siamo cambiati in 35 anni
.
Invece rispetto a questo ti ho già risposto che quello sei tu. Non dico certo unico.
Ma ad esempio non sono io che non ho visto negatività in C’è ancora domani, come i milioni di spettatori che lo hanno apprezzato e poi visto, grazie al passaparola.
Per me Mediterraneo è un filmetto che non ha niente di niente di neanche vagamente storico e che dà una rappresentazione degli italiani che piace agli americani, come molti dei film costruiti per quello.
Io non mi sono rispecchiata in nulla in quel film.
 

danny

Utente di lunga data
Veramente io ho citato Lascia e raddoppia? perché in C’eravamo tanto amati il personaggio di Stefano Satta Flores partecipa come esperto di cinema, sbagliando (secondo gli esperti, ma non secondo lui) la domanda su Ladri di biciclette.
Era la mia una risposta da parte di chi ha amato quel film e la visione del cinema che mette in scena, anche con la scena di La dolce vita.
Ti provoco altre volte. Non in questo caso. Anzi mi sono sforzata di riaprire il dialogo proprio con una battuta “complice.”
In realtà aveva poi ragione, la domanda era formulata male, ma la supponenza di Mike Bongiorno e dei giudici televisivi gli impedirono di vincere.
Il film è amaro, e non mi sorprende, essendo del 1974, un punto di svolta, o di fine, per la commedia italiana, ma anche per tante speranze di una generazione in un decennio che ne vide la decadenza e la delusione. Fu l'epigono della miglior commedia italiana.
La metà degli anni 70 vedono anche il primo Fantozzi, con la sua comicità altrettanto amara.
Dalla cinematografia di successo di quegli anni mi viene da dedurre che ci fu una decadenza di una certa parte dell'Italia che aveva creduto negli ideali del dopoguerra, e l'ascesa di una generazione la cui componente edonistica, anche più superficiale, leggera, meno impegnata, troverà il suo culmine negli anni 80 per finire il suo ciclo negli anni 90. Oggi l'amarezza di allora è andata perduta insieme alla componente più leggera, e noto crescere la paura. Paura di un giudizio altrui, di manifestare un pensiero incoerente con quello di massa, di non essere accettati, di finire nel nulla, ma anche paura degli altri, del futuro.
Dalla rabbia, alla fuga, alla paura attraverso diverse generazioni.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
Invece rispetto a questo ti ho già risposto che quello sei tu. Non dico certo unico.
Ma ad esempio non sono io che non ho visto negatività in C’è ancora domani, come i milioni di spettatori che lo hanno apprezzato e poi visto, grazie al passaparola.
Per me Mediterraneo è un filmetto che non ha niente di niente di neanche vagamente storico e che dà una rappresentazione degli italiani che piace agli americani, come molti dei film costruiti per quello.
Io non mi sono rispecchiata in nulla in quel film.
Mediterraneo è un film generazionale. Parlava ai 25/30enni di allora.
 

Brunetta

Utente di lunga data
C e ancora domani, l' ho guardato e riguardato prima che mi piacesse. Ora l' ho rivalutato e apprezzato. Così come Confidenza.. non capisco se sono stolta o bloccata, ma mi capita di riguardare film (che non comprendo fino in fondo) fino ad essere soddisfatta
C’è ancora domani è un “filmetto”. Ci sono film italiani, sempre girati con pochissimi soldi, che hanno un altro peso cinematografico e di significato, spesso passati nel dimenticatoio.
Segnalo Dieci minuti e Tutto quello che vuoi.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Sicuramente.
Ma in me ci sono anche altre domande, che percepisco come genitore, quindi guardando al futuro.
Perché siamo arrivati a questo punto? Solo perché siamo anagraficamente più vecchi?
Apparentemente sì. Ma l'idea del fallimento culturale sta prendendo piede. E insieme a questo crescono la paura degli altri e altri sentimenti negativi.
Leggo sui social della morte di un uomo ad opera di un orso, e noto che tutti empatizzano con l'orso e non con l'essere umano.
La pietà e l'empatia, anche solo di facciata, dove sono finite?
Muore una pornostar per il Fentanyl e le persone ridono, scherzano, perché una donna che fa la pornostar non sembra aver diritto alla dignità di essere umano nemmeno da morta.
Eppure, la religione cristiana che ho introiettato diceva ben altro.
Ho forse sbagliato a essere ateo, allora?
Un uomo muore risucchiato da un aereo e Sky Tg titola l'episodio come un inconveniente.
Abbiamo davvero smesso di amare il prossimo come noi stessi? Questo è il nostro animo umano finalmente svelato dall'anonimato dei social?

Noi, come generazione, dove abbiamo sbagliato per arrivare a cancellare dalla nostra quotidianità l'ideale perseguibile dei sentimenti più umani?

Ho citato i due film anche per questo. Negli anni 90 amore e amicizia salvavano i protagonisti, tutti, dando ad ogni giorno che passava senza tempo un significato.
Ricordo che quel film fu criticato all'epoca per aver prediletto la fuga all'impegno.
Ma oggi? Esiste ancora un luogo dove fuggire? E un modo per impegnarsi?
E l'amicizia e l'amore sono ancora qualcosa a cui ambire? O abbiamo paura anche di questo, tanto da fuggirli e respingerli?
In buona parte si, anche senza apparenza.
Poi sono tempi in cui determinate notizie vengono date in pasto. Vedi quelle da te citate.
Non che in passato fosse diverso, ma forse ora con una comunicazione sempre più social si fa più evidente. Il disgraziato, la poveretta, valgono non se tali, ma se si presentano con un teatrino convincente. Questi da te citati sono cadaveri senza valore.
Notizia orso. Uomo presentato come un coglionaccio che si fa i selfie incurante della bestia orso. In un mondo che ragiona sulla colpa, non potendola scaricare su un orso, torna indietro. La base è lo sguardo che non ce la fa a non fare una considerazione senza la colpa.
Uomo risucchiato da aereo. Hai idea delle connessioni a tremila attività che vengono di riflesso bloccate con un buco anche solo di un'ora a Orio? La notizia è tale perchè è un riflesso di un moto di tremila altre persone e attività da gestire.
Ma uguale alberi caduti in alcune città negli ultimi giorni che hanno bloccato strade. Non ci si può fermare.
Comprendere, ascoltare, rallentare. Il fatto è che è un domino di cui tutti facciamo parte. Nessuno escluso.

So che potresti dirmi: ma hai letto quello che ho scritto io, cosa mi stai rispondendo, io parlavo di dignità umana?!?!???

Io nei miei giovani colleghi sento riferimenti agli adulti [*] come rincoglioniti, malati e affini. Senza "empatia" e senza considerare che quando citano malattie, a volte ste malattie ci sono veramente, a partire da un popolo di anziani che non possono essere tutti rinchiusi per lievi demenze.
Giovani che conoscono a memoria tutte le frasi fatte delle epoche passate, a partire da quelle dialettali, più "locali", che usano stile meme. Vengono oggi riutilizzate recidendole dal loro contesto originario, che è ignorato e senza vergogna di ignorare, perchè ora si comunica così, conta avere la battuta pronta.
[*] chiaramente vengono omessi i capetti, gli adulti che hanno il micro scettro di potere (spesso rinchiuso in un buco di pochi metri quadri di cemento)

Di base sono giovani come ogni epoca, osservano il mondo intorno e cercano i loro riferimenti.
 

danny

Utente di lunga data
In buona parte si, anche senza apparenza.
Poi sono tempi in cui determinate notizie vengono date in pasto. Vedi quelle da te citate.
Non che in passato fosse diverso, ma forse ora con una comunicazione sempre più social si fa più evidente. Il disgraziato, la poveretta, valgono non se tali, ma se si presentano con un teatrino convincente. Questi da te citati sono cadaveri senza valore.
Notizia orso. Uomo presentato come un coglionaccio che si fa i selfie incurante della bestia orso. In un mondo che ragiona sulla colpa, non potendola scaricare su un orso, torna indietro. La base è lo sguardo che non ce la fa a non fare una considerazione senza la colpa.
Uomo risucchiato da aereo. Hai idea delle connessioni a tremila attività che vengono di riflesso bloccate con un buco anche solo di un'ora a Orio? La notizia è tale perchè è un riflesso di un moto di tremila altre persone e attività da gestire.
Ma uguale alberi caduti in alcune città negli ultimi giorni che hanno bloccato strade. Non ci si può fermare.
Comprendere, ascoltare, rallentare. Il fatto è che è un domino di cui tutti facciamo parte. Nessuno escluso.

So che potresti dirmi: ma hai letto quello che ho scritto io, cosa mi stai rispondendo, io parlavo di dignità umana?!?!???

Io nei miei giovani colleghi sento riferimenti agli adulti [*] come rincoglioniti, malati e affini. Senza "empatia" e senza considerare che quando citano malattie, a volte ste malattie ci sono veramente, a partire da un popolo di anziani che non possono essere tutti rinchiusi per lievi demenze.
Giovani che conoscono a memoria tutte le frasi fatte delle epoche passate, a partire da quelle dialettali, più "locali", che usano stile meme. Vengono oggi riutilizzate recidendole dal loro contesto originario, che è ignorato e senza vergogna di ignorare, perchè ora si comunica così, conta avere la battuta pronta.
[*] chiaramente vengono omessi i capetti, gli adulti che hanno il micro scettro di potere (spesso rinchiuso in un buco di pochi metri quadri di cemento)

Di base sono giovani come ogni epoca, osservano il mondo intorno e cercano i loro riferimenti.
Questa modalità di comunicazione non può non influire sulle persone, sui loro comportamenti, sulle loro scelte.
Aver rivisto un "filmetto" come Mediterraneo mi ha proiettato in un'epoca apparentemente più sana. Lo stile dei social ha la spietatezza della preadolescenza, ovvero di un'età in cui ancora non si è sviluppata alcuna empatia, e rischia di rendere accettabile anche per l'età adulta un comportamento immaturo e incentrato sul proprio ego.
In quel film vince il gruppo, la condivisione, l'apertura verso gli altri, la comprensione anche del nemico e dell'errore umano.
Al di là delle scempiaggini storiche, ovviamente, io cerco solo di leggere la forma del film.

Oggi il concetto che si vuole promuovere è "Meglio un uomo o un orso?".
Ovvero dicotomie senza senso, infantili.
Abbiamo ridotto e banalizzato l'articolazione del pensiero, riducendola a schieramento.


Anche in C'eravamo tanto amati c'è la sensazione del fallimento, ma è compensata dall'impegno, dalla forza dei personaggi che nella loro vita hanno provato a fare qualcosa, a cambiare lo stato delle cose, sbagliando, spesso, ma pagandone le conseguenze a livello personale. Hanno agito.
In Mediterraneo il fallimento è evidente, ma anche in questo caso si nota ancora la volontà di cambiare, fino all'ultimo.
Nel film della Cortellesi, sceneggiato con gli autori di Come un gatto in tangenziale tra cui la nipote di Comencini, l'impegno nel quotidiano si limita al voto. E' sempre delegato agli altri.
E non ho citato "Una vita difficile"...
 

Marjanna

Utente di lunga data
Questa modalità di comunicazione non può non influire sulle persone, sui loro comportamenti, sulle loro scelte.
Aver rivisto un "filmetto" come Mediterraneo mi ha proiettato in un'epoca apparentemente più sana. Lo stile dei social ha la spietatezza della preadolescenza, ovvero di un'età in cui ancora non si è sviluppata alcuna empatia, e rischia di rendere accettabile anche per l'età adulta un comportamento immaturo e incentrato sul proprio ego.
In quel film vince il gruppo, la condivisione, l'apertura verso gli altri, la comprensione anche del nemico e dell'errore umano.
Al di là delle scempiaggini storiche, ovviamente, io cerco solo di leggere la forma del film.

Oggi il concetto che si vuole promuovere è "Meglio un uomo o un orso?".
Ovvero dicotomie senza senso, infantili.
Abbiamo ridotto e banalizzato l'articolazione del pensiero, riducendola a schieramento.


Anche in C'eravamo tanto amati c'è la sensazione del fallimento, ma è compensata dall'impegno, dalla forza dei personaggi che nella loro vita hanno provato a fare qualcosa, a cambiare lo stato delle cose, sbagliando, spesso, ma pagandone le conseguenze a livello personale. Hanno agito.
In Mediterraneo il fallimento è evidente, ma anche in questo caso si nota ancora la volontà di cambiare, fino all'ultimo.
Nel film della Cortellesi, sceneggiato con gli autori di Come un gatto in tangenziale tra cui la nipote di Comencini, l'impegno nel quotidiano si limita al voto. E' sempre delegato agli altri.
E non ho citato "Una vita difficile"...
Infatti mi son chiesta se in passato la diffusione delle religioni avesse un qualche valore regolatore, altrimenti facciamo casini peggiori come specie.

Le notizie sugli orsi sono salite, ma gli incontri con orsi rimangono letture per moltissimi di noi (e per fortuna, se si ha coscienza che non parliamo di un teddy bear). Forse sono anche moti di difesa. La natura (nel contesto incarnata dall'orso quale animale da considerare come nostro predatore) è comunque la madre suprema, il "nostro dio". Chi muore è un disgrato.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Infatti mi son chiesta se in passato la diffusione delle religioni avesse un qualche valore regolatore, altrimenti facciamo casini peggiori come specie.

Le notizie sugli orsi sono salite, ma gli incontri con orsi rimangono letture per moltissimi di noi (e per fortuna, se si ha coscienza che non parliamo di un teddy bear). Forse sono anche moti di difesa. La natura (nel contesto incarnata dall'orso quale animale da considerare come nostro predatore) è comunque la madre suprema, il "nostro dio". Chi muore è un disgrato.
Ne sono sempre più convinta.
 

hammer

Utente di lunga data
"C'è ancora domani" non fu nemmeno ritenuto degno dei finanziamenti pubblici da Franceschini, allora Ministro della Cultura, in quanto non ritenuto di qualità artistica adeguata: Arrivò addirittura ultimo nella lista dei film che chiesero il finanziamento allora.
Mentre il film, mai girato, del tipo sospettato d'avere ucciso a Roma la compagna e la figlia, ha ottenuto un finanziamento di 800.000 euro.
Lascia perdere.
 

danny

Utente di lunga data
Mentre il film, mai girato, del tipo sospettato d'avere ucciso a Roma la compagna e la figlia, ha ottenuto un finanziamento di 800.000 euro.
Lascia perdere.
Ha ottenuto la Tax Credit, esattamente come il film della Cortellesi.
Non è finanziamento pubblico. A parte che è una truffa quell'episodio.
 
Ultima modifica:

hammer

Utente di lunga data
Ha ottenuto la Tax Credit, esattamente come il film della Cortellesi.
Non è finanziamento pubblico. A parte che è una truffa quell'episodio.
Che pacchia. La prossima vita faccio il produttore cinematografico di sinistra.
O il regista di sinistra... :unsure:
 

Brunetta

Utente di lunga data
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