Piccolo corso di politica
ma che poi dei soldi pubblici si faccia altro e si spendano per cazzate sono d'accordo e l'italia fa schifo in questo. ma fondi per le emergenze da catastrofi naturali sono SACROSANTI. che poi vadano spesi oculatamente e non si debba leggere di persone che nel cuore della notte al telefono se la ridano al pensiero di quanti soldi si possano arraffare per la ricostruzione dopo un terremoto è altrettanto SACROSANTO.
Con questa piccola relazione non voglio dare uno schema perfetto, ma una visione essenziale del funzionamento di una struttura organizzata: lo Stato in genere.
Le
tasse servono per coprire le spese dello Stato. Come spese di Stato sono da intendere, partendo dalla punta piramidale, come:
- stipendi della classe politica (parlamentari, sindaci, assessori)
- stipendi della protezione civile (militari, polizia)
- apparato statale (uffici pubblici, enti, organi di controllo)
- energia
- comunicazione (radio, tv, manifestazioni)
Negli stati sociali si aggiungono le seguenti spese di Stato, in alcuni paesi sostenuti da assicurazioni private o da strutture semi-statali:
- sanità
- pensioni
- trasporto (strade, ferrovie, aeroplani)
Per la copertura delle spese al di là delle tasse, è stato introdotto l'
IVA, che aggiunge un'imposta al valore, pagato come tassa aggiuntiva dal consumatore finale. Uno Stato sociale potrebbe quindi aprire fondi per sostenere spese occasionali e far fronte alla disoccupazione, alle catastofi naturali, alle epidemie. L'IVA costituisce un fattore variabile che dovrebbe aumentare e diminuire in base alle esigenze "extra" del paese. Una lieve variazione dell'IVA ha generalmente un impatto notevole alla liquidità dell'intero paese e l'applicazione spensierata impoverisce l'intera poplazione, come ad esempio l'aumento dell'1% e degli ormai prossimi +2%.
Per rendere lo Stato competitivo in rispetto ad altri stati, dispone di tamponi economici, generalizzati nel termine
accise. L'accise è un'artificiale costo di un prodotto altrimenti molto economico, ma indispensabile per lo svolgimento delle attività lavorative della poplazione. Tramite la variazione dell'accise, lo Stato è in grado di rendere l'inflazione più bassa e, soprattutto, evitare la svendita di materie prime.
Quando questi fondi non bastano per far fronte alle spese di Stato e quando lo Stato non può prelevare altri soldi, prende in prestito materie prime e servizi da altri paesi, e si parla di
debito pubblico. Il debito pubblico deve essere ripagato con interessi che vanno dallo 0,5% al 10%, con o senza termini di tempo. Per tenere basso il debito pubblico, lo Stato può emettere
Azioni di Stato, cercando di ottenere più soldi del dovuto dalla propria popolazione, allo scopo di ridurre lo strozzamento, con belle promesse. Perché di fatto queste azioni valgono soltanto quanto lo Stato può liquidare, e quando diventa moroso, si parla di
crisi.
Si intende da sé, che ulteriori manovre per risollevare le finanze dello Stato moroso con altre Azioni di Stato, tasse, aumenti di IVA e accise peggiora soltanto la situazione a lungo termine.