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exStermy
Guest
Francesco Saverio Nitti ai primi del 1900:
“La memoria dei vinti è stata sottoposta ad un’incredibile umiliazione … più grave è stato il
taglio del filo genetico per cui c’è un pezzo d’Italia che ha dovuto vergognarsi del proprio
passato, e poi ci si lamenta che manca la dignità, ma la dignità proviene dal riconoscimento
della propria ascendenza … bisogna prima di tutto ridare al Mezzogiorno il senso della sua
precedente grandiosità, riscattare questa presunta inferiorità etnica del Sud da operazioni di
tentata cancellazione della sua memoria. Ricordo che Rosario Romeo scrisse nella sua storia su
Cavour un elogio a Ferdinando II, confrontandolo con il vincitore Vittorio Emanuele II, con
grande scandalo dei risorgimentalisti che consideravano ciò intollerabile”
In realtà la “Questione meridionale”, tutt’oggi irrisolta, nacque dopo e non prima dell’unità;
persino un ufficiale piemontese, il conte Alessandro Bianco di Saint-Joroz, capitano nel Corpo di
Stato Maggiore Generale, scrisse nel 1864 che “Il 1860 trovò questo popolo del 1859, vestito,
calzato, industre, con riserve economiche. Il contadino possedeva una moneta e vendeva animali;
corrispondeva esattamente gli affitti; con poco alimentava la famiglia, tutti, in propria
condizione, vivevano contenti del proprio stato materiale. Adesso è l’opposto. La pubblica
istruzione era sino al 1859 gratuita; cattedre letterarie e scientifiche in tutte le città principali di
ogni provincia. Adesso veruna cattedra scientifica……Nobili e plebei, ricchi e poveri, qui tutti
aspirano, meno qualche onorevole eccezione, ad una prossima restaurazione borbonica”.
La popolazione dai tempi del primo re della dinastia borbonica Carlo III (1734) a quelli di
Ferdinando II (1859) si era triplicata ad indicare l'aumentato benessere (è chiaro che si parla di
livelli di vita relativi a quei tempi quando il reddito pro capite in Italia era meno di un
quarantesimo di quello di oggi e molte delle comodità attuali erano inesistenti), la parte attiva era
poco meno del 48%.
“La memoria dei vinti è stata sottoposta ad un’incredibile umiliazione … più grave è stato il
taglio del filo genetico per cui c’è un pezzo d’Italia che ha dovuto vergognarsi del proprio
passato, e poi ci si lamenta che manca la dignità, ma la dignità proviene dal riconoscimento
della propria ascendenza … bisogna prima di tutto ridare al Mezzogiorno il senso della sua
precedente grandiosità, riscattare questa presunta inferiorità etnica del Sud da operazioni di
tentata cancellazione della sua memoria. Ricordo che Rosario Romeo scrisse nella sua storia su
Cavour un elogio a Ferdinando II, confrontandolo con il vincitore Vittorio Emanuele II, con
grande scandalo dei risorgimentalisti che consideravano ciò intollerabile”
In realtà la “Questione meridionale”, tutt’oggi irrisolta, nacque dopo e non prima dell’unità;
persino un ufficiale piemontese, il conte Alessandro Bianco di Saint-Joroz, capitano nel Corpo di
Stato Maggiore Generale, scrisse nel 1864 che “Il 1860 trovò questo popolo del 1859, vestito,
calzato, industre, con riserve economiche. Il contadino possedeva una moneta e vendeva animali;
corrispondeva esattamente gli affitti; con poco alimentava la famiglia, tutti, in propria
condizione, vivevano contenti del proprio stato materiale. Adesso è l’opposto. La pubblica
istruzione era sino al 1859 gratuita; cattedre letterarie e scientifiche in tutte le città principali di
ogni provincia. Adesso veruna cattedra scientifica……Nobili e plebei, ricchi e poveri, qui tutti
aspirano, meno qualche onorevole eccezione, ad una prossima restaurazione borbonica”.
La popolazione dai tempi del primo re della dinastia borbonica Carlo III (1734) a quelli di
Ferdinando II (1859) si era triplicata ad indicare l'aumentato benessere (è chiaro che si parla di
livelli di vita relativi a quei tempi quando il reddito pro capite in Italia era meno di un
quarantesimo di quello di oggi e molte delle comodità attuali erano inesistenti), la parte attiva era
poco meno del 48%.
