Terremoto

Stato
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E

exStermy

Guest
Mi dispiace, ma certe cose non le posso sentire. Stiamo parlando, compresa la zona dell'Aquila, di zone depresse, con popolazioni prevalentemente anziane, i giovani sono andati altrove a cercare lavoro. Nelle zone terremotate dell'Aquila gli abitanti hanno implorato per mesi che venisse loro dato il permesso di accedere alle case per ristrutturarle, non hanno potuto neppure avvicinarsi perchè le macerie non erano state rimosse ed era pericoloso. Quella è gente povera ma orgogliosa, un popolo dignitoso, chi poteva, visto che non riusciva a rientrare in casa sua, ha raggiunto i figli che vivevano in altre regioni, non volevano l'elemosina della baracca, volevano tornare ad essere la comunità di prima. Alcuni paesi colpiti in quest'ultimo sisma li conosco abbastanza, altra storia di comunità residenti in zone dove trasferirsi per lavoro è tradizione, il lunedì le persone che si recavano al lavoro erano disperate perchè la maggior parte di loro lavora in altre province, in altre regioni anche, e dovevano lasciare la famiglia con la paura di altre scosse. Non so, ma dire a queste persone che si devono arrangiare e che il male che capita a casa loro sono affari solo loro a me sembra una bestemmia:
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Spero per lui che nun se trovi mai in una catastrofe simile perche' poi vedremmo le sue palle...

o trovarse sotto alla casa dello studente perche' delle autentiche merde con la stessa qualita' del Berluska che li proteggeva, costruiscono con la sabbia anziche' con il cemento pe' risparmia'...
 
Nessuno storico afferma che nel sud pre-unitario l'analfabetismo non ci fosse pero' ti ho contestato e smentito che anche le condizioni di vita fossero tragiche, altrimenti ti richiedo il perche' nessuno emigrasse al punto anche da rivolere lo status precedente con i referendum, facendo partire purtroppo le emigrazioni solo dopo l'unita' d'italia...

ue' ciccio, quando al sud si stavano ancora beati a casa loro voi veneti avete impestato tutto il mondo per cercare di sfamarvi e di non morire per le malattie piu' banali...

ahahahahah

e insiste...anche perche' tantissimi storici che smerdano i savoia so' cattolici...

ahahahahahah
No tu hai descritto le condizioni di vita dei pochi ricchi.
Poi non emigravano?
Ohi ciccio...
Per quali vie?
Prima dell'Unità...dovevi passare un mucchio di stati eh?
Si noi veneti però siamo tutti tornati nelle nostra terra con i soldi guadagnati per il lavoro di emigranti...
Così i friulani no?
Conosci Sir Paul Girolami?

A me sembra che dopo l'unità d'Italia si riscontrò che la popolazione al sud vivesse in povertà e miseria...a scapito dei pochi ricchi...

E del latifondismo me ne vuoi parlare?
Infatti al sud il popolo italiano era il padrone delle terre no?

Dopo l'unità d'Italia poterono a venire cercare lavoro...

Ma chi ha costruito le strade, ferrovie, ponti ecc..ecc..ecc...
Mica nel 1861 c'erano in Italia le vie di comunicazioni che ci sono adesso eh?
 
E

exStermy

Guest
No tu hai descritto le condizioni di vita dei pochi ricchi.
Poi non emigravano?
Ohi ciccio...
Per quali vie?
Prima dell'Unità...dovevi passare un mucchio di stati eh?
Si noi veneti però siamo tutti tornati nelle nostra terra con i soldi guadagnati per il lavoro di emigranti...
Così i friulani no?
Conosci Sir Paul Girolami?

A me sembra che dopo l'unità d'Italia si riscontrò che la popolazione al sud vivesse in povertà e miseria...a scapito dei pochi ricchi...

E del latifondismo me ne vuoi parlare?
Infatti al sud il popolo italiano era il padrone delle terre no?

Dopo l'unità d'Italia poterono a venire cercare lavoro...

Ma chi ha costruito le strade, ferrovie, ponti ecc..ecc..ecc...
Mica nel 1861 c'erano in Italia le vie di comunicazioni che ci sono adesso eh?
Ah quindi secondo te volevano emigrare ma non potevano emigrare...

neh cicciuzzo beddo, visto che voi gia' andavate in America, mica ai meridionali (visto che secondo te stavano nella merda), era impedito imbarcarsi a Napoli sui piroscafi che tra l'altro quelli degli armatori Pace furono i primi ad attraccare a New York come prima nave italiana alla faccia delle vostre gondolete...ahahahahahah

praticamente pagando i biglietti d'imbarco a Genova o altrove ingrassavate senza saperlo e volerlo i bastardi meridionali parassiti...

ahahahahahah

comunque:

Ferdinando IV, nel 1789, passò ai fatti con la creazione della colonia serica di San Leucio retta
da uno Statuto dettato personalmente, e rifinito dai suoi giuristi, che risentiva fortemente delle
idee illuministe di Rosseau e che fu magnificato in tutta Europa. Esso prevedeva, per ogni
membro della comunità, con decenni di anticipo sulle prime leggi inglesi del lavoro: casa,
strumenti di lavoro, assistenza medica, istruzione obbligatoria per tutti i bambini dopo i 6 anni,
pensione di invalidità e di vecchiaia, mezzi di sussistenza per la vedova e gli orfani dei
lavoratori, “né resti esclusa la femmina dalla paterna eredità ancorché vi siano i maschi”; per
questi motivi San Leucio fu definita dai posteri: “la repubblica socialista”. La stessa Eleonora de
Fonseca Pimentel, successivamente protagonista della Repubblica Napoletana, dedicò a
Ferdinando di Borbone, in occasione della pubblicazione del regolamento della colonia serica, un
sonetto, in cui celebrava il re quale “novello Numa, nuove leggi detta”

e ri-comunque voi progrediti nordici usavate ancora e candele, mentre giu'...

.... l’illuminazione a gas di Napoli, prima in Italia (1840) e terza in Europa (dopo Londra e Parigi)
(Napoli fu anche la prima città d’Italia ad organizzare nel 1852 un esperimento d’illuminazione elettrica);
la bonifica e conseguente sistemazione idrogeologica delle paludi Sipontine (Manfredonia), di quelle di Brindisi, del bacino inferiore del Volturno e della Terra di Lavoro (Regi Lagni): in quest’ultimo territorio furono restituite al
lavoro agricolo 53 miglia quadrate di paludi, realizzati 100 miglia di canali di bonifica, muniti
d’argini e controfossi, lungo i quali furono posti a dimora 150.000 alberi; costruite 70 miglia di
strade, decorate da "ponti in fabbrica" e da altri 120.000 alberi che attraversavano la campagna in
tutti i sensi; fu iniziato il prosciugamento del lago del Fucino in Abruzzo.

Beata Inioranza...

ahahahahahah
 
E

exStermy

Guest
I Savoia ebbero quindi il Regno d'Italia, ma lo persero ingloriosamente in appena ottanta anni, il
13 giugno 1946, alle 15 e 30, il tricolore con lo stemma sabaudo veniva ammainato dalla torre
del Quirinale e Umberto II, l’ultimo re, prese la via dell’esilio pagando colpe non sue; la
fallimentare politica sabauda dei suoi predecessori aveva partorito in successione: lo
spostamento dell’asse economico al Nord che causò l’emigrazione di milioni di meridionali,
fenomeno assolutamente sconosciuto prima dell’unità; la barbara repressione della resistenza
duosiciliana, bollata con l’appellativo di “brigantaggio” (1 MILIONE DI MORTI), una politica fiscale oppressiva con le “tasse dei poveri” (come quella sul macinato), gli stati d’assedio (più di dieci in quaranta anni), le leggi speciali, le patetiche guerre coloniali, la prima guerra mondiale, il fascismo, le leggirazziali, la seconda guerra.

Per pura mania di grandezza (ridicola per un piccolo neonato stato) il
regno d’Italia mantenne un esercito che, in certi momenti, fu il più numeroso d’Europa, varò una
marina da guerra imponente e costruì fortificazioni dovunque, un’incredibile sottrazione di
risorse che potevano essere impiegate per elevare il pessimo livello di vita dei popoli italiani;
viceversa il Re si riservò un appannaggio che arrivò a rappresentare il 2% dell’intero bilancio
dello Stato, una cifra enorme che nessun sovrano europeo si concedeva.

Subito dopo l’arrivo dei piemontesi la condizione dei contadini, dei pastori e dei braccianti
peggiorò: la conquista sabauda fu, infatti, grandemente favorita dai baroni e dai borghesi i quali,
trasformatisi in “liberali e unitaristi”, ottennero, in cambio del loro appoggio, non solo la
conservazione dei possedimenti ma anche l’acquisizione delle terre demaniali che i piemontesi
misero in vendita (spesso sottocosto): i cosiddetti “galantuomini” erano gli unici ad avere la
forza economica di acquisirle e così il latifondo si accrebbe, come pure la miseria di migliaia di
famiglie rurali private dei secolari ”usi civici”.

Ai contadini, che avevano creduto alle promesse degli editti di Garibaldi sulla divisione delle
terre e che avevano gridato ”Viva l’Italia, viva Vittorio Emanuele”, fu impedito di opporsi al
peggioramento delle loro condizioni di vita, le loro rivolte vennero represse nel sangue perchè,
come affermò il Governo Prodittatoriale Lucano, il nuovo regime non intende “disgustarsi la
classe dei proprietari che sono stati i sostegni veri e precipui del movimento che ha portato
l’attuale ordine delle cose “.

Nel 1881, a ben venti anni dall’unità, “solo la metà dei 30 milioni di ettari di terreno a
destinazione agricola erano coltivabili e la resa non superava gli 11 quintali di grano per ettaro,
contro i 15 che si avevano in Francia e i 23 della Germania.

La miseria era tanta e le condizioni di vita spaventose….circa i tre quarti della popolazione era
analfabeta, la mortalità infantile era elevatissima…con punte superiori al 10%, in 4.701 comuni
sugli 8.258 del Regno i contadini vivevano nelle stalle con gli animali ed in 1178 comuni il pane
ed il frumento era considerato un lusso e consumato solo nei giorni festivi o dagli ammalati”.

Alla fine del regime sabaudo, le conseguenze del disastro della seconda guerra mondiale
dell’accoppiata Mussolini-Vittorio Emanuele III fecero sì che nel 1951 (dati del censimento
ufficiale) solo l’8% delle abitazioni aveva acqua corrente e stanza da bagno.

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grazie tante savoia e duce...

mavaffanculo va...
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Mi dispiace, ma certe cose non le posso sentire. Stiamo parlando, compresa la zona dell'Aquila, di zone depresse, con popolazioni prevalentemente anziane, i giovani sono andati altrove a cercare lavoro. Nelle zone terremotate dell'Aquila gli abitanti hanno implorato per mesi che venisse loro dato il permesso di accedere alle case per ristrutturarle, non hanno potuto neppure avvicinarsi perchè le macerie non erano state rimosse ed era pericoloso. Quella è gente povera ma orgogliosa, un popolo dignitoso, chi poteva, visto che non riusciva a rientrare in casa sua, ha raggiunto i figli che vivevano in altre regioni, non volevano l'elemosina della baracca, volevano tornare ad essere la comunità di prima. Alcuni paesi colpiti in quest'ultimo sisma li conosco abbastanza, altra storia di comunità residenti in zone dove trasferirsi per lavoro è tradizione, il lunedì le persone che si recavano al lavoro erano disperate perchè la maggior parte di loro lavora in altre province, in altre regioni anche, e dovevano lasciare la famiglia con la paura di altre scosse. Non so, ma dire a queste persone che si devono arrangiare e che il male che capita a casa loro sono affari solo loro a me sembra una bestemmia:
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Bene che lo evidenzi. Gli abitanti non potevano accedere alle case perché le macerie non erano prodotte dalle loro case, forse? Non attendenvano che qualcuno facesse qualcosa? Non era quello che dicevo?

Fatti spiegare come funziona da noi. Non che vi siano delle leggi diverse dalle Italiane. Ma la mentalità. Quindi la gente prende pala, piccone e carriola e si avvia a rimuovere le macerie. Voglio proprio vedere come fanno a impedire a 20, 30, 50, 100 persone a non fare quel che invece devono fare. Perché l'abbiamo visto altrove dove si è fatto lo sforzo del fai-da-te, è stato accolto non solo con il benestare della Stampa ma anche dello Stato.

Vuoi vedere che dopo aver rimosso le macerie si accedono alle case e che si possono ricostruire? Prova! Il popolo Tedesco, Italiano, Francese, tutto l'Europa e Russia hanno ricostruito le loro case, scuole, fabbriche e monumenti dopo la guerra senza avere un minimo straccio di permesso.

Come ci sono le calamità "non autorizzate", così ci sono anche le attività per contrastarle. Ricostruire la casa è un diritto, perché possederla è un diritto e costruirla ex nuova è un diritto. Nessuno ce lo può togliere. Ma attendere che qualcuno si sporchi le mani per noi è un po' troppo facile, non ti pare?
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Spero per lui che nun se trovi mai in una catastrofe simile perche' poi vedremmo le sue palle...

o trovarse sotto alla casa dello studente perche' delle autentiche merde con la stessa qualita' del Berluska che li proteggeva, costruiscono con la sabbia anziche' con il cemento pe' risparmia'...
Quando qualcuno prende la pala io vado a prendere la mia anche se non è casa mia. Ma non comincerò a spalare per primo le macerie delle case che non sono mie, perché ho visto (in pratica) come viene sfruttato: se lo vuol fare allora lasciamolo, guarda questo svitato ecc.

Guarda che gli Italiani che sono venuti in Germania anni 70 (1976 per l'esattezza) per via del terremoto di allora, sono passati anche da casa mia e hanno portato via un camion intero di aiuti. Ma solo e soltanto perché hanno dimostrato di saper rimboccarsi le maniche e muovere il proprio culo oltre confine! Questi sì che erano degno di ricevere gli aiuti, e non c'era nessuno che impediva ai camion scassinati entrare e uscire in Germania per prendere il prendibile.
 
E

exStermy

Guest
Bene che lo evidenzi. Gli abitanti non potevano accedere alle case perché le macerie non erano prodotte dalle loro case, forse? Non attendenvano che qualcuno facesse qualcosa? Non era quello che dicevo?

Fatti spiegare come funziona da noi. Non che vi siano delle leggi diverse dalle Italiane. Ma la mentalità. Quindi la gente prende pala, piccone e carriola e si avvia a rimuovere le macerie. Voglio proprio vedere come fanno a impedire a 20, 30, 50, 100 persone a non fare quel che invece devono fare. Perché l'abbiamo visto altrove dove si è fatto lo sforzo del fai-da-te, è stato accolto non solo con il benestare della Stampa ma anche dello Stato.

Vuoi vedere che dopo aver rimosso le macerie si accedono alle case e che si possono ricostruire? Prova! Il popolo Tedesco, Italiano, Francese, tutto l'Europa e Russia hanno ricostruito le loro case, scuole, fabbriche e monumenti dopo la guerra senza avere un minimo straccio di permesso.

Come ci sono le calamità "non autorizzate", così ci sono anche le attività per contrastarle. Ricostruire la casa è un diritto, perché possederla è un diritto e costruirla ex nuova è un diritto. Nessuno ce lo può togliere. Ma attendere che qualcuno si sporchi le mani per noi è un po' troppo facile, non ti pare?
Giova' guarda che all'Aquila il popolo delle carriole ha sempre trovato la Digos a menarli...

nel centro storico solo i costi applicati per i ponteggi ad ogni casa sono superiori all'abbattimento ed alla ricostruzione...

i nuovi alloggi fuori l'Aquila so' costati e costano il triplo a mq proprio per gl'intrallazzi della cricca di Anemone e soci tutti in galera....

di che parliamo?

vanno con le bombe ed i mitra a leva' di mezzo i pulotti della Digos per scarriolare in pace?
 

Sbriciolata

Escluso
Bene che lo evidenzi. Gli abitanti non potevano accedere alle case perché le macerie non erano prodotte dalle loro case, forse? Non attendenvano che qualcuno facesse qualcosa? Non era quello che dicevo?

Fatti spiegare come funziona da noi. Non che vi siano delle leggi diverse dalle Italiane. Ma la mentalità. Quindi la gente prende pala, piccone e carriola e si avvia a rimuovere le macerie. Voglio proprio vedere come fanno a impedire a 20, 30, 50, 100 persone a non fare quel che invece devono fare. Perché l'abbiamo visto altrove dove si è fatto lo sforzo del fai-da-te, è stato accolto non solo con il benestare della Stampa ma anche dello Stato.

Vuoi vedere che dopo aver rimosso le macerie si accedono alle case e che si possono ricostruire? Prova! Il popolo Tedesco, Italiano, Francese, tutto l'Europa e Russia hanno ricostruito le loro case, scuole, fabbriche e monumenti dopo la guerra senza avere un minimo straccio di permesso.

Come ci sono le calamità "non autorizzate", così ci sono anche le attività per contrastarle. Ricostruire la casa è un diritto, perché possederla è un diritto e costruirla ex nuova è un diritto. Nessuno ce lo può togliere. Ma attendere che qualcuno si sporchi le mani per noi è un po' troppo facile, non ti pare?
No, non è così semplice. Le macerie non le puoi rimuovere da solo in Italia adesso, per legge. Quando si poteva è stato fatto, come sono stati fatti gli interventi per le alluvioni, come sono andati i volontari a tirare fuori le vittime dei terremoti, delle stragi, anche in galleria. Non è che manchi la volontà. Abbiamo delle leggi che ti obbligano a farlo fare ad aziende autorizzate, per sicurezza, ci deve essere un cantiere, un capo-cantiere ecc ecc. Da una parte è giusto, dall'altra...
 
E

exStermy

Guest
No, non è così semplice. Le macerie non le puoi rimuovere da solo in Italia adesso, per legge. Quando si poteva è stato fatto, come sono stati fatti gli interventi per le alluvioni, come sono andati i volontari a tirare fuori le vittime dei terremoti, delle stragi, anche in galleria. Non è che manchi la volontà. Abbiamo delle leggi che ti obbligano a farlo fare ad aziende autorizzate, per sicurezza, ci deve essere un cantiere, un capo-cantiere ecc ecc. Da una parte è giusto, dall'altra...
e dall'altra l'intrallazzo...

Berluska tento' di far passare una legge speciale per la protezione civile con un budget enorme e senza necessita' di autorizzazione....

comunque solo alla Maddalena 400 milioni per il G8, che non si fece piu' so' stati buttati nel cesso e sta tutto andando in rovina...
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Giova' guarda che all'Aquila il popolo delle carriole ha sempre trovato la Digos a menarli...

nel centro storico solo i costi applicati per i ponteggi ad ogni casa sono superiori all'abbattimento ed alla ricostruzione...

i nuovi alloggi fuori l'Aquila so' costati e costano il triplo a mq proprio per gl'intrallazzi della cricca di Anemone e soci tutti in galera....

di che parliamo?

vanno con le bombe ed i mitra a leva' di mezzo i pulotti della Digos per scarriolare in pace?
Ricostruire la casa a volte significa abbatterla. E la Digos e chiunque altro intento a fermare chi vuole accedere alle sue case, non hanno nessuna chance contro chi veramente vuole ricostruire. La realtà che alla fine l'unica cosa che vogliono veramente tutti sono i soldi. Quelli di cui stiamo parlando qui.
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
No, non è così semplice. Le macerie non le puoi rimuovere da solo in Italia adesso, per legge. Quando si poteva è stato fatto, come sono stati fatti gli interventi per le alluvioni, come sono andati i volontari a tirare fuori le vittime dei terremoti, delle stragi, anche in galleria. Non è che manchi la volontà. Abbiamo delle leggi che ti obbligano a farlo fare ad aziende autorizzate, per sicurezza, ci deve essere un cantiere, un capo-cantiere ecc ecc. Da una parte è giusto, dall'altra...
Invece è così semplice e basta farlo per dimostrare che si può. Il punto è un altro. Le leggi fanno comode a coloro che non vogliono sporcarsi le mani e pertanto non provano neanche.
 

Sbriciolata

Escluso
Ricostruire la casa a volte significa abbatterla. E la Digos e chiunque altro intento a fermare chi vuole accedere alle sue case, non hanno nessuna chance contro chi veramente vuole ricostruire. La realtà che alla fine l'unica cosa che vogliono veramente tutti sono i soldi. Quelli di cui stiamo parlando qui.
Ti dico una cosa: tanti anni fa esondò l'arno a Firenze, quello che si salvò fu solo grazie ai volontari. Furono messe in salvo tonnellate di libri, migliaia di opere d'arte. Sai che credo che se succedesse adesso, non riusciremmo più a salvare nulla? Perchè in questo stato non sono previsti cittadini, solo contribuenti. Noi dobbiamo solo pagare. E i nostri soldi non vanno nelle tasche dei poveri vecchi a cui è crollata la casa con tutta una vita di ricordi dentro... ma a chi gestisce i cantieri.
 

Quibbelqurz

Heroiken Sturmtruppen
Ti dico una cosa: tanti anni fa esondò l'arno a Firenze, quello che si salvò fu solo grazie ai volontari. Furono messe in salvo tonnellate di libri, migliaia di opere d'arte. Sai che credo che se succedesse adesso, non riusciremmo più a salvare nulla? Perchè in questo stato non sono previsti cittadini, solo contribuenti. Noi dobbiamo solo pagare. E i nostri soldi non vanno nelle tasche dei poveri vecchi a cui è crollata la casa con tutta una vita di ricordi dentro... ma a chi gestisce i cantieri.
Esatto. Noi siamo trattati come contribuenti e non dobbiamo fare niente se non pagare tutti i conti. Anche quelli che non ci spettano. Però in questi casi sarebbe arrivato il tempo di dimostrare che c'è dell'altro :)
 

lothar57

Utente di lunga data
e dall'altra l'intrallazzo...

Berluska tento' di far passare una legge speciale per la protezione civile con un budget enorme e senza necessita' di autorizzazione....

comunque solo alla Maddalena 400 milioni per il G8, che non si fece piu' so' stati buttati nel cesso e sta tutto andando in rovina...
Cia Stermy..ma sei sicuro??non fermarono tutto subito??
 
E

exStermy

Guest
Ricostruire la casa a volte significa abbatterla. E la Digos e chiunque altro intento a fermare chi vuole accedere alle sue case, non hanno nessuna chance contro chi veramente vuole ricostruire. La realtà che alla fine l'unica cosa che vogliono veramente tutti sono i soldi. Quelli di cui stiamo parlando qui.
beh intanto a piu' riprese dalla Digos so' stati menati e denunciati...

e mica uno solo o due ma a centinaia e centinaia....

quindi sono approfittatori perche' non menano la Digos e si lasciano invece deportare con gioia fuori l'Aquila ...
 
E

exStermy

Guest
Cia Stermy..ma sei sicuro??non fermarono tutto subito??

Magari...

si sapeva che il G8 non si sarebbe potuto tenere alla Maddalena per le tempistiche, pero' i soldi furono dati lo stesso alla cricca adesso in galera salvo poi per evitare la sputtanata mondiale, Berluska escogito' di spostarlo all'Aquila per elemosinare anche aiuti internazionali...

un sentito grazie anche a te che l'hai votato...

ahahahahah
 

lothar57

Utente di lunga data
Magari...

si sapeva che il G8 non si sarebbe potuto tenere alla Maddalena per le tempistiche, pero' i soldi furono dati lo stesso alla cricca adesso in galera salvo poi per evitare la sputtanata mondiale, Berluska escogito' di spostarlo all'Aquila per elemosinare anche aiuti internazionali...

un sentito grazie anche a te che l'hai votato...

ahahahahah
e'vero..ma aspetta..hanno preso i soldi ma mai iniziato i lavori..credo..

no Stermy..non mi pare sai ..piu'in la'...
 
Bene che lo evidenzi. Gli abitanti non potevano accedere alle case perché le macerie non erano prodotte dalle loro case, forse? Non attendenvano che qualcuno facesse qualcosa? Non era quello che dicevo?

Fatti spiegare come funziona da noi. Non che vi siano delle leggi diverse dalle Italiane. Ma la mentalità. Quindi la gente prende pala, piccone e carriola e si avvia a rimuovere le macerie. Voglio proprio vedere come fanno a impedire a 20, 30, 50, 100 persone a non fare quel che invece devono fare. Perché l'abbiamo visto altrove dove si è fatto lo sforzo del fai-da-te, è stato accolto non solo con il benestare della Stampa ma anche dello Stato.

Vuoi vedere che dopo aver rimosso le macerie si accedono alle case e che si possono ricostruire? Prova! Il popolo Tedesco, Italiano, Francese, tutto l'Europa e Russia hanno ricostruito le loro case, scuole, fabbriche e monumenti dopo la guerra senza avere un minimo straccio di permesso.

Come ci sono le calamità "non autorizzate", così ci sono anche le attività per contrastarle. Ricostruire la casa è un diritto, perché possederla è un diritto e costruirla ex nuova è un diritto. Nessuno ce lo può togliere. Ma attendere che qualcuno si sporchi le mani per noi è un po' troppo facile, non ti pare?
Ma toh guarda me lo ha raccontato domenica una signora friulana...mi disse che nel 76, dato che la scala interna era inagibile, ha preso una scala esterna, e dalla finestra ha calato tutta la sua roba...poi quando sono arrivati i vigili del fuoco...ha detto loro che aveva già fatto no? Mi ha detto mica era freddo quel giorno...così ho avuto modo di portare tutta la mia roba da parenti casomai fosse stato necessario abbattere la casa...
Mica un friulano ti dice...scava lì stato eh?
 
http://www.abruzzo24ore.tv/news/Sca...-e-l-inchiesta--Mani-sul-terremoto-/10787.htm

Pubblicato su Irpinianelmondo.it il 9 aprile 2009

È questa la fotografia del terremoto dell’Irpinia come è rimasta nella storia della Repubblica; un’immagine che si sovrappone a quella di interi paesi rasi al suolo, di monconi di edifici, di persone in lacrime, di barelle, tende e bare. Su questa catastrofe piovono miliardi che si disperdono in mille rivoli, risucchiati dalla voracità di una classe politica che proprio sulle macerie dell’Irpinia costruisce il proprio potere. L’Irpinia è diventa l’emblema di un Mezzogiorno, sinonimo dello spreco, delle ruberie, del malaffare, della cattiva amministrazione. È il 23 novembre 1980, una lunghissima scossa della durata di un minuto e venti secondi, di magnitudo 6,8 della scala Richter, rade al suolo 36 paesi situati al confine tra la Campania e la Basilicata. 2.735 i morti, 8.850 i feriti. Il disastro naturale è di proporzioni gigantesche.

Le scosse che seminano morte e distruzione a Lioni, Sant’Angelo, Caposele, Calabritto, Conza, mettono a nudo l’arretratezza e la fragilità di quei paesi-presepe antichi e abbandonati, senza piani regolatori e senza piani di fabbricazione che ne preservassero la bellezza e tutelassero la vita di chi li abitava. La storia della ricostruzione dell’Irpinia comincia qui. Su quelle macerie proliferarono vari politici democristiani prima e socialisti dopo, si alternarono commissariati straordinari, commissioni e sottocommissioni ex articolo qualcosa, allargando a dismisura l’area di intervento del terremoto e, soprattutto, la spesa per la ricostruzione.

Nel 1988 un’inchiesta di Indro Montanelli per Il Giornale, querelato dal presidente del Consiglio Ciriaco de Mita, definito «padrino», solleva il velo sulle numerose appropriazioni indebite di denaro pubblico e apre il caso. L’inchiesta avrà come conseguenza la costituzione di una Commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Oscar Luigi Scalfaro che nel 1990 concluderà che i 58.600 rotti miliardi di spese già effettuate (su 70.000 stanziati) sono «finiti nel nulla» o sperperati ivi inclusa quella parte proveniente dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale.

Dalla relazione della Commissione emerge che dopo 10 anni 28.572 persone vivono ancora nella roulotte e nei containers e 4.405 negli alberghi. Ma c’è anche una scia di sangue. Nel decennio che va dal 1980 al 1990, in Campania sono stati feriti magistrati (il procuratore di Avellino Antonio Gagliardi), uccisi consiglieri comunali di opposizione (Mimmo Beneventano ad Ottaviano), assessori e consiglieri regionali (Amato e Delcogliano), minacciati giornalisti ed eliminati funzionari di polizia come Antonio Ammaturo, che aveva capito tutto sul sequestro Cirillo. In una intervista rilasciata pochi mesi prima di essere ucciso sotto casa, al giornalista che gli chiedeva dei rapporti tra camorra e politica così Cirillo rispose: «Ci sono gli appalti del dopoterremoto.

Il politico ha bisogno di voti e spesso si rivolge al capobastone». Più volte Oscar Luigi Scalfaro è stato visto sbiancare e trasalire ogni volta che eccellenti testimoni della «sua» Commissione parlamentare d’inchiesta sul terremoto di Campania e Basilicata, gli parlavano di «imprevisti geologici» per giustificare la costruzione di strade costate all’erario centinaia di miliardi a chilometro, o di improbabili aziende di barche da diporto collocate nelle aree industriali di montagna.

Nell’inchiesta della Commissione parlamentare presieduta da Scalfaro, denominata «Mani sul terremoto» avviata nel 1994, furono coinvolte 87 persone tra cui Ciriaco de Mita, Paolo Cirino Pomicino, Vincenzo Scotti, Antonio Gava, Antonio Fantini, Francesco de Lorenzo, Giulio Di Donato e lo stesso commissario Zamberletti che aveva coordinato i soccorsi. L’epilogo della vicenda si è tradotto con la prescrizione della maggior parte dei capi d’imputazione mentre per altri reati è stata decisa l’assoluzione.

Tra i tanti sprechi e spese gonfiate ci sono alcuni casi eclatanti: la Fondovalle Sele, costata 24 miliardi di lire al chilometro, lo stadio comunale di San Gregorio Magno (paese di circa 3mila abitanti in provincia di Salerno), costato più dello stadio San Paolo di Napoli. Alcuni giornalisti riuscirono a dimostrare che Avellino era la provincia italiana dove si vendevano più Mercedes e Volvo e dove, dopo il sisma, i possessori di yacht erano passati da 4 a oltre 100. Inoltre negli anni l’area degli interventi si allarga a macchia d’olio.

I comuni effettivamente colpiti erano relativamente pochi: qualche decina i disastrati, un centinaio i danneggiati in modo più o meno grave. Nel maggio dell’81 però un decreto dell’allora presidente del Consiglio Arnaldo Forlani classifica come «gravemente danneggiati» (con un grado di distruzione dal 5 al 50% del patrimonio edilizio) oltre 280 comuni: viene ricompresa tutta la provincia di Avellino, Napoli e la popolosissima area metropolitana, 55 comuni del salernitano, 34 del potentino.

Entrare o meno nella lista significa soprattutto essere o no destinatari di sontuosi contributi statali. Due intere regioni, la Campania e la Basilicata, e un pezzetto di una terza, la Puglia, risultano «terremotate»: in totale i comuni ammessi alle provvidenze sono 687. Il groviglio inestricabile di leggi e leggine che a vario titolo hanno regolamentato l’opera di ricostruzione ha oggettivamente favorito una richiesta di investimenti sproporzionata alla realtà dei fatti. Il Parlamento ha sfornato trentadue provvedimenti legislativi.
 
Stato
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