No. La gente vuole vivere serena e il più possibile felice.
Se la verità fa male pochi sono disposti ad accettarla.
Imporla ad altri è enormemente sbagliato, si fa male e basta.
Ricordo che quando da coppia passiamo a famiglia noi abbiamo dei doveri derivanti dal nuovo ruolo di genitori, questo sia a livello etico che legale. Anche nei casi di tradimento conclamato ci si dovrebbe confrontare solo e unicamente tra moglie e marito, evitando di far trasparire qualsiasi cosa ai figli, di farli entrare in un problema che non è loro. E men che meno si devono coinvolgere terzi innocenti, a meno che non si voglia far nostro il detto "mal comune mezzo gaudio", che molti trovano consolatorio, ma che io non condivido affatto.
Qui abbiamo già un padre che si volontariamente allontanato dalla moglie che lo ha tradito, ma soprattutto dalla figlia che non ha fatto nulla.
Io sarei rimasto a casa per la figlia, cercando di comunicare con la moglie. Sono compromessi necessari quando si è genitori: non è che se uno delle due figure parentali non ha testa, lo debbano essere tutti e due.
Almeno uno dei due deve ragionare un po' di più, se non si vuole fare male anche ad altri.
Qui bisogna limitare i danni, e qualcuno deve pur cominciare a farlo.
La posizione attendista in cui è il "reo" a dover fare la prima mossa può sembrare giusta nella teoria, ma non è che nobilita la figura del padre di fronte alla figlia.
Anzi, con l'andare del tempo sarà proprio il padre a soccombere di fronte alla figlia, in quanto se ne è andato di casa.
Non confondiamo mai i nostri ruoli, essere padre o marito non è la stessa cosa.
E come padre certe scelte vanno ponderate mettendo da parte la rabbia del marito tradito.