Erano e sono sempre presenti ragioni culturali che portano ad atteggiamenti positivi e negativi.
È vero che l’idea di compiere una scelta di vita indissolubile conduceva ad avere maggiore impegno, per il legame, per la famiglia, ma non certo per una idea di coppia, come forma di soddisfazione sessuale, che nemmeno c’era.
Il passato tendiamo a immaginarlo meno variegato di quello che era nella realtà concreta di condizioni economiche e di istruzione molto diverse.
Tendiamo a farci una idea anche attraverso opere letterarie o versioni cinematografiche che sono comunque opere umane di scrittori che spesso raccontano un tempo in cui non sono vissuti e che conoscono in base al sentito dire.
Ma l’accelerazione dei cambiamenti degli ultimi decenni ci porta a costruire una idea del passato recente molto approssimativa.
Anche su questo avrei delle riserve: era
necessario avere maggiore impegno per poter far funzionare, più o meno, un sistema che
funzionava così per consuetudine e diritto divino. Da qui i predicozzi dei cleri di ogni credo per pacificare gli animi e agevolare la convivenza delle persone.
Quella di sposarsi non era una vera scelta: era semplicemente la vita.
Si faceva così, e basta: si nasceva, si cresceva, si iniziava a lavorare, ci si sposava, ci si riproduceva e si moriva.
Era la vita che era così per il 99% delle persone e sostanzialmente nessuno non solo metteva in discussione il sistema, ma neanche immaginava di poterlo mettere in discussione.
Ed è stato così per millenni, con ruoli codificati e dettati semplicemente dalla fisiologia umana che non sono mai stati in discussione fino alla rivoluzione industriale.
È con la rivoluzione industriale che inizia un'emancipazione dell'umanità dai lavori pesanti che permette di mettere in discussione il sistema sociale, emancipazione che trova infine maturità (teorica) con la rivoluzione sessuale e gli anticoncezionali. Da lì in poi, è solo una fase di maturazione della società da un modello preindustriale ad uno post, maturazione che avviene ovviamente con una transizione graduale, perché non è immaginabile che si possa realizzare con uno schiocco di dita.