hai messo sale ed aceto su una ferita aperta che non si rimarginerà mai. Ho sposato la donna sbagliata per me, donna stupenda sotto tutti i punti di vista, ma sbagliata per me. le strade sono due: separarmi e rifarmi una vita con tutto quello che ciò comporta o fare quello che faccio. Ho scelto la seconda. Ma spesso ci penso, penso alle stesse cose che hai scritto tu, pari pari; e senza vergogna ti dico che di lacrime ne ho versate davvero tante.
Beh, più che lei la donna sbagliata per te (o tu l'uomo sbagliato per lei) io parlerei di relazione che ha un nome che non corrisponde alla realtà.
Se il nome della vostra relazione fosse per esempio "amicizia" sareste perfetti, non pensi?
Ma. Se permetti una riflessione.
Penso francamente che sia una emerita cazzata anche solo il pensiero del "giusto" e dello "sbagliato" riferito alla valutazione delle persone.
Penso che questo tipo di classificazione sia semplicemente funzionale a definire a se stessi attraverso il giudizio di valore riguardo l'altro. (e che esprima semplicemente le proprie paure e i propri pregiudizi).
Giudizio di valore, fra l'altro, basato solo sulla PROPRIA conoscenza dell'altro e della realtà, emesso assolutizzandosi e in virtù di fantomatiche regolette da grande libro della vita...ups, ho giudicato


...sostituisci assiomi a regolette

Il giudizio di valore parla di chi lo esprime.
Parla delle sue insicurezze, delle sue chiusure, del suo dolore. Dell'inespresso fondamentalmente. Spesso anche a se stessi.
Se posso esser schietta leggo una contraddizione nel grassetto.
Se hai scelto come mai la ferita sanguina?
Sono i rimpianti? Lo scontro fra ideale e reale?
Cosa ancora sanguina?
Una scelta presuppone l'accettazione di un fatto.
Ed un andare oltre proprio attraverso le proprie scelte, includendolo o escludendolo poco conta.
Tu dici di aver scelto di includere la sessualità di tua moglie e di includere la tua sessualità nella vostra relazione.
Se la ferita sanguina...c'è qualcosa che non è al suo posto nell'accettazione che porta alla scelta.
Io non vedo solo due strade.
Posso immaginare il tuo dolore, in effetti, se di strade ne vedi solo due e sceglierne una ti mette comunque nella posizione di scegliere fra te e tua moglie. (sull'altare del giusto e dello sbagliato poi).
Io, al tuo posto, sceglierei una terza strada.
Ossia far bene il male.
Che tradotto è: hai tentato di coinvolgere tua moglie nei tuoi bisogni, lei ti ha risposto picche.
Tu hai, giustamente a mio parere, scelto di non annullarti in virtù della sessualità di lei.
Per come la descrivi, per la chiusura che descrivi di lei, non hai neppure lo spazio per esser chiaro con lei.
Il suo comportamento ti obbliga alla non chiarezza.
Metti giù il gatto a nove code

...o dallo in mano a qualcun* che mentre lo usa ti fa godere
Io penso che tu faccia bene a fare quello fai. E penso che se hai scelto di non separarti hai le tue buone ragioni per non farlo.
Mi spiace che tu non riesca a goderti serenamente una (o più) relazione in parallelo.
Non perchè abbia qualcosa contro le professioniste. Anzi.
Ma perchè penso che a te appagherebbe altro.
Penso che comunque tu non stia rispondendo ai tuoi desideri.
D'altro canto, se non te lo concedi tu, non te lo può concedere nessun altro.
Resta un peccato. (dal mio punto di vista)
Non è che c'hai la vita di scorta. Fatta fuori questa, è andata.
Sicuro valga davvero la pena di limitarti così?