La frase che spesso sento dire "Io perdono, ma non dimentico" per me, per esempio, è il manifesto del non-perdono totale.
Spesso viene detta con riferimento all'altro, quindi il non dimenticare come un avvertimento sul non essere "fessi" e sottilmente quasi a ventilare un credito sentito.
Io però la trovo una frase interessante - e in parte molto vera - in senso invece introspettivo. Puoi elaborare e passare oltre, non avere traccia di rancore e vivere il presente, ma non ce la farai mai a dimenticare.
Chi sceglie di restare sa che questo aspetto resta ed è da gestire.
"Perdonare e non dimenticare" è una tipica antinomia filosofica, le due azioni sono contraddittorie tra loro, visto che perdonare implica la cancellazione dalla memoria dell'evento tradimento.
Come dici giustamente, se non si dimentica non c'è un vero perdono.
Dimenticare un tradimento credo non sia possibile umanamente. Superare il tradimento invece è possibile se hai interesse a continuare una relazione.
Io non ho mai perdonato. Quindi, a voler essere precisi, non posso riferire sugli effetti del perdono. Le azioni umane non si cancellano.
Invece, mi sono preoccupato di eliminare ogni equivoco circa la coppia, una volta preso atto che mia moglie voleva continuare la relazione extra con l'amante.
In un mese ho chiesto ed ottenuto di presentare ricorso congiunto per separazione (consensuale) e in tre mesi il tribunale l'ha omologata. Siamo tornati liberi entrambi.
Ah, certo. Questo ha spiazzato un po' tutti, a partire da lei (l'amante, non so), i nostri amici e parenti e le famiglie di origine. Ma nessuno mi ha mai contestato.
Credo, tuttora, che sia stata la migliore reazione per me. Ho sofferto da cani all'inizio (perché l'amavo), ma poi tutto è passato.
E' stata mia moglie, dopo che avevo intrapreso una relazione con un'altra donna due mesi dopo il mio allontanamento da casa, a volermi parlare, lamentandosi che l'avevo "sostituita" così rapidamente dopo dopo 18 anni insieme.
Le feci osservare che era stata lei a far saltare il matrimonio, tradendomi, e rifiutare di troncare la relazione extra, in quanto si era innamorata.
Quindi, lei aveva scelto l'amante, che era diventato il suo uomo, a tutti gli effetti. Aveva formato un' altra coppia.
Quando mi chiese di tornare insieme, sei/sette mesi dopo la separazione ufficiale, mi informò che la relazione con l'amante era cessata. Accettai per la figlia (che aveva sofferto la separazione) chiarendo che consideravo chiuso il matrimonio e avrei fatto il mio meglio per rimanere a casa, ma senza alcuna garanzia.
Non abbiamo parlato di perdono né lo ha mai chiesto. Per un anno e poco più abbiamo provato, poi, quando si è spento il suo entusiasmo, ho chiuso definitivamente il rapporto.
Sono abituato ai patti chiari, non mi piacciono le ambiguità. Ognuno è fatto a modo suo.