Non mi farebbe mai del male, ma non se ne va, non esiste.
Semmai dovesse finire veramente, nel senso che mi decido a farlo, so già che mi devo trovare io una sistemazione momentanea fuori, lui non mi lascerebbe mai, per amore, dice lui.
(...)
Comunque ci allontaniamo dal motivo per cui scrivo, io so chi sono io, ma non riconosco l’uomo che ho sposato, a partire dal tradimento. E cerco esperienze simili per capire cosa sia successo prima e dopo, e se vale la pena perdonare
Mi sembra che si sia sensibilmente spostato l'oggetto del dibattito che avevi proposto all'inizio, sul tradimento, e sulla possibilità di recupero della relazione di coppia.
Dopo che il consenso della maggioranza degli intervenuti ha stabilito che nessuna ripresa del rapporto sia fattibile,
adesso il focus è incentrato su come allontanare il "gigante" da casa.
Continuando così, tra un po' qualcuno arriverà a suggerire di mettere del sonnifero nel cibo, farlo addormentare e chiamare la polizia per denunciare minacce ricevute e la necessità che venga portato fisicamente fuori della casa. Al risveglio il gigante si trova degli agenti che lo portano in commissariato...
Non è fantascienza, è accaduto qualcosa del genere in passato, molto più frequentemente di quanto si pensi. Comunicazioni inviate via fax all'ufficio al marito intimandogli di non rientrare a casa, cambiamento della serratura, comunicazione circolare alle questure della zona con richiesta di vigilare sulle reazioni del marito, ecc.
Persino, avviso all'indomani al marito di andare a recuperare i suoi effetti personali in buste colorate inserite nei cassonetti della immondizie sotto casa, prima dell'orario serale della raccolta da parte dei mezzi comunali.
Ovviamente, questo tipo di approccio normalmente chiude la relazione di coppia in via definitiva e non rende facile lo svolgimento della relazione familiare in regime di separazione, particolarmente nei primi anni.
Perché urlavo come una matta, non mi tenevo più, se ne è andato in garage ma fuori di casa mai
Sono cose che capitano, le occasioni nelle quali si perde il controllo. Da una parte e dell'altra.
E' importante superarle con la consapevolezza che tutto deve avvenire in un quadro di realismo e praticità, avendo chiaro qual' è l'obiettivo che si vuole raggiungere, chiudendo la questione tradimento.
Se si va avanti a tentoni, facendo un passo in una direzione e poi tornando indietro, si scambiano messaggi confusi che facilmente creano ambiguità e si prestano ad interpretazioni strumentali.
Questa è la connotazione della tua situazione, piena di incertezze che non aiutano il coniuge a comprendere quale sia il tuo obiettivo. Creano illusioni e false speranze, che non fanno imboccare la via della rassegnazione ed accettazione (del proprio comportamento precedente).
Avrei molte cose da dire sulla rivelazione fatta da tuo marito circa la sua incapacità di intraprendere una relazione sessuale con altra donna, a causa di una specie di dipendenza causata dalla monogamia protratta per oltre un decennio. Ma ho l'impressione che sia divenuto OT.
Se non hai le idee chiare, ovvero non sai come veicolarle al marito in modo inequivocabile, direi che il suggerimento di intraprendere una terapia di coppia vada accolto per capire cosa si può fare nella situazione data e per aiutare la comunicazione, anche mandare messaggi duri (come mettere il coniuge fuori di casa) attraverso un terzo mediatore, che possa presentare al meglio una simile decisione con autorevolezza.
Va chiarito un punto fondamentale: il tradimento costituisce una cesura nella relazione di coppia, in ogni caso.
Niente sarà come prima: se è scontato per l'alternativa separazione è più difficile comprenderlo nella impostazione di una nuova relazione di coppia, che è obiettivamente difficile e richiede molto lavoro da parte di entrambi a tempi lunghi.