Non penso che deliri. Questa è la tua valutazione etica di lei.
Sta sbagliando per presunzione, a me pare.
Vuole tutta la posta sul tavolo: il sogno del giocatore alla roulette, fare sbancare il tavolo (che viene coperto con un panno in sala).
@Delusa82 ha compiuto una sua auto analisi grazie al fuoco di fila di quesiti al quale si è sottoposta volontariamente sul forum.
Si è messa a nudo, psicologicamente parlando, quanto le basta. Ha raccolto le varie opinioni sul marito.
Come se avesse fatto un ciclo di sedute di psico-terapia (senza pagare un penny) però senza consapevolezza che si sia rivolta ad un falso psicologo (senza laurea e professionalità).

Potrebbe essersi "chiarita" le idee (a modo suo) e, senza rendersene conto, ha avviato in modo disfunzionale un processo di elaborazione del lutto, che prevede un apparente forte bisogno di "vendetta" da soddisfare rapidamente. Per curare il suo ego, prima di tutto. Poi, pensa di avere il tempo e la forza di decidere il da farsi.
Qualcuno che conosco direbbe: probabile sindrome da "mantide religiosa".
E' lucida quanto basta - a me sembra - nel prevedere una sua reazione in fasi diverse (steps), delle quali ritiene di essere capace a mantenere il controllo. Solo che non si è chiarita quali siano le motivazioni del suo bisogno di "vendetta" e non la interessa. Invece, le farebbe un gran bene, penso.
Le è stato detto da tanti, qui, in tutte le salse ...
Non riesce a capire, soverchiata dal suo ego-centrismo (con un po' di immancabile presunzione), quanto le gioverebbe aderire ad una terapia psicologica di coppia - invocata dallo psicologo che ha in trattamento il marito - per capire quali messaggi inespressi il marito possa esprimere e come lei possa mandargli i suoi messaggi, che tiene per sé. Non ritiene necessario comunicare con lui. Le va bene non risolvere la questione della comunicazione tra partners di coppia. Non lo ritiene necessario per mantenere in piedi il (suo) progetto di famiglia.
E non vuole neanche fare anche una terapia individuale che l'aiuti a leggere dentro di sé, si accontenta di curarsi da sola. Probabilmente, perché le smonterebbe la necessità della "vendetta", che è il risultato della sua auto-analisi. Teme di scendere dal piedistallo dove si è collocata (arroccata).
Trovo perversamente lucida la sua analisi sul marito. Sul suo timore che possa sostituirla rapidamente (se gli lascia il tempo di rimettersi in sesto) e sul suo disappunto che abbia provato a farlo, offendendola a morte. L'onta/ferita subita va lavata via con il sangue di lui. Occhio per occhio ...
Avevo domandato a lei se soffrisse più per l'offesa al suo essere donna o l'avere suo marito messo in forse il progetto di vita che lei (convincendo lui) aveva messo in piedi.
È chiaro che si soffre per entrambi i rapporti di coppia e di famiglia, ma è importante domandarsi su quale dei due si potrebbe ricostruire un futuro.
A me sembra che, ancora a caldo, senta il bisogno impellente di "saldare" il conto con il marito per l'offesa subita (r. di coppia) per sentirsi vincitrice e voglia rinviare la decisione sul tentare o meno di salvare il progetto di vita (r. di famiglia) in prosieguo di tempo. Intanto, lo vuole bastonare (forse senza farglielo sapere) e, poi, mantenerlo al guinzaglio.
Vorrei farle capire che, avendo visto situazioni simili, così facendo potrebbe perdere il controllo su entrambi i rapporti (coppia e famiglia).
Controllo che in questo momento ancora ha.
Pure saldamente, viste le condizioni in cui il marito versa, con le "cilecche" con l'amante, che devono averlo depresso parecchio (e l'amante aveva capito che doveva insistere per farlo uscire da quella dipendenza).
Non comprende che, a voler ragionare a freddo e cinicamente, la di lui manifestata dipendenza sessuale per lei, le converrebbe sfruttarla. Altre donne lo farebbero senza pensarci un momento. Per vincere a mani basse.
Se lo riprende con sé, quasi sicuramente se lo tiene per sempre. Mantenerlo in quello stato di dipendenza - con sagacia femminile e riuscendo a provare pure il suo piacere (come lascia intendere), aumentato dal senso di superiorità di aver vinto la partita - le garantirebbe una convinta fedeltà a lei (donna) ed al suo progetto (di famiglia), probabilmente a vita.
Spero che
@delusa, da donna razionale quale appare, non abbia ancora chiarito a se stessa se accontentarsi di essere emersa già vincitrice ai punti (come in un match di pugilato) o voglia insistere per un knockout completo del marito.
Sul ring di pugilato, se, in condizione di chiaro vantaggio ai punti, invece di portare avanti l'incontro fino alla fine e risultare vincitore, insisti a voler chiudere il match in un round con una gragnola di pugni sull'avversario rischi di scoprire la guardia e beccarti anche un solo cazzotto che ti manda al tappeto.
Da vincitore passi a sconfitto, in un attimo.
Buona fortuna a lei, in ogni caso.