è ovvio che per me, e presumo per ognuno, la tentazione di classificare come 'sbagliato' quello che qualcuno mi fa causandomi sofferenza, o quello che io faccio causando sofferenza, sia forte...e viceversa. Ma questo non significa che sia così in assoluto. Per me tutto ciò che ci accade nella vita, e anche e soprattutto le cose che ci causano sofferenza, sono un dono che facciamo a noi stessi per comprendere qualcosa ed evolverci. Non ha senso stare a lamentarsi, vittimizzarsi e scatenare la propria rabbia sugli altri, l'unica cosa che si può fare è prendersi responsabilità della propria vita, invece di dare la colpa agli altri.
Sì, non parlavo necessariamente dei sensi di colpa, ma di tutta l'impalcatura che ci sta dietro. Recentemente mi è capitato di incontrare un paio di traditori seriali che non si davano pena per le loro avventure, non si sentivano in colpa e ritenevano di essere nel giusto. Con una moglie/compagna e tante amanti, un baratro di solitudine li segue ovunque vadano, e non esiste alcun posto che sia loro. In questo senso intendo: non il tradimento in sè, ma ciò che vi sta dietro può causare un tormento non indifferente. Non essere in grado di amare mi sembra peggiore che amare e soffrirne. Punto. Non voglio negare la sofferenza del tradito. Sono stata tradita anch'io. Ma non si può andar avanti a soffrire per sempre e a volte pensare che anche le persone che hanno ferito sono umane e hanno delle motivazioni, può aiutare ad uscire dall'egoismo di prolungare il proprio dolore ben oltre la sua naturale necessità.
Certo, è legittimo avere un'opinione, che ovviamente è relativa, come dimostrano tutti i thread del sito, e i valori comuni non son poi tanto comuni; il senso di giustizia può anche essere innato, ma allo stesso tempo, se lo fosse, non si spiega come mai epoche diverse e luoghi geografici diversi sviluppino un senso del giusto e sbagliato opposti, in cui ognuno è certo in maniera sacrosanta di avere ragione sulla propria morale. Quindi non mi sembra così bizzarro nemmeno riflettere attentamente sulla propria e domandarsi se non altro se è stata ereditata o consegue da una propria ricerca, sia empirica sia spirituale.
Ahahah, nessuna tremenda sofferenza. Semplicemente ognuno ha un suo punto di vista e se nel piccolo è più facile avere un'opinione di giusto e sbagliato, quando si allarga il punto di vista non all'atto singolo ma ad una vita intera, o alla storia in senso ancora più allargato, risulta evidente che ciò che può sembrare sbagliato per la singola persona a volte ne beneficia molte altre; al che risulta arduo giudicare. Giusto o sbagliato per chi?