Una famiglia felice

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io con gli oppioidi vedevo i colleghi in ufficio anche quando ero da solo.
:D:D

Secondo me ci si sente vecchi quando si abbandona l'atteggiamento dei bambini di fronte alle cose, una naturale curiosità e voglia di sperimentare. Ad esempio oggi è un mondo molto più tecnologico di 40 anni fa e io vedo molti miei coetanei, che non hanno più quella curiosità, ammesso che l'abbiano mai avuta, quasi spaventati da tutta sta tecnologia, da queste "moderne diavolerie", cui si approcciano quasi con timore reverenziale, di fatto mi sembrano analfabeti tipo quelli con la terza elementare che andavano a sentire la messa in latino. I peggiori che ho visto sono quelli che "ah io il computer non so neanche accenderlo, d'altra parte ho studiato come un deficiente all'università, adesso basta eh!" e magari è il tuo medico che non sa nemmeno battere una ricetta al pc e te la fa ancora sul foglietto rosso, ma poi si lamenta che deve stare 12 ore in ambulatorio a fare "burocrazia", e te credo. D'altra parte vedo anche 14enni nati e cresciuti digitali che però sono dei perfetti rimbambiti dalla tecnologia attuale, e non perchè ai miei tempi era meglio, ma perchè mancano loro tutti i passaggi che io ho avuto la fortuna di vedere per arrivare alle attuali soluzioni ed è stata messa loro a disposizione fatta e finita, anche se nessuno vieta loro di andarsi a studiare il passato, il "vecchio". Conservare la curiosità e la voglia di sperimentare potrebbe aiutare molto, ma non solo da parte dei vecchi per il "nuovo", anche e soprattutto da parte dei giovini per il "vecchio".
Sì, il grassetto è un modo di sentirsi vecchi.

Ma io non mi sento vecchia nel modo in cui descrivi molti tuoi coetanei :D

Sono curiosa da sempre, oggi lo sono ancora di più di come lo sono stata in passato.
E se fra i 20 e i 40 anni la meraviglia bambina mi si era per certi versi addormentata, dopo i 40 è stato un ritrovarmici e un riguardarla con una tenerezza e un amorevolezza che non avevo quando ero bambina, in cui mi meravigliavo per il semplice fatto di essere bambina.

Ma il mio cervello è cambiato: è cambiato il mio modo di collocare le emozioni, il mio modo di osservare e percepire il mondo, il mio modo di apprendere. La mia memoria non funziona come 10 anni fa soltanto e le informazioni che raccolgo le raccolgo e le catalogo in modo diverso. Anche le connessioni che vedo sono diverse e sono diversi i punti di rete nelle connessioni.

Sono semplicemente consapevole che l'età che ho proporzionata alla velocità dell'evoluzione tecnologica e di vita non è la stessa che avevano i miei genitori alla mia stessa età.

E rispetto ai ragazzini di 15 anni, piuttosto che ad un 25enne o un 30enne, sono vecchia e lenta.

Collaborando con loro mi rendo conto che la loro velocità di pensiero è ben superiore della mia.
Di contro io ho una calma che loro non hanno. Non anticipo le situazioni e sono più attenta a collocare me piuttosto che a governare la situazione, probabilmente avendo vissuto per più anni semplicemente conosco meglio le mie risorse di fronte agli imprevisti e le mie competenze di problem solving e so che in ogni situazione apparentemente svantaggiosa ci sono opportunità se si riesce a rimanere lucidi e ad aprire lo sguardo.
Quindi mi incazzo di meno e sono più sciolta nell'usare gli altri e quello che mi offrono. Soprattutto quando mi incazzo, mi incazzo :D non ho le remore che hanno loro.

Ma loro sono veloci, collegano velocemente le informazioni e le raccolgono ancora più velocemente. Sono meglio integrati di me con le tecnologie con cui sono cresciuti e che io ho invece imparato dopo i 20 anni.

So quanti anni ho, mi piace avere gli anni che ho e soprattutto mi piace metterli a servizio dei giovani che mi piacciono.
E per a servizio intendo scambio paritario di esperienze.

La questione che desidero sottolineare è che bisogna conoscersi, già dopo i 30 anni il funzionamento del nostro cervello cambia, come quello del corpo, e non si torna indietro.

Non sapere farsi da parte, non sapere lasciare spazio, ergersi ancora a coloro che "sanno" come se quel sapere fosse un verbo da cui discendere, imporre uno sguardo vecchio su un mondo nuovo è la vecchiaia stronza e egocentrata. Di chi si crede eterno. E si caga addosso all'idea di morire, metti che poi dio esiste e non è morto ;)
Ed è una prospettiva violentissima. Guidata dalla paura di perdersi.
Paura che impedisce di render il passato fruibile come apprendimento per gli altri.

Il passato è una narrazione.
Se diventa una palla moralistica, in cui si è fatto tutto giusto mica come adesso (che era poi la stessa cosa dei vecchi di una volta quando vedevano le prime minigonne e si trovavano con gli ormoni fuori controllo e si incazzavano abbestia con la minigonna, ovviamente), che razza di narrazione si rende?

A generazioni che hanno un immaginario soprattutto visivo fra l'altro?
E di un visivo che noi alla loro età manco avevamo mai visto.
Che hanno a disposizione il poter guardare in casa un orso polare e sentire il suo verso.

E, voglio dire, noi siamo quelli che hanno giocato a indiani e cowboy senza che a nessuno venisse in mente che il mito del west non fosse altro che una romantica narrazione di un genocidio.
In termini di idiozia siamo messi bene direi. :)

Aggiungo che cervello digitale non significa padronanza di una tecnologia.
Significa essere nati immersi in un mondo digitale.
Poi, non è una novità storica che c'è chi impara e chi no.

Un ragazzino di 14 anni ha vissuto i primi anni di vita immerso nella tecnologia.
Noi no.

Quindi i nostri cervelli sono strutturalmente diversi.

Ma io rifaccio la stessa domanda che ho fatto qualche post fa: di fronte a situazioni come quella all'origine di questo 3d, che spettacolo stanno dando le vecchie generazioni?

Che insegnamento stanno dando?

E i ragazzini sono spaventati da quello che è successo.
Sono colpiti. Sono disorientati.

Le risposte non le sa dare nessuno in modo definitivo, ma che a risposta del disorientamento dei ragazzini ci sia il disorientamento nascosto e ansioso, ricoperto di paura e di "certezze" col solito giudizio del cazzo e una paura feroce...ah, una volta mica succedevano queste cose eh! Eh, questi giovani, i social eh!! gli anime!!! Aaahhh...il consumismo!!!!

Come se l'approccio consumistico fosse nata oggi.


Come è utile il passato di fronte a manifestazioni così forti di disagio?
Soprattutto, come viene reso utile?

OK ma quello che intendevo è che il passato persiste. (Non è un auspicio).
Prendi per esempio i modelli di governo, con relativa età dei politici, il sistema stesso, le ideologie a cui ci si rifà, etc.
Sono tutti modelli che provengono dal passato prossimo o remoto.
Il concetto stesso di stato e di diritto ci viene dall'epoca romana.
Non parliamo poi delle idee, che spaziano dai tentativi tipo in Russia di restaurare un impero di influenza per continuare con il concetto stesso di democrazia che non è certo un prodotto moderno.
Se parliamo di economia, anzi di conduzione economica, è la stessa cosa.
Se parliamo di psicologia o sociologia dobbiamo affondare le radici in osservazioni e concetti che hanno un secolo o forse anche due.

Cosa c'è di veramente innovativo oggi? I mezzi.
Ma il mezzo non fa l'idea, il concetto.
Questo intendevo.
No, non è corretto.

I mezzi stanno modificando i funzionamenti anche delle strutture cerebrali. Ad una velocità mai vista.
E quindi anche le idee, i concetti si stanno modificando.
Anche la percezione e quindi la coscienza.

E tutto questo in retroazione. Ossia anche i funzionamenti modificano i mezzi.
 

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Ma io rifaccio la stessa domanda che ho fatto qualche post fa: di fronte a situazioni come quella all'origine di questo 3d, che spettacolo stanno dando le vecchie generazioni?

Che insegnamento stanno dando?

E i ragazzini sono spaventati da quello che è successo.
Sono colpiti. Sono disorientati.

Le risposte non le sa dare nessuno in modo definitivo, ma che la risposta al disorientamento dei ragazzini ci sia il disorientamento nascosto e ansioso, ricoperto di paura e di "certezze" col solito giudizio del cazzo...ah, una volta mica succedevano queste cose eh! Eh, questi giovani, i social eh!! gli anime!!! Aaahhh...il consumismo!!!!

Come se l'approccio consumistico fosse nata oggi.

Come è utile il passato di fronte a manifestazioni così forti di disagio?
Soprattutto, come viene reso utile?
Lo stesso che davano quelli di ormai 5/6 generazioni fa a noi bambini dei primi anni 80 (alcuni già nonni di oggi) su Goldrake & c: nulla di utile, viene cavalcata una moda momentanea, tipo i sociologi/psicologi che vanno in TV a commentare i fatti e nel mentre promuovono la loro ultima pubblicazione..
 
Ultima modifica:

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Sì, il grassetto è un modo di sentirsi vecchi.

Ma io non mi sento vecchia nel modo in cui descrivi molti tuoi coetanei :D

Sono curiosa da sempre, oggi lo sono ancora di più di come lo sono stata in passato.
E se fra i 20 e i 40 anni la meraviglia bambina mi si era per certi versi addormentata, dopo i 40 è stato un ritrovarmici e un riguardarla con una tenerezza e un amorevolezza che non avevo quando ero bambina, in cui mi meravigliavo per il semplice fatto di essere bambina.

Ma il mio cervello è cambiato: è cambiato il mio modo di collocare le emozioni, il mio modo di osservare e percepire il mondo, il mio modo di apprendere. La mia memoria non funziona come 10 anni fa soltanto e le informazioni che raccolgo le raccolgo e le catalogo in modo diverso. Anche le connessioni che vedo sono diverse e sono diversi i punti di rete nelle connessioni.

Sono semplicemente consapevole che l'età che ho proporzionata alla velocità dell'evoluzione tecnologica e di vita non è la stessa che avevano i miei genitori alla mia stessa età.

E rispetto ai ragazzini di 15 anni, piuttosto che ad un 25enne o un 30enne, sono vecchia e lenta.

Collaborando con loro mi rendo conto che la loro velocità di pensiero è ben superiore della mia.
Di contro io ho una calma che loro non hanno. Non anticipo le situazioni e sono più attenta a collocare me piuttosto che a governare la situazione, probabilmente avendo vissuto per più anni semplicemente conosco meglio le mie risorse di fronte agli imprevisti e le mie competenze di problem solving e so che in ogni situazione apparentemente svantaggiosa ci sono opportunità se si riesce a rimanere lucidi e ad aprire lo sguardo.
Quindi mi incazzo di meno e sono più sciolta nell'usare gli altri e quello che mi offrono. Soprattutto quando mi incazzo, mi incazzo :D non ho le remore che hanno loro.

Ma loro sono veloci, collegano velocemente le informazioni e le raccolgono ancora più velocemente. Sono meglio integrati di me con le tecnologie con cui sono cresciuti e che io ho invece imparato dopo i 20 anni.

So quanti anni ho, mi piace avere gli anni che ho e soprattutto mi piace metterli a servizio dei giovani che mi piacciono.
E per a servizio intendo scambio paritario di esperienze.

La questione che desidero sottolineare è che bisogna conoscersi, già dopo i 30 anni il funzionamento del nostro cervello cambia, come quello del corpo, e non si torna indietro.

Non sapere farsi da parte, non sapere lasciare spazio, ergersi ancora a coloro che "sanno" come se quel sapere fosse un verbo da cui discendere, imporre uno sguardo vecchio su un mondo nuovo è la vecchiaia stronza e egocentrata. Di chi si crede eterno. E si caga addosso all'idea di morire, metti che poi dio esiste e non è morto ;)
Ed è una prospettiva violentissima. Guidata dalla paura di perdersi.
Paura che impedisce di render il passato fruibile come apprendimento per gli altri.

Il passato è una narrazione.
Se diventa una palla moralistica, in cui si è fatto tutto giusto mica come adesso (che era poi la stessa cosa dei vecchi di una volta quando vedevano le prime minigonne e si trovavano con gli ormoni fuori controllo e si incazzavano abbestia con la minigonna, ovviamente), che razza di narrazione si rende?

A generazioni che hanno un immaginario soprattutto visivo fra l'altro?
E di un visivo che noi alla loro età manco avevamo mai visto.
Che hanno a disposizione il poter guardare in casa un orso polare e sentire il suo verso.

E, voglio dire, noi siamo quelli che hanno giocato a indiani e cowboy senza che a nessuno venisse in mente che il mito del west non fosse altro che una romantica narrazione di un genocidio.
In termini di idiozia siamo messi bene direi. :)

Aggiungo che cervello digitale non significa padronanza di una tecnologia.
Significa essere nati immersi in un mondo digitale.
Poi, non è una novità storica che c'è chi impara e chi no.

Un ragazzino di 14 anni ha vissuto i primi anni di vita immerso nella tecnologia.
Noi no.

Quindi i nostri cervelli sono strutturalmente diversi.
Secondo te quindi si può parlare di nuove forme di intelligenza?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Lo stesso che davano quelli di ormai 5/6 generazioni fa a noi bambini dei primi anni 80 (alcuni già nonni di oggi) su Goldrake & c: nulla di utile, viene cavalcata una moda momentanea, tipo i sociologi/psicologi che vanno in TV a commentare i fatti e nel mentre promuovono la loro ultima pubblicazione..
Non è che i dibattiti pubblici corrispondano a tutte le reazioni reali.
 

spleen

utente ?
No, non è corretto.

I mezzi stanno modificando i funzionamenti anche delle strutture cerebrali. Ad una velocità mai vista.
E quindi anche le idee, i concetti si stanno modificando.
Anche la percezione e quindi la coscienza.

E tutto questo in retroazione. Ossia anche i funzionamenti modificano i mezzi.
Perciò tra poco ci avremo la gioventù con la testa grande come un cocomero. :)

Comunque non è il punto che ho detto io. Avresti la compiacenza di indicarmi uno, un solo concetto o idea che provenga dalle nuove funzionalità mentali? Intendo che ne sia il parto e non l’elaborazione di qualcosa di esistente, di intrinseco.

Quando dico che il presente ed il futuro sono una proiezione del passato non lo dico per opinione, lo dico perché evidenza, non credo che qualcuno abbia bisogno di prove in proposito. O sì? Se qualcuno ha la cortesia di volermi indicare qualcosa che non lo sia, sono disposto ad ascoltarlo con attenzione.

Il passato non è narrazione, è solida realtà trascorsa.

Semmai la storia che ne è la lettura è narrazione, la differenza tra le due cose però non è questione di lana caprina, mettiamo le cose al loro posto.

La storia è narrazione, la visione del presente è narrazione, la visione del futuro pure è narrazione, le visioni, tutte sono narrazioni. Cucite adattate, piegate ai nostri (di tutti) metri di giudizio, che corrispondono a modelli adattativi. (I famosi modelli). Tu stessa quando pensi al nuovo lo fai su un modello, che ti piaccia o meno.
Con metri di giudizio pervasivi, insistenti, invisibili spesso a chi li mette in campo, anche e soprattutto quando ritiene da esserne scevro. Per vissuto familiare, per formazione, per esperienza.(Tutte cose saldamente ancorate al passato proprio o sociale, come ben intuibile).

Esperienza è la parola chiave. Sulla questione dell’esperienza fa figure di merda persino l’intelligenza artificiale che dimostra tutti i suoi limiti davanti a problemi inediti, cosa che per ora la mente umana riesce ancora a collocare in virtù, appunto, dell’esperienza.

Tutto sto dibattito comunque, secondo me si regge su una contrapposizione persino ridicola, tra vecchiio e nuovo, tra giovani e vecchi, tra passato e idea del futuro, ma guarda che la dimensione corretta non è quella, la dimensione corretta dovrebbe essere quella della visione completa di quello che succede, da lì, si parte per progettare il futuro, qualsiasi esso sia.
Giovanilismo, a meno che non sia un mero posizionamento, è l’equivalente di soffrire di nostalgia. Nostalgia del futuro, gli estremi si toccano spesso.
 

Marjanna

Utente di lunga data
E che ne so! :D

Non mi hanno specificato che tipologia di farmaco mi stavano per fare e io non ho lontanamente immaginato che per farti una gastroscopia potessero usarlo.

Ho scoperto cosa fosse quando sono andata dal medico il giorno dopo chiedendogli cosa mi avesse fatta sentire così magnificamente durante e dopo l'esame.

Di cui io non ricordo nulla, sia chiaro.
Ricordo di aver visto l'ago che entrava in vena e poi di esser stata invitata ad alzarmi per uscire.
Nel mezzo, ho uno sfocato ricordo di me su una sedia da cui non avevo il minimo desiderio di muovermi perchè era bellissimo stare lì ed in ogni caso il mio corpo non mi parlava.

Poi ho scoperto che il buco di memoria è stato di circa un'ora.

Per fortuna mi avevano avvertita di farmi accompagnare, perchè non sarei riuscita a guidare dopo l'esame.
E per fortuna mi ha accompagnata G., che si è pure divertito un mondo! Sono stata sballata tutto il pomeriggio :D

In ogni caso, seriamente, sensazioni magnifiche!
Dolci, rilassanti, cordiali, accoglienti.


Non oso immaginare il down orribile che ne deriva con un uso continuo.
E pure l'astinenza.
Tipo sensazione ovattata, come tornassi ad essere bambino, in una culla (di nuvole)?


Per tutta una serie di ragioni, mi sto ritrovando ad avere a che fare con professionisti, di diversi ambiti, ben più giovani di me. Gente fra i 25 e 30.
Mi piacciono moltissimo.
Non voglio farne una cifra, ma quando mi relaziono con loro non mi sento per niente adulta.
Mi sento già vecchia :)

E dal punto di vista del mondo non è una percezione errata.
Banalmente, se io voglio fare una fotografia col cellulare lo impugno come fosse una macchina fotografica. Loro no.
Come quando lo uso come telefono io lo impugno come le vecchie cornette. Loro no.

Loro sono cresciuti in un mondo che quando sono cresciuta io non esisteva.
E questo lo conoscono ben meglio di me. Ne conoscono meglio le scorciatoie. E anche le scappatoie.

La mia generazione, che a mio avviso è già vecchia, a mio avviso è completamente fuori di testa, me compresa. :D
E viene da una generazione ancor più disorientata e fuori di testa.

Diciamo che fino agli anni '60 tutto si è ripetuto un po' uguale a se stesso.
Da lì in avanti si sono susseguite tutta una serie di rivoluzioni culturali, sociali, tecnologiche come non se ne erano mai viste prima di allora.
Nemmeno il passaggio dall'800 è stato così denso.

E quelli che hanno vissuto a cavallo di quegli anni hanno visto che "dio è morto" ma non c'era niente altro da mettere al suo posto.
Si sono ritrovati con una libertà sessuale che non sapevano gestire condizionati da modelli rigidissimi. Che anche oggi ancora risuonano e forte.
Si sono trovati un benessere inaspettato. Una libertà che non si era sperimentata.

Hanno riprodotto il vecchio modello provando ad adattarlo al nuovo mondo, tentando piccoli adattamenti.
E ne esce la mia generazione da quei piccoli adattamenti che in realtà erano compromessi.
E la mia generazione ha respirato quell'aria di disorientamento e anche di vuoto. Un vuoto pienissimo e negato.
E ha reagito provando a fare nuovi compromessi. E creando una vastità di casini che un decennio prima era semplicemente inimmaginabile. :)

Quindi ogni generazione incide come può.
Nel bene e nel male. Al contempo.

Onestamente penso che le nuove generazioni dovranno imparare da sole quell'accoccolarsi.
Perchè nè la generazione precedente alla mia nè la mia riescono a farlo per davvero e quindi non lo sanno insegnare, men che meno mostrare.
Le nostre generazioni sono veramente incasinatissime, affettivamente ed emozionalmente.

Io penso che la grande rivoluzione sarebbe che le generazioni vecchie imparassero ad ascoltare per davvero, senza difendersi dal nuovo.
Senza vederlo solo negativamente e solo come una perdita.
Che la smettessero di voler rivedere nel mondo il loro modello, che andava bene per loro, ma ora non più.
Che si mettessero insieme a imparare.

Questa sarebbe davvero una grandiosa rivoluzione.

Che i vecchi una buona volta la smettessero di dire "eehh...ai miei tempi!!!" e "te lo dico cosa è giusto per te", e piuttosto si incuriosissero di questi nuovi tempi.
E lasciassero il tempo ai proprietari di quel tempo. Questo soprattutto.

Poi, si può discutere di tutto.
Ma senza queste premesse, e non ci sono, basta osservare l'età media di chi detta le linee generali delle cose, è falso dire che si sta discutendo.
E’ sempre un piacere leggerti Ipazia, quando passi. :)

Non è un ciclo che si chiuderà in questo tempo.

Penso @spleen ti voglia dire che è improbabile le generazioni a venire non subiscano influenze passate.
Non so se troverò condivisione nel forum in questo, ma leggendo alcuni commenti nei social, mi è venuto da pensare che alcune frasi oggi di uso comune, venissero usate in passato in contesti casalinghi. Per non parlare in astratto, ho visto recentemente che vi è una elevata critica di chi frequenta la montagna in agosto, poichè in quel periodo ci arriva un notevole quantità di persone, termini spesso usati come "ma state a casa", e tante altre battute, per me sono vecchie. Le conosco tutte.
Ma anche "mettetelo dentro e buttate la chiave", letta proprio riferita a Riccardo.
Penso chiunque della mia età possa comprendere, perchè siamo pieni di quelle frasi, e oserei dire che a volte ci giochiamo.

Questo ragazzo, con questa azione, ha spezzato il corso della sua vita, di quello che avrebbe potuto essere nel punto della vita in cui si trovava. Ha spaccato la sua storia uccidendo la sua famiglia. Io non ho le competenze per sapere come possa gestire 3 lutti, essendone fautore, e quanto seguirà nel percorso giudiziario.
La risposta al "cosa facciamo, come ne parliamo" di chi per lavoro si rapporta con ragazzi, ma penso ancor prima in famiglia anche solo come commento della vicenda, in effetti è un lascito. Vedi sopra.
 

tenebroso67

Utente di lunga data
La recente strage di Paderno Dugnano ha suscitato le stesse reazioni di sconcerto del delitto di Turetta di Giula Cecchettin.
Ragazzi normali e famiglie felici.
Cosa si intende con famiglia felice? Io penso che si intenda famiglia benestante o senza problemi economici, simile a noi o a chi conosciamo.
Cosa si intende per ragazzo normale? Uno che va a scuola, studia, fa sport?
Le nostre famiglie, dove ci sono o abbiamo scoperto o dove nascondiamo tradimenti, sono normali? Soprattutto sono felici?
Ma chi dall’esterno può intuire le inquietudini che si agitano tra le quattro mura?
Ho amiche che mi hanno confidato nel tempo preoccupazioni per i figli, vedendo nero il loro futuro e sono pure convinte che i figli non percepiscano la loro sfiducia.
Forse un ragazzo completamente distaccato dalla realtà per le troppe ore passate ai videogame con giochi di guerra e/o simili....
 

bettypage

Utente acrobata

Brunetta

Utente di lunga data

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Forse un ragazzo completamente distaccato dalla realtà per le troppe ore passate ai videogame con giochi di guerra e/o simili....
Se ci fosse un rapporto causa/effetto ci sarebbero 4/5 stragi simili al giorno, se ci fosse anche solo una correlazione ce ne sarebbe una al mese, ma siccome per fortuna ce n'è una ogni tot anni..
 

Brunetta

Utente di lunga data
Estrema semplificazione, ovviamente irrilevante rispetto al caso, ci sono più stragi compiute da adulti.
Però è vero che non c’è più tolleranza alla noia.
Ribadisco incongruente rispetto al caso. La noia porta a pensare e a immaginare. Chi fa stragi pensa troppo e male.
 

tenebroso67

Utente di lunga data
Forse un ragazzo completamente distaccato dalla realtà per le troppe ore passate ai videogame con giochi di guerra e/o simili....
 

Brunetta

Utente di lunga data

tenebroso67

Utente di lunga data
Ho solo modificato

L’avevi già detto.
Grazie comunque

L’avevi già detto.
Manco da molto tempo e non ho più confidenza con i menù del forum

Se ci fosse un rapporto causa/effetto ci sarebbero 4/5 stragi simili al giorno, se ci fosse anche solo una correlazione ce ne sarebbe una al mese, ma siccome per fortuna ce n'è una ogni tot anni..
Infatti ci sono alcuni videogiochi piuttosto violenti vietati ai minori di 18 anni
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Perciò tra poco ci avremo la gioventù con la testa grande come un cocomero. :)

Comunque non è il punto che ho detto io. Avresti la compiacenza di indicarmi uno, un solo concetto o idea che provenga dalle nuove funzionalità mentali? Intendo che ne sia il parto e non l’elaborazione di qualcosa di esistente, di intrinseco.

Quando dico che il presente ed il futuro sono una proiezione del passato non lo dico per opinione, lo dico perché evidenza, non credo che qualcuno abbia bisogno di prove in proposito. O sì? Se qualcuno ha la cortesia di volermi indicare qualcosa che non lo sia, sono disposto ad ascoltarlo con attenzione.

Il passato non è narrazione, è solida realtà trascorsa.

Semmai la storia che ne è la lettura è narrazione, la differenza tra le due cose però non è questione di lana caprina, mettiamo le cose al loro posto.

La storia è narrazione, la visione del presente è narrazione, la visione del futuro pure è narrazione, le visioni, tutte sono narrazioni. Cucite adattate, piegate ai nostri (di tutti) metri di giudizio, che corrispondono a modelli adattativi. (I famosi modelli). Tu stessa quando pensi al nuovo lo fai su un modello, che ti piaccia o meno.
Con metri di giudizio pervasivi, insistenti, invisibili spesso a chi li mette in campo, anche e soprattutto quando ritiene da esserne scevro. Per vissuto familiare, per formazione, per esperienza.(Tutte cose saldamente ancorate al passato proprio o sociale, come ben intuibile).

Esperienza è la parola chiave. Sulla questione dell’esperienza fa figure di merda persino l’intelligenza artificiale che dimostra tutti i suoi limiti davanti a problemi inediti, cosa che per ora la mente umana riesce ancora a collocare in virtù, appunto, dell’esperienza.

Tutto sto dibattito comunque, secondo me si regge su una contrapposizione persino ridicola, tra vecchiio e nuovo, tra giovani e vecchi, tra passato e idea del futuro, ma guarda che la dimensione corretta non è quella, la dimensione corretta dovrebbe essere quella della visione completa di quello che succede, da lì, si parte per progettare il futuro, qualsiasi esso sia.
Giovanilismo, a meno che non sia un mero posizionamento, è l’equivalente di soffrire di nostalgia. Nostalgia del futuro, gli estremi si toccano spesso.
O magari....

https://www.focus.it/scienza/scienze/uomo-e-umanita-tra-un-milione-di-anni

;):ROFLMAO:

Se esci da 10, 200, 1000 anni ed entri in un tempo un attimino più profondo e più adeguato lo si può vedere.

Sai su cosa non concordo col tuo discorso?
Sul comparto stagno fra mezzi, fini, modificazioni anche concettuali.

Come era la visione dello spazio e del tempo facciamo anche soltanto nel 1300?
Come è ora rispetto ad allora?
Le mappe cognitive e pure il linguaggio si fondano anche sulla percezione e sulla rappresentazione di spazio e tempo e sulla propriocezione.

Come è cambiata la percezione del mondo da quando l'uomo può comunicare in tempo reale con un altro uomo a migliaia di km di distanza?
Come è cambiata la considerazione delle possibilità e quindi anche la visione di diverse declinazioni di futuro?

Cambiando la narrazione del presente, come cambia quella del passato e quella del futuro?

Le visioni che ha chi vive in un mondo in cui si sta considerando l'idea di terraformare Marte è la stessa di chi considera lo spostarsi di continente un viaggione della madonna?

Mezzi, fini, narrazioni, prodotti, strumenti, metodi interagiscono dinamicamente fra di loro, anche andando a influenzare e cambiare le strutture celebrali.

Quando si vedrà? col tempo e l'avanzamento tecnologico.

Per esempio:

Come l'utilizzo della punta delle dita su uno schermo touch modifica l'attività corticale nella corteccia somatosensoriale?
Come cambia la modalità con cui effettuiamo associazioni di fatti con i segnali spaziali e altri segnali sensoriali leggendo su carta o leggendo su schermo?
Come lo sviluppo del sistema visivo può essere influenzato dal contenuto dei media digitali?

Come questo influenzerà i modelli sociali e culturali?

Il conflitto di cui parli riguarda esattamente l'interpretazione di queste domande.
E la necessità biologica di uccidere, psicologicamente, il passato.

Mia nonna diceva "è un dialomanento" riferendosi al mondo così come lo intravedeva giungere.
E dico non casualmente intravedeva. Perchè non riusciva neanche a capire cosa stesse osservando. I suoi modelli interpretativi non erano più sufficienti per vedere quello che vedeva.

E ci sta.

Quel che non ci sta è l'arroganza con cui quel non vedere vien trasformato in rifiuto dell'esistente.

E visto che il conflitto fra generazioni è biologico e fisiologico ed inevitabile, dovendo posizionarmi, e vista l'età che ho mi tocca farlo perchè non sono nè anagraficamente giovane nè anagraficamente vecchia, io mi posiziono con chi è anagraficamente giovane. E faccio il tifo.
Non per bontà e altruismo. Ma perchè almeno imparo qualcosa di nuovo.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Tipo sensazione ovattata, come tornassi ad essere bambino, in una culla (di nuvole)?
Tipo sentirsi a Casa. Al sicuro. A posto.
Estremamente rilassata. Serena.
Percezioni olfattive e gustative acuite. Un mondo di odori e sapori. Un mondo tattile.

Sensazioni molto molto belle.

E anche il sonno che è venuto dopo, estremamente appagante e rigenerante.
Sensazione che si è protratta per qualche giorno.

E’ sempre un piacere leggerti Ipazia, quando passi. :)

Non è un ciclo che si chiuderà in questo tempo.

Penso @spleen ti voglia dire che è improbabile le generazioni a venire non subiscano influenze passate.
Non so se troverò condivisione nel forum in questo, ma leggendo alcuni commenti nei social, mi è venuto da pensare che alcune frasi oggi di uso comune, venissero usate in passato in contesti casalinghi. Per non parlare in astratto, ho visto recentemente che vi è una elevata critica di chi frequenta la montagna in agosto, poichè in quel periodo ci arriva un notevole quantità di persone, termini spesso usati come "ma state a casa", e tante altre battute, per me sono vecchie. Le conosco tutte.
Ma anche "mettetelo dentro e buttate la chiave", letta proprio riferita a Riccardo.
Penso chiunque della mia età possa comprendere, perchè siamo pieni di quelle frasi, e oserei dire che a volte ci giochiamo.

Questo ragazzo, con questa azione, ha spezzato il corso della sua vita, di quello che avrebbe potuto essere nel punto della vita in cui si trovava. Ha spaccato la sua storia uccidendo la sua famiglia. Io non ho le competenze per sapere come possa gestire 3 lutti, essendone fautore, e quanto seguirà nel percorso giudiziario.
La risposta al "cosa facciamo, come ne parliamo" di chi per lavoro si rapporta con ragazzi, ma penso ancor prima in famiglia anche solo come commento della vicenda, in effetti è un lascito. Vedi sopra.
Come ho scritto a @spleen è riduttivo appiattire un ragionamento del genere a pochi decenni o anche poche centinaia di anni.
Comprendo che il farlo sia confermante e rassicurante.

Ma sappiamo benissimo come pochi decenni, il tempo di una vita non servano a descrivere un bel nulla.

Il processo a cui faccio riferimento è iniziato nel primo dopoguerra. E da allora sono stati mossi pochi piccoli incerti passi.

La velocità tecnologica aumenterà probabilmente la quantità, la grandezza e la stabilità di quei passi.
Ed è una velocità che non è stata rilevata negli ultimi...facciamo 100.000 anni? 200.000?

Questo sto affermando.

Non sto volontariamente entrando nello specifico del ragazzo.
Come al solito, leggendo qui e là e pure distrattamente, stanno emergendo caratteristiche non del ragazzo ma della situazione che si stanno distanziando dalle prime descrizioni. Emerge il senso di oppressione, il desiderio di togliersi da una vita che lo soffocava. A me fin dall'inizio ha colpito il giorno in cui ha agito. Ossia il compleanno del padre.
Probabilmente emergerà pure l'incomunicabilità.
Probabilmente emergerà l'assenza di ascolto autentico, ossia quell'ascolto che non ascolta per dare risposte ma ascolta per lasciar risuonare l'ascoltato e comprendere.

Mi spiace molto per lui. Moltissimo. E lui è solo la punta dell'iceberg.


Io parlerei più di domanda che di risposte.

Il voler dare risposte....onestamente mi infastidisce moltissimo ormai. Mi ha veramente stufato l'approccio per cui si continua a pensare di voler e soprattutto poter rispondere.
A me piace di più la prospettiva del farsi domande insieme e cercare insieme le risposte vivendo insieme esperienze. Partendo dalla consapevolezza dei propri pregiudizi e dei propri condizionamenti.

L'asimmetria relazionale ed educativa non è mettersi su un gradino più alto, di colui che conosce.
L'asimmetria relazionale ed educativa è stare insieme sui gradini mostrando come li si percorre e lasciando che l'altro provi percorrerli a modo suo.
Siamo bestie e impariamo per imitazione.


Quindi forse sarebbe interessante chiedersi "cosa stiamo mostrando a questi ragazzini, che imparano per imitazione, per portarli dove li si sta portando?"
I ragazzini sono lo specchio del mondo in cui vivono.

Lo stacco fra passato e futuro di questo periodo storico non è stato sperimentato fino ad ora.
E continuare ad intestardirsi a leggerlo come lo si è sempre letto è come pensare di fare previsioni metereologiche senza considerare le variabili incognite che discendono dai cambiamenti climatici. Al netto del cercare (tanto per cambiare) il colpevole dei cambiamenti o finire nei complottismi.
 
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ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Secondo te quindi si può parlare di nuove forme di intelligenza?
Non lo so, però hai presente negli ultimi 60 anni come è stata definita e ridefinita la definizione di intelligenza?

Io penso che semplicemente si sappia così poco del nostro funzionamento, che quello che chiamiamo nuovo era solo non conosciuto.
(e l'arroganza dell'antropocentrismo non ha un buon rapporto col non conosciuto)

Il grosso salto da quando si è iniziato ad indagare sul concetto di intelligenza è l'introduzione del concetto di dinamica, interazione e retroazione, il concetto di sistema complesso.

Io penso che siamo agli esordi di questo genere di conoscenza.
E penso che la conoscenza del cervello, non della mente, sia veramente un gran bel salto!
anche soltanto considerandolo alla luce della separazione fra corpo e mente.
Considerare il cervello demolisce quel modello interpretativo su cui si sono fondati i modelli sociali, famigliari, culturali degli ultimi 4/5000 anni.

A me sembra davvero una qualcosa di grandioso!!!!
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Non lo so, però hai presente negli ultimi 60 anni come è stata definita e ridefinita la definizione di intelligenza?

Io penso che semplicemente si sappia così poco del nostro funzionamento, che quello che chiamiamo nuovo era solo non conosciuto.
(e l'arroganza dell'antropocentrismo non ha un buon rapporto col non conosciuto)

Il grosso salto da quando si è iniziato ad indagare sul concetto di intelligenza è l'introduzione del concetto di dinamica, interazione e retroazione, il concetto di sistema complesso.

Io penso che siamo agli esordi di questo genere di conoscenza.
E penso che la conoscenza del cervello, non della mente, sia veramente un gran bel salto!
anche soltanto considerandolo alla luce della separazione fra corpo e mente.
Considerare il cervello demolisce quel modello interpretativo su cui si sono fondati i modelli sociali, famigliari, culturali degli ultimi 4/5000 anni.

A me sembra davvero una qualcosa di grandioso!!!!
Io pensavo che quando arriva uno con un'intelligenza non necessariamente superiore, ma sufficientemente diversa, di solito qualcuno si deve fare da parte, tipo neanderthal con sapiens
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Io pensavo che quando arriva uno con un'intelligenza non necessariamente superiore, ma sufficientemente diversa, di solito qualcuno si deve fare da parte, tipo neanderthal con sapiens
Io più studio più mi rendo conto che non so proprio dove andare a parare, se non studiare ancora e ancora e ancora.

La tendenza di sapiens fin dai suoi esordi è stata quella di occupare spazi, sfruttarli fino al loro esaurimento, eliminare ogni ostacolo e poi spostarsi in un altro luogo per ricominciare a fare la stessa cosa.

Ciò che è inedito ora è che gli spazi a disposizione per fare questo se non sono esauriti poco ci manca.
E lo squilibrio demografico è un altro dato parecchio sensazionale.

Quindi a me sembra che la domanda sia: siamo in grado di incidere sulle modalità di sapiens di interagire col mondo?

I vecchi modelli non sono neanche in grado considerare questa domanda.
Ed è il motivo per cui sono obsoleti e continuare a farci riferimento nella costruzione di immaginari futuri è anacronistico.

La generazione dei miei genitori è vissuta in un mondo in cui gli animali erano oggetti utili o ostacoli da eliminare, per esempio.

Io vivo con i gatti, e non riesco ad immaginare la mia vita senza la presenza di animali, non solo gatti, al mio fianco.
Non come oggetti, ma come compagni effettivi di vita.
Esseri senzienti da cui e con cui avere scambi comunicativi e relazionali. Affettivi ed emozionali.
Non sono l'unica. E non sono neanche poi così speciale.
In giro per il mondo gente cura cuccioli di lince, di orso, ci stabilisce legami. Gabbiani tornano portando doni dopo esser stati curati. E via discorrendo.

Quanto questo rinnovato rapporto con le altre specie sta incidendo sulle intelligenze? Come?
Come sta riscrivendo la descrizione del mondo? anche a livello di percezione di sè e non solo del mondo.

Guarda che è un salto immenso!
Considerare le altre specie senzienti, dotate di sentimenti, di emozioni, di coscienza di sè.
E' veramente una cosa immensa.

Non per amore per le altre specie.
Proprio per la percezione degli uomini di se stessi e di loro stessi in relazione ad un mondo che fino ad una 40ina di anni fa veniva descritto come un oggetto da usare e abusare, al proprio servizio.

Hai presente il salto?
Io lo sto osservando con gli occhi sbarrati per la meraviglia!

Hai presente tutti i parametri che stanno cambiando se non esplodendo nel mentre?

Non so se il punto è farsi da parte, anche se penso sarebbe la soluzione più pacifica.

Il punto è che il vecchio mondo verrà spazzato via. Io penso con una violenza proporzionale alla velocità con cui accadrà.
Semplicemente. Come è uso del sapiens quando viene ostacolato.

Vediamo cosa succede quando la forbice impostata della divisione della ricchezza, e non parlo dell'1% ricco, parlo della forbice fra chi avrà una casa e chi no nei prossimi 20 anni, fra chi potrà permettersi cure mediche e chi no.
Pensi che sarà pacifico questo passaggio?

Pensi che sarà una questione di intelligenza?

Pensi che i modelli che si continuano a difendere saranno una barricata o piuttosto saranno benzina sul fuoco?

Io qualche idea a riguardo ce l'ho. :)

E io so che sarò una di quelle da spazzare via in quel tempo.


Tomorrowland.
Pensa che nome.

Se è troppo lungo, parti direttamente da 1,28.

te ti caghi sotto con la luna rossa...guarda che immaginari ci stanno dietro. Senti i suoni.
Guarda come il passato viene preso e completamente ridimensionato letteralmente, riscritto, rivisto, cancellato nei riferimenti su cui era fondato.

E' una meraviglia ed è spaventoso.
Sono affascinata da chi sta vivendo tutto questo a 14, 15 anni. 20 anni.
Affascinata e intenerita. E spaventata.

Guarda questa intro...
a circa 3' ci sono proiezioni di piante in mezzo al pubblico.


Sono mondi nei mondi nei mondi. Che esistono nella percezione di alcuni sensi e non esistono nella percezione di altri sensi.

(pensa all'effetto di quelle luci sul cervello, l'ossessività di quel suono, la leggerezza dell'alternanza fra i bassi e la melodia, alcune parole messe lì e non in modo casuale, come litanie seguite immediatamente dal suono ribattuto...io che ho vissuto i rave agli esordi resto ipnotizzata e mi sento rispedita contemporaneamente indietro e avanti nel tempo. Mi si risvegliano vecchie percezioni e vecchi movimenti, sensazioni, emozioni...non so immaginare come si possano sentire quelli che sono lì. E un po' li invidio anche.)
 
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ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Io più studio più mi rendo conto che non so proprio dove andare a parare, se non studiare ancora e ancora e ancora.

La tendenza di sapiens fin dai suoi esordi è stata quella di occupare spazi, sfruttarli fino al loro esaurimento, eliminare ogni ostacolo e poi spostarsi in un altro luogo per ricominciare a fare la stessa cosa.

Ciò che è inedito ora è che gli spazi a disposizione per fare questo se non sono esauriti poco ci manca.
E lo squilibrio demografico è un altro dato parecchio sensazionale.

Quindi a me sembra che la domanda sia: siamo in grado di incidere sulle modalità di sapiens di interagire col mondo?

I vecchi modelli non sono neanche in grado considerare questa domanda.
Ed è il motivo per cui sono obsoleti e continuare a farci riferimento nella costruzione di immaginari futuri è anacronistico.

La generazione dei miei genitori è vissuta in un mondo in cui gli animali erano oggetti utili o ostacoli da eliminare, per esempio.

Io vivo con i gatti, e non riesco ad immaginare la mia vita senza la presenza di animali, non solo gatti, al mio fianco.
Non come oggetti, ma come compagni effettivi di vita.
Esseri senzienti da cui e con cui avere scambi comunicativi e relazionali. Affettivi ed emozionali.
Non sono l'unica. E non sono neanche poi così speciale.
In giro per il mondo gente cura cuccioli di lince, di orso, ci stabilisce legami. Gabbiani tornano portando doni dopo esser stati curati. E via discorrendo.

Quanto questo rinnovato rapporto con le altre specie sta incidendo sulle intelligenze? Come?
Come sta riscrivendo la descrizione del mondo? anche a livello di percezione di sè e non solo del mondo.

Guarda che è un salto immenso!
Considerare le altre specie senzienti, dotate di sentimenti, di emozioni, di coscienza di sè.
E' veramente una cosa immensa.

Non per amore per le altre specie.
Proprio per la percezione degli uomini di se stessi e di loro stessi in relazione ad un mondo che fino ad una 40ina di anni fa veniva descritto come un oggetto da usare e abusare, al proprio servizio.

Hai presente il salto?
Io lo sto osservando con gli occhi sbarrati per la meraviglia!

Hai presente tutti i parametri che stanno cambiando se non esplodendo nel mentre?

Non so se il punto è farsi da parte, anche se penso sarebbe la soluzione più pacifica.

Il punto è che il vecchio mondo verrà spazzato via. Io penso con una violenza proporzionale alla velocità con cui accadrà.
Semplicemente. Come è uso del sapiens quando viene ostacolato.

Vediamo cosa succede quando la forbice impostata della divisione della ricchezza, e non parlo dell'1% ricco, parlo della forbice fra chi avrà una casa e chi no nei prossimi 20 anni, fra chi potrà permettersi cure mediche e chi no.
Pensi che sarà pacifico questo passaggio?

Pensi che sarà una questione di intelligenza?

Pensi che i modelli che si continuano a difendere saranno una barricata o piuttosto saranno benzina sul fuoco?

Io qualche idea a riguardo ce l'ho. :)

E io so che sarò una di quelle da spazzare via in quel tempo.


Tomorrowland.
Pensa che nome.

Se è troppo lungo, parti direttamente da 1,28.

te ti caghi sotto con la luna rossa...guarda che immaginari ci stanno dietro. Senti i suoni.
Guarda come il passato viene preso e completamente ridimensionato letteralmente, riscritto, rivisto, cancellato nei riferimenti su cui era fondato.

E' una meraviglia ed è spaventoso.
Sono affascinata da chi sta vivendo tutto questo a 14, 15 anni. 20 anni.
Affascinata e intenerita. E spaventata.

Guarda questa intro...
a circa 3' ci sono proiezioni di piante in mezzo al pubblico.


Sono mondi nei mondi nei mondi. Che esistono nella percezione di alcuni sensi e non esistono nella percezione di altri sensi.

(pensa all'effetto di quelle luci sul cervello, l'ossessività di quel suono, la leggerezza dell'alternanza fra i bassi e la melodia, alcune parole messe lì e non in modo casuale, come litanie seguite immediatamente dal suono ribattuto...io che ho vissuto i rave agli esordi resto ipnotizzata e mi sento rispedita contemporaneamente indietro e avanti nel tempo. Mi si risvegliano vecchie percezioni e vecchi movimenti, sensazioni, emozioni...non so immaginare come si possano sentire quelli che sono lì. E un po' li invidio anche.)
Pensa che io credevo che i neanderthal fossero stati soppiantati perché più scemi, invece ho scoperto che oltre ad essere più robusti avevano pure un cervello ben più voluminoso dei sapiens, ma diversamente sviluppato in ciò che riguarda la socialità, terreno sul quale pare siano stati inchiappettati. Ecco perché quando hai parlato di modificazioni imprevedibili anche del cervello ho pensato che potrebbe non essere una buona notizia per noi
 
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