Una famiglia felice

Andromeda4

Utente di lunga data
Penso che ti sia mancato, forse, l'aspetto che oggi chiamano rinforzo positivo.
Non è necessario che sia dato verbalmente e, forse, i genitori di Gaia comunque lo trasmettevano diversamente, senza danneggiarne l'autostima.
Ma molte persone vengono, invece, lese da un'eccessiva intransigenza non bilanciata da altri aspetti.
Sì, credo anch'io. Un po' di gratificazione (che non è approvazione) non mi avrebbe fatto male, anzi. E forse avrebbe paradossalmente creato le premesse per sentirmi più sicura di me. Mio padre, quando gli viene ricordato quel comportamento, prima nega, poi (dopo citazioni, da parte nostra, di episodi ben precisi) si difende con "io l'ho fatto per spingervi a fare sempre meglio". Solo che ci sentiamo inadeguati in più di un'occasione.
 

Gaia

Utente di lunga data
Sì, credo anch'io. Un po' di gratificazione (che non è approvazione) non mi avrebbe fatto male, anzi. E forse avrebbe paradossalmente creato le premesse per sentirmi più sicura di me. Mio padre, quando gli viene ricordato quel comportamento, prima nega, poi (dopo citazioni, da parte nostra, di episodi ben precisi) si difende con "io l'ho fatto per spingervi a fare sempre meglio". Solo che ci sentiamo inadeguati in più di un'occasione.
Io e te forse abbiamo avuto genitori simili. Solo che magari tu eri più fragile di me oppure chissà’
Io per un certo però della mia vita li ho odiati e non dico per dire.
Questo mi ha dato la forza di distanziarmi e di rendermi indipendente in tutto e per tutto.
Poi li ho pure perdonati perché mi sono resa conto che erano solo persone che stavano cercando di fare del loro meglio in una cosa che non deve essere affatto facile.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La mia premessa resta quella che ognuno deve cercare di conoscere il proprio figlio e di vederlo per quello che è. Solo così forse potrai sperare di dare un’educazione adeguata a lui.
La stessa educazione molto probabilmente non andrebbe bene per un altro.
Credo sinceramente che oggi sia sia così preso dal lavoro e dalle proprie cose e si stia rischiando di delegare ad altri il ruolo di guida.
E i risultati purtroppo si vedono.
Ora non vogliono generalizzare perché in realtà sti ragazzi sono veramente in gamba, ma noto che sono distaccati completamente dalla realtà e pretendono che tutti gli adulti li trattino con la stessa tenerezza che trovano in famiglia e questo non è possibile e non deve nemmeno essere preteso.
Andando oltre la diatriba tra genetismo e ambientalismo, ogni persona è il risultato di una insieme di interazioni degli stimoli esterni che vengono accolti e rielaborati in modo del tutto unico.
Questa unicità era evidente nelle famiglie numerose che mostravano una notevole variabilità genetica nei lineamenti, ma anche nelle attitudini e sviluppo di ogni figlio.
Questa variabilità, che era evidente nel contesto sociale, era rassicurante per i genitori che così non potevano vivere il ruolo come una prova per dimostrare la propria validità genetica e competenza educativa.
Il calo delle nascite che è stato positivo per garantire più risorse ai figli, ha portato i genitori ad avere aspettative schiaccianti.
Ma questo (e torniamo al tema del thread) comporta anche una responsabilità implicita nei figli che devono dimostrare di essere all’altezza delle aspettative.
Per cui la famiglia perfetta, ma neanche normale non esiste.
Alcuni figli non hanno potuto essere come i genitori volevano, ma anche come il contesto sociale chiedeva loro.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Io e te forse abbiamo avuto genitori simili. Solo che magari tu eri più fragile di me oppure chissà’
Io per un certo però della mia vita li ho odiati e non dico per dire.
Questo mi ha dato la forza di distanziarmi e di rendermi indipendente in tutto e per tutto.
Poi li ho pure perdonati perché mi sono resa conto che erano solo persone che stavano cercando di fare del loro meglio in una cosa che non deve essere affatto facile.
Non è questione di fragilità. Tutti abbiamo i nostri lati fragili o deboli che dir si voglia. Anche chi si dichiara indistruttibile o ostenta di essere il migliore. Basta trovare il punto trigger ed è fatta, ci si scioglie come un budino.
Il non detto, il messaggio subliminale, lavorano come dei tarli per tutta la vita. Il ritorno a casa di mio padre, ogni venerdì, era vissuto come uno spauracchio da tutti e tre noi figli, pur avendo caratteri diversissimi.
Mia sorella, reduce da una convivenza, vive malissimo qui a casa, da quando c'è tornata. Ogni sciocchezza è motivo di rottura di scatole verso mio padre, eppure fa tanto la "cazzata", termine che odio. Eppure è uscita di casa, per quattro anni. Motivo? Non lo sappiamo. Potrebbe uscire in qualsiasi momento, potrebbe anche andare a vivere da sola, mio fratello ha lasciato la prima casa in cui ha abitato, è vuota. Ma non si muove.
 

Gaia

Utente di lunga data
Non è questione di fragilità. Tutti abbiamo i nostri lati fragili o deboli che dir si voglia. Anche chi si dichiara indistruttibile o ostenta di essere il migliore. Basta trovare il punto trigger ed è fatta, ci si scioglie come un budino.
Il non detto, il messaggio subliminale, lavorano come dei tarli per tutta la vita. Il ritorno a casa di mio padre, ogni venerdì, era vissuto come uno spauracchio da tutti e tre noi figli, pur avendo caratteri diversissimi.
Mia sorella, reduce da una convivenza, vive malissimo qui a casa, da quando c'è tornata. Ogni sciocchezza è motivo di rottura di scatole verso mio padre, eppure fa tanto la "cazzata", termine che odio. Eppure è uscita di casa, per quattro anni. Motivo? Non lo sappiamo. Potrebbe uscire in qualsiasi momento, potrebbe anche andare a vivere da sola, mio fratello ha lasciato la prima casa in cui ha abitato, è vuota. Ma non si muove.
Non so se può essere una discriminante. Ma a differenza tua (mi pare di ricordare che i tuoi stessero bene, ma magari sbaglio) i miei non stavano benissimo economicamente.
Non ci è mancato nulla per carità.
Però non ho avuto delle opportunità che altri hanno avuto. Tipo le vacanze studio per dire.
Io ho viaggiato con i soldi che risparmiavo facendo la cameriera.
Nessuno mi ha messo un appartamento sotto il culo e diciamo che ho dovuto sudare. E indirizzare i miei sforzi su cose pratiche e non sulle filosofie.
Ora non so se quanto può essere un discrimine. Nel senso che vedendo i loro sacrifici non ho visto in loro ‘cattiveria’.
 

Nicky

Utente di lunga data
Sì, credo anch'io. Un po' di gratificazione (che non è approvazione) non mi avrebbe fatto male, anzi. E forse avrebbe paradossalmente creato le premesse per sentirmi più sicura di me. Mio padre, quando gli viene ricordato quel comportamento, prima nega, poi (dopo citazioni, da parte nostra, di episodi ben precisi) si difende con "io l'ho fatto per spingervi a fare sempre meglio". Solo che ci sentiamo inadeguati in più di un'occasione.
E' difficile, secondo me, capire che si sta facendo bene, se nessuno lo dice o aiuta a comprenderlo.
Per questo, secondo me un genitore non dovrebbe avere paura nel fare un elogio o mostrare affetto, non vuol dire indebolire il figlio, ma dare una base sicura.
 

Brunetta

Utente di lunga data
E' difficile, secondo me, capire che si sta facendo bene, se nessuno lo dice o aiuta a comprenderlo.
Per questo, secondo me un genitore non dovrebbe avere paura nel fare un elogio o mostrare affetto, non vuol dire indebolire il figlio, ma dare una base sicura.
Ricordiamoci però sempre che non cresciamo su un’isola o in una casa nella prateria… ma pure lì c’erano altri.
Viviamo in una società, direi densa, che ha istituzioni e varie agenzie educative, dalla scuola con compagni di diversa formazione e provenienza, insegnanti, contesti sportivi e i media che propongono molti modelli culturali e di vita.
Certamente la famiglia è importante, ma tutti coloro che la criticano, lo fanno in base alla pluralità di modelli che hanno visto.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Non so se può essere una discriminante. Ma a differenza tua (mi pare di ricordare che i tuoi stessero bene, ma magari sbaglio) i miei non stavano benissimo economicamente.
Non ci è mancato nulla per carità.
Però non ho avuto delle opportunità che altri hanno avuto. Tipo le vacanze studio per dire.
Io ho viaggiato con i soldi che risparmiavo facendo la cameriera.
Nessuno mi ha messo un appartamento sotto il culo e diciamo che ho dovuto sudare. E indirizzare i miei sforzi su cose pratiche e non sulle filosofie.
Ora non so se quanto può essere un discrimine. Nel senso che vedendo i loro sacrifici non ho visto in loro ‘cattiveria’.
Io non ho potuto fare le gite scolastiche, se è per questo. E i viaggi all'estero, fondamentali per approfondire lo studio delle lingue, visto che ho studiato questo, non mi sono stati permessi. Non per mancanza di benessere economico. No era no. Punto.
L' "appartamento sotto il culo" mio fratello lo sta pagando con il mutuo e, prima, con l'affitto che percepiva dall'ex inquilina.
Ma potremmo andare avanti fino a domani, con esempi da entrambe le parti.
Cattiveria magari no, ma mancanza di rispetto sì. Il rispetto si dà anche, a un figlio non si pretende solo.
 

Andromeda4

Utente di lunga data
Ricordiamoci però sempre che non cresciamo su un’isola o in una casa nella prateria… ma pure lì c’erano altri.
Viviamo in una società, direi densa, che ha istituzioni e varie agenzie educative, dalla scuola con compagni di diversa formazione e provenienza, insegnanti, contesti sportivi e i media che propongono molti modelli culturali e di vita.
Certamente la famiglia è importante, ma tutti coloro che la criticano, lo fanno in base alla pluralità di modelli che hanno visto.
La casa nella prateria era in un paese. :ROFLMAO:Una comunità meravigliosa, come è presentata nella sceneggiatura della serie. Poi ho fatto ricerche per conto mio, e ho scoperto che molte situazioni sono state cambiate.
Comunque i miei (non so se ho risposto esattamente alla tua osservazione) non hanno mai voluto guardare oltre la soglia della propria porta. Altre famiglie, che pure frequentavano, quando eravamo piccoli, non sono mai stati fonte di riflessione. Era giusto solo il loro modo di comportarsi.
 

Brunetta

Utente di lunga data
È uscito su Disney la fiction sulla morte di Sarah Scassi.
Tutta la vicenda della scoperta dell’omicidio è avvenuta sotto gli occhi della stampa e delle telecamere.
Il processo, durato mesi, è stato ripreso e ha dimostrato come cercare di accertare i fatti, imponga confronti estenuanti sull’orario di sms e sguardi dei vicini, che complicano tutto in un paesino di 6000 abitanti, dove si conoscono quasi tutti. Eppure dopo più sentenze, a distanza di 14 anni ancora i parenti sostengono versioni diverse.
Eppure le famiglie delle due sorelle davano immagini molto diverse e la più “normale“ appariva quella di Sabrina.
 

Gaia

Utente di lunga data
Nel complesso e
Io non ho potuto fare le gite scolastiche, se è per questo. E i viaggi all'estero, fondamentali per approfondire lo studio delle lingue, visto che ho studiato questo, non mi sono stati permessi. Non per mancanza di benessere economico. No era no. Punto.
L' "appartamento sotto il culo" mio fratello lo sta pagando con il mutuo e, prima, con l'affitto che percepiva dall'ex inquilina.
Ma potremmo andare avanti fino a domani, con esempi da entrambe le parti.
Cattiveria magari no, ma mancanza di rispetto sì. Il rispetto si dà anche, a un figlio non si pretende solo.
Ecco, i mie i no erano per mancanza di soldi.
Non mi hanno detto no per il gusto di farlo.
Ricordo che anche per le prime uscite mio padre mi ci accompagnava e si fermava a pescare fino a tarda notte mentre io ballavo alle feste pur non mandarmi in macchina con altri.
Forse per questo dico che nonostante la loro durezza poi io li ho potuti perdonare.
 

Brunetta

Utente di lunga data
La casa nella prateria era in un paese. :ROFLMAO:Una comunità meravigliosa, come è presentata nella sceneggiatura della serie. Poi ho fatto ricerche per conto mio, e ho scoperto che molte situazioni sono state cambiate.
Comunque i miei (non so se ho risposto esattamente alla tua osservazione) non hanno mai voluto guardare oltre la soglia della propria porta. Altre famiglie, che pure frequentavano, quando eravamo piccoli, non sono mai stati fonte di riflessione. Era giusto solo il loro modo di comportarsi.
Io parlavo dei figli, non dei genitori.
Anche la famiglia di tanti telefilm era la rappresentazione di modelli diversi.
 

danny

Utente di lunga data
Penso che @Brunetta si riferisse ad un fatto di cronaca che coinvolge ragazzini più piccoli.
Boh, sempre raccontato, andavo alle medie e il ragazzo che mi ha puntato il coltello era mio coetaneo.
Normale prassi da periferia milanese.
A New York temo sia anche peggio, per dire.
In Nigeria anche molto peggio.
Nelle favelas di Rio non esci vivo se sei bianco e turista.
E' la vita, non un film.
 

ologramma

Utente di lunga data
Boh, sempre raccontato, andavo alle medie e il ragazzo che mi ha puntato il coltello era mio coetaneo.
Normale prassi da periferia milanese.
A New York temo sia anche peggio, per dire.
In Nigeria anche molto peggio.
Nelle favelas di Rio non esci vivo se sei bianco e turista.
E' la vita, non un film.
credo che lo abbia scritto anche io se no lo ripeto , prima superiore il mio compagno di banco , sciroccato , tira fuori una pistola del padre e inizia ha giocarci , poi la rimette in tasca perchè entra un professore , ti parlo degli anni 63 , per non dirti di altri ragazzi con il coltello o bastoni che si facevano guerra .
 

Banana18

Utente di lunga data
La recente strage di Paderno Dugnano ha suscitato le stesse reazioni di sconcerto del delitto di Turetta di Giula Cecchettin.
Ragazzi normali e famiglie felici.
Cosa si intende con famiglia felice? Io penso che si intenda famiglia benestante o senza problemi economici, simile a noi o a chi conosciamo.
Cosa si intende per ragazzo normale? Uno che va a scuola, studia, fa sport?
Le nostre famiglie, dove ci sono o abbiamo scoperto o dove nascondiamo tradimenti, sono normali? Soprattutto sono felici?
Ma chi dall’esterno può intuire le inquietudini che si agitano tra le quattro mura?
Ho amiche che mi hanno confidato nel tempo preoccupazioni per i figli, vedendo nero il loro futuro e sono pure convinte che i figli non percepiscano la loro sfiducia.
Accettazione. Credo che per essere felici nonostante tutto serva accettazione. Credo che anche per crescere dei comunissimi bambini normali serva accettazione. Credo che non siano semplicemente il riflesso delle nostre aspettative. E che per accettare tutto questo ci voglia tanta tanta introspezione.
 
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