non è una questione quantitativa. tecnicamente anche tu potresti violentare una ragazzaDirei numericamente molto inferiori.
Ma certo, non dovrebbe accadere nemmeno al contrario.
non è una questione quantitativa. tecnicamente anche tu potresti violentare una ragazzaDirei numericamente molto inferiori.
Ma certo, non dovrebbe accadere nemmeno al contrario.
E diciamolo!non è una questione quantitativa. tecnicamente anche tu potresti violentare una ragazza
Vero, @perplesso, ma magari una superiorità fisica può aiutarti a non farti ammazzare a pugni, ad esempio. O ad ammazzare di pugni la vittima.non è una questione quantitativa. tecnicamente anche tu potresti violentare una ragazza
se dai il giro di tre quarti ai testicoli, puoi fare male, tanto. e non ti serve tanta forza. basta anche che il lui sia bevuto a sufficienza per buttarlo giù senza sforzo. le ipotesi anche se minoritarie esistono. e ne va tenuto contoVero, @perplesso, ma magari una superiorità fisica può aiutarti a non farti ammazzare a pugni, ad esempio. O ad ammazzare di pugni la vittima.
Certo che se ti punto una pistola…
Tecnicamente. Ma non abbiamo la stessa aggressività, su. Abbiamo ripetuto in più che si, ci sono anche le donne e funziona anche al contrario.non è una questione quantitativa. tecnicamente anche tu potresti violentare una ragazza
il testosterone non è paragonabile. però io da pischello dei gruppi di ragazze che si picchiano non li ricordo. diciamo che sull'aggressività femminile ci stanno lavorando da anni. e non in senso buonoTecnicamente. Ma non abbiamo la stessa aggressività, su. Abbiamo ripetuto in più che si, ci sono anche le donne e funziona anche al contrario.
Ma non è paragonabile proprio.
Accadute entrambe le coseAh sì… tu prendi a pugni un uomo o lo fai ubriacare per fare sesso con lui?
Pare però, vista la faccina, che tu ti sia divertito.Accadute entrambe le cose![]()
Io credo che la delusione non ci sia perché la relazione non svolga come intendiamo noi altre. C è perché nonostante tutto se ne sentono di ogni colore ogni giorno. E a volte le donne sottomesse giustificano, tollerano, per tutta una serie di motivazioni, restano allibite, sconcertate, si chiedono perché. Più che una pretesa, lo vedo un incoraggiamento a provare a reagire. Perché non se ne può più.Ho letto ora, in ritardo sulla pubblicazione.
E ho pensato che tutti se la cantano e se la suonano.
Pretendiamo che le altre si facciano rispettare su quello che intendiamo noi e, se non riescono, siamo deluse, perché non condividono la nostra idea di relazione.
Intanto accettiamo di tutto nelle nostre relazioni. Perché noi abbiamo le nostre ragioni.
E accettiamo perfino che uomini di cui non ci frega una beata minchia ci dicano che siamo noi che non sappiamo mai niente di niente.
Sì, meglio reagire che no. Anche se a volte (pensa al rapporto con i bambini) scendere sullo stesso campo non ha effetti positivi.Io credo che la delusione non ci sia perché la relazione non svolga come intendiamo noi altre. C è perché nonostante tutto se ne sentono di ogni colore ogni giorno. E a volte le donne sottomesse giustificano, tollerano, per tutta una serie di motivazioni, restano allibite, sconcertate, si chiedono perché. Più che una pretesa, lo vedo un incoraggiamento a provare a reagire. Perché non se ne può più.
Ieri sera ho discusso con un compagno di squadra. In allenamento non ci siamo capiti su una palla in arrivo e ci siamo scontrate io e un' altra con lui. Succede, come succede che ci si manda a fanculo in campo. Ma ci ha urlato in faccia...con un' aggressività mostruosa che io non lo so se gli girava male, non me ne frega niente. Aveva gli occhi di fuori, non si è mai permesso nessuno una cosa del genere. L altra è sbiancata, non è riuscita a dire mezza parola. E io non mi sono tenuta. Sono sempre molto diplomatica, se ho un problema o qualcuno mi fa girare i coglioni ne parlo in maniera educata. Ma mi sono sentita mancata di rispetto che ho urlato più forte di lui andandogli sotto con un "non ti azzardare mai più". Poi c hanno staccato perché una mano in faccia gliela stavo mettendo. Non mi piace reagire così, ma non si può manco non reagire, neanche davanti a episodi che possono sembrare futili perché non sono giustificabili. L altra è rimasta shockata e mi ha detto "ma perché ha fatto così, ma che gli ha preso?". Le ho risposto "non mi interessa perché, ma i piedi in testa e la mancanza di rispetto proprio no." Al suo grazie le ho detto che non doveva assolutamente ringraziarmi, ma che doveva farsi sentire anche lei. Ecco, se becchi una persona fragile, debole, che rimane allibita, spiazzata, le fai male. E credo che bisogna spronare a reagire quando il rispetto viene a mancare, anche se non è la stessa relazione. Non si può pretendere, ma provare a fare capire si. È un esempio sciocco rispetto a molto altro, ma trovo importante che ci sia voce in certe situazioni.
Sono d accordoSì, meglio reagire che no. Anche se a volte (pensa al rapporto con i bambini) scendere sullo stesso campo non ha effetti positivi.
Ma io parlavo di cose molto meno evidenti.
Io mi riferivo alla acquiescenza nei confronti del collega che non solo fa battute, ma cerca complicità nelle altre donne e le trova, nall’accodarsi nello sminuire gli eventi che riguardano altre, nell’accettare relazioni in cui le modalità sono scelte da lui o anche accettare che le altre se la siano cercata, sia che si tratti del tradimento, sia l’esposizione di foto, sia il pettegolezzo che isola.
Io non sono assolutamente capace di reagire.Io credo che la delusione non ci sia perché la relazione non svolga come intendiamo noi altre. C è perché nonostante tutto se ne sentono di ogni colore ogni giorno. E a volte le donne sottomesse giustificano, tollerano, per tutta una serie di motivazioni, restano allibite, sconcertate, si chiedono perché. Più che una pretesa, lo vedo un incoraggiamento a provare a reagire. Perché non se ne può più.
Ognuno è responsabile di sé.Io non sono assolutamente capace di reagire.
Ma, forse per questo, per il fatto che riconosco in me una certa sottomissione, a me non è mai passato per l'anticamera del cervello di chiedermi perché non lo facciano altre o di valutarle in base a ciò che accettano in una relazione.
Capisco che possa essere fatto per incoraggiare, lo capisco, ma alla fine questi discorsi portano facilmente alla colpevolizzazione della vittima.
Penso sia più efficace mettere l'accento sulla responsabilità condivisa, di tutti.
it.wikipedia.org
Qui c è un segno. Pollice chiuso nelle 4 dita. Lo mostri in alto se ti senti in pericolo.Esiste in Italia, Ask for Angela?
e' una sort di codice.
Qui in UK se sei in un bar, in una discoteca, club ma anche ristorante e ti senti molestata, infastidita da un uomo o piu, vai al bancone del bar o dietro cassa e chiedi di Angela. lo staff si allerta e ti aiutano a lasciare il locale in modo sicuro, chiamano qualcuno per farti venire a prendere o se necessario la polizia.
quello penso sia universale. ho visto dei video promozione americani al riguardo. anche sulla pizzaQui c è un segno. Pollice chiuso nelle 4 dita. Lo mostri in alto se ti senti in pericolo.
Ne ho sentito parlare, hanno fatto anche una prova quelli delle Iene, ma non è un segnale molto conosciuto. È più conosciuto il gesto della mano.Esiste in Italia, Ask for Angela?
e' una sort di codice.
Qui in UK se sei in un bar, in una discoteca, club ma anche ristorante e ti senti molestata, infastidita da un uomo o piu, vai al bancone del bar o dietro cassa e chiedi di Angela. lo staff si allerta e ti aiutano a lasciare il locale in modo sicuro, chiamano qualcuno per farti venire a prendere o se necessario la polizia.
Non lo conosco.Ne ho sentito parlare, hanno fatto anche una prova quelli delle Iene, ma non è un segnale molto conosciuto. È più conosciuto il gesto della mano.