Un'altra ragazza scomparsa

Pincopallino

Utente di lunga data
io, da favorevole alla pena di morte per questioni puramente economiche, vedo che ove presente, gli omicidi continuano.
Non sarà che l’animo umano, a prescindere dalle pene, si porta dietro una carenza culturale secolare che non compensi con un semplice inasprimento di una pena?
Che poi non capisco perché chiamarlo femminicidio.
Chi uccide un uomo mica commette una maschicidio.
Un omicidio è un omicidio e bon.
 

Brunetta

Utente di lunga data
O meglio, mi conferma, che le donne sono contro le donne, molto più spesso di quanto si pensi.
Certamente molte persone, consapevoli o no, si adeguano al pensiero di chi ritengono abbia il potere.
 

Pincopallino

Utente di lunga data
Quanti genitori alcolizzati, tossici, violenti hanno generato figli meravigliosi?
Il ruolo di genitore è difficile ed oggi, pensando alla morte di Giulia, c'è il dolore anche di due genitori, quelli di Filippo, che saranno giudicati e stigmatizzati a vita. Saranno condannati a sentirsi in colpa per non aver educato il figlio, per non aver visto in quegli occhi la cattiveria, per aver messo al mondo un mostro.
Invidio la sicurezza di quelli che dicono che i loro figli non sarebbero capaci di fare cose del genere.
Il mio figlio più grande poco fa mi ha detto: potrei essere io.
 

Paolo78mi

Milano :-)
io, da favorevole alla pena di morte per questioni puramente economiche, vedo che ove presente, gli omicidi continuano.
Non sarà che l’animo umano, a prescindere dalle pene, si porta dietro una carenza culturale secolare che non compensi con un semplice inasprimento di una pena?
Che poi non capisco perché chiamarlo femminicidio.
Chi uccide un uomo mica commette una maschicidio.
Un omicidio è un omicidio e bon.
Perchè l'uomo essendo FISICAMENTE più forte (poi ci sono le eccezioni) ha sempre avuto il Dominio fisico sulla Donna (sia in maniera fisica che mentale)... Ciò dalla Preistoria...
Questa povera Ragazza 20enne non si sarebbe mai aspettata una fine così tragica.... Se ci usciva ancora in Amicizia pur avendo chiuso la storia....Significava solo che per lei non c'erano problemi.
E INVECE........
Speriamo che lo appendano come hanno fatto con Mussolini....
 

jack-jackson

Utente di lunga data
Hanno detto che il ragazzo abbia avuto qualche squilibrio dopo che si sono lasciati la prima volta, addirittura ha più volte espresso volontà di togliersi la vita... mi chiedo cosa hanno fatto i suoi genitori in tutto ciò
 

Marjanna

Utente di lunga data
Sottotitolo:Ma i genitori conoscono bene loro figli?
Dopo l'ennesimo femminicidio...mi colpisce il fatto...che i genitori di lui..
hanno.. fin dal primo giorno della sparizione della ragazza...sempre affermato che il loro figlio
"è un bravo ragazzo"
Ma dato che è prassi di tutti i genitori "difendere" i loro figli
Allora mi chiedo...ma conoscono bene i loro figli?
Oppure li difendono sempre a prescindere... pure se hanno commesso un delitto?????
Sono punti di vista. Anche io ho visto i genitori nelle dichiarazioni pubbliche, e non ho interpretato le loro parole come una difesa.
La madre mi ha fatto pensare ad una persona sotto shock, lo sguardo quasi fisso, tipo pietrificata.
Il padre ha detto una frase, poi riportata ovunque, incalzato dal giornalista a dire qualcosa.
Io credo che in loro si sia attuata una qualche forma di meccanismo di difesa, ma non relativa al possibile omicidio, ovvero un occultamento conscio di parole, per sminuire quanto accaduto, ma in protezione di se stessi, a livello inconscio.
Specialmente la madre. Credo anche lei avrà bisogno di supporto.
Non oso immaginare cosa può provare. Lei è la creatrice della creatura nera. Non credere non volga lo sguardo a se stessa.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Hanno detto che il ragazzo abbia avuto qualche squilibrio dopo che si sono lasciati la prima volta, addirittura ha più volte espresso volontà di togliersi la vita... mi chiedo cosa hanno fatto i suoi genitori in tutto ciò
Non lo diranno mai, perchè sarebbe come tirar giù un polverone sulla case farmaceutiche, troppi interessi dietro, ma io quando sento ste cose vorrei tanto sapere se la persona ha preso farmaci, quali, e da quanto li assumeva.
 

perplesso

Administrator
Staff Forum
Perchè l'uomo essendo FISICAMENTE più forte (poi ci sono le eccezioni) ha sempre avuto il Dominio fisico sulla Donna (sia in maniera fisica che mentale)... Ciò dalla Preistoria...
Questa povera Ragazza 20enne non si sarebbe mai aspettata una fine così tragica.... Se ci usciva ancora in Amicizia pur avendo chiuso la storia....Significava solo che per lei non c'erano problemi.
E INVECE........
Speriamo che lo appendano come hanno fatto con Mussolini....
siccome 3 discussioni sullo stesso argomento sono eccessive, ho accorpato la tua con quella principale
 

Marjanna

Utente di lunga data
Parto dalla fine. Il programma me lo ricordo bene, avevo 25 anni circa quando lo trasmettevano. Non so se fosse in diretta, ma non credo fosse tagliato. Era sicuramente organizzato in modo da suscitare sorprese, quindi non poteva essere tutto "liscio". È stato solo l' inizio, poi da là, arrivò C'è posta per te e i suoi fratelli. E tutto è diventato talmente macroscopico da essere grottesco.
Anche ai tempi di quando ero universitaria, ne vivevo e ne ascoltavo di storie. Ed era tutto vissuto, come dire, più dignitosamente. Non che non ci fossero, come hai detto giustamente. Ma ci se ne faceva una ragione.
Io trovavo grottesca anche quella trasmissione, era mia madre che la guardava.
Però il mio sguardo era ancora parecchio "infantile", nel senso che non ci vedevo risvolti strani, solo pochezza nel non sapersi porre autonomamente con la persona con cui si sarebbe eventualmente voluto un rapporto, e il mio sguardo verso i partecipanti era di plebe.

Non lo so se c’è rapporto tra i mezzi di comunicazione privata e la capacità di elaborare le relazioni.
I tempi lunghi potrebbero anche favorire la ruminazione.
Non so nemmeno se il fenomeno sia grave o se siano difficoltà ad accettare di essere lasciati sempre presenti.
Mia madre raccontava di uno che l’aveva minacciata di farle lo sfregio perché non era uscita con lui dopo un paio di caffè.
Il discorso è che adesso girano post nel web, in una partecipazione comune di chiunque (noi compresi), a fronte di varie notizie. Di questa particolarmente.
E allora leggi le dichiarazioni di altri. Il sito La Nazione riporta nel titolo “Giulia Cecchettin ennesima vittima di analfabetismo sentimentale”: le parole di Elena Sofia Ricci
Poi si legge essere una frase postata su Instagram dall’attrice. E non si legge niente di interessante in articolo, ma viene ripetuta la tempistica già nota degli eventi che si sono susseguiti.

Giulia vittima di analfabetismo sentimentale, quindi vittima non di un carnefice, mostro, ma del suo analfabetismo sentimentale. Ci può stare, più concreta, anche se serve spunti un cadavere il giorno prima, per esprimerle certe parole, o perchè vengano postate su Instagram.
Sarebbe da proporre un servizio militare sentimentale per le donne, e non è per sarcasmo. Richiedere pene più severe, non mi pare serva a qualcosa.
Dobbiamo noi munirci di "armi", non necessariamente fisiche, ma quello che credo arrivi ad ogni donna è che la possibilità di abuso è dentro ogni uomo, sappiamo benissimo quanto la parola denuncia purtroppo lasci il tempo che trova, e quindi la soluzione è diventare metaforicamente un Clint Eastwood dei western e andare a dormire con la pistola sotto il cuscino.

L'ha detto suo padre, durante l'intervista balbettava
Qualche squilibrio non dice niente di specifico. Bisogna capire cosa si intendeva.
 

jack-jackson

Utente di lunga data
Io trovavo grottesca anche quella trasmissione, era mia madre che la guardava.
Però il mio sguardo era ancora parecchio "infantile", nel senso che non ci vedevo risvolti strani, solo pochezza nel non sapersi porre autonomamente con la persona con cui si sarebbe eventualmente voluto un rapporto, e il mio sguardo verso i partecipanti era di plebe.



Il discorso è che adesso girano post nel web, in una partecipazione comune di chiunque (noi compresi), a fronte di varie notizie. Di questa particolarmente.
E allora leggi le dichiarazioni di altri. Il sito La Nazione riporta nel titolo “Giulia Cecchettin ennesima vittima di analfabetismo sentimentale”: le parole di Elena Sofia Ricci
Poi si legge essere una frase postata su Instagram dall’attrice. E non si legge niente di interessante in articolo, ma viene ripetuta la tempistica già nota degli eventi che si sono susseguiti.

Giulia vittima di analfabetismo sentimentale, quindi vittima non di un carnefice, mostro, ma del suo analfabetismo sentimentale. Ci può stare, più concreta, anche se serve spunti un cadavere il giorno prima, per esprimerle certe parole, o perchè vengano postate su Instagram.
Sarebbe da proporre un servizio militare sentimentale per le donne, e non è per sarcasmo. Richiedere pene più severe, non mi pare serva a qualcosa.
Dobbiamo noi munirci di "armi", non necessariamente fisiche, ma quello che credo arrivi ad ogni donna è che la possibilità di abuso è dentro ogni uomo, sappiamo benissimo quanto la parola denuncia purtroppo lasci il tempo che trova, e quindi la soluzione è diventare metaforicamente un Clint Eastwood dei western e andare a dormire con la pistola sotto il cuscino.



Qualche squilibrio non dice niente di specifico. Bisogna capire cosa si intendeva.
Uno che pensa al suicidio perché non ricambiato...qualcosa dovrebbe scattare nella testa dei genitori.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io trovavo grottesca anche quella trasmissione, era mia madre che la guardava.
Però il mio sguardo era ancora parecchio "infantile", nel senso che non ci vedevo risvolti strani, solo pochezza nel non sapersi porre autonomamente con la persona con cui si sarebbe eventualmente voluto un rapporto, e il mio sguardo verso i partecipanti era di plebe.



Il discorso è che adesso girano post nel web, in una partecipazione comune di chiunque (noi compresi), a fronte di varie notizie. Di questa particolarmente.
E allora leggi le dichiarazioni di altri. Il sito La Nazione riporta nel titolo “Giulia Cecchettin ennesima vittima di analfabetismo sentimentale”: le parole di Elena Sofia Ricci
Poi si legge essere una frase postata su Instagram dall’attrice. E non si legge niente di interessante in articolo, ma viene ripetuta la tempistica già nota degli eventi che si sono susseguiti.

Giulia vittima di analfabetismo sentimentale, quindi vittima non di un carnefice, mostro, ma del suo analfabetismo sentimentale. Ci può stare, più concreta, anche se serve spunti un cadavere il giorno prima, per esprimerle certe parole, o perchè vengano postate su Instagram.
Sarebbe da proporre un servizio militare sentimentale per le donne, e non è per sarcasmo. Richiedere pene più severe, non mi pare serva a qualcosa.
Dobbiamo noi munirci di "armi", non necessariamente fisiche, ma quello che credo arrivi ad ogni donna è che la possibilità di abuso è dentro ogni uomo, sappiamo benissimo quanto la parola denuncia purtroppo lasci il tempo che trova, e quindi la soluzione è diventare metaforicamente un Clint Eastwood dei western e andare a dormire con la pistola sotto il cuscino.



Qualche squilibrio non dice niente di specifico. Bisogna capire cosa si intendeva.
Credo che la Ricci intendesse analfabetismo sentimentale dell’assassino, non della vittima.
Si fanno molte polemiche per gli interventi dei giornalisti e di chiunque sui social.
Ma non sono convinta che determinino alcunché.
Basta vedere anche qui come ognuno cerchi solo conferme.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Uno che pensa al suicidio perché non ricambiato...qualcosa dovrebbe scattare nella testa dei genitori.
Voi (plurale perché non dico a te come genitore, ma puoi rispondere come individuo) se vi sentiste così destabilizzati dalla fine di una storia o se vedeste un figlio o una figlia così sconvolti da fare pensieri suicidi oppure omicidi, magari non confidati a voi, ma a un amico che ve ne parla, cosa fareste?
 

Alphonse02

Utente di lunga data
Tu hai visitato le carceri italiane? A che età? Ritieni sia stato formativo per farti avere una "buona condotta"?
Sì, ho visitato carceri in Italia, negli USA ed in altri posti e, poi, nella mia attività ho avuto contatti per lavoro, diciamo, con malviventi fuori e dentro la prigione.

Ho iniziato a 21 anni, studente di giurisprudenza, ero in campeggio all' isola Elba con la mia fidanzata (che sarebbe divenuta mia moglie) e visitai il penitenziario di Porto Azzurro. Gli altri amici erano andati a vedere la residenza di Napoleone, io ho preferito parlare con gli ergastolani . Gente interessante, sofferente e rassegnata, senza prospettive (allora, era davvero fine pena mai) con l'illusione della revisione o della grazia e tanta voglia di parlare.

Appena laureato, sono partito per il servizio di leva e sono stato assegnato in un centro di addestramento reclute dell'Esercito (fanteria) in Piemonte, IV Corpo d'Armata Alpino, dove confluivano per la maggior parte diciottenni da carceri minorili della Sardegna, Sicilia, e regioni del Sud. Caserma antica, con poco riscaldamento (dormivamo in tuta da combattimento, facendo uso delle 3 coperte di dotazione individuale), un freddo cane (anche -17°C), neve, rancio appena passabile, ufficiali ed istruttori per lo più stronzi, necessità di difenderti (con catene e coltelli), insomma un ambientino non piacevole. Ma, alla fine, salvo qualche eccezione ed una polmonite, lunghe ore per parlare tra noi di casa, delle famiglie e delle ragazze (specie, con quelli che ricevevano lettere delle fidanzate che li lasciavano, per approfittare della loro assenza e non rischiare le botte), un discreto cameratismo e solidarietà umana tra molti di noi.
Fuori della caserma no. Eravamo costretti a trascorrere le ore di libera uscita in divisa (requisiti gli abiti da civile), con una stellina sul cappotto d'ordinanza (le mostrine del corpo di assegnazione rinviate al termine dell'addestramento). Eravamo riconoscibilissimi e chiaramente visti con ostilità e prevenzione dalla popolazione locale (comprese le ragazze): un periodo vissuto da discriminato come lo erano i miei camerati, due mesi senza licenze (max due giorni) per quelli che, non pregiudicati o puniti, erano troppo lontani da casa. Venivamo controllati dalle ronde della Polizia, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza che rendevano difficili le poche ore di libera uscita.

Poi, per lavoro (non da arrestato, ci tengo a precisarlo) sono andato per colloqui in varie carceri italiane: per lo più, Sollicciano (FI), Regina Coeli (RM), Poggioreale (NA). Quando sono andato a studiare all'Università di California, ho avuto modo di visitare due penitenziari negli USA di massima sicurezza (uno federale ed uno statale). Il mio relatore di laurea faceva, pro bono, parte di un'associazione californiana per la tutela dei condannati a morte privi di mezzi (per lo più di colore ed ispanici) e mi ha portato con sé.

Tutte esperienze che mi hanno formato.

Personalmente ho qualche dubbio che la minaccia possa essere preventiva, in termini di formazione.
Non è una minaccia, è diverso.
Visiti una prigione da libero, ma hai un piccolo, piccolissimo assaggio di cosa aspettarti se ti metti nei guai. Una specie di vaccino. Non ti salva in assoluto ma aiuta dandoti un'idea.

Nella mia esperienza, ho conosciuto torme di violenti a parole e con gli indifesi. Con quelli che li trattano senza mostrare timore e con fermezza, la piantano subito. Perché i violenti sono spesso dei gran vigliacchi.

Molti anni fa, due nipoti di mia moglie, appena diciottenni, li portai a vedere dei processi in Corte d'Assise con imputati detenuti. Vedere uomini in gabbie, scortati da guardie penitenziarie ammanettati li impressionò molto. A distanza di anni, me lo ricordano e mi ringraziano. Probabilmente, qualche volta ci hanno pensato ed hanno filato dritti. Qualche loro amico, no.

Una frase che sentii in passato, fu circa questa "le leggi servono per saperle usare" o un termine simile, con un senso tipo aggirarle, mentre io vedevo un qualcosa di finito in qualche modo in una legge, un senso di norma, di condotta appunto. La frase citata, era stata espressa da un avvocato, non giovane.
C'è una diffusa idea che le leggi siano fatte per essere aggirate e che nessuno venga punito davvero. Che gli avvocati siano degli intrallazzatori ed opportunisti, che trovano sempre cavilli ed espedienti, ed i giudici dei corrotti o collusi. I poliziotti dei violenti e faziosi, quando non sono disonesti.

A parte i film, che si concentrano sui casi-limite, e chi ama raccontare storie eclatanti per le più svariate ragioni, spessissimo si esagera, qualche volta per interesse o per vanteria.
Poi, come capita nella vita, ci sono le eccezioni (penso ai casi Cucchi, Mollicone, E. Orlandi, tanto per fare esempi). O quei casi nei quali la verità è stata celata dietro il segreto di Stato (es. la strage di Ustica del DC-9 Itavia).

Certamente ci sono dei delinquenti anche tra gli operatori del settore giustizia, come in tutte le categorie (dai panettieri agli imprenditori).
Ma nella grande maggioranza essi sono onesti e fanno il loro lavoro secondo le loro capacità (grande o modesta che sia). Talvolta qualcuno fa il suo dovere con sofferenza silenziosa.

Se hai il dovere (costituzionale) di difendere anche uno che ha commesso un grave reato, talvolta gravissimo ed odioso, qualcuno lo deve fare. Non è facile, ma lo devi fare secondo coscienza.
Così arrestare qualcuno destinatario di un mandato di cattura, pure se sembra un poveraccio, incapace di violenza, che ti fa pena.
Un magistrato inquirente (che sostiene la pubblica accusa) deve formulare le accuse nel modo più preciso possibile, a prescindere da chi sia l'imputato. Sforzandosi di essere obiettivo.
Poi, un magistrato giudicante deve fare, forse, il lavoro più difficile e spesso ingrato: giudicare atti e comportamenti, incidendo nella vita di persone (anche solo patrimonialmente), sapendo che l'errore è sempre dietro l'angolo. E che qualche dubbio di essere incorso in sviste ti può venire di notte a complicare il sonno.

Il vero problema della giustizia italiana è che risulta terribilmente lenta. Quando la sentenza diviene definitiva le persone sono cambiate, le attività economiche possono essere cessate, e sembra quasi un'ingiustizia essere puniti dopo tanto tempo o trovarsi una decisione favorevole che non può essere eseguita utilmente.

Però, abbiamo un sistema penale che offre molte più garanzie di difesa di tanti paesi (USA compresi), se ti capitasse di essere inquisito. Che è un bene, spesso non compreso.

Infatti, la tentazione di una giustizia sommaria, ma rapida, cresce.
 
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