jack-jackson
Utente di lunga data
Chi non vorrebbe una collega così ?No no
Mica lo vorresti solo tu
Chi non vorrebbe una collega così ?No no
Mica lo vorresti solo tu
Non lo so come faccio, lo faccio e bastaNon puoi semplicemente spiegare come fai a mantenere il controllo in modo così selettivo? Non è che alla persona coinvolta dici "Aspetta un attimo, spacco una libreria e torno".
Voi in ufficio tutti uomini?Chi non vorrebbe una collega così ?![]()
Io le caramelle non le mangioAd oggi non ne ho avute di colleghe così, però mi ricordo di una signora durante lo stage che ho svolto al comune durante le superiori, durante la pausa del caffè diceva che le piaceva ciucciuare le caramelle... ma io all'epoca ero troppo innocente per capire cosa intendesse @omicron
Ho una collega con cui ci ho pure litigatoVoi in ufficio tutti uomini?
Io le caramelle non le mangio
Ciucciale tuHo una collega con cui ci ho pure litigato
Le bisogna ciucciarle, non mangiale... le caramelle
Quando ho il mal di gola mi ciuccio le fisherman's al gusto di liquiriziaCiucciale tu
A me non piacciono
BravoQuando ho il mal di gola mi ciuccio le fisherman's al gusto di liquirizia
Mi sa che non hai colto quello che volevo dire col mio esempio. La cosa grave è che nonostante non abbia mai avuto nemmeno l'istinto di alzare le mani contro qualcuno in 50 anni, ho rischiato seriamente di fare e farmi del male in un episodio che coinvolgeva mio figlio, in quel momento non ci vedevo più e non so davvero cosa mi abbia trattenuto. Il che mi ha spaventato perché è come dire che potenzialmente ci può essere un mostro in ognuno in attesa solo del segnale giusto per essere risvegliato. Altro che distanza fra i mostri e quelli bravi..Tra urlare e uccidere ci sono molti passaggi. È talmente evidente che non capisco perché si senta la necessità di ribadirlo.
Il problema è che si vuole il mostro. Si vuol mettere una distanza incolmabile tra chi agisce la rabbia e noi, quelli bravi.
Ma se chi agisce la rabbia è totalmente diverso non potremmo mai capire prima il suo disagio che inizia molto molto prima.
In parte però tu riveli una sorta di senso di colpa, percui noi si debba vivere povertà e guerra.Quello che non emerge è che noi abbiamo vissuto nel posto migliore del mondo per tante ragioni e nel periodo migliore.
Non siamo i nostri nonni sfollati sotto i bombardamenti, mio padre per esempio, bambino, con sua sorella bambina che cercava il latte contingentato per poterlo nutrire, mandato in Svizzera come i bambini denutriti di allora.
Non abbiamo visto morti, sangue, vendette, atti di pura malvagità come loro.
Non siamo gli abitanti di un qualsiasi slum nel mondo, i Cinesi con uno stato di merda, gli argentini tra un fallimento e l'altro.
Non siamo neanche un maschio ucraino costretto a crepare per una guerra del cazzo, una delle 59 nel mondo peraltro.
Questa condizione non è eterna.
Mantenerla dipende solo dal constatare quanto sia precaria.
Non c'è niente di più precario di qualcosa che sia oggetto di desiderio e invidia altrui.
Proprio in questi giorni mi è capitato di sentire alla radio parlare una psicologa che appunto diceva che comunque l'uomo ha una natura da predatore...ci siamo messi in cima alla catena alimentare e ci cibiamo di carne... ciò che ci salva è il sapere ragionare...solo questo trattiene il nostro naturale istinto...il problema è quando la ragione viene sovrastata dall'istinto.Mi sa che non hai colto quello che volevo dire col mio esempio. La cosa grave è che nonostante non abbia mai avuto nemmeno l'istinto di alzare le mani contro qualcuno in 50 anni, ho rischiato seriamente di fare e farmi del male in un episodio che coinvolgeva mio figlio, in quel momento non ci vedevo più e non so davvero cosa mi abbia trattenuto. Il che mi ha spaventato perché è come dire che potenzialmente ci può essere un mostro in ognuno in attesa solo del segnale giusto per essere risvegliato. Altro che distanza fra i mostri e quelli bravi..
Io sono abbastanza pessimista.In parte però tu riveli una sorta di senso di colpa, percui noi si debba vivere povertà e guerra.
Non pensi che si debba conservare e migliorare, pensi che in fondo sarebbe giusto che vivessimo anche noi situazioni di sorte estrema. E non ne sono stupita, visto che abbiamo vissuto circa gli stessi decenni, siamo tutti stati formati con una forte influenza cattolica, e certi riflessioni le ho lette e condivise più volte da più utenti in questo forum. Non è che abbiamo pensieri tanto distanti.
Però ti faccio notare, visto che sei genitore, tu come la maggiorparte di altri qui, che ciò che tu farai, ciò a cui aprirai le porte, percui ti farai partecipe per mettere terreno, a livello mentale prima di tutto, tu lo vivrai solo in piccola parte, e invece se lo beccherà tua figlia, e tua nipote.
Parli del lavoro in nero delle povere badanti ucraine, eppure ci sono aziende che sono andate avanti anni con un tour-over di stagisti che vanno a lavorare gratis, ed è legale.
I tuoi genitori in che anni sono nati?Io sono abbastanza pessimista.
Non ritengo che, dati i presupposti e la tendenza, il nostro mondo possa migliorare. Il periodo di maggior vivibilità è alle spalle.
Posso fare qualcosa?
Credo che la maggior parte delle persone nemmeno si renda conto di cosa sia il peggio che potrebbe arrivare.
Senza consapevolezza non puoi agire.
E non sto parlando di cambiamenti climatici.
Adesso si capisce.Mi sa che non hai colto quello che volevo dire col mio esempio. La cosa grave è che nonostante non abbia mai avuto nemmeno l'istinto di alzare le mani contro qualcuno in 50 anni, ho rischiato seriamente di fare e farmi del male in un episodio che coinvolgeva mio figlio, in quel momento non ci vedevo più e non so davvero cosa mi abbia trattenuto. Il che mi ha spaventato perché è come dire che potenzialmente ci può essere un mostro in ognuno in attesa solo del segnale giusto per essere risvegliato. Altro che distanza fra i mostri e quelli bravi..
Fine guerra.I tuoi genitori in che anni sono nati?
45 allora. Circa come i miei (46/47). Quindi tu hai sentito dai nonni i ricordi della guerra. I tuoi genitori hanno vissuto la loro infanzia nel dopoguerra.Fine guerra.
Anche io sono nato come i tuoi genitori,di cose ne potrei raccontare molte perché mio padre si fece otto anni tra militare e guerra ,mia madre fu malmenata con un calcio da un tedesco che forse gli causò l'atrofizzazione di un rene, i miei nonni uno troppo anziano per la prima guerra mondiale l'altro invece si era del 94.45 allora. Circa come i miei (46/47). Quindi tu hai sentito dai nonni i ricordi della guerra. I tuoi genitori hanno vissuto la loro infanzia nel dopoguerra.
Hanno vissuto la loro adolescenza negli anni 60, si saranno sposati circa negli anni 70. Non mi dilungo nel dettaglio dei decenni. Non so in che anno si separano. Tu -poi mi dirai se sbaglio- non sei cresciuto sentendo un senso di attacco, di possibile guerra (non intendo quello tra i tuoi, intendo una vera guerra, sentire da piccoli di tante persone morte o cose simili). I tuoi ti avranno parlato quando eri piccolo, prova a pensare a cosa ti viene in mente, tipo mio papà mi raccontava di quando andavano dal contadino a rubare la frutta, e che gli correva dietro con la forca, o di quando vedeva sua mamma (sarta) che si sorbiva i commenti delle signorotte del paese, con i "culoni" e i lavori che chiedevano a sua mamma... ect
Prova a pensare a tua figlia. Lei cosa ha sentito raccontare dai suoi nonni. E cosa da te.
La maggior parte dei racconti erano di rimpianto per un mondo meno degradato, ma io sono cresciuto nell'epoca in cui era normale dire a un bambino di non accettare niente all'uscita delle elementari perché poteva essere droga e d'altronde i giardinetti erano out per le siringhe e i tossici. Il rimpianto era per un mondo più onesto, dove le porte erano aperte e ci si conosceva tutti.45 allora. Circa come i miei (46/47). Quindi tu hai sentito dai nonni i ricordi della guerra. I tuoi genitori hanno vissuto la loro infanzia nel dopoguerra.
Hanno vissuto la loro adolescenza negli anni 60, si saranno sposati circa negli anni 70. Non mi dilungo nel dettaglio dei decenni. Non so in che anno si separano. Tu -poi mi dirai se sbaglio- non sei cresciuto sentendo un senso di attacco, di possibile guerra (non intendo quello tra i tuoi, intendo una vera guerra, sentire da piccoli di tante persone morte o cose simili). I tuoi ti avranno parlato quando eri piccolo, prova a pensare a cosa ti viene in mente, tipo mio papà mi raccontava di quando andavano dal contadino a rubare la frutta, e che gli correva dietro con la forca, o di quando vedeva sua mamma (sarta) che si sorbiva i commenti delle signorotte del paese, con i "culoni" e i lavori che chiedevano a sua mamma... ect
Prova a pensare a tua figlia. Lei cosa ha sentito raccontare dai suoi nonni. E cosa da te.