Un'altra ragazza scomparsa

jack-jackson

Utente di lunga data
Ad oggi non ne ho avute di colleghe così, però mi ricordo di una signora durante lo stage che ho svolto al comune durante le superiori, durante la pausa del caffè diceva che le piaceva ciucciuare le caramelle... ma io all'epoca ero troppo innocente per capire cosa intendesse @omicron
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante
Non puoi semplicemente spiegare come fai a mantenere il controllo in modo così selettivo? Non è che alla persona coinvolta dici "Aspetta un attimo, spacco una libreria e torno".
Non lo so come faccio, lo faccio e basta
mi devo sfogare ma non lo faccio mai contro qualcuno e non dico neanche niente a nessuno senza sapere cosa stia dicendo
Anche da piccola, quando tiravo i bicchieri, li tiravo contro il muro mica addosso a qualcuno
 

omicron

Pigra, irritante e non praticante

ParmaLetale

Utente cornasubente per diritto divino
Tra urlare e uccidere ci sono molti passaggi. È talmente evidente che non capisco perché si senta la necessità di ribadirlo.
Il problema è che si vuole il mostro. Si vuol mettere una distanza incolmabile tra chi agisce la rabbia e noi, quelli bravi.
Ma se chi agisce la rabbia è totalmente diverso non potremmo mai capire prima il suo disagio che inizia molto molto prima.
Mi sa che non hai colto quello che volevo dire col mio esempio. La cosa grave è che nonostante non abbia mai avuto nemmeno l'istinto di alzare le mani contro qualcuno in 50 anni, ho rischiato seriamente di fare e farmi del male in un episodio che coinvolgeva mio figlio, in quel momento non ci vedevo più e non so davvero cosa mi abbia trattenuto. Il che mi ha spaventato perché è come dire che potenzialmente ci può essere un mostro in ognuno in attesa solo del segnale giusto per essere risvegliato. Altro che distanza fra i mostri e quelli bravi..
 

Marjanna

Utente di lunga data
Quello che non emerge è che noi abbiamo vissuto nel posto migliore del mondo per tante ragioni e nel periodo migliore.
Non siamo i nostri nonni sfollati sotto i bombardamenti, mio padre per esempio, bambino, con sua sorella bambina che cercava il latte contingentato per poterlo nutrire, mandato in Svizzera come i bambini denutriti di allora.
Non abbiamo visto morti, sangue, vendette, atti di pura malvagità come loro.
Non siamo gli abitanti di un qualsiasi slum nel mondo, i Cinesi con uno stato di merda, gli argentini tra un fallimento e l'altro.
Non siamo neanche un maschio ucraino costretto a crepare per una guerra del cazzo, una delle 59 nel mondo peraltro.

Questa condizione non è eterna.
Mantenerla dipende solo dal constatare quanto sia precaria.
Non c'è niente di più precario di qualcosa che sia oggetto di desiderio e invidia altrui.
In parte però tu riveli una sorta di senso di colpa, percui noi si debba vivere povertà e guerra.
Non pensi che si debba conservare e migliorare, pensi che in fondo sarebbe giusto che vivessimo anche noi situazioni di sorte estrema. E non ne sono stupita, visto che abbiamo vissuto circa gli stessi decenni, siamo tutti stati formati con una forte influenza cattolica, e certi riflessioni le ho lette e condivise più volte da più utenti in questo forum. Non è che abbiamo pensieri tanto distanti.
Però ti faccio notare, visto che sei genitore, tu come la maggiorparte di altri qui, che ciò che tu farai, ciò a cui aprirai le porte, percui ti farai partecipe per mettere terreno, a livello mentale prima di tutto, tu lo vivrai solo in piccola parte, e invece se lo beccherà tua figlia, e tua nipote.
Parli del lavoro in nero delle povere badanti ucraine, eppure ci sono aziende che sono andate avanti anni con un tour-over di stagisti che vanno a lavorare gratis, ed è legale.
 

CIRCE74

Utente di lunga data
Mi sa che non hai colto quello che volevo dire col mio esempio. La cosa grave è che nonostante non abbia mai avuto nemmeno l'istinto di alzare le mani contro qualcuno in 50 anni, ho rischiato seriamente di fare e farmi del male in un episodio che coinvolgeva mio figlio, in quel momento non ci vedevo più e non so davvero cosa mi abbia trattenuto. Il che mi ha spaventato perché è come dire che potenzialmente ci può essere un mostro in ognuno in attesa solo del segnale giusto per essere risvegliato. Altro che distanza fra i mostri e quelli bravi..
Proprio in questi giorni mi è capitato di sentire alla radio parlare una psicologa che appunto diceva che comunque l'uomo ha una natura da predatore...ci siamo messi in cima alla catena alimentare e ci cibiamo di carne... ciò che ci salva è il sapere ragionare...solo questo trattiene il nostro naturale istinto...il problema è quando la ragione viene sovrastata dall'istinto.
 

danny

Utente di lunga data
In parte però tu riveli una sorta di senso di colpa, percui noi si debba vivere povertà e guerra.
Non pensi che si debba conservare e migliorare, pensi che in fondo sarebbe giusto che vivessimo anche noi situazioni di sorte estrema. E non ne sono stupita, visto che abbiamo vissuto circa gli stessi decenni, siamo tutti stati formati con una forte influenza cattolica, e certi riflessioni le ho lette e condivise più volte da più utenti in questo forum. Non è che abbiamo pensieri tanto distanti.
Però ti faccio notare, visto che sei genitore, tu come la maggiorparte di altri qui, che ciò che tu farai, ciò a cui aprirai le porte, percui ti farai partecipe per mettere terreno, a livello mentale prima di tutto, tu lo vivrai solo in piccola parte, e invece se lo beccherà tua figlia, e tua nipote.
Parli del lavoro in nero delle povere badanti ucraine, eppure ci sono aziende che sono andate avanti anni con un tour-over di stagisti che vanno a lavorare gratis, ed è legale.
Io sono abbastanza pessimista.
Non ritengo che, dati i presupposti e la tendenza, il nostro mondo possa migliorare. Il periodo di maggior vivibilità è alle spalle.
Posso fare qualcosa?
Credo che la maggior parte delle persone nemmeno si renda conto di cosa sia il peggio che potrebbe arrivare.
Senza consapevolezza non puoi agire.
E non sto parlando di cambiamenti climatici.
 

Marjanna

Utente di lunga data
Io sono abbastanza pessimista.
Non ritengo che, dati i presupposti e la tendenza, il nostro mondo possa migliorare. Il periodo di maggior vivibilità è alle spalle.
Posso fare qualcosa?
Credo che la maggior parte delle persone nemmeno si renda conto di cosa sia il peggio che potrebbe arrivare.
Senza consapevolezza non puoi agire.
E non sto parlando di cambiamenti climatici.
I tuoi genitori in che anni sono nati?
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mi sa che non hai colto quello che volevo dire col mio esempio. La cosa grave è che nonostante non abbia mai avuto nemmeno l'istinto di alzare le mani contro qualcuno in 50 anni, ho rischiato seriamente di fare e farmi del male in un episodio che coinvolgeva mio figlio, in quel momento non ci vedevo più e non so davvero cosa mi abbia trattenuto. Il che mi ha spaventato perché è come dire che potenzialmente ci può essere un mostro in ognuno in attesa solo del segnale giusto per essere risvegliato. Altro che distanza fra i mostri e quelli bravi..
Adesso si capisce.
 

danny

Utente di lunga data
Mia figlia ha pianto stasera per quella ragazza. L'esperienza che ha vissuto lei è paragonabile. Mia moglie ha subito assimilato il profilo di quel ragazzo a quello dell'ex di mia figlia.
È stato un grosso problema per noi questa cosa.
La fine della relazione tossica è stata gestita dalla psichiatra e l'ex è andato finalmente dallo psicologo dopo che in uno scatto d'ira aveva spinto la madre giù dalle scale rompendole in braccio, ma i risvolti li sta ancora pagando mia figlia a livello sociale.
No, non c'entra un cazzo dirottare le colpe su tutti gli uomini. È come assolvere queste persone che sono direttamente responsabili.
Sono persone con grossi disturbi, incapaci di gestire le emozioni e di controllare le pulsioni, possessive e possessive, che si accoppiano con altre persone fragili e manipolabili.
L'ex di mia figlia era un bravo ragazzo, molto amicale e dolce con noi, ma dietro la facciata nascondeva grossi problemi.
Abbiamo passato un anno tra pianti, crisi interventi e colloqui anche col ragazzi, tentativi di dialogo con i genitori.
Non era cattivo, non lo è, ma non è equilibrato.
Purtroppo questo spalmare le colpe sul genere impedisce di vedere il vero problema, ovvero che ci sono persone disturbate, che hanno bisogno di assistenza e che non ne ricevono.
Nostra figlia è stata in cura, e questa relazione tossica è stata la benzina del suo disturbo.
È enormemente sbagliato dare la colpa all'essere uomo. Un uomo non fa queste cose.
Una personalità non equilibrata sì.
Una nostra amica ha una figlia con scatto d'ira e episodi di violenza domestica in cura da anni.
È una ragazza carina, apparentemente attraente, che se contraddetta prende il coltello e ti insegue per tutta la casa.
Una situazione molto difficile.
È estremamente violenta e pericolosa.
Non è affatto ricoverata, conduce una vita normale, studia all'università.
C'è bisogno di consapevolezza, di aiuto, di evitare queste tragedie intervendo prima.
Per esperienza le strutture sono insufficienti.
Buttare risorse per educare sentimentalmente è a mio parere una stronzata: occorre invece aiutare chi ha sofferenze psichiatriche di vario livello. Per esperienza i genitori non hanno capacità di intervento adeguate al problema. Sono necessari professionisti.
 

Marjanna

Utente di lunga data
45 allora. Circa come i miei (46/47). Quindi tu hai sentito dai nonni i ricordi della guerra. I tuoi genitori hanno vissuto la loro infanzia nel dopoguerra.
Hanno vissuto la loro adolescenza negli anni 60, si saranno sposati circa negli anni 70. Non mi dilungo nel dettaglio dei decenni. Non so in che anno si separano. Tu -poi mi dirai se sbaglio- non sei cresciuto sentendo un senso di attacco, di possibile guerra (non intendo quello tra i tuoi, intendo una vera guerra, sentire da piccoli di tante persone morte o cose simili). I tuoi ti avranno parlato quando eri piccolo, prova a pensare a cosa ti viene in mente, tipo mio papà mi raccontava di quando andavano dal contadino a rubare la frutta, e che gli correva dietro con la forca, o di quando vedeva sua mamma (sarta) che si sorbiva i commenti delle signorotte del paese, con i "culoni" e i lavori che chiedevano a sua mamma... ect

Prova a pensare a tua figlia. Lei cosa ha sentito raccontare dai suoi nonni. E cosa da te.
 

ologramma

Utente di lunga data
45 allora. Circa come i miei (46/47). Quindi tu hai sentito dai nonni i ricordi della guerra. I tuoi genitori hanno vissuto la loro infanzia nel dopoguerra.
Hanno vissuto la loro adolescenza negli anni 60, si saranno sposati circa negli anni 70. Non mi dilungo nel dettaglio dei decenni. Non so in che anno si separano. Tu -poi mi dirai se sbaglio- non sei cresciuto sentendo un senso di attacco, di possibile guerra (non intendo quello tra i tuoi, intendo una vera guerra, sentire da piccoli di tante persone morte o cose simili). I tuoi ti avranno parlato quando eri piccolo, prova a pensare a cosa ti viene in mente, tipo mio papà mi raccontava di quando andavano dal contadino a rubare la frutta, e che gli correva dietro con la forca, o di quando vedeva sua mamma (sarta) che si sorbiva i commenti delle signorotte del paese, con i "culoni" e i lavori che chiedevano a sua mamma... ect

Prova a pensare a tua figlia. Lei cosa ha sentito raccontare dai suoi nonni. E cosa da te.
Anche io sono nato come i tuoi genitori,di cose ne potrei raccontare molte perché mio padre si fece otto anni tra militare e guerra ,mia madre fu malmenata con un calcio da un tedesco che forse gli causò l'atrofizzazione di un rene, i miei nonni uno troppo anziano per la prima guerra mondiale l'altro invece si era del 94.
Sia i miei genitori come i miei suoceri hanno mai detto di cose gravi successe o viste in quel periodo ,come anche mio nonno, ci hanno amato tutti e preservato dalle nefandezze della guerra .
 

danny

Utente di lunga data
45 allora. Circa come i miei (46/47). Quindi tu hai sentito dai nonni i ricordi della guerra. I tuoi genitori hanno vissuto la loro infanzia nel dopoguerra.
Hanno vissuto la loro adolescenza negli anni 60, si saranno sposati circa negli anni 70. Non mi dilungo nel dettaglio dei decenni. Non so in che anno si separano. Tu -poi mi dirai se sbaglio- non sei cresciuto sentendo un senso di attacco, di possibile guerra (non intendo quello tra i tuoi, intendo una vera guerra, sentire da piccoli di tante persone morte o cose simili). I tuoi ti avranno parlato quando eri piccolo, prova a pensare a cosa ti viene in mente, tipo mio papà mi raccontava di quando andavano dal contadino a rubare la frutta, e che gli correva dietro con la forca, o di quando vedeva sua mamma (sarta) che si sorbiva i commenti delle signorotte del paese, con i "culoni" e i lavori che chiedevano a sua mamma... ect

Prova a pensare a tua figlia. Lei cosa ha sentito raccontare dai suoi nonni. E cosa da te.
La maggior parte dei racconti erano di rimpianto per un mondo meno degradato, ma io sono cresciuto nell'epoca in cui era normale dire a un bambino di non accettare niente all'uscita delle elementari perché poteva essere droga e d'altronde i giardinetti erano out per le siringhe e i tossici. Il rimpianto era per un mondo più onesto, dove le porte erano aperte e ci si conosceva tutti.
In qualche modo ognuno di noi conservava i ricordi positivi del passato, quindi guerra e altre cose dolorose non entravano mai nei discorsi. Non c'era nessuno dei vecchi attorno a me allora che ne parlasse. Solo mia nonna materna diceva che i tedeschi 'iin cativ'. Sono cresciuto diffidando dei tedeschi. Era sempre tutto bello nei racconti. Poi io mi guardavo attorno e tutto faceva schifo.
Spacciatori sotto casa, la gente di qui che veniva picchiata dai mafiosi, case occupate, ragazzi che morivano o rubavano, strade piene di auto, fiumi inquinati, porte blindate, compagni aggressivi che ti sputavano addosso o tiravano fuori il coltello, case e auto incendiate.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
Eppure se ci penso adesso di quei tempi conservo una parte di ricordi positivi che trasmetto.
Perché comunque la sensazione è che quel bello che ancora c'era sia andato perso.
I negozi sotto casa, i vecchi che parlavano milanese, quei vecchi, la zona industriale, gli operai, il lavoro vicino a casa, i personaggi, come il robivecchi o l'arrotino, quella sensazione di verità che usciva fuori dal trattorie e dai cortili, la sensazione di essere in una zona che era orgogliosa di essere popolare e di poter fare qualcosa sempre, che ci fosse la possibilità di diventare qualcosa.
Qualcosa che ho trovato nel primo film di Nichetti, per esempio.
Ecco, all'epoca tutto sembrava avere un volto.
 
Top