Ma quando lo facevano il contesto storico rendeva reale avere una qualità di vita migliore studiando.
Dove la qualità di vita peggiore era la vita di campagna, rurale (Italia paese di piccoli paesi, un tempo), era svegliarsi alle 4 del mattino, o lavorare in contesti di scarso igiene, senza neppure le minime protezioni per tutelarsi da malattie, e ignoranza riguardo le malattie che si potevano contrarre. Era avere pochi soldi, patire il freddo (quando gli inverni erano ancora gelidi).
La deformazione (non da artrite, ma da uso) delle mani di mia nonna oggi non si vede più in nessuna donna italiana a 60 anni.
Chi non nasceva in famiglie agiate (che erano pochi) studiava per motivazione. Leggeva non perchè l'ignorante faceva errori di grammatica, ma perchè conduceva una qualità di vita complessivamente inferiore.
Oggi i ragazzi che paragoni hanno di qualità di vita migliore... farsi 12 ore al giorno chiusi in un ufficio? Non mi pare.
Piuttosto il quadro si è allargato a viaggiare, magari a diventare un imprenditore, ma non quello piccolo borghese che sta a controllare le pisciate di tre dipendenti (che tanto nascono vedendo app che controllano ogni mosca che vola e calibrano i nanosecondi) ma con un riflesso di qualcosa di virtuale che a noi non tocca allo stesso modo perchè siamo vecchi. L'Italia in cui noi siamo cresciuti per loro è vecchia, e se qualche ragazzo sogna di fare il tiktoker piuttosto che studiare, probabilmente è perchè vede in ciò una via per essere felice.
Il linguaggio è da sempre in mutazione. Ci sono testi antichi che sono bellissimi rispetto al nostro italiano (quello che usiamo tra adulti), che appare veramente povero a confronto.
Però da giovani si è elastici, e veloci.
Quando ero piccola, e chiedevo il significato di qualcosa a mio padre mi rispondeva "ti ho comprato il dizionario, vai a leggerlo", "ti ho comprato X libro, vai a leggere", io sbuffavo e mi sembrava un rimprovero, ma poi ci ho preso l’abitudine. Mi dovevo alzare e andare a cercare il libro, avrei preferito lui mi rispondesse.
Oggi cerco ancora, però in effetti Google lo suo, e anche il dizionario on line. E la maggioparte delle persone che conoscono usano il web, partendo da Google per cercare il significato di qualcosa che non conoscono.
Specialmente la fascia adulta (quelli che adesso hanno bambini e ragazzi in età scolare) legge prevalentemente nel web, e poi lavora lavora e segue trecento cose. Non gli avanza tanto tempo.