Ieri, il mio forse-compagno ha ricominciato a lavorare.
La mattinata è stata il momento peggiore da sopportare, un lungo silenzio prima di qualche messaggio rassicurante e una telefonata dal suo ufficio dopo l'incontro con i capi, alla fine sono riuscita a tirare un sospiro di sollievo.
Il resto della giornata è proseguito senza scossoni, il timore di dover andare da lui per stanarlo in preda al panico dal controsoffitto o dai condotti dell'aria è rimasto solo una fantasia (ho visto Alien domenica notte).
Mi ha scritto ancora poco prima di staccare per ricordarmi della sua seduta, come se mi fosse potuto passare di mente.
Dopo il mio ritorno a casa ho un vuoto, la mancanza di riposo ha trasformato il mio momento di relax sul divano in tre ore di sonno profondo e mi sono svegliata immersa nel buio, con una coperta addosso. Sono scesa in cucina attirata da un buon odore di pizza, il mio lui ha preparato quantità industriali di impasto per sfogarsi e ha riempito metà freezer.
- Ciao, che mi racconti?
Mi ha parlato della riunione con i suoi responsabili, è andata davvero bene, per ora avrà un ruolo che gli darà molte meno responsabilità in modo da potersi reinserire gradualmente nei meccanismi del suo gruppo, ma contano di vederlo operare di nuovo a pieno regime nei primi mesi del nuovo anno. Tanto tempo e altrettanta fiducia, ottime nuove.
La nota negativa è l'altra, naturalmente si è fatta vedere.
Appena è rimasto da solo è entrata nel suo ufficio per salutarlo e chiedergli cosa avesse fatto in questi mesi di silenzio assoluto, lui le ha dato qualche risposta diplomatica, lei ha rilanciato con un invito per un caffè nel bar del pian terreno e ha mollato il colpo solo al secondo rifiuto. Avevo messo in conto che sarebbe potuta tornare a tastare il terreno e lo ha fatto, grande classe nel non sprecare nemmeno un istante, perlomeno spero che abbia soddisfatto la propria curiosità e che ora si levi dalle scatole.
La cosa mi irrita? Si, parecchio.
Mi fido di lui? Dopo averlo visto distrutto e pentito, si. L'alternativa è la paranoia.
Non è comunque bastato per rovinarmi il momento, non ce n'era motivo, gli ho stropicciato la faccia a furia di carezze e ha colto il mio "per adesso, chissenefrega". Ci saranno sicuramente delle volte in cui mi arrabbierò, ma ieri no, cavolo.
È stata una serata semplicemente bella.