Video camera nella stanza da letto ...

danny

Utente di lunga data
In galera non ci va, non ci si va nemmeno se si stupra, figuriamoci per un video di scopate.

Io sono molto pragmatica.

Dalle mie parti si chiama "cercarsi il freddo per il letto".
La questione per questo signore è facile, la moglie l'ha tradito. Nel suo letto. Non ha dubbi. Niente da chiarire. Lei ha provato a mentire, e questo gli da ulteriori informazioni su chi è.

Detto questo.

La priorità adesso è chiudere nel modo migliore e col miglior vantaggio. Ha la strada spianata.
Io non mi complicherei la vita andando a cercare casini con denunce e controdenunce..che costano un botto di soldi.
E questo non ha neanche da comprarsi una casa alternativa a quella in cui è.

Quindi mi pare che soldi da sprecare in un momento in cui deve rifare praticamente tutto da capoo e pure con gli interessi non ne abbia.
Si è preso una palata nei denti che metà basta. E gli servono energie per ammortizzarla.
E poi gli serviranno energie per affrontare la separazione e i cambiamenti.

Una cosa del genere è solo entropia.
A tutti i livelli.

Poi oh...se si ha bisogno dell'entropia, ben venga.

Ma se la cerca sotto la sua responsabilità. Che se a lei o a lui girano i quanti, hanno tutti gli strumenti per fargli passare dei bei quarti d'ora. Arricchendo solo le tasche degli avvocati.
E con una figlia di mezzo.

Se non è in grado di rimanere in casa, e mi è venuta in mente la questione dell'abbandono del tetto coniugale quindi io due parole a riguardo le farei con l'avvocato giusto per capire i confini e lo spazio di movimento, dubito sia sufficientemente lucido da gestire la valanga di merda che deriverebbe dall'inviare il video.
Se fosse stato sufficientemente lucido, visto il video avrebbe contattato un investigatore e fatto produrre prove sostenibili in aula. E ne avrebbe tratto vantaggio. Concreto.
Invece è semplicemente esploso. E non ha tenuto niente ed è andato da lei a mani aperte.
Giocandosi ogni possibilità di vendetta produttiva. E vantaggiosa nel concreto.

E non penso solo a livello legale.
E penso alla ragazzetta, ha una figlia no?

Le conseguenze, imprevedibili, dello sclero di altri che non siamo noi sono pressochè infinite...da questa donna che si vede il marito che tromba e va a prendere la figlia della signora in questione (e non sarebbe la prima) a deliri sempre del tipo di video pubblicati e messi a giro, con figli di mezzo. O altro....spazio alla fantasia.

Boh...tutte queste ideazioni mi sanno molto di umani poco strategici e molto sofferenti e non di gatti che quando li metti all'angolo ti sbranano. O muoiono.

Se si pianifica una battaglia, le variabili le si riducono...mica si apre il ventaglio dell'imprevedibilità.
E lui, parlandole, ha già esposto il fianco.

Quando si apre il ventaglio degli imprevisti non si sta combattendo. Si sta solo facendo casino.
Ma non ci si muove di un passo.

Concretamente intendo.

Poi l'orgoglio, il dolore, quel che si vuole...ma sono sentimenti, e i sentimenti non riempiono la pancia. E neanche il portafoglio.
E quoto pure questo.
Per esperienza in quei momenti non si combatte una battaglia, si annaspa in preda a rabbia e panico senza più riuscire a stare a galla. Io non me la sento di giudicare piu chi ha intenzioni che a freddo, a noi, paiono esecrabili.
Credo che una delle funzioni del forum sia di consigliare le persone anche nelle loro intenzioni più malevoli, per ridurre o annullare le conseguenze delle loro azioni, non di giudicare con parametri legati a un assenza di sofferenza chi le ha.
 

ugo1969

Utente di lunga data
Comunque un tradimento è un tradimento.
I modi aggravano la sensazione di disprezzo che prova il tradito.
Non cambia il fatto in sé che il partner ha avuto una storia.
Se il tizio abita lì avranno magari considerato meno rischioso vedersi da una o dall'altro piuttosto che rischiare di farsi vedere in giro insieme.
Qui è pieno di gente che ha tradito (oltre che di tradita) eppure tutti vogliono sentirsi migliori degli altri traditori.
Basta non farlo nel letto o che non sia un vicino di casa o che il partner non conosca l'amante o persino pagare una professionista e voilà ci si sente migliori.
E basta che il traditore neghi (ma il primo comandamento non era "negare l'evidenza"?) per essere indegno? Perché se invece ammettesse? Che sfrontatezza!
Un traditore sbaglia perché tradisce. Punto.
Il resto mi sembra tutta fuffa per distrarre dal fatto primario che ha scelto altro.
Una mia cara amica anni fa, una traditrice, mi disse che la storia con l'amante era affare suo, perché aveva disposto del proprio corpo liberamente perché il corpo era suo, quello che riguardava il marito era il loro rapporto, rapporto tradito che poteva essere ricostruito o riconsiderato o no.
Ci ho messo un bel po' a capire.
Quindi non mi aspetto di essere capita ora che penso che sia molto vero.
Però suggerisco a ogni tradito di pensarci su.
Hai criticato in altro 3D lorella e giustifichi L amica ? Ognuno si comporta in base a come è , basta dirlo prima . Troppo facile inventare filosofie per farsi i propri comodi senza pensare che puoi far soffrire L altro . Il corpo è il suo ma là sessualità di una coppia no , non lo è .
 

danny

Utente di lunga data
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! »



Mi stupisco di fronte alla meraviglia che riscontro qui nei confronti delle reazioni del tradito.
Chi scopre un tradimento ha, nel periodo immediatamente successivo, solo emozioni potenzialmente distruttive.
Per sè e per gli altri.
Non riesce neppure a pianificare un'adeguata uscita di scena favorevole per sé, figuriamoci se riesce a fare valutazioni etiche sulla liceità o sull'opportunità della vendetta.
Per la mia esperienza, chi è tradito si sente un perdente ed è in questa incommensurabile frustrazione, solo.
Se io non avessi avuto questa valvola di sfogo, non avrei saputo con chi confidarmi né a chi chiedere aiuto.
Perché chi il tradimento non l'ha vissuto non può capire, e chi lo ha vissuto spesso tace sulla componente emotiva che ha vissuto nella sua esperienza, vergognandosene.
Ma tu, dentro, hai una rabbia che è allo stesso tempo panico che se non sfoghi in qualche maniera, non sopravvivi.
Non dormi, non ridi più, non riesci più a godere di altri piaceri né a pensare ad altro. Vorresti fuggire, e c'è chi lo fa, esce di casa subito, perché non tollera più chi gli ha provoca quel dolore,
Forse sarebbe la cosa migliore, a livello psicologico, ma non tutti se lo possono permettere.
E se in quel momento arriva qualcuno che ti giudica, dicendoti che sei un coglione perché ti disperi per una troia, la "troia" che comunque tu tradito fino a ieri amavi, anzi, ami ancora oggi perché non stai capendo comunque nulla di quello che accade, o che sbagli se ti vuoi vendicare, che magari un po' di colpa ce l'hai anche tu perché magari non davi al partner sufficienti attenzioni, queste tue emozioni negative diventano universali, la rabbia cresce fino a comprendere tutto il mondo che hai attorno.
Sull'immenso sfogatoio che è ormai Facebook dopo ogni delitto o violenza consumata in famiglia a seguito di un tradimento, c'è la solita valanga di insulti più o meno volgari nei confronti di chi l'ha perpetrata e i soliti giudizi inutili indirizzati a caso a tutti i protagonisti.
Che sinceramente ottengono solo l'effetto di avvilire chi in quella situazione prima o poi si troverà.
Di creare le basi per l'isolamento del tradito, che non riuscirà a comprendere la "normalità" di certe sue reazioni e a moderarne le conseguenze.
Perché ribadisco è "normale" avere desiderio di vendicarsi, di umiliare chi ti ha umiliato e fatto soffrire, chi ha distrutto la tua vita, di gettare negli abissi insieme a te chi si ritiene colpevole del tuo stare male.
E' "normale" avere voglia di rivalsa verso l'amante. E' normale stare male in quei momenti.
Non ci si deve stupire se le emozioni sono sempre quelle.
Ma se vogliamo, noi dobbiamo arrivare prima, proprio essendo consapevoli di questa "normalità", di queste emozioni che subentrano sempre: prima che un tradito distrugga la sua vita, prima che si scateni una guerra, prima che le conseguenze diventino ancora più pesanti.
E consigliare, senza giudicare, le azioni più opportune, dalle minori conseguenze per tutti.
Ma che sappiano anche far sentire meno solo chi in quel momento è più in difficoltà.
 

Diletta

Utente di lunga data
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! »



Mi stupisco di fronte alla meraviglia che riscontro qui nei confronti delle reazioni del tradito.
Chi scopre un tradimento ha, nel periodo immediatamente successivo, solo emozioni potenzialmente distruttive.
Per sè e per gli altri.
Non riesce neppure a pianificare un'adeguata uscita di scena favorevole per sé, figuriamoci se riesce a fare valutazioni etiche sulla liceità o sull'opportunità della vendetta.
Per la mia esperienza, chi è tradito si sente un perdente ed è in questa incommensurabile frustrazione, solo.
Se io non avessi avuto questa valvola di sfogo, non avrei saputo con chi confidarmi né a chi chiedere aiuto.
Perché chi il tradimento non l'ha vissuto non può capire, e chi lo ha vissuto spesso tace sulla componente emotiva che ha vissuto nella sua esperienza, vergognandosene.
Ma tu, dentro, hai una rabbia che è allo stesso tempo panico che se non sfoghi in qualche maniera, non sopravvivi.
Non dormi, non ridi più, non riesci più a godere di altri piaceri né a pensare ad altro. Vorresti fuggire, e c'è chi lo fa, esce di casa subito, perché non tollera più chi gli ha provoca quel dolore,
Forse sarebbe la cosa migliore, a livello psicologico, ma non tutti se lo possono permettere.
E se in quel momento arriva qualcuno che ti giudica, dicendoti che sei un coglione perché ti disperi per una troia, la "troia" che comunque tu tradito fino a ieri amavi, anzi, ami ancora oggi perché non stai capendo comunque nulla di quello che accade, o che sbagli se ti vuoi vendicare, che magari un po' di colpa ce l'hai anche tu perché magari non davi al partner sufficienti attenzioni, queste tue emozioni negative diventano universali, la rabbia cresce fino a comprendere tutto il mondo che hai attorno.
Sull'immenso sfogatoio che è ormai Facebook dopo ogni delitto o violenza consumata in famiglia a seguito di un tradimento, c'è la solita valanga di insulti più o meno volgari nei confronti di chi l'ha perpetrata e i soliti giudizi inutili indirizzati a caso a tutti i protagonisti.
Che sinceramente ottengono solo l'effetto di avvilire chi in quella situazione prima o poi si troverà.
Di creare le basi per l'isolamento del tradito, che non riuscirà a comprendere la "normalità" di certe sue reazioni e a moderarne le conseguenze.
Perché ribadisco è "normale" avere desiderio di vendicarsi, di umiliare chi ti ha umiliato e fatto soffrire, chi ha distrutto la tua vita, di gettare negli abissi insieme a te chi si ritiene colpevole del tuo stare male.
E' "normale" avere voglia di rivalsa verso l'amante. E' normale stare male in quei momenti.
Non ci si deve stupire se le emozioni sono sempre quelle.
Ma se vogliamo, noi dobbiamo arrivare prima, proprio essendo consapevoli di questa "normalità", di queste emozioni che subentrano sempre: prima che un tradito distrugga la sua vita, prima che si scateni una guerra, prima che le conseguenze diventino ancora più pesanti.
E consigliare, senza giudicare, le azioni più opportune, dalle minori conseguenze per tutti.
Ma che sappiano anche far sentire meno solo chi in quel momento è più in difficoltà.

Post stupendo. Da incorniciare :up:
 

spleen

utente ?
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! »



Mi stupisco di fronte alla meraviglia che riscontro qui nei confronti delle reazioni del tradito.
Chi scopre un tradimento ha, nel periodo immediatamente successivo, solo emozioni potenzialmente distruttive.
Per sè e per gli altri.
Non riesce neppure a pianificare un'adeguata uscita di scena favorevole per sé, figuriamoci se riesce a fare valutazioni etiche sulla liceità o sull'opportunità della vendetta.
Per la mia esperienza, chi è tradito si sente un perdente ed è in questa incommensurabile frustrazione, solo.
Se io non avessi avuto questa valvola di sfogo, non avrei saputo con chi confidarmi né a chi chiedere aiuto.
Perché chi il tradimento non l'ha vissuto non può capire, e chi lo ha vissuto spesso tace sulla componente emotiva che ha vissuto nella sua esperienza, vergognandosene.
Ma tu, dentro, hai una rabbia che è allo stesso tempo panico che se non sfoghi in qualche maniera, non sopravvivi.
Non dormi, non ridi più, non riesci più a godere di altri piaceri né a pensare ad altro. Vorresti fuggire, e c'è chi lo fa, esce di casa subito, perché non tollera più chi gli ha provoca quel dolore,
Forse sarebbe la cosa migliore, a livello psicologico, ma non tutti se lo possono permettere.
E se in quel momento arriva qualcuno che ti giudica, dicendoti che sei un coglione perché ti disperi per una troia, la "troia" che comunque tu tradito fino a ieri amavi, anzi, ami ancora oggi perché non stai capendo comunque nulla di quello che accade, o che sbagli se ti vuoi vendicare, che magari un po' di colpa ce l'hai anche tu perché magari non davi al partner sufficienti attenzioni, queste tue emozioni negative diventano universali, la rabbia cresce fino a comprendere tutto il mondo che hai attorno.
Sull'immenso sfogatoio che è ormai Facebook dopo ogni delitto o violenza consumata in famiglia a seguito di un tradimento, c'è la solita valanga di insulti più o meno volgari nei confronti di chi l'ha perpetrata e i soliti giudizi inutili indirizzati a caso a tutti i protagonisti.
Che sinceramente ottengono solo l'effetto di avvilire chi in quella situazione prima o poi si troverà.
Di creare le basi per l'isolamento del tradito, che non riuscirà a comprendere la "normalità" di certe sue reazioni e a moderarne le conseguenze.
Perché ribadisco è "normale" avere desiderio di vendicarsi, di umiliare chi ti ha umiliato e fatto soffrire, chi ha distrutto la tua vita, di gettare negli abissi insieme a te chi si ritiene colpevole del tuo stare male.
E' "normale" avere voglia di rivalsa verso l'amante. E' normale stare male in quei momenti.
Non ci si deve stupire se le emozioni sono sempre quelle.
Ma se vogliamo, noi dobbiamo arrivare prima, proprio essendo consapevoli di questa "normalità", di queste emozioni che subentrano sempre: prima che un tradito distrugga la sua vita, prima che si scateni una guerra, prima che le conseguenze diventino ancora più pesanti.
E consigliare, senza giudicare, le azioni più opportune, dalle minori conseguenze per tutti.
Ma che sappiano anche far sentire meno solo chi in quel momento è più in difficoltà.
Quoto, hai spiegato credo con dovizia quello che penso e scrivo ormai da diversi post.
 

marietto

Heisenberg
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! »



Mi stupisco di fronte alla meraviglia che riscontro qui nei confronti delle reazioni del tradito.
Chi scopre un tradimento ha, nel periodo immediatamente successivo, solo emozioni potenzialmente distruttive.
Per sè e per gli altri.
Non riesce neppure a pianificare un'adeguata uscita di scena favorevole per sé, figuriamoci se riesce a fare valutazioni etiche sulla liceità o sull'opportunità della vendetta.
Per la mia esperienza, chi è tradito si sente un perdente ed è in questa incommensurabile frustrazione, solo.
Se io non avessi avuto questa valvola di sfogo, non avrei saputo con chi confidarmi né a chi chiedere aiuto.
Perché chi il tradimento non l'ha vissuto non può capire, e chi lo ha vissuto spesso tace sulla componente emotiva che ha vissuto nella sua esperienza, vergognandosene.
Ma tu, dentro, hai una rabbia che è allo stesso tempo panico che se non sfoghi in qualche maniera, non sopravvivi.
Non dormi, non ridi più, non riesci più a godere di altri piaceri né a pensare ad altro. Vorresti fuggire, e c'è chi lo fa, esce di casa subito, perché non tollera più chi gli ha provoca quel dolore,
Forse sarebbe la cosa migliore, a livello psicologico, ma non tutti se lo possono permettere.
E se in quel momento arriva qualcuno che ti giudica, dicendoti che sei un coglione perché ti disperi per una troia, la "troia" che comunque tu tradito fino a ieri amavi, anzi, ami ancora oggi perché non stai capendo comunque nulla di quello che accade, o che sbagli se ti vuoi vendicare, che magari un po' di colpa ce l'hai anche tu perché magari non davi al partner sufficienti attenzioni, queste tue emozioni negative diventano universali, la rabbia cresce fino a comprendere tutto il mondo che hai attorno.
Sull'immenso sfogatoio che è ormai Facebook dopo ogni delitto o violenza consumata in famiglia a seguito di un tradimento, c'è la solita valanga di insulti più o meno volgari nei confronti di chi l'ha perpetrata e i soliti giudizi inutili indirizzati a caso a tutti i protagonisti.
Che sinceramente ottengono solo l'effetto di avvilire chi in quella situazione prima o poi si troverà.
Di creare le basi per l'isolamento del tradito, che non riuscirà a comprendere la "normalità" di certe sue reazioni e a moderarne le conseguenze.
Perché ribadisco è "normale" avere desiderio di vendicarsi, di umiliare chi ti ha umiliato e fatto soffrire, chi ha distrutto la tua vita, di gettare negli abissi insieme a te chi si ritiene colpevole del tuo stare male.
E' "normale" avere voglia di rivalsa verso l'amante. E' normale stare male in quei momenti.
Non ci si deve stupire se le emozioni sono sempre quelle.
Ma se vogliamo, noi dobbiamo arrivare prima, proprio essendo consapevoli di questa "normalità", di queste emozioni che subentrano sempre: prima che un tradito distrugga la sua vita, prima che si scateni una guerra, prima che le conseguenze diventino ancora più pesanti.
E consigliare, senza giudicare, le azioni più opportune, dalle minori conseguenze per tutti.
Ma che sappiano anche far sentire meno solo chi in quel momento è più in difficoltà.

Straquoto.
 

iosolo

Utente di lunga data
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! »



Mi stupisco di fronte alla meraviglia che riscontro qui nei confronti delle reazioni del tradito.
Chi scopre un tradimento ha, nel periodo immediatamente successivo, solo emozioni potenzialmente distruttive.
Per sè e per gli altri.
Non riesce neppure a pianificare un'adeguata uscita di scena favorevole per sé, figuriamoci se riesce a fare valutazioni etiche sulla liceità o sull'opportunità della vendetta.
Per la mia esperienza, chi è tradito si sente un perdente ed è in questa incommensurabile frustrazione, solo.
Se io non avessi avuto questa valvola di sfogo, non avrei saputo con chi confidarmi né a chi chiedere aiuto.
Perché chi il tradimento non l'ha vissuto non può capire, e chi lo ha vissuto spesso tace sulla componente emotiva che ha vissuto nella sua esperienza, vergognandosene.
Ma tu, dentro, hai una rabbia che è allo stesso tempo panico che se non sfoghi in qualche maniera, non sopravvivi.
Non dormi, non ridi più, non riesci più a godere di altri piaceri né a pensare ad altro. Vorresti fuggire, e c'è chi lo fa, esce di casa subito, perché non tollera più chi gli ha provoca quel dolore,
Forse sarebbe la cosa migliore, a livello psicologico, ma non tutti se lo possono permettere.
E se in quel momento arriva qualcuno che ti giudica, dicendoti che sei un coglione perché ti disperi per una troia, la "troia" che comunque tu tradito fino a ieri amavi, anzi, ami ancora oggi perché non stai capendo comunque nulla di quello che accade, o che sbagli se ti vuoi vendicare, che magari un po' di colpa ce l'hai anche tu perché magari non davi al partner sufficienti attenzioni, queste tue emozioni negative diventano universali, la rabbia cresce fino a comprendere tutto il mondo che hai attorno.
Sull'immenso sfogatoio che è ormai Facebook dopo ogni delitto o violenza consumata in famiglia a seguito di un tradimento, c'è la solita valanga di insulti più o meno volgari nei confronti di chi l'ha perpetrata e i soliti giudizi inutili indirizzati a caso a tutti i protagonisti.
Che sinceramente ottengono solo l'effetto di avvilire chi in quella situazione prima o poi si troverà.
Di creare le basi per l'isolamento del tradito, che non riuscirà a comprendere la "normalità" di certe sue reazioni e a moderarne le conseguenze.
Perché ribadisco è "normale" avere desiderio di vendicarsi, di umiliare chi ti ha umiliato e fatto soffrire, chi ha distrutto la tua vita, di gettare negli abissi insieme a te chi si ritiene colpevole del tuo stare male.
E' "normale" avere voglia di rivalsa verso l'amante. E' normale stare male in quei momenti.
Non ci si deve stupire se le emozioni sono sempre quelle.
Ma se vogliamo, noi dobbiamo arrivare prima, proprio essendo consapevoli di questa "normalità", di queste emozioni che subentrano sempre: prima che un tradito distrugga la sua vita, prima che si scateni una guerra, prima che le conseguenze diventino ancora più pesanti.
E consigliare, senza giudicare, le azioni più opportune, dalle minori conseguenze per tutti.
Ma che sappiano anche far sentire meno solo chi in quel momento è più in difficoltà.
Parlo da tradita e quindi so di cosa parlo.
Posso capire la rabbia e l'irrazionalità iniziale. Capisco pure che nel delirio ognuno di noi cerchi di trovare sollievo cercando strategie e vendette. Lo capisco e in qualche modo non mi stupisce.

Mi stupisce che ci sono tanti che a "freddo" avvalorino queste iniziative.

Che non è una iniziativa moralmente sensata dovrebbe essere chiaro per tanti motivi, in primo perchè c'è una figlia e perchè questa figlia va tutelata da dover subire per tutta la vita che la propria madre è la "troia" che si è fatta il vicino.
E io da padre che ama la propria figlia non posso permettere che abbia questo trauma. La madre non ha amato abbastanza la figlia da ripararla da questo schifo... questo non giustifica che io mi comporti con tale leggerezza e cattiveria.

Il secondo motivo è per quella donna, troia, schifosa che non ha avuto nessun rispetto per il marito ma sempre un altra persona umana con sentimenti e emozioni - per quanto in basso sia arrivata - perchè se decidiamo che va punita dovete anche dirmi fino a quanto. Chi lo decide?! Quand'è che la punizione è sufficente?!
Far vedere il video alla moglie di lui è sufficente? E' sufficente farlo girare per il condominio? Le foto sull'ascensore? E se lo mettessi su youporn? Una foto al datore di lavoro con scritto "troia? Dove si ferma la punizione?! chi lo decide?

Io non guidico chi in preda alla rabbia urla che si vendicherà, ma giudico chi non in preda alla rabbia pensi che sia una soluzione possibile "sputtanare" una donna per vendetta, per punirla.

Poi trovo che sia ingiusto che il traditore si trovi a dover affrontare una giudiziale in cui si trova sotto scacco da parte di una donna subdola e insesibile e che deve fare di tutto per difendersi ma solo per ottenere giustizia non vendetta.
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
Parlo da tradita e quindi so di cosa parlo.
Posso capire la rabbia e l'irrazionalità iniziale. Capisco pure che nel delirio ognuno di noi cerchi di trovare sollievo cercando strategie e vendette. Lo capisco e in qualche modo non mi stupisce.

Mi stupisce che ci sono tanti che a "freddo" avvalorino queste iniziative.

Che non è una iniziativa moralmente sensata per tanti motivi, in primo perchè c'è una figlia e perchè questa figlia va tutelata da dover subire per tutta la vita che la propria madre è la "troia" che si è fatta il vicino.
E io da padre che ama la propria figlia non posso permettere che abbia questo trauma. La madre non ha amato abbastanza la figlia da ripararla da questo schifo... questo non giustifica che io mi comporti con tale leggerezza e cattiveria.

Il secondo motivo è per quella donna, troia, schifosa che non ha avuto nessun rispetto per il marito ma sempre un altra persona umana con sentimenti e emozioni - per quanto in basso sia arrivata - perchè se decidiamo che va punita dovete anche dirmi fino a quanto. Chi lo decide?! Quand'è che la punizione è sufficente?!
Far vedere il video alla moglie di lui è sufficente? E' sufficente farlo girare per il condominio? Le foto sull'ascensore? E se lo mettessi su youporn? Una foto al datore di lavoro con scritto "troia? Dove si ferma la punizione?! chi lo decide?

Io non guidico chi in preda alla rabbia urla che si vendicherà, ma giudico chi non in preda alla rabbia pensi che sia una soluzione possibile "sputtanare" una donna per vendetta, per punirla.

Poi trovo che sia ingiusto che il traditore si trovi a dover affrontare una giudiziale in cui si trova sotto scacco da parte di una donna subdola e insesibile e che deve fare di tutto per difendersi ma solo per ottenere giustizia non vendetta.
Io credo che qui il giudizio "a freddo" non esista del tutto.
Ognuno porta con sé la sua esperienza e il suo carico di sentimenti negativi, che ha seppellito in qualche modo, ma che non riesce a cancellare.
Per questo credo che ognuno di noi tenda a proiettare le proprie pulsioni (o il ricordo delle stesse) e le proprie ansie sugli altri e a non essere mai del tutto libero nel valutare le storie altrui.
Ma questo va riconosciuto, come va riconosciuto il caos emotivo in chi viene tradito, non si risolve nulla se si nega l'esistenza di un problema o lo si stigmatizza.
Detto questo, se uno in una situazione come questa di cui stiamo parlando vuole vendicarsi, non lo fermi facilmente, men che meno se gli dici che non è giusto farlo (giusto per chi? Per l'amante? Per la traditrice?).
E allora, secondo me, cerchi di limitare i danni.
O di parlare, discorrere con lui per analizzare insieme le conseguenze: a volte capita che basti discutere di un'intenzione malevola per perdere interesse in essa. A volte basta solo sfogarsi e trovare comprensione.
Altre volte no, e quindi è necessario dare altre risposte, più decise.
Comunque sono poche le persone tra di noi che si sono vendicate.
A dire il vero non ne ricordo una.
 

iosolo

Utente di lunga data
Io credo che qui il giudizio "a freddo" non esista del tutto.
Ognuno porta con sé la sua esperienza e il suo carico di sentimenti negativi, che ha seppellito in qualche modo, ma che non riesce a cancellare.
Per questo credo che ognuno di noi tenda a proiettare le proprie pulsioni (o il ricordo delle stesse) e le proprie ansie sugli altri e a non essere mai del tutto libero nel valutare le storie altrui.
Ma questo va riconosciuto, come va riconosciuto il caos emotivo in chi viene tradito, non si risolve nulla se si nega l'esistenza di un problema o lo si stigmatizza.
Detto questo, se uno in una situazione come questa di cui stiamo parlando vuole vendicarsi, non lo fermi facilmente, men che meno se gli dici che non è giusto farlo (giusto per chi? Per l'amante? Per la traditrice?).
E allora, secondo me, cerchi di limitare i danni.
O di parlare, discorrere con lui per analizzare insieme le conseguenze: a volte capita che basti discutere di un'intenzione malevola per perdere interesse in essa. A volte basta solo sfogarsi e trovare comprensione.
Altre volte no, e quindi è necessario dare altre risposte, più decise.
Comunque sono poche le persone tra di noi che si sono vendicate.
A dire il vero non ne ricordo una.
Questo è vero, ma come vedi ognuno di noi, anche tra gli stessi traditi hanno un atteggiamento diverso.
Ed il forum è proprio il punto di contatto tra varie idee e considerazioni, proprio per avere anche un quadro più ampio dello stesso panorama ma da un angolo diverso.
Non tutti i traditi pensano che la vendetta sia "accettabile" anzi alcuni pensano esattamente l'opposto.

Credo che in qualche modo abbia ragione Brunetta che sulla vendetta c'è ancora una grande disparità di "genere", per un uomo la vendetta è più facilmente "accettabile".
 

trilobita

Utente di lunga data
Io credo che qui il giudizio "a freddo" non esista del tutto.
Ognuno porta con sé la sua esperienza e il suo carico di sentimenti negativi, che ha seppellito in qualche modo, ma che non riesce a cancellare.
Per questo credo che ognuno di noi tenda a proiettare le proprie pulsioni (o il ricordo delle stesse) e le proprie ansie sugli altri e a non essere mai del tutto libero nel valutare le storie altrui.
Ma questo va riconosciuto, come va riconosciuto il caos emotivo in chi viene tradito, non si risolve nulla se si nega l'esistenza di un problema o lo si stigmatizza.
Detto questo, se uno in una situazione come questa di cui stiamo parlando vuole vendicarsi, non lo fermi facilmente, men che meno se gli dici che non è giusto farlo (giusto per chi? Per l'amante? Per la traditrice?).
E allora, secondo me, cerchi di limitare i danni.
O di parlare, discorrere con lui per analizzare insieme le conseguenze: a volte capita che basti discutere di un'intenzione malevola per perdere interesse in essa. A volte basta solo sfogarsi e trovare comprensione.
Altre volte no, e quindi è necessario dare altre risposte, più decise.
Comunque sono poche le persone tra di noi che si sono vendicate.
A dire il vero non ne ricordo una.
Beh,Ugo ha fatto sapere alla moglie del becchino le gesta del marito,tant'è che ora è fuori casa
 

danny

Utente di lunga data
Questo è vero, ma come vedi ognuno di noi, anche tra gli stessi traditi hanno un atteggiamento diverso.
Ed il forum è proprio il punto di contatto tra varie idee e considerazioni, proprio per avere anche un quadro più ampio dello stesso panorama ma da un angolo diverso.
Non tutti i traditi pensano che la vendetta sia "accettabile" anzi alcuni pensano esattamente l'opposto.

Credo che in qualche modo abbia ragione Brunetta che sulla vendetta c'è ancora una grande disparità di "genere", per un uomo la vendetta è più facilmente "accettabile".
Per me non è accettabile, ma è comprensibile.
E devo dire che non credo sia una questione di genere, ma di persone.
So di donne che di fronte a un tradimento hanno aizzato i cani rabbiosi (in sede di separazione, generalmente).
La differenza, se proprio vogliamo trovarla, a livello statistico sull'esperienza personale (il che ha un valore modesto, direi), è che la vendetta delle donne è molto meno istintuale, ma più studiata e se vogliamo più sottile e sadica.
D'altronde anche il cinema ha riconosciuto questa parità in termini di desiderio di rivalsa con il noto film della Wertmuller, "Mimì metallurgico".
 

marietto

Heisenberg
Per me non è accettabile, ma è comprensibile.
E devo dire che non credo sia una questione di genere, ma di persone.
So di donne che di fronte a un tradimento hanno aizzato i cani rabbiosi (in sede di separazione, generalmente).
La differenza, se proprio vogliamo trovarla, a livello statistico sull'esperienza personale (il che ha un valore modesto, direi), è che la vendetta delle donne è molto meno istintuale, ma più studiata e se vogliamo più sottile e sadica.
D'altronde anche il cinema ha riconosciuto questa parità in termini di desiderio di rivalsa con il noto film della Wertmuller, "Mimì metallurgico".
Sono d'accordo,

Per quello che mi riguarda aggiungo unicamente che non la ritengo "accettabile" tout court, ma non meno accettabile del tradimento o del comportamento dei traditori. Comportamenti che vanno o stigmatizzati entrambi o nessuno dei due, scondo me.
 

Brunetta

Utente di lunga data

trilobita

Utente di lunga data
Sono d'accordo,

Per quello che mi riguarda aggiungo unicamente che non la ritengo "accettabile" tout court, ma non meno accettabile del tradimento o del comportamento dei traditori. Comportamenti che vanno o stigmatizzati entrambi o nessuno dei due, scondo me.
Si,ma con una differenza,uno è in conseguenza dell'altro e non viceversa
 

Brunetta

Utente di lunga data
« Oh, guardatevi dalla gelosia, mio signore. È un mostro dagli occhi verdi che dileggia il cibo di cui si nutre. Beato vive quel cornuto il quale, conscio della sua sorte, non ama la donna che lo tradisce: ma oh, come conta i minuti della sua dannazione chi ama e sospetta; sospetta e si strugge d'amore! »



Mi stupisco di fronte alla meraviglia che riscontro qui nei confronti delle reazioni del tradito.
Chi scopre un tradimento ha, nel periodo immediatamente successivo, solo emozioni potenzialmente distruttive.
Per sè e per gli altri.
Non riesce neppure a pianificare un'adeguata uscita di scena favorevole per sé, figuriamoci se riesce a fare valutazioni etiche sulla liceità o sull'opportunità della vendetta.
Per la mia esperienza, chi è tradito si sente un perdente ed è in questa incommensurabile frustrazione, solo.
Se io non avessi avuto questa valvola di sfogo, non avrei saputo con chi confidarmi né a chi chiedere aiuto.
Perché chi il tradimento non l'ha vissuto non può capire, e chi lo ha vissuto spesso tace sulla componente emotiva che ha vissuto nella sua esperienza, vergognandosene.
Ma tu, dentro, hai una rabbia che è allo stesso tempo panico che se non sfoghi in qualche maniera, non sopravvivi.
Non dormi, non ridi più, non riesci più a godere di altri piaceri né a pensare ad altro. Vorresti fuggire, e c'è chi lo fa, esce di casa subito, perché non tollera più chi gli ha provoca quel dolore,
Forse sarebbe la cosa migliore, a livello psicologico, ma non tutti se lo possono permettere.
E se in quel momento arriva qualcuno che ti giudica, dicendoti che sei un coglione perché ti disperi per una troia, la "troia" che comunque tu tradito fino a ieri amavi, anzi, ami ancora oggi perché non stai capendo comunque nulla di quello che accade, o che sbagli se ti vuoi vendicare, che magari un po' di colpa ce l'hai anche tu perché magari non davi al partner sufficienti attenzioni, queste tue emozioni negative diventano universali, la rabbia cresce fino a comprendere tutto il mondo che hai attorno.
Sull'immenso sfogatoio che è ormai Facebook dopo ogni delitto o violenza consumata in famiglia a seguito di un tradimento, c'è la solita valanga di insulti più o meno volgari nei confronti di chi l'ha perpetrata e i soliti giudizi inutili indirizzati a caso a tutti i protagonisti.
Che sinceramente ottengono solo l'effetto di avvilire chi in quella situazione prima o poi si troverà.
Di creare le basi per l'isolamento del tradito, che non riuscirà a comprendere la "normalità" di certe sue reazioni e a moderarne le conseguenze.
Perché ribadisco è "normale" avere desiderio di vendicarsi, di umiliare chi ti ha umiliato e fatto soffrire, chi ha distrutto la tua vita, di gettare negli abissi insieme a te chi si ritiene colpevole del tuo stare male.
E' "normale" avere voglia di rivalsa verso l'amante. E' normale stare male in quei momenti.
Non ci si deve stupire se le emozioni sono sempre quelle.
Ma se vogliamo, noi dobbiamo arrivare prima, proprio essendo consapevoli di questa "normalità", di queste emozioni che subentrano sempre: prima che un tradito distrugga la sua vita, prima che si scateni una guerra, prima che le conseguenze diventino ancora più pesanti.
E consigliare, senza giudicare, le azioni più opportune, dalle minori conseguenze per tutti.
Ma che sappiano anche far sentire meno solo chi in quel momento è più in difficoltà.
Quoto. Capiamo le reazioni, ma non possiamo incitare ad atti inconsulti e autolesionisti che noi non abbiamo compiuto. Per fortuna!
 

trilobita

Utente di lunga data
Ti prego di evitare battute su persone che non conosci e a cui molti non sarebbero all'altezza di allacciare le scarpe.
Non era una battuta,ma una constatazione,di sicuro io faccio parte di quelli non all'altezza,ma se ne parli qui,non puoi evitare che qualcuno possa fare le sue considerazioni,indipendentemente dalla sua abilità allacciatoria
 

Brunetta

Utente di lunga data
Parlo da tradita e quindi so di cosa parlo.
Posso capire la rabbia e l'irrazionalità iniziale. Capisco pure che nel delirio ognuno di noi cerchi di trovare sollievo cercando strategie e vendette. Lo capisco e in qualche modo non mi stupisce.

Mi stupisce che ci sono tanti che a "freddo" avvalorino queste iniziative.

Che non è una iniziativa moralmente sensata dovrebbe essere chiaro per tanti motivi, in primo perchè c'è una figlia e perchè questa figlia va tutelata da dover subire per tutta la vita che la propria madre è la "troia" che si è fatta il vicino.
E io da padre che ama la propria figlia non posso permettere che abbia questo trauma. La madre non ha amato abbastanza la figlia da ripararla da questo schifo... questo non giustifica che io mi comporti con tale leggerezza e cattiveria.

Il secondo motivo è per quella donna, troia, schifosa che non ha avuto nessun rispetto per il marito ma sempre un altra persona umana con sentimenti e emozioni - per quanto in basso sia arrivata - perchè se decidiamo che va punita dovete anche dirmi fino a quanto. Chi lo decide?! Quand'è che la punizione è sufficente?!
Far vedere il video alla moglie di lui è sufficente? E' sufficente farlo girare per il condominio? Le foto sull'ascensore? E se lo mettessi su youporn? Una foto al datore di lavoro con scritto "troia? Dove si ferma la punizione?! chi lo decide?

Io non guidico chi in preda alla rabbia urla che si vendicherà, ma giudico chi non in preda alla rabbia pensi che sia una soluzione possibile "sputtanare" una donna per vendetta, per punirla.

Poi trovo che sia ingiusto che il traditore si trovi a dover affrontare una giudiziale in cui si trova sotto scacco da parte di una donna subdola e insesibile e che deve fare di tutto per difendersi ma solo per ottenere giustizia non vendetta.
Finalmente ho potuto darti un verde.
 

trilobita

Utente di lunga data
Quoto. Capiamo le reazioni, ma non possiamo incitare ad atti inconsulti e autolesionisti che noi non abbiamo compiuto. Per fortuna!
Allora,innanzitutto qui l'interessato non c'è,non c'è mai stato,si dialoga con Riccardo,che non è il protagonista,ma un amico che racconta quanto successo ad un fraterno amico.
Non credo che Riccardo su nostro incitamento vada dall'amico a dirgli"guarda sul forum ti consigliano di sbudellarli entrambi",quindi anche qualche boutade o reazione scomposta alle notizie ed aggiornamenti sulla faccenda,non arriva neppure per interposta persona.Io non sono nessuno,ma mai mi permetterei di dire ad altri cosa non scrivere.Quando il regolamento parlerà di postare sotto dettatura,ne trarro' le conseguenze
 
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