Viva il vino spumeggiante nel bicchiere dell'amante

danny

Utente di lunga data
Ma i ricchi di generazioni investono, non spendono a cazzo. Anche investire in arte ormai non è più reddditizio. Il tuo capo spende per il piacere di spendere. Il ricco d elite investe nel far studiare i figli, nel dargli un cv di livello, viaggi di livello, curano la salute, mangiano macrobiotico, non ostentano i beni materiali ma piuttosto discettano di esperienze, pratiche sportive, di livello.
Da me ci sono scuole elementari con costi annuali da 15k euro.
Quando parlo di borse, parlo di una Hermes birkin in coccodrillo da 50k €.
Tutti, se hanno a cuore i figli, investono su di loro, anche facendo sacrifici.
Mica solo il ricco.
E non è questione di scuola privata o pubblica. Nella pubblica, al liceo che frequentai, c'erano molti figli di persone più che benestanti.
Ma tutti spendono anche per il proprio piacere.
Braccini corti (e una certa categoria di cosiddetti radical chic con cui ho interagito per anni a cui piaceva fare gli alternativi pur avendo alle spalle famiglie da zona 1) a parte.
 

danny

Utente di lunga data
Io non sopporto più i prodotti da centro commerciale.
Qualcosa di buono lo trovi, ma mediamente la qualità è da usa e getta. Roba buona per riempire gli armadi di fuffa.
I maglioni sintetici che ti fanno sudare dopo un'ora.
I pantaloni a cui inevitabilmente si staccano i bottoni.
Le scarpe a cui si scollano le suole o in cui compaiono precoci scoloriture di quella che si crede sia pelle (facendotele ritrovare bicolori).
I coprispalla sempre della misura sbagliata e sempre di tessuti non piacevoli al tatto.
Quei vestiti tutti uguali, che ti rendono sciatto.
Le scarpe di Decathlon usate tutti i giorni.
Gli orologi moda, troppo grossi, troppo pacchiani.
Quella sensazione di scialbo che ne deriva.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ma non ti devi stupire che ci sia anche vino buono oltre al tavernello e persone che lo sanno apprezzare.
.
Non mi stupisco.
Mi stupisco che ci sia chi ha desideri fuori dalla propria portata e li realizzi creandosi situazioni di difficoltà.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Io non sopporto più i prodotti da centro commerciale.
Qualcosa di buono lo trovi, ma mediamente la qualità è da usa e getta. Roba buona per riempire gli armadi di fuffa.
I maglioni sintetici che ti fanno sudare dopo un'ora.
I pantaloni a cui inevitabilmente si staccano i bottoni.
Le scarpe a cui si scollano le suole o in cui compaiono precoci scoloriture di quella che si crede sia pelle (facendotele ritrovare bicolori).
I coprispalla sempre della misura sbagliata e sempre di tessuti non piacevoli al tatto.
Quei vestiti tutti uguali, che ti rendono sciatto.
Le scarpe di Decathlon usate tutti i giorni.
Gli orologi moda, troppo grossi, troppo pacchiani.
Quella sensazione di scialbo che ne deriva.
Ho scoperto nei centri commerciali i negozi primo prezzo. Li adoro 😁
 

Lara3

Utente di lunga data
Era stato anche a Dubai, nell'hotel più caro del mondo (visto le fatture per una settimana: ci si comprava una Mustang. Naturalmente sempre tutto intestato all'azienda, e parlo del solo acconto -il saldo non riuscii a vederlo-).
Ci sono aziende che pagano alloggio ai dipendenti nel hotel più caro del mondo ? E quando dico dipendenti mi riferisco ai direttore generale & co
 

danny

Utente di lunga data
Alcuni nostri clienti hanno protestato perché su un prodotto che stampiamo abbiamo cambiato la carta con una di qualità inferiore.
O ti aumento il prezzo o ti abbasso la qualità.
O facciamo - e ci arriveremo - come gli altri.
Stampiamo in Cina. O in paesi dove il costo è inferiore per motivi ben noti.
 

Brunetta

Utente di lunga data

Brunetta

Utente di lunga data
Il bisogno di guadagnare sempre di più e senza vergogna non ha limiti. Non si può vedere pantalone di più di 200 euro di nota marca vicino Duomo Milano fabbricato in Cina. Ci sta a UPIM.
Esistono trattati su come funziona il meccanismo dei prezzi. Però io dico che basta vedere come funziona la raccolta delle figurine. Se una figurina non si trova vale molte figurine. Anche da bambina non mi angosciava non finire l’album.
 

stany

Utente di lunga data
Ma i ricchi di generazioni investono, non spendono a cazzo. Anche investire in arte ormai non è più reddditizio. Il tuo capo spende per il piacere di spendere. Il ricco d elite investe nel far studiare i figli, nel dargli un cv di livello, viaggi di livello, curano la salute, mangiano macrobiotico, non ostentano i beni materiali ma piuttosto discettano di esperienze, pratiche sportive, di livello.
Da me ci sono scuole elementari con costi annuali da 15k euro.
Quando parlo di borse, parlo di una Hermes birkin in coccodrillo da 50k €.
Ancche i figli dei boss mafiosi studiano ad Harvard; come anch'io ho mangiato macrobiotico per venticinque anni (da quindici non più!) , tenendo conto che l'investimento economico è diverso.
Si tratta come dici di scelte di vita , che non sempre richiedono impegni economici improponibili alle persone "normali".
Semmai è un'aggravante per le classi elevate indugiare in stili di vita "insani" , al pari di chi non ha risorse per riscattarsi dal circolo vizioso dei consumi alimentari sbagliati , dal voluttuario fine a se stesso ,puntando allo status al pari di chi, magari, conosce la ricchezza per un colpo di fortuna , come vincere al SuperEnalotto, oppure ,pur con merito, guadagnare otto milioni l'anno tirando calci ad un pallone.
Ma ,come dici, ciò si supera con l'investimento in cultura e salute; le macchiiette del cinema dell'immediato dopoguerra ,che vestivano i panni del palazzinaro arrivato, incolto ma "commendatore" , dedito alle abbuffate di abbacchio, sono relegate ad una iconografia entrata nella storia recente.
Fa specie però trovare qualche concorrente del Grande Fratello che si dichiara vegano, minimalista, ecc. È sempre una questione di cultura e consapevolezza; però che ci fanno pensare a deviazione e condizionamento...
 

Marjanna

Utente di lunga data
Io non sopporto più i prodotti da centro commerciale.
Qualcosa di buono lo trovi, ma mediamente la qualità è da usa e getta. Roba buona per riempire gli armadi di fuffa.
I maglioni sintetici che ti fanno sudare dopo un'ora.
I pantaloni a cui inevitabilmente si staccano i bottoni.
Le scarpe a cui si scollano le suole o in cui compaiono precoci scoloriture di quella che si crede sia pelle (facendotele ritrovare bicolori).
I coprispalla sempre della misura sbagliata e sempre di tessuti non piacevoli al tatto.
Quei vestiti tutti uguali, che ti rendono sciatto.
Le scarpe di Decathlon usate tutti i giorni.
Gli orologi moda, troppo grossi, troppo pacchiani.
Quella sensazione di scialbo che ne deriva.
C'è sempre meno cultura del materiale. Una cosa che mi colpito che ho visto poco tempo fa, forse c'era già ma mi mancava, sono dei cappotti senza fodera e dal tessuto leggerissimo. Non sono cappotti in pratica, ma ne hanno le sembianze (sono comunque venduti in inverno). Il mio primo pensiero è stato "ma questo non è finito, come possono venderlo" :oops:
 

Brunetta

Utente di lunga data
Ancche i figli dei boss mafiosi studiano ad Harvard; come anch'io ho mangiato macrobiotico per venticinque anni (da quindici non più!) , tenendo conto che l'investimento economico è diverso.
Si tratta come dici di scelte di vita , che non sempre richiedono impegni economici improponibili alle persone "normali".
Semmai è un'aggravante per le classi elevate indugiare in stili di vita "insani" , al pari di chi non ha risorse per riscattarsi dal circolo vizioso dei consumi alimentari sbagliati , dal voluttuario fine a se stesso ,puntando allo status al pari di chi, magari, conosce la ricchezza per un colpo di fortuna , come vincere al SuperEnalotto, oppure ,pur con merito, guadagnare otto milioni l'anno tirando calci ad un pallone.
Ma ,come dici, ciò si supera con l'investimento in cultura e salute; le macchiiette del cinema dell'immediato dopoguerra ,che vestivano i panni del palazzinaro arrivato, incolto ma "commendatore" , dedito alle abbuffate di abbacchio, sono relegate ad una iconografia entrata nella storia recente.
Fa specie però trovare qualche concorrente del Grande Fratello che si dichiara vegano, minimalista, ecc. È sempre una questione di cultura e consapevolezza; però che ci fanno pensare a deviazione e condizionamento...
Io credo che ognuno voglia esprimere la propria individualità e sentirsi speciale (v. nell’altro thread anche sentendosi dare della troia ) e lo può fare in modi diversi. C’è chi lo fa con la borsa firmata e chi con la borsa di Zara, chi mangiando salamelle e chi vegano.
Ma lo si fa anche guardando Sanremo o X Factor o cercando cantanti di nicchia.
 

Brunetta

Utente di lunga data
C'è sempre meno cultura del materiale. Una cosa che mi colpito che ho visto poco tempo fa, forse c'era già ma mi mancava, sono dei cappotti senza fodera e dal tessuto leggerissimo. Non sono cappotti in pratica, ma ne hanno le sembianze (sono comunque venduti in inverno). Il mio primo pensiero è stato "ma questo non è finito, come possono venderlo" :oops:
Ne ho avuto uno da giovane. Era bellissimo. Mai sofferto tanto il freddo 😂😂😂😂
 

danny

Utente di lunga data
Il bisogno di guadagnare sempre di più e senza vergogna non ha limiti. Non si può vedere pantalone di più di 200 euro di nota marca vicino Duomo Milano fabbricato in Cina. Ci sta a UPIM.
Tu non comprarlo.
A 200 euro trovi ancora prodotti di tessitura italiana.
Io ci faccio caso.
Evito i marchi così.
Come evito quelli che ti vendono a 150 euro il maglioncino di poliestere.
 

danny

Utente di lunga data
C'è sempre meno cultura del materiale. Una cosa che mi colpito che ho visto poco tempo fa, forse c'era già ma mi mancava, sono dei cappotti senza fodera e dal tessuto leggerissimo. Non sono cappotti in pratica, ma ne hanno le sembianze (sono comunque venduti in inverno). Il mio primo pensiero è stato "ma questo non è finito, come possono venderlo" :oops:
L'ho pensato anch'io.
E le cuciture rovesciate su molti capi?
Ho visto la fine di molti marchi come Boggi.
Io ho un cappotto di Cashmere loro di 20 anni fa. Il mio abito del matrimonio in Tasmania, ormai relegato tra i modelli fuori moda. Era un buon marchio di medio prezzo, con un buon rapporto qualità prezzo, ora è al pari di tanti un prodotto scarso a prezzi medi.
Comunque sempre meglio di come è finito Angelo Litrico.
 
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