Innominata
Utente che predica bene
Non voglio scrivere le sensazioni identiche che mi associano a quello che hai scritto e che mi ricordano il passato ( ti ricordo che nel tradimento subito, io pensavo a lei e non a me)
Sei riuscita a mandarlo via di casa. Hai avuto questa forza, ora è il momento di pensare a te stessa, io non vorrei che tu dovessi arrivare ad un punto di rottura psichica, riguardati rinasci e grida la tua rabbia come e dove puoi, pensa a te stessa soltanto.
Mi ritrovo tanto, e non solo per il fatto che sullo sfondo c'è anche uno stato psichico in cura (anche con farmaci, nel suo caso), ma per questo oscillare della forza, l'alternarsi di momenti in cui tutto sembra rischiararsi, e improvvise ricadute nell'inferno. Dico dentro di me. Lui continua a essere larva, a mio avviso mettendoci il ricarico, e dice che dovrei capire la sua ciclicità: questa esiste, ed è clinica, ma ho la netta sensazione che ci stia, per così dire, marciando. Io che del capire ho fatto la curiosità, il mestiere, il piacere e l'errore della mia vita, mi preoccupo dell'esigenza che ho di urlare, di disinnescare bombe, di creare campi minati con mine esplodibili appena si toccano. Pensare a me stessa a volte mi dà i brividi (non di piacere). Mi manca tantissimo il non poter partire, esco spesso di casa, ma in ogni angolo ci sono ricordi, stazioni, tracce di episodi, frammenti di passato irrompono nella mente senza che io lo voglia e il senso di "rottura psichica" è lì. Mi chiedo se non dovrei abbandonarlo a fare la larva.