Il cibo dell'anima

Palladiano

utente d'altri tempi
e quindi?
pazzaglia ha fatto mille cose ma personalmente lo trovo triste
E quindi io mi limiterei a giudicare il testo che ha scritto.
Per alcuni anche montale e leopardi sono tristi.
É un giudizio sulla persona o cosa?
 

Flavia

utente che medita
E' il testo di una canzone ben nota, caro il mio Joker.
:)
bellissime entrambe le interpretazioni
sia del grandissimo Modugno
e dei bravissimi Negramaro

[video=youtube;2csJMgZ8HDQ]https://www.youtube.com/watch?v=2csJMgZ8HDQ[/video]

[video=youtube;7qBNen83r1Y]https://www.youtube.com/watch?v=7qBNen83r1Y[/video]
 

sienne

lucida-confusa
Ciao



Friedrich Hölderlin, Canto del destino di Iperione – 1798

Voi errate in alto, nella luce
su tenero suolo, genii beati!

Splendidi aure divine
vi sfiorano leggere
come le dita dell’artista
le sacre corde.

Sciolti dal destino, come il poppante
che dorme, respirano gli immortali;
pudico, in boccio timido avvolto
eterno fiorisce per essi lo spirito,
e gli occhi beati guardano
in placida eterna chiarità.

Ma a noi è dato
in nessun luogo trovar pace,
dileguano, cadono,
nel dolore gli uomini
ciecamente
di ora in ora,
come acqua da pietra
a pietra lanciata,
senza mai fine, giù nell’ignoto



(Friedrich Hölderlin, Canto del destino di Iperione, in Le liriche,
a cura di Enzo Mandruzzato, Milano, Adlephi, 1977, seconda edizione 1993)



Testo originale:

Friedrich Hölderlin, Hyperions Schicksalslied – 1798


Ihr wandelt droben im Licht
Auf weichem Boden, selige Genien!
Glänzende Götterlüfte
Rühren euch leicht,
Wie die Finger der Künstlerin
Heilige Saiten.

Schicksallos, wie der schlafende
Säugling, atmen die Himmlischen;
Keusch bewahrt
In bescheidener Knospe,
Blühet ewig
Ihnen der Geist,
Und die seligen Augen
Blicken in stiller
Ewiger Klarheit.

Doch uns ist gegeben,
Auf keiner Stätte zu ruhn,
Es schwinden, es fallen
Die leidenden Menschen
Blindlings von einer
Stunde zur andern,
Wie Wasser von Klippe
Zu Klippe geworfen,
Jahr lang ins Ungewisse hinab.



sienne
 

Palladiano

utente d'altri tempi
la casa vuota

Vado alla casa dove non vivremo
a guardare i muri che non si alzeranno.
Passeggio per le stanze
e apro le finestre
perché entri il Tempo di Ieri invecchiato.
Se vedessi!
Tra le buganvillee
stancamente giocano
i figli che mai avremo.
Io li guardo. Loro mi guardano.
Il mio cuore fuma.
Questo è il luogo
in cui il mio cuore fuma.
E a quest’ora,
nel balcone, zitta,
io so che anche tu muori
e pensi a me fino a dissanguarti.
Anch’io penso a te.
Ascoltami, ovunque tu sia:
da questa ferita non esce soltanto sangue:
me ne esco io.
***
La casa vacía
Voy a la casa donde no viviremos
a mirar los muros que no se levantarán.
Paseo las estancias
y abro las ventanas
para que entre el Tiempo de Ayer envejecido.
¡Si vieras!
Entre las buganvillas
cansadamente juegan
los hijos que jamás tendremos.
Yo los miro. Ellos me miran.
Mi corazón humea.
Éste es el sitio
donde mi corazón humea.
Y a esta hora,
en el balcón, callada,
yo sé que tú también te mueres
y piensas en mí hasta ensangrentarte,
Yo también pienso en ti.
Óyeme donde estés:
por esta herida no sale sólo sangre:
me salgo yo.
Manuel Scorza
 

drusilla

Drama Queen
un'altra casa

Pintada, no vacía:
pintada está mi casa
del color de las grandes
pasiones y desgracias.

Regresará del llanto
adonde fue llevada
con su desierta mesa,
con su ruinosa cama.

Florecerán los besos
sobre las almohadas.
Y en torno de los cuerpos
elevará la sábana
su intensa enredadera
nocturna, perfumada.

El odio se amortigua
detrás de la ventana.

Será la garra suave.

¡Dejadme la esperanza!

CANZONE ULTIMA

Dipinta, non vuota:
dipinta è la mia casa
con il colore delle grandi
passioni e disgrazie.

Ritornerà dal pianto
dove è stata confinata
con il suo tavolo deserto
con il suo letto in rovina.

Fioriranno i baci sui cuscini
e intorno ai corpi
innalzerà il lenzuolo
la sua densa edera
notturna, profumata.

L'odio si placa
dietro la finestra.

Sarà dolce l'artiglio.

Lasciatemi la speranza!

MIGUEL HERNÁNDEZ
 

Palladiano

utente d'altri tempi
Pintada, no vacía:
pintada está mi casa
del color de las grandes
pasiones y desgracias.

Regresará del llanto
adonde fue llevada
con su desierta mesa,
con su ruinosa cama.

Florecerán los besos
sobre las almohadas.
Y en torno de los cuerpos
elevará la sábana
su intensa enredadera
nocturna, perfumada.

El odio se amortigua
detrás de la ventana.

Será la garra suave.

¡Dejadme la esperanza!

CANZONE ULTIMA

Dipinta, non vuota:
dipinta è la mia casa
con il colore delle grandi
passioni e disgrazie.

Ritornerà dal pianto
dove è stata confinata
con il suo tavolo deserto
con il suo letto in rovina.

Fioriranno i baci sui cuscini
e intorno ai corpi
innalzerà il lenzuolo
la sua densa edera
notturna, profumata.

L'odio si placa
dietro la finestra.

Sarà dolce l'artiglio.

Lasciatemi la speranza!

MIGUEL HERNÁNDEZ
molto bella. autore a me ignoto. grazie
 

drusilla

Drama Queen
molto bella. autore a me ignoto. grazie
devi proprio conoscerlo. È il poeta forse che preferisco, sia la sua parabola umana che la sua poesia che esce proprio dalle viscere.
 

drusilla

Drama Queen
la più bella ninna nanna

NANAS DE LA CEBOLLA

La cebolla es escarcha

cerrada y pobre.
Escarcha de tus días
y de mis noches.
Hambre y cebolla,
hielo negro y escarcha
grande y redonda.

En la cuna del hambre
mi niño estaba.
Con sangre de cebolla
se amamantaba.
Pero tu sangre,
escarchada de azúcar,
cebolla y hambre.

Una mujer morena
resuelta en luna
se derrama hilo a hilo
sobre la cuna.
Ríete, niño,
que te traigo la luna
cuando es preciso.

[Alondra de mi casa,
ríete mucho.
Es tu risa en tus ojos
la luz del mundo.
Ríete tanto
que mi alma al oírte
bata el espacio.]

Tu risa me hace libre,
me pone alas.
Soledades me quita,
cárcel me arranca.
Boca que vuela,
corazón que en tus labios
relampaguea.

Es tu risa la espada
más victoriosa,
vencedor de las flores
y las alondras
Rival del sol.
Porvenir de mis huesos
y de mi amor.

[La carne aleteante,
súbito el párpado,
el vivir como nunca
coloreado.
¡Cuánto jilguero
se remonta, aletea,
desde tu cuerpo!]

Desperté de ser niño:
nunca despiertes.
Triste llevo la boca:
ríete siempre.
Siempre en la cuna,
defendiendo la risa
pluma por pluma.

[Ser de vuelo tan lato,
tan extendido,
que tu carne es el cielo
recién nacido.
¡Si yo pudiera
remontarme al origen
de tu carrera!]

Al octavo mes ríes
con cinco azahares.
Con cinco diminutas
ferocidades.
Con cinco dientes
como cinco jazmines
adolescentes.

Frontera de los besos
serán mañana,
cuando en la dentadura
sientas un arma.
Sientas un fuego
correr dientes abajo
buscando el centro.

Vuela niño en la doble
luna del pecho:
él, triste de cebolla,
tú, satisfecho.
No te derrumbes.
No sepas lo que pasa ni
lo que ocurre.

NINNA NANNA DELLA CIPOLLA

La cipolla è brina
angusta e povera.
Brina dei tuoi giorni
e delle mie notti.
Fame e cipolla,
ghiaccio nero e brina
grande e rotonda.

Nella culla della fame
mio figlio stava.
Con sangue di cipolla
si alimentava.
Ma il tuo sangue è
arricchito di zucchero
cipolla e fame.

Una donna bruna
dissolta dentro la luna
si versa filo dopo filo
dentro la culla
Ridi bambino
e inghiottirai la luna
quando sia necessario.

[Allodola della mia casa
ridi molto
è il tuo riso nei tuoi occhi
la luce del mondo
Ridi tanto
che la mia anima all'udirti
penetri lo spazio.]

Il tuo riso mi rende libero
mi pone ali
mi toglie solitudini
mi allontana il carcere
Bocca che vola
cuore che nelle tue labbra
lampeggia.

È il tuo riso la spada
più vittoriosa
vincitore dei fiori
e delle allodole
Rivale del sole.
Futuro delle mie ossa
e del mio amore.

[La carne alitante
subitanea la palpebra
il vivere come mai
multicolore
Che cardellino
risale, svolazza
dal tuo corpo!]

Mi svegliai dall'essere bimbo:
tu non destarti mai
Triste mostro la bocca:
ridi tu sempre
Sempre nella culla
difendendo il riso
piuma dopo piuma.

[Essere dal volo sì alto
tanto vasto,
che la tua carne è il cielo
appena nato.
Oh, potessi io
risalire all'origine
della tua corsa!]

All'ottavo mese ridi
con cinque fiori d'arancio
con cinque minuscole
ferocie.
Con cinque denti
come cinque gelsomini
adolescenti.

Frontiera dei baci
saranno domani
quando nella dentatura
avvertirai un'arma.
Sentirai un fuoco
correre sotto i denti
cercando il centro.

Vola bimbo, nella doppia
luna del seno:
lui, triste di cipolla
tu, soddisfatto.
Non crollare.
Che tu non sappia quello che scorre
né quel che accade.

MIGUEL HERNÁNDEZ
 

Palladiano

utente d'altri tempi
Non ho dimenticato quante volte
ho perso la strada
non ho dimenticato la voce
che mi disse ricorda
non ho dimenticato la voce
che mi disse ritorna.
Ho scordato la mano
che mi carezzava i capelli
ho scordato l'amico
a cui ho chiesto perdono.
Io sono solo,
ho vissuto la vita
che sognavo di vivere ,
senza pentirmi
ho pagato gli sbagli
che sapevo di fare,
ho lasciato le cose
che volevo lasciare.
Ho perso le cose
che volevo tenere.
Ma il mio spirito
è libero
libero dentro.....
 
Ultima modifica:

Palladiano

utente d'altri tempi
le golose

Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!
L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte? Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Guido Gozzano
 

Palladiano

utente d'altri tempi
chiedo scusa ma quando leggo qui ho davanti l'immagine di tafazzi
magari questa è più adeguata alle tue esigenze...


Oggi battaglia grossa
tra una nuvola grigia
e una nuvola rossa,
tra una nuvola bianca
e una nuvola nera
battaglia tra l'inverno e la primavera.
A un colpo di tuono il vento
fugge sui campi sgomento.
Ma noi sappiamo già chi vincerà:
ce lo ha detto una rondine
arrivata iersera,
e una primula d'oro appena fiorita:
"Vittoria, vince la vita,
vince la primavera!".


(Gianni Rodari)
 

Sbriciolata

Escluso
Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.
Signore e signorine -
le dita senza guanto -
scelgon la pasta. Quanto
ritornano bambine!
Perché nïun le veda,
volgon le spalle, in fretta,
sollevan la veletta,
divorano la preda.
C'è quella che s'informa
pensosa della scelta;
quella che toglie svelta,
né cura tinta e forma.
L'una, pur mentre inghiotte,
già pensa al dopo, al poi;
e domina i vassoi
con le pupille ghiotte.
un'altra - il dolce crebbe -
muove le disperate
bianchissime al giulebbe
dita confetturate!
Un'altra, con bell'arte,
sugge la punta estrema:
invano! ché la crema
esce dall'altra parte!
L'una, senz'abbadare
a giovine che adocchi,
divora in pace. Gli occhi
altra solleva, e pare
sugga, in supremo annunzio,
non crema e cioccolatte,
ma superliquefatte
parole del D'Annunzio.
Fra questi aromi acuti,
strani, commisti troppo
di cedro, di sciroppo,
di creme, di velluti,
di essenze parigine,
di mammole, di chiome:
oh! le signore come
ritornano bambine!
Perché non m'è concesso -
o legge inopportuna! -
il farmivi da presso,
baciarvi ad una ad una,
o belle bocche intatte
di giovani signore,
baciarvi nel sapore
di crema e cioccolatte? Io sono innamorato di tutte le signore
che mangiano le paste nelle confetterie.

Guido Gozzano
Grazie grazie grazie.
Mi hai ricordato questa poesia che mi è sempre piaciuta tanto.
 

Flavia

utente che medita
magari questa è più adeguata alle tue esigenze...


Oggi battaglia grossa
tra una nuvola grigia
e una nuvola rossa,
tra una nuvola bianca
e una nuvola nera
battaglia tra l'inverno e la primavera.
A un colpo di tuono il vento
fugge sui campi sgomento.
Ma noi sappiamo già chi vincerà:
ce lo ha detto una rondine
arrivata iersera,
e una primula d'oro appena fiorita:
"Vittoria, vince la vita,
vince la primavera!".


(Gianni Rodari)
Rodari!
alzi la mano chi
non ha studiato a memoria questa
alle elementari
Dopo la pioggia – Gianni Rodari

Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno.
E’ come un ponte imbandierato
e il sole ci passa festeggiato.
é bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede, questo è male
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente?
Un arcobaleno senza tempesta,
questa sì che sarebbe una festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
 
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