Fedy, non so se sono forte, e no, non ci sono mai stata in terapia.
Diciamo che la mia abitudine (da vecchia secchiona...) è prendere in mano un libro, fosse pure ingegneria nautica, e studiarmelo.
Non è che manchi di fiducia nei terapisti, ma insomma, se hanno studiato da qualche parte, posso studiare anch'io
Un po' è quello che dici, mi sembra che il terapista non abbia la statura morale - spesso - (forse a differenza di un sacerdote, per me che credo) di non essere/diventare complice/specchio del paziente. Non dico per interesse, o per noia, o per superficialità, ma solo perché è il suo ruolo, di maieuta disinteressato, che secondo me fa troppo in fretta a (s)colorarsi di fronte a personalità che già di per loro fuggono dagli approfondimenti...io non sono una terapista, ma quando una amica per la quindicesima volta mi ribadisce un problema senza individuare nessuna soluzione non mi resta per stanchezza che dirle "Ma si continua così!"
Si corre anche un po' il rischio, credo, di dire "Ehy, vado in terapia, sono a posto con la mia coscienza".
Eh no!
Certi redde rationem te li devi smazzare da solo!
Ma come dici tu, se ne sente bisogno, perché no?
Bacio!