Sulle separazioni in casa ... e piccolo sfogo

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Anais

Utente di lunga data
Leggendo un post del Conte, in cui diceva che sarebbe il caso di chiedere ai figli se preferiscono vivere in una casa dove mamma e papà litigano, piuttosto che vivere un genitore per volta, vorrei portare la mia esperienza.
Fino a un anno fa la pensavo come lui. Ero convinta di potercela fare, a vivere con un uomo che non amo più.
Credevo che fosse meglio essere infelici con il partner ma continuare a stare insieme per il bene dei figli.
Ma ho capito che dipende dal livello di conflitti che ci sono. E dalle dinamiche che si scatenano una volta constatato che i sentimenti che univano la coppia non sono rianimabili.
Nella mia storia non ci sono tradimenti di mezzo (anche se a un certo punto l'ho considerato, vedendolo come una via d'uscita), ma c'è di peggio.
Fra noi non c'è più amore e quel che è peggio non c'è più nemmeno il voler bene. Nè la stima dell'altro.
C'è solo una gran competitività nei confronti dei figli...forse perchè sono i nostri unici amori. Sono tutto per noi e ci stanno andando di mezzo.
Si sentono sicuramente tirati da una parte e dall'altra...magari non a parole ma con i fatti e con i comportamenti.
E poi, la convivenza da separati in casa è forse possibile solo quando uno dei due sia poco in casa, abbia magari un lavoro che lo tiene impegnato molte ore al giorno, o degli interessi che lo facciano uscire di casa qualche ora anche durante i weekend.
Ma ti assicuro, che risulta impossibile quando il compagno (e in questo caso parlo dell'uomo), lavora il giusto indispensabile, non ha interesse a migliorare la propria posizione di carriere o economica e ha abbandonato ogni interesse che non sia lo stare appiccicato ai figli.
E non per necessità (io sono una mamma molto presente) ma per controllarne quasi ogni mossa. E per competizione nei confronti della madre.
Bruttissima situazione, forse una delle peggiori.
Si vive insieme ai piccoli, certo, ma ogni ora passata insieme è minata dallo stress dell'avere perennemente intorno l'altro.
Durante le cene o il tempo che passiamo tutti insieme, io e lui ci ignoriamo.Non ci rivolgiamo la parola se non per piccole comunicazioni di servizio e conversiamo solo con le creaturine che hanno 7 e 4 anni!!
E' sano? Non credo sia giusto che si sentano investiti della responsabilità di essere l'unico collante della famiglia.
Capisco che sia difficile capirmi, so che pochi uomini si comportano così. La maggioranza sono molto occupati dal lavoro, o da interessi propri, e non hanno interesse a volersi "sostituire" alla donna anche nel ruolo materno.
A lui invece è presa così. L'ha sempre avuta la mania del "io faccio meglio degli altri" e del voler imporre i suoi tempi e ritmi, nonchè interessi a tutti noi...ma ora...è il delirio.
Per cui ormai penso, che invece, anche per dei bambini sia meglio non sentirsi sempre l'ago della bilancia che fa stare bene la mamma o il papà.
Qusto e' ciò che ora penso, anche perchè...alla fine, a furia di tensioni e combattimenti, si rischia l'esaurimento nervoso. Meglio genitori separati ma più o meno, sani di mente.
Ma ogni storia è a se e continuo o essere fautrice dello stare insieme per il bene dei figli, dove sia consentito avere un rapporto civile e dove il rispetto e il bene per l'altra persona continuano ad esistere.
 
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sienne

lucida-confusa
Ciao Anais,

è un grande peso, che appoggiate sulle spalle dei vostri figli.
perché la coppia non c'è, allora ... l'unione è tutta rivolta a loro.
può essere, che con il tempo, si sentiranno anche responsabili, della
vostra "contentezza" ... più paura di sbagliare ecc.

inoltre, che esempio di come condurre un rapporto è?
imparano, che è giusto sacrificarsi ... che l'affetto, la coppia, poco conta.
come imparano il rapportarsi con se e gli altri, in un senso di coppia che segue
degli interessi, sogni ecc.

rifletti Anais ...
queste idee, che solo i genitori uniti, sia il meglio ... è veleno.
impedisce di vedere ... di percepire ...

sienne
 

Anais

Utente di lunga data
Ciao Anais,

è un grande peso, che appoggiate sulle spalle dei vostri figli.
perché la coppia non c'è, allora ... l'unione è tutta rivolta a loro.
può essere, che con il tempo, si sentiranno anche responsabili, della
vostra "contentezza" ... più paura di sbagliare ecc.

inoltre, che esempio di come condurre un rapporto è?
imparano, che è giusto sacrificarsi ... che l'affetto, la coppia, poco conta.
come imparano il rapportarsi con se e gli altri, in un senso di coppia che segue
degli interessi, sogni ecc.

rifletti Anais ...
queste idee, che solo i genitori uniti, sia il meglio ... è veleno.
impedisce di vedere ... di percepire ...

sienne
Lo so. L'ho capito strada facendo, anche grazie alla psicologa di coppia e soprattutto alla mia, alla quale mi sono rivolta per affrontare la mia paura, cioè quella di non dare ai miei figli una famiglia con mamma e papà insieme.
Vengo da una famiglia unita e per me questo è un grande, enorme dolore.
Abbiamo deciso di separarci, sappiamo che non c'è altra soluzione.
Ma piango un casino...come stringo i miei figli, o li vedo giocare felici...penso...e corro in bagno a piangere.
Sarà dura, durissima. E devo trovare le forze per affrontare l'iter che ne verrà.
Poi, dicono che ci abitua a tutto, chissà se è vero. Spero di riuscire ad abituarmi alla nuova situazione
 

Arianna

utente assente
c'è un libro che mi ha illuminato a partire dal titolo
"Dai figli non si divorzia" di Anna Oliverio Ferraris
l'ho citato più volte qui dentro
mette a nudo lo sviluppo di certe dinamiche disfunzionali, attraverso testimonianze reali raccontate da figli di genitori divorziati che, ormai adulti, hanno accettato su base volontaria di partecipare ad una ricerca universitaria condotta da alcune collaboratrici dell'autrice

ma io non ho figli e ho sentito il bisogno di leggere questo libro per capire

il mio compagno invece è padre
ma si è rifiutato di leggere il libro e devo dire che finora nemmeno ne ha avuto bisogno, perché è sempre stato lucidamente consapevole di ciò che stava facendo, dei bisogni dei suoi figli e delle dinamiche esistenti tra lui e la sua ex moglie

tu, Anais, sembri altrettanto consapevole e molto lucida

P.S. Ho postato per sbaglio questo post nel blog, con la citazione del post di Anais. Sono proprio imbranata. :(
 

Anais

Utente di lunga data
c'è un libro che mi ha illuminato a partire dal titolo
"Dai figli non si divorzia" di Anna Oliverio Ferraris
l'ho citato più volte qui dentro
mette a nudo lo sviluppo di certe dinamiche disfunzionali, attraverso testimonianze reali raccontate da figli di genitori divorziati che, ormai adulti, hanno accettato su base volontaria di partecipare ad una ricerca universitaria condotta da alcune collaboratrici dell'autrice

ma io non ho figli e ho sentito il bisogno di leggere questo libro per capire

il mio compagno invece è padre
ma si è rifiutato di leggere il libro e devo dire che finora nemmeno ne ha avuto bisogno, perché è sempre stato lucidamente consapevole di ciò che stava facendo, dei bisogni dei suoi figli e delle dinamiche esistenti tra lui e la sua ex moglie

tu, Anais, sembri altrettanto consapevole e molto lucida

P.S. Ho postato per sbaglio questo post nel blog, con la citazione del post di Anais. Sono proprio imbranata. :(
Grazie Arianna per la segnalazione del libro
 

lunaiena

Scemo chi legge
Leggendo un post del Conte, in cui diceva che sarebbe il caso di chiedere ai figli se preferiscono vivere in una casa dove mamma e papà litigano, piuttosto che vivere un genitore per volta, vorrei portare la mia esperienza.
Fino a un anno fa la pensavo come lui. Ero convinta di potercela fare, a vivere con un uomo che non amo più.
Credevo che fosse meglio essere infelici con il partner ma continuare a stare insieme per il bene dei figli.
Ma ho capito che dipende dal livello di conflitti che ci sono. E dalle dinamiche che si scatenano una volta constatato che i sentimenti che univano la coppia non sono rianimabili.
Nella mia storia non ci sono tradimenti di mezzo (anche se a un certo punto l'ho considerato, vedendolo come una via d'uscita), ma c'è di peggio.
Fra noi non c'è più amore e quel che è peggio non c'è più nemmeno il voler bene. Nè la stima dell'altro.
C'è solo una gran competitività nei confronti dei figli...forse perchè sono i nostri unici amori. Sono tutto per noi e ci stanno andando di mezzo.
Si sentono sicuramente tirati da una parte e dall'altra...magari non a parole ma con i fatti e con i comportamenti.
E poi, la convivenza da separati in casa è forse possibile solo quando uno dei due sia poco in casa, abbia magari un lavoro che lo tiene impegnato molte ore al giorno, o degli interessi che lo facciano uscire di casa qualche ora anche durante i weekend.
Ma ti assicuro, che risulta impossibile quando il compagno (e in questo caso parlo dell'uomo), lavora il giusto indispensabile, non ha interesse a migliorare la propria posizione di carriere o economica e ha abbandonato ogni interesse che non sia lo stare appiccicato ai figli.
E non per necessità (io sono una mamma molto presente) ma per controllarne quasi ogni mossa. E per competizione nei confronti della madre.
Bruttissima situazione, forse una delle peggiori.
Si vive insieme ai piccoli, certo, ma ogni ora passata insieme è minata dallo stress dell'avere perennemente intorno l'altro.
Durante le cene o il tempo che passiamo tutti insieme, io e lui ci ignoriamo.Non ci rivolgiamo la parola se non per piccole comunicazioni di servizio e conversiamo solo con le creaturine che hanno 7 e 4 anni!!
E' sano? Non credo sia giusto che si sentano investiti della responsabilità di essere l'unico collante della famiglia.
Capisco che sia difficile capirmi, so che pochi uomini si comportano così. La maggioranza sono molto occupati dal lavoro, o da interessi propri, e non hanno interesse a volersi "sostituire" alla donna anche nel ruolo materno.
A lui invece è presa così. L'ha sempre avuta la mania del "io faccio meglio degli altri" e del voler imporre i suoi tempi e ritmi, nonchè interessi a tutti noi...ma ora...è il delirio.
Per cui ormai penso, che invece, anche per dei bambini sia meglio non sentirsi sempre l'ago della bilancia che fa stare bene la mamma o il papà.
Qusto e' ciò che ora penso, anche perchè...alla fine, a furia di tensioni e combattimenti, si rischia l'esaurimento nervoso. Meglio genitori separati ma più o meno, sani di mente.
Ma ogni storia è a se e continuo o essere fautrice dello stare insieme per il bene dei figli, dove sia consentito avere un rapporto civile e dove il rispetto e il bene per l'altra persona continuano ad esistere.

Tu lavori?
Praticamente lo vuoi" fora di bal" per poter fare la stessa cosa che fa lui?
Ma sai è una questone di carattere provare a parlarne e collimare i vostri caratteri che a quanto
scritto mi sembrano simili ....
scusa magari ho interpretato male
 

Sbriciolata

Escluso
Ero convinta di potercela fare, a vivere con un uomo che non amo più.
Credevo che fosse meglio essere infelici con il partner ma continuare a stare insieme per il bene dei figli.
Ma ho capito che dipende dal livello di conflitti che ci sono. E dalle dinamiche che si scatenano una volta constatato che i sentimenti che univano la coppia non sono rianimabili.
Penso che questa sia l'analisi corretta. I figli hanno bisogno di equilibrio, armonia, di certezze positive. Se non si riesce a dar loro queste certezze è bene separarsi.
Ci sono molte persone che adesso, purtroppo, non possono permetterselo.
 

OcchiVerdi

Utente di lunga data
Io che posso testimoniare una situazione simile alla tua ma funzionante dico sempre che sta molto nell'intelligenza delle persone. Vivere insieme è sempre complicato e solo rispettando i propi spazi e la persona che si ha di fronte si può tenere unita la famiglia.
Certo, anche nel mio caso, ci sono discussioni e litigate, come nelle migliori famiglie, ma l'ammissione della fine ha portato ad una migliore comunicazione ed ad una sostanziale divisione delle vite solo al di fuori di casa, singolarmente.
Ancora ci ammazziamo tutti dal ridere e giochiamo insieme. Tutti e tre come una vera famiglia. Ma noi siamo una famiglia vera. Padre, madre e figlia. Gli abbracci di gruppo e le risate in compagnia sono un collante a cui non possiamo rinunciare.

Si può ma sta a voi due.
 
Anais ma dipende molto anche dall'età che anno.
Ho ben visto con i miei occhi e non con una sorta di sorriso benevolo sotto i baffi, come i figlia cambino no?
A me sembra che l'imperativo di un bambino sia l'egoismo ( nel senso buono) insomma un essere molto determinato ne soddisfare i propri bisogni.

Infatti non si dice che ci sono i NO che aiutano a crescere?
Non si dice infatti che i bambini che ottengono di tutto e di più a furia di piagnistei sono viziati?

Mi spiace ora mia figlia ha tredici anni.
E la madre con cui era attaccatissima, ora non è più nemmeno cagata o presa in considerazione.

Ora sono le amicizie ad essere tutto per lei.

E così sabato la sento dire...papino non potresti dare un po' di attenzioni alla mamma, così me la levi di dosso? Mi sta troppo sul culo sai...e non ho tempo per lei...

Domenica pomeriggio...Ora ho compiti da fare, ma verso sera trovo tempo per litigare con te mamma...

Io invece sto ottenendo tantissimo da mia figlia...

Ma nel tuo caso hanno 4 e 7 anni...
Si fa presto a dargliela a bere a quell'età lì.

Poi anais io non posso mai fare testo, perchè la mia esperienza è diversa da quella di molti ragazzi.
Io a 12 anni ho scagato lì i miei, lasciandoli al loro destino, per andare in collegio...

Avevo i miei progetti.
 

Anais

Utente di lunga data
Tu lavori?
Praticamente lo vuoi" fora di bal" per poter fare la stessa cosa che fa lui?
Ma sai è una questone di carattere provare a parlarne e collimare i vostri caratteri che a quanto
scritto mi sembrano simili ....
scusa magari ho interpretato male
Lavoro.
E provvedo economicamente per il 70% alle bambine.
Diciamo che può permettersi di non sbattersi troppo sul lavoro.
Provare a perlare?
Sono 4 mesi che andiamo in terapia e nemmeno la psicologa di coppia è riuscita a fargli capire che: Madre io, padre lui. Ruoli complementari. Ma diversi.
E sono 4 mesi che cerca di fargli entrare in testa il fatto che, al contrario di ciò che dici tu, io e lui siamo due persone profondamente diverse. Io emotiva e flessibile, lui razionale e organizzativo.
La parte che gli riesce più difficile infatti, è gestire il mio non essere come lui.
Ma probabilmente tutto è dovuto al fatto che non si sente compagno, e che ama controllare e gestire la vita e il tempo altrui.
anche io sono possessiva con i figli, per l'amor del cielo. Lo riconosco.
Non amandoci abbiamo rovesciato tutti i sentimenti sui figli.
Ecco perchè è più sano dividerci
 
Ultima modifica:

Annuccia

Utente di lunga data
Io che posso testimoniare una situazione simile alla tua ma funzionante dico sempre che sta molto nell'intelligenza delle persone. Vivere insieme è sempre complicato e solo rispettando i propi spazi e la persona che si ha di fronte si può tenere unita la famiglia.
Certo, anche nel mio caso, ci sono discussioni e litigate, come nelle migliori famiglie, ma l'ammissione della fine ha portato ad una migliore comunicazione ed ad una sostanziale divisione delle vite solo al di fuori di casa, singolarmente.
Ancora ci ammazziamo tutti dal ridere e giochiamo insieme. Tutti e tre come una vera famiglia. Ma noi siamo una famiglia vera. Padre, madre e figlia. Gli abbracci di gruppo e le risate in compagnia sono un collante a cui non possiamo rinunciare.

Si può ma sta a voi due.
non deve essere sempre facile...tu e la tua ex avete un rapporto civile normale perché entrambi avete superato la cosa e siete consapevoli di non essere più ma di poter essere altro comunque...
 
Io che posso testimoniare una situazione simile alla tua ma funzionante dico sempre che sta molto nell'intelligenza delle persone. Vivere insieme è sempre complicato e solo rispettando i propi spazi e la persona che si ha di fronte si può tenere unita la famiglia.
Certo, anche nel mio caso, ci sono discussioni e litigate, come nelle migliori famiglie, ma l'ammissione della fine ha portato ad una migliore comunicazione ed ad una sostanziale divisione delle vite solo al di fuori di casa, singolarmente.
Ancora ci ammazziamo tutti dal ridere e giochiamo insieme. Tutti e tre come una vera famiglia. Ma noi siamo una famiglia vera. Padre, madre e figlia. Gli abbracci di gruppo e le risate in compagnia sono un collante a cui non possiamo rinunciare.

Si può ma sta a voi due.
Non penso c'entri molto l'intelligenza.
Esempio nella mia vita ho conosciuto per fama un uomo che è un gigante nel suo settore...un uomo intelligentissimo...
Ma in famiglia si perde dietro a cagate da minorato mentale...

Penso che nella convivenza ci voglia l'incontro di due caratteri no?

Lo dico dal basso delle mie incapacità.
E dico sempre che mi è andata bene.

Ossia io non ho idea come una persona riesca a vivere con un controllone...
Io durerei pochissimo...

Durerei pochissimo con la comandona.
COn la controllona.
Con la lingua lunga ecc..ecc..ecc...

Adorerei stare con una bisbetica da domare...

Io sto bene in casa solo con una donna che...

MI

LASCIA

IN

PACE

Mi ricordo che solo una volta abbiamo litigato e io mi sentii novello Corleone con la moglie Kate...

Non una domanda sui miei affari...non una domanda sui miei affari...

Allora però ho osservato che anche mia moglie ama essere lasciata in pace...
E se voglio io posso chiamarmi...Rompino, Tedio, Noia, Ossessione, Insistenza....

A me basta inscenare il vecio brontolon e lei subito si calma no?

Insomma la convivenza è un equilibrio di forze...
 

Anais

Utente di lunga data
Io che posso testimoniare una situazione simile alla tua ma funzionante dico sempre che sta molto nell'intelligenza delle persone. Vivere insieme è sempre complicato e solo rispettando i propi spazi e la persona che si ha di fronte si può tenere unita la famiglia.
Certo, anche nel mio caso, ci sono discussioni e litigate, come nelle migliori famiglie, ma l'ammissione della fine ha portato ad una migliore comunicazione ed ad una sostanziale divisione delle vite solo al di fuori di casa, singolarmente.
Ancora ci ammazziamo tutti dal ridere e giochiamo insieme. Tutti e tre come una vera famiglia. Ma noi siamo una famiglia vera. Padre, madre e figlia. Gli abbracci di gruppo e le risate in compagnia sono un collante a cui non possiamo rinunciare.

Si può ma sta a voi due.
Ti invidio.
Per noi abbiamo visto che è impossibile.
Colpa di entrambi, sicuramente, ma il risultato è stato fallimentare
 
Ti invidio.
Per noi abbiamo visto che è impossibile.
Colpa di entrambi, sicuramente, ma il risultato è stato fallimentare
Ma sta tenta
E' fallimentare
perchè ognuno tenta di gestire l'altro no?

E' impossibile.
Non si hanno i mezzi per fare questo.
 

Anais

Utente di lunga data
Mi spiace ora mia figlia ha tredici anni.
E la madre con cui era attaccatissima, ora non è più nemmeno cagata o presa in considerazione.

Ora sono le amicizie ad essere tutto per lei.

E così sabato la sento dire...papino non potresti dare un po' di attenzioni alla mamma, così me la levi di dosso? Mi sta troppo sul culo sai...e non ho tempo per lei...

Domenica pomeriggio...Ora ho compiti da fare, ma verso sera trovo tempo per litigare con te mamma...

Io invece sto ottenendo tantissimo da mia figlia...
Ma penso sia giusto che arrivini ad aver voglia della loro autonomia e privacy.
Infatti quello che contesto a lui è che cerca sempre di organizzare loro le giornate e gli interessi.
Lasciando pochissimo spazio ai loro desideri del momento.
Così facendo mi sembra che si aspettino sempre di avere qualcuno che pensa per loro a cosa fare...
Davvero tua moglie e tua figlia erano molto legate?
E adesso lei si sente soffocata?
 

JON

Utente di lunga data
Leggendo un post del Conte, in cui diceva che sarebbe il caso di chiedere ai figli se preferiscono vivere in una casa dove mamma e papà litigano, piuttosto che vivere un genitore per volta, vorrei portare la mia esperienza.
Fino a un anno fa la pensavo come lui. Ero convinta di potercela fare, a vivere con un uomo che non amo più.
Credevo che fosse meglio essere infelici con il partner ma continuare a stare insieme per il bene dei figli.
Ma ho capito che dipende dal livello di conflitti che ci sono. E dalle dinamiche che si scatenano una volta constatato che i sentimenti che univano la coppia non sono rianimabili.
Nella mia storia non ci sono tradimenti di mezzo (anche se a un certo punto l'ho considerato, vedendolo come una via d'uscita), ma c'è di peggio.
Fra noi non c'è più amore e quel che è peggio non c'è più nemmeno il voler bene. Nè la stima dell'altro.
C'è solo una gran competitività nei confronti dei figli...forse perchè sono i nostri unici amori. Sono tutto per noi e ci stanno andando di mezzo.
Si sentono sicuramente tirati da una parte e dall'altra...magari non a parole ma con i fatti e con i comportamenti.
E poi, la convivenza da separati in casa è forse possibile solo quando uno dei due sia poco in casa, abbia magari un lavoro che lo tiene impegnato molte ore al giorno, o degli interessi che lo facciano uscire di casa qualche ora anche durante i weekend.
Ma ti assicuro, che risulta impossibile quando il compagno (e in questo caso parlo dell'uomo), lavora il giusto indispensabile, non ha interesse a migliorare la propria posizione di carriere o economica e ha abbandonato ogni interesse che non sia lo stare appiccicato ai figli.
E non per necessità (io sono una mamma molto presente) ma per controllarne quasi ogni mossa. E per competizione nei confronti della madre.
Bruttissima situazione, forse una delle peggiori.
Si vive insieme ai piccoli, certo, ma ogni ora passata insieme è minata dallo stress dell'avere perennemente intorno l'altro.
Durante le cene o il tempo che passiamo tutti insieme, io e lui ci ignoriamo.Non ci rivolgiamo la parola se non per piccole comunicazioni di servizio e conversiamo solo con le creaturine che hanno 7 e 4 anni!!
E' sano? Non credo sia giusto che si sentano investiti della responsabilità di essere l'unico collante della famiglia.
Capisco che sia difficile capirmi, so che pochi uomini si comportano così. La maggioranza sono molto occupati dal lavoro, o da interessi propri, e non hanno interesse a volersi "sostituire" alla donna anche nel ruolo materno.
A lui invece è presa così. L'ha sempre avuta la mania del "io faccio meglio degli altri" e del voler imporre i suoi tempi e ritmi, nonchè interessi a tutti noi...ma ora...è il delirio.
Per cui ormai penso, che invece, anche per dei bambini sia meglio non sentirsi sempre l'ago della bilancia che fa stare bene la mamma o il papà.
Qusto e' ciò che ora penso, anche perchè...alla fine, a furia di tensioni e combattimenti, si rischia l'esaurimento nervoso. Meglio genitori separati ma più o meno, sani di mente.
Ma ogni storia è a se e continuo o essere fautrice dello stare insieme per il bene dei figli, dove sia consentito avere un rapporto civile e dove il rispetto e il bene per l'altra persona continuano ad esistere.
Non capisco una cosa, tu sei molto presente, mentre lui dovrebbe essere più occupato dal lavoro o anche dagli hobby per restare a debita distanza.

Cioè, per controblanciare questa situazione ti basterebbe che lui fosse più assente? Io non credo.
 

Nausicaa

sfdcef
Sul prima, sul durante, su come sia lui, sul perchè e percome... non dico nulla. Sull'impossibilità di avere una situazione come quella di Occhiverdi (beati loro, e bravi loro).
Sai tutto.

Posso dire sul dopo.

Se riesci a non farti fagocitare, se riesci a proteggere te e le bimbe -affidati a un ottimo avvocato, continuate la mediazione, qualunque cosa.
Il dopo è meglio.

Stare con mia figlia senza il macigno di lui addosso è un'altra cosa. Si respira. Respiri. Puoi dare alle bambine, puoi crescere con loro e aiutarle a crescere.
Riesci a comunicare -prima, ogni parola la pesi per il significato che coglierebbe lui, per la sua reazione... sbaglio?

La differenza però... è che la mia Fra, per fortuna o sfortuna, è stata abituata a questi ritmi assurdi fin da piccolissima. Non credo si ricordi neppure di papà e mamma assieme.
Per le tue sarebbe un cambiamento grosso.

Ti rimane dentro, ogni volta che le saluti, una lama. E non esce, neppure quando le rivedi. Mi spiace, è così.
Ogni volta che le saluti, ogni volta che chiedono di te, ogni volta che chiedono del papà, sai che non sei riuscita a dare loro quello che volevi, il meglio, e ti si lacera il cuore.

Posso però dirti che Fra cresce serena e forte. Socievole, positiva, allegra. Ho parlato da poco anche con le maestre, e il problema separazione non è stato necessario toccarlo. Perchè Fra è, a tutti gli effetti, equilibrata come qualunque bimba amata e seguita e coccolata. Nonostante... vabbè.
Forse è solo una mia speranza, ma ogni tanto penso che a soffrire di più per questa situazione siamo io e il padre (come sarebbe giusto, e infatti lo spero).

Riassumo:
Per te sarà devastante ogni volta.
Ma sarà infinitamente più facile, bello, più vero, occuparvi di loro ognuno per conto vostro.
Quello che loro, forse!- ancora non percepiscono (forse... io lo percepivo eccome, e ne sono stata rovinata) lo vedranno senza alcun dubbio crescendo.
E intanto voi -tu, di più, che sei ancora spaventata da tuo marito- andate fuori di testa, e perdete la capacità di comunicare leggerezza e felicità vere. Sempre quel sorriso tirato, sempre le orecchie attente a quello che dice o fa l'altro, sempre a pesare ogni gesto, in un contagocce del tempo che è, mentre lo fate adesso tra di voi, ancora più esasperato e ottuso di quanto potrebbero essere i diritti di visita emanati da un giudice.

Temo due cose: il suo odio, la tua paura. Un mix che può portare il peggio.

Le vostre bimbe soffriranno.
Mi spiace, vorrei mentirti, ma lo sai che non può essere altrimenti. Anche loro fanno parte, incolpevoli, di questo fallimento.
Ma penso che le migliori possibilità di serenità, per come stanno el cose, potrebbero averle "dopo". Quando tu e lui non dovrete dimostrare nulla a nessuno, quando ve ne occupate, se non l'amore che avete per loro.

Hai ancora tempo. Mediazione, psicologo. Magari anche uno psicologo infantile, se il loro padre non vuole andare da uno psicologo per voi.
Visto che quello che dici tu, probabilmente, è già "fallato" in origine ai suoi occhi, un professionista esterno potrebbe avere più peso.
E cmq può fare comodo anche a te.

Ultima cosa.
Ci si abitua.
Quello che adesso, anche solo a pensari, ti fa piangere come un animale ferito a morte, poi vedrai che non è brutto quanto pensavi.
L'ignoto fa più paura di quello che si conosce. Anche quando è oggettivamente difficile.

E la tua serenità, davvero, loro la sentiranno.

Aggiungo.

Recentemente, sono stata con mia figlia per qualche giorno con i miei. Ho fatto DI TUTTO per schermarla da alcune discussioni, da un clima poco piacevole. Avrei giurato di averla protetta completamente. Mi ci sono dannata.
Lei vuole bene ai nonni. In genere ama andarli a trovare.
Ecco, dopo mi ha chiesto se tornavamo lì presto, e quando ho detto di no, ha detto "meno male, non ci voglio tornare".

Mai detto prima.

I bambini hanno il radar.

Mia figlia sa cosa vuol dire essere serena in famiglia, e così sa anche riconoscere cosa vuol dire non esserlo.
 

Anais

Utente di lunga data
Non capisco una cosa, tu sei molto presente, mentre lui dovrebbe essere più occupato dal lavoro o anche dagli hobby per restare a debita distanza.

Cioè, per controblanciare questa situazione ti basterebbe che lui fosse più assente? Io non credo.
Era un discorso sulle separazioni in casa. Probabilmente, se uno dei due fosse meno presente in casa, sarebbe più facile non discutere.
 
Ultima modifica:

Anais

Utente di lunga data
Sul prima, sul durante, su come sia lui, sul perchè e percome... non dico nulla. Sull'impossibilità di avere una situazione come quella di Occhiverdi (beati loro, e bravi loro).
Sai tutto.

Posso dire sul dopo.

Se riesci a non farti fagocitare, se riesci a proteggere te e le bimbe -affidati a un ottimo avvocato, continuate la mediazione, qualunque cosa.
Il dopo è meglio.

Stare con mia figlia senza il macigno di lui addosso è un'altra cosa. Si respira. Respiri. Puoi dare alle bambine, puoi crescere con loro e aiutarle a crescere.
Riesci a comunicare -prima, ogni parola la pesi per il significato che coglierebbe lui, per la sua reazione... sbaglio?

La differenza però... è che la mia Fra, per fortuna o sfortuna, è stata abituata a questi ritmi assurdi fin da piccolissima. Non credo si ricordi neppure di papà e mamma assieme.
Per le tue sarebbe un cambiamento grosso.

Ti rimane dentro, ogni volta che le saluti, una lama. E non esce, neppure quando le rivedi. Mi spiace, è così.
Ogni volta che le saluti, ogni volta che chiedono di te, ogni volta che chiedono del papà, sai che non sei riuscita a dare loro quello che volevi, il meglio, e ti si lacera il cuore.

Posso però dirti che Fra cresce serena e forte. Socievole, positiva, allegra. Ho parlato da poco anche con le maestre, e il problema separazione non è stato necessario toccarlo. Perchè Fra è, a tutti gli effetti, equilibrata come qualunque bimba amata e seguita e coccolata. Nonostante... vabbè.
Forse è solo una mia speranza, ma ogni tanto penso che a soffrire di più per questa situazione siamo io e il padre (come sarebbe giusto, e infatti lo spero).

Riassumo:
Per te sarà devastante ogni volta.
Ma sarà infinitamente più facile, bello, più vero, occuparvi di loro ognuno per conto vostro.
Quello che loro, forse!- ancora non percepiscono (forse... io lo percepivo eccome, e ne sono stata rovinata) lo vedranno senza alcun dubbio crescendo.
E intanto voi -tu, di più, che sei ancora spaventata da tuo marito- andate fuori di testa, e perdete la capacità di comunicare leggerezza e felicità vere. Sempre quel sorriso tirato, sempre le orecchie attente a quello che dice o fa l'altro, sempre a pesare ogni gesto, in un contagocce del tempo che è, mentre lo fate adesso tra di voi, ancora più esasperato e ottuso di quanto potrebbero essere i diritti di visita emanati da un giudice.

Temo due cose: il suo odio, la tua paura. Un mix che può portare il peggio.

Le vostre bimbe soffriranno.
Mi spiace, vorrei mentirti, ma lo sai che non può essere altrimenti. Anche loro fanno parte, incolpevoli, di questo fallimento.
Ma penso che le migliori possibilità di serenità, per come stanno el cose, potrebbero averle "dopo". Quando tu e lui non dovrete dimostrare nulla a nessuno, quando ve ne occupate, se non l'amore che avete per loro.

Hai ancora tempo. Mediazione, psicologo. Magari anche uno psicologo infantile, se il loro padre non vuole andare da uno psicologo per voi.
Visto che quello che dici tu, probabilmente, è già "fallato" in origine ai suoi occhi, un professionista esterno potrebbe avere più peso.
E cmq può fare comodo anche a te.

Ultima cosa.
Ci si abitua.
Quello che adesso, anche solo a pensari, ti fa piangere come un animale ferito a morte, poi vedrai che non è brutto quanto pensavi.
L'ignoto fa più paura di quello che si conosce. Anche quando è oggettivamente difficile.

E la tua serenità, davvero, loro la sentiranno.

Aggiungo.

Recentemente, sono stata con mia figlia per qualche giorno con i miei. Ho fatto DI TUTTO per schermarla da alcune discussioni, da un clima poco piacevole. Avrei giurato di averla protetta completamente. Mi ci sono dannata.
Lei vuole bene ai nonni. In genere ama andarli a trovare.
Ecco, dopo mi ha chiesto se tornavamo lì presto, e quando ho detto di no, ha detto "meno male, non ci voglio tornare".

Mai detto prima.

I bambini hanno il radar.

Mia figlia sa cosa vuol dire essere serena in famiglia, e così sa anche riconoscere cosa vuol dire non esserlo.

Che dire...hai espresso meglio di me ciò che ho dentro.
Grazie per le tue parole! Come sempre.
Per la terapista di coppia, concordo in pieno, infatti ho espresso a lui il bisogno di continuare a vederla anche nel periodo di transazione. Mi è stato risposto che non ne vede la necessità.
Ma sarò molto ferma su questo punto.
 
Stato
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