Anais
Utente di lunga data
Leggendo un post del Conte, in cui diceva che sarebbe il caso di chiedere ai figli se preferiscono vivere in una casa dove mamma e papà litigano, piuttosto che vivere un genitore per volta, vorrei portare la mia esperienza.
Fino a un anno fa la pensavo come lui. Ero convinta di potercela fare, a vivere con un uomo che non amo più.
Credevo che fosse meglio essere infelici con il partner ma continuare a stare insieme per il bene dei figli.
Ma ho capito che dipende dal livello di conflitti che ci sono. E dalle dinamiche che si scatenano una volta constatato che i sentimenti che univano la coppia non sono rianimabili.
Nella mia storia non ci sono tradimenti di mezzo (anche se a un certo punto l'ho considerato, vedendolo come una via d'uscita), ma c'è di peggio.
Fra noi non c'è più amore e quel che è peggio non c'è più nemmeno il voler bene. Nè la stima dell'altro.
C'è solo una gran competitività nei confronti dei figli...forse perchè sono i nostri unici amori. Sono tutto per noi e ci stanno andando di mezzo.
Si sentono sicuramente tirati da una parte e dall'altra...magari non a parole ma con i fatti e con i comportamenti.
E poi, la convivenza da separati in casa è forse possibile solo quando uno dei due sia poco in casa, abbia magari un lavoro che lo tiene impegnato molte ore al giorno, o degli interessi che lo facciano uscire di casa qualche ora anche durante i weekend.
Ma ti assicuro, che risulta impossibile quando il compagno (e in questo caso parlo dell'uomo), lavora il giusto indispensabile, non ha interesse a migliorare la propria posizione di carriere o economica e ha abbandonato ogni interesse che non sia lo stare appiccicato ai figli.
E non per necessità (io sono una mamma molto presente) ma per controllarne quasi ogni mossa. E per competizione nei confronti della madre.
Bruttissima situazione, forse una delle peggiori.
Si vive insieme ai piccoli, certo, ma ogni ora passata insieme è minata dallo stress dell'avere perennemente intorno l'altro.
Durante le cene o il tempo che passiamo tutti insieme, io e lui ci ignoriamo.Non ci rivolgiamo la parola se non per piccole comunicazioni di servizio e conversiamo solo con le creaturine che hanno 7 e 4 anni!!
E' sano? Non credo sia giusto che si sentano investiti della responsabilità di essere l'unico collante della famiglia.
Capisco che sia difficile capirmi, so che pochi uomini si comportano così. La maggioranza sono molto occupati dal lavoro, o da interessi propri, e non hanno interesse a volersi "sostituire" alla donna anche nel ruolo materno.
A lui invece è presa così. L'ha sempre avuta la mania del "io faccio meglio degli altri" e del voler imporre i suoi tempi e ritmi, nonchè interessi a tutti noi...ma ora...è il delirio.
Per cui ormai penso, che invece, anche per dei bambini sia meglio non sentirsi sempre l'ago della bilancia che fa stare bene la mamma o il papà.
Qusto e' ciò che ora penso, anche perchè...alla fine, a furia di tensioni e combattimenti, si rischia l'esaurimento nervoso. Meglio genitori separati ma più o meno, sani di mente.
Ma ogni storia è a se e continuo o essere fautrice dello stare insieme per il bene dei figli, dove sia consentito avere un rapporto civile e dove il rispetto e il bene per l'altra persona continuano ad esistere.
Fino a un anno fa la pensavo come lui. Ero convinta di potercela fare, a vivere con un uomo che non amo più.
Credevo che fosse meglio essere infelici con il partner ma continuare a stare insieme per il bene dei figli.
Ma ho capito che dipende dal livello di conflitti che ci sono. E dalle dinamiche che si scatenano una volta constatato che i sentimenti che univano la coppia non sono rianimabili.
Nella mia storia non ci sono tradimenti di mezzo (anche se a un certo punto l'ho considerato, vedendolo come una via d'uscita), ma c'è di peggio.
Fra noi non c'è più amore e quel che è peggio non c'è più nemmeno il voler bene. Nè la stima dell'altro.
C'è solo una gran competitività nei confronti dei figli...forse perchè sono i nostri unici amori. Sono tutto per noi e ci stanno andando di mezzo.
Si sentono sicuramente tirati da una parte e dall'altra...magari non a parole ma con i fatti e con i comportamenti.
E poi, la convivenza da separati in casa è forse possibile solo quando uno dei due sia poco in casa, abbia magari un lavoro che lo tiene impegnato molte ore al giorno, o degli interessi che lo facciano uscire di casa qualche ora anche durante i weekend.
Ma ti assicuro, che risulta impossibile quando il compagno (e in questo caso parlo dell'uomo), lavora il giusto indispensabile, non ha interesse a migliorare la propria posizione di carriere o economica e ha abbandonato ogni interesse che non sia lo stare appiccicato ai figli.
E non per necessità (io sono una mamma molto presente) ma per controllarne quasi ogni mossa. E per competizione nei confronti della madre.
Bruttissima situazione, forse una delle peggiori.
Si vive insieme ai piccoli, certo, ma ogni ora passata insieme è minata dallo stress dell'avere perennemente intorno l'altro.
Durante le cene o il tempo che passiamo tutti insieme, io e lui ci ignoriamo.Non ci rivolgiamo la parola se non per piccole comunicazioni di servizio e conversiamo solo con le creaturine che hanno 7 e 4 anni!!
E' sano? Non credo sia giusto che si sentano investiti della responsabilità di essere l'unico collante della famiglia.
Capisco che sia difficile capirmi, so che pochi uomini si comportano così. La maggioranza sono molto occupati dal lavoro, o da interessi propri, e non hanno interesse a volersi "sostituire" alla donna anche nel ruolo materno.
A lui invece è presa così. L'ha sempre avuta la mania del "io faccio meglio degli altri" e del voler imporre i suoi tempi e ritmi, nonchè interessi a tutti noi...ma ora...è il delirio.
Per cui ormai penso, che invece, anche per dei bambini sia meglio non sentirsi sempre l'ago della bilancia che fa stare bene la mamma o il papà.
Qusto e' ciò che ora penso, anche perchè...alla fine, a furia di tensioni e combattimenti, si rischia l'esaurimento nervoso. Meglio genitori separati ma più o meno, sani di mente.
Ma ogni storia è a se e continuo o essere fautrice dello stare insieme per il bene dei figli, dove sia consentito avere un rapporto civile e dove il rispetto e il bene per l'altra persona continuano ad esistere.
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