Più che addentrarmi nelle questioni, di preferenza, mi piace prima lambirle da prospettive irriverenti, poi snaturarle quel tanto che basta per rivedere, se se ne ha voglia, almeno un po' le proprie opinioni.
La paura della solitudine è un male antico, un disagio straordinariamente potente ed altrettanto minante: dallo spauracchio del babau sotto al letto al timore di perdere le persone care, tutta la vita si evolve nella considerazione salvifica e rassicurante della presenza altrui.
La stessa comunicazione, visuale ed uditiva soprattutto, è il moloch della società contemporanea, con le mille faccione che ci sorricono dai megaschermi a mille pollici ed il telefono cellulare che squilla sempre e comunque, per un messaggino sciocco, una richiesta superflua e molesta od anche solo per l'ulteriore, ennesima, informazione pubblicitaria.
E cos'è il comunicare se non l'orgogliosa e titanica affermazione del non essere soli, indipendentemente dal messaggio veicolato?
Non era questo anche lo scopo della targhetta sulla famosa sonda Voyager?
E perchè, certe volte, scriviamo qui, nel forum, sospirando una risposta?