Vedi, io credo che bisogna estrapolare quella crisi dal contesto e ridurla ad un fatto puramente individuale. Anche lola, mi pare, ne fa una questione autoreferenziale.secondo me incide e non poco, perchè la sua fiducia nei confronti del marito ha come presupposto la trasparenza di lui, che lei dà per scontata: si appoggia tanto a lui perchè presuppone che lui farebbe altrettanto.
non a caso io le scrissi che aveva fatto bene a parlare col marito: non ha la struttura per affrontare da sola questa crisi, nè lo vorrebbe
quindi: sapere che lui non è così farebbe una grossa differenza.
Per quanto riguarda il marito, sono d'accordo con te, anch'io ha sempre pensato che coinvolgere il marito l'avrebbe resa più forte. Ma di fatto lei non nutriva e non nutre dubbi sulla condotta del marito. Fatto sta che allo stato delle cose, che siano pure frutto di una errata percezione, quella crisi la coinvolge ugualmente. Però, hai ragione, superare le sue difficoltà col marito in perfetta sintonia l'aiuta non poco.
Cioè, quello che intendo dire è: se ora venisse fuori che il marito non è proprio quello che pensava, che trasformazione potrebbe subire la sua crisi? Certo, cambierebbero le carte in tavola, lei sceglierebbe altre strade, ma i suoi desideri sono solo suoi e li restano. Il marito in tutto questo c'entra solo fin quando lei difenderà la scelta di reprimerli.
Ultima modifica: