Classico o scientifico?

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spleen

utente ?
Non viviamo in mondi diversi: respiriamo in galassie nemiche, proprio. Chissà perché, mi chiedo, una derivata etc etc non è' mai stata dichiarata patrimonio dell'umanità, ma poi soprassiedo e torno a leggere i presocratici.
Mi permetto scherzosamente di farti notare che le conquiste tecnologiche e le scoperte scientifiche diventano automaticamente patrimonio dell'umanità, non c'è bisogno che vengano dichiarate tali, pensa allo smartphone che usi.:D (anch' io adoro i presocratici, cercare una spiegazione razionale dei fenomen al di fuori della tradizione e della religione, è come dire nascita della scienza, pensa che passo in avanti).
 

Caciottina

Escluso
Mi permetto scherzosamente di farti notare che le conquiste tecnologiche e le scoperte scientifiche diventano automaticamente patrimonio dell'umanità, non c'è bisogno che vengano dichiarate tali, pensa allo smartphone che usi.:D (anch' io adoro i presocratici, cercare una spiegazione razionale dei fenomen al di fuori della tradizione e della religione, è come dire nascita della scienza, pensa che passo in avanti).
non ho capito, lo smartphone=patrimonio dell umanita'?
a casa mia e' patrimonio mio visto che lo pagio io.
 

Tubarao

Escluso
Vedete, io dissento proprio sulla differenza di metodo.

Il mio professore di matematica, ad esempio, ma è solo uno dei tanti che mi vengono in mente, ci ha sempre fatto vedere la matematica appunto come una filosofia.

Secondo lui, la radice quadrata di due, non era il numero che usciva fuori dalla calcolatirice 1.414.......ma è...radice quadrata di 2, un numero reale irrazionale.

Keplero, Copernico, Galilei erano prima dei pensatori (?) poi dei matematici.

L'approccio alla soluzione dei teoremi, cos'è se non un approccio critico verso un mondo, verso un metodo, verso un linguaggio, verso una filosofia.

E allora dov'è la diversità di metodo di cui tanto sento parlare ma leggo poco ?

Vogliamo parlare dell'approccio che ha un informatico alla soluzione dei problemi ? Sbriciolata potrebbe confermare che galleggiamo tra la filosofia e la psicologia, con incursioni nella negromanzia (ma questo è un discorso diverso).

L'unica differenza, e la grande discriminante, per me, non è il percorso di studi, ma le persone con le quali compi questo percorso.
 
Ultima modifica:
Vedete, io dissento proprio sulla differenza di metodo.

Il mio professore di matematica, ad esempio, ma è solo uno dei tanti che mi vengono in mente, ci ha sempre fatto vedere la matematica appunto come una filosofia.

Secondo lui, la radice quadrata di due, non era il numero che usciva fuori dalla calcolatirice 1.414.......ma è...radice quadrata di 2, un numero reale irrazionale.

Keplero, Copernico, Galilei erano prima dei pensatori (?) poi dei matematici.

L'approccio alla soluzione dei teoremi, cos'è se non un approccio critico verso un mondo, verso un metodo, verso un linguaggio, verso una filosofia.

E allora dov'è la diversità di metodo di cui tanto sento parlare ma leggo poco ?

Vogliamo parlare dell'approccio che ha un informatico alla soluzione dei problemi ? Sbriciolata potrebbe confermare che galleggiamo tra la filosofia e la psicologia, con incursioni nella negromanzia (ma questo è un discorso diverso).

L'unica differenza, e la grande discriminante, per me, non è il percorso di studi, ma le persone con le quali compi questo percorso.
anche, senza dubbio
 

Buscopann

Utente non raggiungibile
Ho le mie buone ragioni per chiedere la Vostra opinione.
banalizzo ma non ho molto tempo, perdonatemi.
Ha ancora senso il liceo classico nel 2014?
E lo scientifico è oggi ed in prospettiva più utile e formativo?
Esperienze dirette con i figli o nipoti o figli di amici ORA?
Secondo me il liceo classico ha ancora molto senso, soprattutto se uno vuole studiare lettere antiche all'Università.
La domanda è un'altra: hanno ancora senso scuole che non ti danno nessuna formazione professionale nel periodo storico che stiamo vivendo? In questo caso, secondo me, la risposta è no.

Buscopann
 

Tubarao

Escluso
Secondo me il liceo classico ha ancora molto senso, soprattutto se uno vuole studiare lettere antiche all'Università.
La domanda è un'altra: hanno ancora senso scuole che non ti danno nessuna formazione professionale nel periodo storico che stiamo vivendo? In questo caso, secondo me, la risposta è no.

Buscopann
E anche su questo sono in disaccordo (oggi non ne imbrocco una :D giuro che fra poco stacco e non mi leggerete più per qualche giorno).

Si arriva per forza di cose ad un punta delle propria formazione nel quale bisogna seguire.....l'indole ? l'istinto ? la passione ? chiamala come vuoi.
 

Caciottina

Escluso
E anche su questo sono in disaccordo (oggi non ne imbrocco una :D giuro che fra poco stacco e non mi leggerete più per qualche giorno).

Si arriva per forza di cose ad un punta delle propria formazione nel quale bisogna seguire.....l'indole ? l'istinto ? la passione ? chiamala come vuoi.
fai buone vacanze capo!!!!! :)
 

Nicka

Capra Espiatrice
Ok. Annablume ed io entriamo in un libreria: lei sceglie un libro di filosofia per me ed io scelgo un manuale di programmazione per lei. Cosa vi rende così sicuri del fatto che dopo aver letto i due libri, io continui a non capire un cazzo di filosofia, mentre invece lei è diventata un hacker mondiale.
Mi hai fatto venire in mente un episodio dei miei 18 anni...

io e la mia migliore amica al mare, lei stava intrallazzando con un fanciullo di scientifica provenienza...lei ragioniera...
Si parlava de "Il mondo di Sofia", lei parte dicendo che le sarebbe piaciuto leggerlo e lui candidamente rispose "ma no dai, lascia perdere, non lo puoi capire"

Credo che così incazzata io non l'ho mai vista!

Questo per dire che in certi percorsi di studi oltre al "metodo" viene instillata anche un'altra cosa...la presunzione di essere un cazzo e mezzo! Che è data da genitori e insegnanti...
 

AnnaBlume

capziosina random
Stavolta, perdona, ma il granchio lo hai preso tu. Se in precedenza non ho avuto problemi ad ammetterlo, non è questo il caso. Io non ho liquidato nulla. E non ho mai inteso mettere in discussioni patrimoni dell'Umanità come quelle da te citate.

Sono intervenuto nella discussione solo dopo aver letto questo:




dicendo che gli ingegneri di cui parli potrebbero dire lo stesso di te, ignorante come una scarpa, misera proprio, rispetto a tutto ciò che non è filosofia, o storia, o arte, o quello che pare a te.

E tu te ne sei uscita con la tiritera su quanto le due cose non siano parificabili.
ma cazzo, dovrei dar loro il tuo numero perché tu li difenda per procura! E manco sei ingegnere, poi, mi chi te lo fa fare...io parlavo di persone che conosco, bene, pure: una è mio padre. E, se leggi bene, io ho detto che sono ignoranti come le scarpe di tutto ciò che esula dalla propria competenza professionale. E se ci fossi stato a cena una sola volta avresti la stessa opinione...Di Socrate, da uno di loro, ho anche sentito: "e chi se ne frega, è morto, no?". Avresti forse dovuto fare l'avvocato delle cause perse, questa sarebbe una di queste. Tuba, vale sempre la regola: non parlare di cò che non sai. Vale sempre.
Sul resto non era una tiritera (classica espressione di chi non discute ma sminuisce); era per dire il solito: io dico una cosa e tu rispondi a tutt'altro, tu dici una cosa e poi la trasformi. Insomma, l'ovvio.
 
Ultima modifica:

Tubarao

Escluso
Il collegamento tra università e lavoro è un argomento vasto e complesso, purtroppo nel nostro paese prevale una disgraziata forma di elitarismo dell' istruzione, per la quale i gruppi dirigenti del futuro non devono "sporcarsi le mani" con questioni di carattere pratico e produttivo, e gli effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Sono convinto che uno dei motivi del nostro declino come sistema paese sia dovuto proprio a questo.
Mi era sfuggita questa perla.

Da incorniciare a futura memoria.
 

spleen

utente ?
eh no, per lo stesso principio anche io dovrei essere patrimonio dell umanita, JB direbbe dell inumana stupidita....
diciamo piu parsimoniosa :D
L'esempio pur stupido dello smart era per far capire che le ricadute delle scoperte scientifiche e delle applicazioni tecnologiche, che noi diamo per scontate ed acquisite hanno davvero modificato il nostro mondo ed il modo di vivere, io sono cresciuto in un mondo internet e senza cellulari, pensa ai farmaci di nuova generazione etc..
Il mondo che conosciamo è in gran parte acquisizione scientifico tecnologica. Questo solo intendevo. :smile:
 
Mi sa che è' tipico di tutte le città puccine; nella mia le fanciulle se la tiravano al classico, i fanciulli allo scientifico. Io e mio fratello ci ridevamo su (io 'infiltrata' di qua e lui 'infiltrato' di la'. Basta una famiglia che ti educhi in modo attento e armonico e tutto questo non ha alcuna importanza. Di ragazzi superficiali ce ne sono ovunque, che ti frega? Peggio mi sembrava il linguistico, che si miei tempi era privato e costava una tombola. Quello, avrei temuto.
Allora io ricordo gli assalti dell'istituto Rossi (maschi) all'Istituto Farina Magistrali delle suore dorotee..eheehehehe
Erano i prof che dicevano ai miei tempi, se non ce la fai qua al classico, vai negli istituti tecnici...

Io lo dissi sempre a quella di greco
Sono qui per caso...

Avevo dieci in storia e filosofia, dieci in fisica e matematica
avevo sempre meno tre in greco e latino...
 

free

Escluso
ma cazzo, dovrei dar loro il tuo numero perché tu li difenda per procura! E manco sei ingegnere, poi, mi chi te lo fa fare...io parlavo di persone che conosco, bene, pure: una è mio padre. E, se leggi bene, io ho detto che sono ignoranti come le scarpe di tutto ciò che esulasse la propria competenza professionale. E se ci fossi stato a cena una sola volta avresti la stessa opinione...Di Socrate, da uno di loro, ho anche sentito: "e chi se ne frega, è morto, no?". Avresti forse dovuto fare l'avvocato delle cause perse, questa sarebbe una di queste. Tuba, vale sempre la regola: non parlare di cò che non sai. Vale sempre.
Sul resto non era una tiritera (classica espressione di chi non discute ma sminuisce); era per dire il solito: io dico una cosa e tu rispondi a tutt'altro, tu dici una cosa e poi la trasformi. Insomma, l'ovvio.

e invece proprio marco tullio cicerone nell'ars oratoria ci ha insegnato che un bravo oratore, anche con poche nozioni a propria disposizione, riesce a battere un interlocutore anche molto preparato grazie proprio alla capacità e all'abilità di servirsi della retorica e dell'eloquio in generale
quindi, dipende da chi parla di ciò che non sa:D
 
Che uno debba essere orgoglioso della sua terra è del tutto legittimo e, verosimilmente, sarebbe sbagliato il contrario. Resta però che il tuo ragionamento complessivo, Conte, zoppica un poco.
Il Veneto ha un mucchio di buone università, solo che il Veneto, in quanto Veneto, non potrebbe permettersele. I finanziamenti, benemeriti, degli imprenditori locali sono, ovviamente, indirizzati non tanto alla ricerca in sè quanto alla ricerca applicabile ai processi produttivi in atto. In altre parole finanziano sperando di avere una ricaduta e vantaggio a breve termine. Niente di male, in questo, anzi...solo che non può essere l'unica via. E nemmeno la principale. La ricerca contemporanea comporta investimenti talmente alti che nessuna nazione (almeno: nessuna nazione europea) da sola se la può permettere. Sono questi investimenti, però, che producono letteralmente l'avvenire.
Le università hanno bisogno di soldi e ben vengano da dove vengono (veramente non la penso così, anzi, personalmente immagino che i finanziamenti dei privati siano condizionanti, ma per ora, poiché sto discutendo con te, accetto la tua prospettiva) me devono svilupparsi, le università, in modo organico. In altre parole, magari semplificando un poco, l'università deve produrre ricerca in tutti i settori, compresi quelli che la confindustria e gli imprenditori non si sognerebbero di finanziare: filologia, archeologia, arte, storia, filosofia... Le università statunitensi, orientate chiaramente al mondo del lavoro, mantengono obbligatoriamente (accanto a materie che da noi sarebbero studiate e anzi sono studiate negli istituti superiori) studi umanistici, perché non è possibile mantenere un impianto organico e produttivo di ricerca solo in alcuni settori. E fanno questo nonostante, nei settori umanistici (a parte eccezioni quali l'antropologia, la sociologia...) i loro livelli siano nettamente inferiori alla media italiana. Nondimeno spendono soldi per restare a livelli che da noi non sarebbero accettabili.
L'esempio che porti, pertanto, è un esempio valido, certo, ma non è un principio da utilizzare per regolarsi.
IL discorso iniziale - per restare al tema proposto e non finire OT - si riferiva a due sole scuole le quali presuppongono come sbocco coerente l'università. Chiaramente si può esser felici anche senza università. Anzi, Benedetto Croce non era nemmeno laureato... Però, chiaramente, classico e scientifico prefigurano la continuazione degli studi e sono i due soli indirizzi da cui sia possibile, in linea di principio, indirizzarsi ovunque. Intendo: abbiamo certo il ragioniere che diventa un bravissimo medico e il perito industriale che fa l'archeologo in Medio Oriente, però sono eccezioni. Non è un'eccezione un diplomato del classico che fa l'ingegnere o dello scientifico che fa l'economista.
Certo, si potrebbe chiedere: ma l'università serve davvero a un giovane? Non è, come suggerisce qualcuno, che poi escono tutti che non sanno nulla? Senza pretendere di dare risposte assolute e nemmeno consigli, ad un figlio che volesse studiare e avendone le possibilità (poiché oggi l'università può costare davvero molto) io un sacrificio per pagargli gli studi lo farei volentieri.
Stai scherzando spero eh?
Io sono persuaso che con l'autonomia e con le nostre risorse che restano in regione, avremmo subito il top del top del top di atenei!

Insomma diciamolo una volta per tutte
L'istruzione serve sempre a farti capire quanto sei ignorante no?

Almeno questo io ho ricavato dai miei studi.

Ma dei non è che escono tutti che non sanno nulla.
Escono purtroppo tutti che sanno le stesse cose e poco di tutto no?

Quando le aziende hanno bisogno di saperi specializzati.

Ma ripeto il concetto, io sono persuaso che con l'autonomia avremmo più risorse da dare alle nostre università.

E l'unico sistema è che ci lascino provare no?

Dire amici Veneti per cinque anni, sarete per conto vostro, poi tiremo le somme.

Ora secondo me l'università è lunga e costa un botto.
Vediamo certe cose dei miei tempi.

Pensa che a Bologna famosa per ingegneria, avevamo il 75% di persone che non riusciva ad arrivare in fondo agli studi.
E ti ritrovi allora si nei guai, perchè sei di nuovo un miserabile licenziato in liceo classico o scientifico no?

Ora all'estero ho visto che la laurea è a scaglioni, ossia ogni anno ti viene riconosciuto una sorta di diploma che certifichi che anche se non sei laureato hai comunque una preparazione superiore alla licenza liceale.

Allora dato che l'Università costa oggi un botto alle famiglie, non è meglio che uno prima studi qualcosa che gli permette di avere un diploma per lavorare?

Esempio di un mio conoscente.
La figlia l'ha mandata a fare una sorta di commercio estero.
Poi anzichè mandarla a lingue, l'ha mandata tre anni in tre paesi: un anno in Spagna, uno in Inghilterra e uno in Germania.

Oggi questa ragazza lavora in Danimarca come interprete per le aziende.

Non è laureata in lingue straniere, ma sa parlare le lingue straniere.
 

Tubarao

Escluso
ma cazzo, dovrei dar loro il tuo numero perché tu li difenda per procura! E manco sei ingegnere, poi, mi chi te lo fa fare...io parlavo di persone che conosco, bene, pure: una è mio padre. E, se leggi bene, io ho detto che sono ignoranti come le scarpe di tutto ciò che esulasse la propria competenza professionale. E se ci fossi stato a cena una sola volta avresti la stessa opinione...Di Socrate, da uno di loro, ho anche sentito: "e chi se ne frega, è morto, no?". Avresti forse dovuto fare l'avvocato delle cause perse, questa sarebbe una di queste. Tuba, vale sempre la regola: non parlare di cò che non sai. Vale sempre.
Sul resto non era una tiritera (classica espressione di chi non discute ma sminuisce); era per dire il solito: io dico una cosa e tu rispondi a tutt'altro, tu dici una cosa e poi la trasformi. Insomma, l'ovvio.
Ora sei tu che non leggi me però. Va bene. Lascia perdere.

Ed è un fatto oggettivo: tu pure sei ignorante di gran parte delle cose che esulano dalla tua competenza professionale.

Uno che dice quella cosa su Socrate, io lo considero un testa di cazzo in quanto tale, non in quanto ingegnere.
 
Ultima modifica:
L'avvenuta acquisizione del metodo è più facilmente riscontrabile quando dal mondo accademico letterario e puramente speculativo vai a fare un lavoro diametralmente opposto, magari nel bieco mondo dei servizi, dove ci si deve confrontare giornalmente con chi non ha avuto l'otium per speculare sulla filosofia presocratica. Allora sì vedi se la tua mente si è aperta.
Il resto è chiacchiera astratta.
Mia nota personale:
A me sarebbe piaciuto, a posteriori ovviamente, aver fatto il classico: perché solo lì insegnano il greco, l'unico tassello che A ME manca per una formazione completa.
Non ti sei persa NULLA
Imparavi solo che lo sfigmamometro non è uno strumento per misurare la sfiga...

Allora io ho fatto il classico, ma mi manca la preparazione nel diritto che avevano quelli che facevano il Piovene no?
 
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