Intanto tu, programmatore o no poco importa, dovresti imparare a leggere quel che si scrive e non quello che pensi che uno abbia scritto. Io ho parlato di metodo rispetto alle superiori. Un metodo, in sostanza, di approccio allo studio e allo scibile, alla conoscenza. Poi, poi Tuba, da mettere a frutto nel modo che più ti aggrada: proseguendo gli studi umanistici a livello ancor più serio, o passando a studi scientifico/speculativi o pragmatici. Se c'è' una cosa che chiara perfino ai frassini sul bordo del fiume e' che al classico si studia decisamente molto, regolarmente, criticamente (prova a studiare acriticamente la filosofia e vedi come fioccano i votacci) e senza premio immediato: non è' che c'è' il risultato numerico giusto o sbagliati alla fine del passaggio. Ripeto: poi, all'università. Pensare un laureato di lettere assunto per fare il tuo lavoro e' ridicolo quanto pensare te a fare il mio. Solo che, rimanendo nel seminato del lavoro -seminato che, mi ripeto, e' estraneo al concetto di liceo esso stesso, e vivvaddio che per una manciata d'anni siamo liberi di imparare cosa veramente conta, nell'umanità, senza che ci rompano i coglioni a farci schiavi- dicevo, rimanendo a discute di lavoro, io alla fine del 5 avrei potuto scegliere informatica. Magari faticando, ma con passione ce la avrei potuta fare. C'è', come si diceva, che ha fatto fisica. Tu, non avresti potuto fare il mio, di percorso. O almeno, non conosco nessuno che e' stato in grado di imparare a tradurre latino nei 3 mesi che intercorrono fra la fine del liceo e l'inizio dell'uni. In soldoni: il liceo, quale che sia, ti insegna a imparare e a farlo in modo critico. Il tecnico ti insegna a fare.