Mi hanno girato questo:
Arrivata a questo punto ho due possibilità:
- o mi abituo a quella che sono diventata
- o divento ciò che sono.
Scelte entrambe difficili: tanto logica la prima, quanto giusta la seconda.
Optare per la prima, che a prima vista sembra la più facile, vorrebbe dire rassegnarsi a quest'insoddisfazione e puntare a una sorta di "ignava tranquillità". Decidere per la seconda è molto più impegnativo, potrebbe significare stravolgere tutto, lasciare il certo per l'incerto... ma bisogna pur correre il rischio di essere felici, no?
Il problema è questo: tranquillità non coincide con felicità, almeno non per me. [Nicole]
Cosa ne pensate? In quale dei due "profili" vi ritrovate o vorreste ritrovarvi? Aggiungereste altre opzioni? Che ne pensate dell'ultima frase? Secondo voi è vero che tranquillità e felicita non possono essere parte della stessa vita?
ciao twin

la seconda ha senza dubbio più fascino... la cosa davvero difficile, prima ancora di provarci, è sapere ciò che davvero si è. La prima non è da scartare a priori, è più pragmatica e apparentemente rinunciataria, però non è così facile attuarla. Tanta gente non riesce a fare nessuna delle due cose. Per rispondere alla tua ultima, tranquillità e felicità per me sono dalla stessa parte della vita. Normalmente sono felice nei momenti in cui sono appagato, sereno e in pace con me stesso.