Ciò di cui bisognava occuparsi al primo sentore di insoddisfazione non erano i fantasmi (parlo per me col senno di poi) bensì di quella corrente nella coppia che non fluiva più potente e travolgentemente arricchente, ma stanca e appesantita (lo dico con lo sguardo di oggi). Torbida. E il fiume eravamo noi due, c'ero anch'io, che pure non tradivo, mi prodigavo a modo mio per amore di chiarezza etcetera. C'erano le menzogne ma c'era anche la mia capacità di smascherarle, c'era un sentimento che nulla c'entrava con "noi" ma c'era anche la possibilità da parte mia di non accontentarmi di quello che avevo in quel momento, c'era la sua non volontà di "migliorare la situazione" ma anche la mia di assecondarla vuoi per l'amore che provavo, vuoi per l'incapacità di credere a qualcosa di diverso da ciò che insieme avevamo costruito, vuoi per semplice codardia, ma questo è (per me). Una coppia è fatta di due persone e se uno sbaglia non è che, come dice la mia psic le responsabilità vadano divise al 50 e 50, ma neanche tirarsene fuori totalmente è corretto. Lo sbaglio l'ha fatto lui, d'accordo, lui ha mentito, mi ha ingannata e presa in giro, me, la donna della sua vita

, è stato capace di tanto e io invece no. Si, questo è. Forse poteva succedere anche a me in quello stato di cose ma non l'ho fatto succedere, non ci riesco ora, neanche col rumore dei cocci del patto infranto nelle orecchie. Lui invece, pensando a se stesso, ha permesso che questa rivoluzione si mettesse in atto e può essere anche che senza, trascinandosi, si sarebbe finiti esautorati entrambi.