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utente in roaming.
Assolutamente sì.
Anche se il concetto artistico va diviso in due categorie: quella ludica e quella video/narrativa.
Ci sono videogiochi che sono dei capolavori in quanto ludicamente geniali, perchè il loro concept detta non solo regole assiomatiche su come si scrive e progetta un gioco, ma il connubio di divertimento/difficoltà li rende una sfida appagante, galvanizzante. Esempi di questa categoria di capolavori sono Tetris, Super Maro World, Portal, Super Metroid, Demon Soul, Bayonetta.
Poi ci sono quei videogiochi che nonostante una componente ludica valida e sollazzante, eccellono nelle componenti "accessorie" (perchè non fondamentali per il divertimento in sé) quali quella visiva e/o narrativa. Ti immergono in un mondo coerente, delle volte hanno uno sviluppo narrativo capace di commuovere emozionalmente, lasciano il segno insomma. Esempi sono Metal Gear Solid, Final Fantasy, Okami, Zelda, Fallout, The Last of Us.
L'importante è considerare il videogioco come un medium non dissimile a cinema e letteratura. Cioè veicoli per l'espressione artistica che se ben utilizzati, sanno regalare emozioni...
La definizione di "arte" è una questione complicatissima di per sè, e non è univoca.Prendo una definizione generica: http://www.treccani.it/enciclopedia/arte/
La forma del videogioco può coincidere con ciò che è stato formulato sull'Arte? Non credo sia sufficiente giudicare un prodotto di un'attivitá umana come bello per garantirgli l'accesso alla dimora dell'Arte. Non tutto ciò che è artificiale è Arte. D'altra parte, spesso si dice che la deriva contemporanea abbia avuto la colpa di svilire la ricerca della bellezza, per cui un passo possibile potrebbe essere quello di uscire dalla definizione. Penso che la questione sia più complicata.
Certo è che nell'ambito dei giochi di ruolo videoludici troviamo dei titoli che dal punto di vista narrativo non hanno nulla da invidiare alla letteratura. Penso alla tradizione ormai consolidata dei gdr occidentali. Ma questo è un altro discorso.
Innanzitutto, rispondendo anche a Ryoga, la capacità di veicolare emozioni non è di per sè sinonimo di arte. Così come non lo sono la ricerca del bello o una ricerca estetica raffinata.
Per essere più sintetici possibile, si può dire che nelle moderne storie dell'arte viene incluso (e quindi riconosciuto come oggetto con un qualche valore artistico) tutto ciò che porta con sè:
1. dal Rinascimento in poi, un certo livello di progettualità (ma sul fatto che un videogioco sia un atto progettuale non ci sono poi tanti dubbi).
2. un'innovazione dal punto di vista linguistico. Ad esempio: Bernini è arte. Per il barocco leccese si parla di artigianato sapiente (technè senza arte, per l'appunto).
Quindi prima di tutto bisognerebbe capire se i videogiochi possono essere considerati come un linguaggio a sè stante, e non come un mezzo che prende in prestito linguaggi da vari campi (e quindi no, non possiamo paragonarli al cinema, che è nettamente una forma di linguaggio diversa dalle altre).
E poi capire come i lavori singoli agiscono sul tipo di linguaggio (o sui linguaggi) a cui appartengono.
Paralleli più utili possono essere fatti con la televisione e i fumetti, che sono categorie che "soffrono" dello stesso tipo di problematiche.
Il carattere prettamente ludico può considerarsi secondario da questo punto di vista.
Io ripeto che ci devo pensare