Da settimane avrei voluto postare questa storia, ma sono stato a lungo in dubbio se farlo o no.
Si tratta di una vicenda molto triste e un po' "forte", forse un po' pesante anche per uno spazio come questo.
Adesso ho deciso di pubblicarla... Dato che c'eron l'ho unita ad un'altra storia altrettanto triste, così poi non ne parliamo più, e ci togliamo il pensiero...
La storia è accompagnata da una canzone di Tom Waits che io e la persona del racconto amavamo molto (il pezzo lo avevo proposto io, ma lei lo aveva fatto subito "suo"). Ho pensato di proporre il testo originale e la traduzione, anche se, in definitiva, il testo non ha una relazione così vitale con la nostra storia. Mi piace comunque molto l'immagine del cantante seduto da solo sul davanzale ,che lascia uscire la storia nel cielo notturno, raccontandola un po' a sé stesso e un po' alla luna piena e al vecchio micio...
[video=youtube_share;iXy4dDJz-60]https://youtu.be/iXy4dDJz-60[/video]
Well, I'm sitting on a windowsill, blowing my horn
Nobody's up except the moon and me
And a lazy old tomcat on a midnight spree
And all that you left me was a melody
Rosie, why do you evade me?
Rosie, how can I persuade thee?
Rosie
Beh sono seduto sul davanzale, soffiando nel mio corno
Non c'è nessuno in piedi eccetto la luna e me
E un pigro vecchio micio in una bisboccia notturna
Tutto ciò che mi hai lasciato è una melodia
Rosie, perchè mi eviti?
Rosie, come posso persuaderti?
Rosie
"Rosie" appare a pagina 5 - dodicesima parte - del 3D Reminiscenze e nuvole parlanti
(
http://www.tradimento.net/62-giochi-e-bellezza/23015-reminiscenze-e-nuvole-parlanti ).
Iniziata come semplice frequentazione e amicizia, e come "cotta" della bambina, tra infanzia e inizio della pubertà, per il ragazzino di poco più vecchio, la vicenda tra me e Rosie si fece "calda" poco dopo la fine della mia prima storia importante, con Gwen.
Ci furono baci (con lingua) e abbracci piuttosto "stretti" e qualche "ti amo" era volato da entrambe le parti...
Il problema erano 6 anni di differenza di età. Ora... 6 anni non sono un grande problema... conosco coppie con differenze ben più marcate. Però, all'epoca io ero da poco ventenne e lei aveva compiuto, sempre da qualche settimana, 14 anni. Quindi, ci trovavamo in uno dei pochi periodi della vita in cui quei 6 anni un peso lo avevano...
Attualmente, credo che 6 anni di differenza rendano legale anche una relazione in cui uno dei due sia minorenne, se non inferiore ai 13 anni, allora non era così, maggiorenne con minorenne erano comunque guai, se la differenza di età superava i 3 anni. Ma al di là dell'aspetto legale, questo tipo di relazione lasciava molto a desiderare da un punto di vista etico, per quello che mi riguardava (lo so, sono un po' noioso su quest'aspetto, ma per me l'etica è sempre stata molto importante e quasi per niente flessibile, anche da ragazzino). Già mi sentivo in colpa, e non poco, per quei baci e quegli abbracci.
Era una sensazione strana: da una parte, come tutti gli innamorati (o gli infatuati, presumo che non lo sapremo mai) era un colpo al cuore e una grande gioia ogni volta che la vedevo e che potevo rimanere solo con lei; dall'altra un tormento e una continua lotta con me stesso, e i miei sensi di colpa.
Difficile da spiegare, contemporaneamente desiderare di "andare oltre" e temere di farlo...
La questione si risolse con il trasferimento in altra parte d'Italia, della sua famiglia.
"Rosie" comunque lasciò il segno come una "morosa" vera e propria e più di alcune fidanzate con le quali ebbi rapporti completi.
E fin qui abbiamo più o meno raccontato la storia inserita nel 3D originale...
Qualche anno dopo, però"Rosie" e la sua famiglia ritornarono in città... Ci incontrammo di nuovo, ovviamente e avemmo occasione di parlarci. Ci volevamo ancora bene, ma adesso eravamo solo amici, la "scintilla" non era tornata a scoccare e non lo avrebbe più fatto.
Io ero già fidanzato con Lettie, e stavamo per sposarci... Rosie, qualche mese dopo, si mise con un ragazzo della sua età, con il quale avevamo amicizie in comune, quindi restammo informati sulle nostre vicende e di tanto in tanto ci si vedeva in giro per la città e se ne approfittava per qualche chiacchiera...
And the moon's all up, full and big
Apricot tips in an indigo sky
And I've been loving you, Rosa, since the day I was born
And I'll love you, Rosie, 'til the day I die
Rosie, why do you evade me?
Rosie, how can I persuade thee?
Rosie
E la luna è là in alto, piena e grande,
Suggestioni di albicocca in un cielo indaco
Ti ho amata, Rosa, dal giorno in cui sono nato
E ti amerò, Rosie fino al giorno in cui morirò
Rosie, perchè mi eviti?
Rosie, come posso persuaderti?
Rosie
Queste cose da "What If" (o da "Sliding Doors", se avete visto il film, e preferite questo riferimento) mi hanno sempre affascinato molto. C'è una teoria in base alla quale ogni bivio che ci si presenta e ci costringe a scegliere una direzione (o un evento ci porta in una direzione piuttosto che in un'altra), crea un universo parallelo in cui l'ipotesi non scelta si è, in effetti, verificata. Moltiplicando la questione per il numero di scelte che ognuno di noi fa e per il numero di persone che ci sono al mondo, sarebbero miliardi su miliardi di mondi paralleli che differiscono dal nostro per cose sostanziali (ognuno di noi potrebbe non esistere, ad esempio) o per piccoli particolari.
Ho sempre pensato che sarebbe interessante visitarne qualcuno, ma sto divagando...
Restando in tema di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, qui accenniamo all'altra storia.
Quando fui trasferito in quel famoso paese della provincia all'epoca noto in quanto patria di una celebre serial killer e attualmente presente nelle cronache come luogo d'origine di un importante cantautore italiano, ero libero da impegni sentimentali... senza morosa, insomma.
Nell'unità operativa lavorava una ragazza, assunta dopo di me, ma direttamente in quell'unità.
La biondina mi piaceva molto e credo che nemmeno io le fossi indifferente (allora avrei negato decisamente, ma qualche anno di esperienza in più mi fanno ritenere che avrebbe potuto tranquillamente accadere qualcosa). La "scintilla" si era accesa per entrambi ma eravamo tutti e due timidissimi e nessuno di noi trovò mai il coraggio di fare un passo avanti (l'aggravante del posto di lavoro...). Però pranzi e chiacchierate in libertà, sguardi e sorrisi, mi fanno pensare che anche questo fu un "What If", una di quelle situazioni che avrebbe potuto tranquillamente svilupparsi diversamente...
Ovviamente questa storia non è nemmeno lontanamente paragonabile al legame che si era creato con Rosie, ma, sorprendentemente, e purtroppo, le due ragazze avrebbero avuto molto in comune...
Qualche anno dopo, già in città da qualche tempo (e con il tradimento già vissuto e finito), mi arriva una telefonata dalla mia vecchia Unità operativa: mi informavano che la collega biondina, ora sposata e con due bei bimbi, aveva contratto un "brutto male".
Era la prima volta che qualcuno della mia cerchia e nella mia fascia d'età si trovava ad avere a che fare con questo tipo di "bestia". La andai a trovare in Ospedale, sembrava una cosa risolvibile, e dopo qualche tempo, le cose migliorarono.
Fu una questione di pochi anni. Un giorno, io e un'altra collega che lavorava con me e che aveva lavorato con entrambi ai tempi belli, ricevemmo la notizia che la "nostra" biondina se ne era andata, lasciando due bimbi ancora piccoli.
Attualmente, le aziende come la mia sono imbottite di cinquantenni, ma anni fa una buona metà del personale nelle varie Unità Operative era costituito da ragazzotti intorno ai 20, e quella dove ci eravamo conosciuti non faceva eccezione.
Io e l'altra collega prendemmo il pomeriggio per partecipare al funerale: un bel po' dei colleghi di allora, gente che non vedevo da anni, in alcuni casi, tutti alle soglie dei quaranta o quasi, a guardarci in faccia con lo sguardo attonito, come se davvero ci trovassimo in visita in uno di quegli universi paralleli di cui si parlava poc'anzi... Quello fu il mio primo incontro con "la grande C".
Qualche anno fa qualcuno mi disse che "Rosie" era ammalata; le avevano diagnosticato una cosa dello stesso tipo di quello che alcuni anni prima aveva colpito la collega biondina.
Anche li andai a vederla in Ospedale, ma la situazione sembrava ben diversa dalla precedente. Le cose non andavano bene e lo sguardo di lei rivelava tutte le paure, soprattutto per i suoi bambini...
Pochi mesi dopo essermi iscritto qui, anche Rosie dovette arrendersi...
So che sia i ragazzi di Rosie che quelli, ormai un po' più grandi, della collega stanno crescendo bene, e so per certo che sia Rosie che la collega biondina ne sarebbero molto orgogliose...
La terribile sera in cui seppi di Rosie, postai la canzone di questo racconto da qualche parte nel forum. Ancora non avevo idea che mancassero solo poche settimane al giorno in cui un dottore sarebbe entrato nella mia camera per comunicarmi che la TAC aveva rivelato...
Che era arrivato il mio turno di affrontare la "bestia"...
Well, I'm sitting on a windowsill, blowing my horn
Nobody's up except the moon and me
And a lazy old tomcat on a midnight spree
And all that you left me was a melody
Rosie, why do you evade me?
Rosie, how can I persuade thee?
Rosie
Beh sono seduto sul davanzale, soffiando nel mio corno
Non c'è nessuno in piedi eccetto la luna e me
E un pigro vecchio micio in una bisboccia notturna
Tutto ciò che mi hai lasciato è una melodia
Rosie, perchè mi eviti?
Rosie, come posso persuaderti?
Rosie