Non siamo d'accordo, e questo è evidente.

Cerco di spiegare il mio punto di vista.
Non apprezzo l'atteggiamento di tuo marito che ho evidenziato in neretto. Non ricordo bene la tua storia - per cui scrivo deducendo dal tuo post, correggimi se sbaglio nella valutazione degli eventi -, ma invitarti come moglie a fare delazione presso il marito della sua amante, mi dà l'impressione di volersi salvare il culo ad ogni costo, alleviando le proprie responsabilità.
E anche trattare la donna che è stata con lui (correggimi se sbaglio gli eventi) come un oggetto che si può buttare via (più o meno) quando gli interessi non coincidono più, non è un comportamento che valuto positivamente.
L'amante in ogni caso è una persona con cui si intraprende una relazione - extraconiugale ma pur sempre una relazione - e va rispettato, ovviamente intendo da chi si è relazionato con lui, non certo da te che le sei estranea (e dovresti rimanere tale fino in fondo).
Se è comprensibile la tua rabbia verso di lei, lo è meno il suo menefreghismo verso di lei.
Non solo non la difende (comprensibile per non aumentare la tua bellicosità), ma addirittura ti spinge a farle del male.
L'altro neretto: nessuno di noi può ergersi a giudice altrui. Per quanto una persona
indirettamente ci abbia fatto del male non spetta a noi punirla per questo.
Il responsabile del tuo dolore nei tuoi confronti è
solo tuo marito.
Tu hai sposato lui.
Lei in questo eventualmente deve rispondere solo al suo sposo, non a te.
Lei è una semplice sconosciuta che ha accettato una relazione con una persona che è
anche tuo marito.
La cosa è probabilmente amorale, come tante cose che si fanno nella vita, ma non spetta a noi giudicarla per questo e solo perché ci ha toccato.