Mah...io non ho mai fatto questa distinzione. Per me il naturale è: desidero un figlio, lo faccio, lo allatto, come tutti gli animali esistenti.
Noto l'assenza della figura paterna in quello che scrivi.
Come se la questione di fare e gestire un figlio fosse appannaggio totalmente femminile e l'uomo contasse poco nella questione.
Il discorso mio infatti verte proprio sui ruoli che nella creazione di una famiglia vengono ancora stabiliti seguendo la parte istintuale o come dici tu, animale.
E' la donna a desiderare un figlio, a farlo e a gestirlo.
Ma l'uomo, il padre, il marito, dov'è?
Il mio, da uomo, è un discorso sulle parità e sulle identità.
Fino ad ora gli interventi anche qui sono stati solo femminili.
La questione
del nutrimento e quindi della sopravvivenza del neonato sono ancora totalmente responsabilità delle donne.
Perché una donna deve avere "
spirito di sacrificio" per non fare morire di fame il figlio di due persone mentre per l'uomo non è necessario, non è richiesto?
L'uomo può pensare alla carriera.
Al proprio fisico.
Al sesso (quando non lo fa con la moglie).
A dormire (tanto si sveglia lei).
La donna deve faticare e sacrificarsi, l'uomo è svincolato dal dovere.
E ve lo sto dicendo io che sono uomo, visto dalla parte maschile, visto da chi è stato contento di tenere tra le braccia un esserino di pochi chili e godere dei suoi occhi mentre si nutriva.
Una gioia che per nascita e genere altrimenti non avrei mai potuto provare.
Ma che mi ha fatto capire anche quanto si può essere gelosi di averla tutta per sé questa gioia.
E di cosa ti può mancare se non la provi
o, per genere, ne vieni escluso.