Non fermarsi davanti a niente.

Brunetta

Utente di lunga data

Lostris

Utente Ludica
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]
Comunque non ho ancora letto un traditore che abbia scritto "ho fatto una stronzata" "ma che cazzo mi è venuto in mente" "mi pento del dolore causato". Hanno da imparare solo i traditi?
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]No. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Il pentirsi del dolore causato mi sembra il minimo parlando di persone a cui si tiene e che avevamo la presunzione di tenere all'oscuro.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma solitamente non è che si impara chissà che archiviando le proprie azioni come cazzate e magari sminuendole.[/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Imparo se cerco di capire, se non ne avevo già consapevolezza prima, i perché. Imparo assumendomi le responsabilità delle mie azioni e le conseguenze relative, anche se sono devastanti e peggiori di quanto avevo immaginato.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Imparo se dico oggi agirei diversamente, e poi lo faccio, oppure se dico oggi agirei allo stesso modo ma con più consapevolezza, perché ho capito che sono fatta così. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma io mica mi sentirei meglio se, scoperto, uno mi dicesse che mi ha tradito per una cazzata. Tutto il dolore, la rabbia e le macerie per... niente.[/FONT][/FONT]
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[/FONT]

[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Poi esistono anche questi casi. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma se mi dici che una relazione magari di mesi è stata una cazzata - e lo fai ovviamente alla luce delle conseguenze - a me qualche dubbio che, oltre che un traditore, sei anche un cazzone viene.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SFUIText]
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Skorpio

Utente di lunga data
...

In terza persona plurale? :eek:
Parlo di sensazioni MIE legate a cose che leggo.

Di scritti di altra utenza ovviamente

Un po come il tuo amico quando si sconvoglia per le foto dei culi al vento con allegate letterine che ha ricevuto.
 

Brunetta

Utente di lunga data
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]No. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Il pentirsi del dolore causato mi sembra il minimo parlando di persone a cui si tiene e che avevamo la presunzione di tenere all'oscuro.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma solitamente non è che si impara chissà che archiviando le proprie azioni come cazzate e magari sminuendole.[/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Imparo se cerco di capire, se non ne avevo già consapevolezza prima, i perché. Imparo assumendomi le responsabilità delle mie azioni e le conseguenze relative, anche se sono devastanti e peggiori di quanto avevo immaginato.[/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Imparo se dico oggi agirei diversamente, e poi lo faccio, oppure se dico oggi agirei allo stesso modo ma con più consapevolezza, perché ho capito che sono fatta così. [/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma io mica mi sentirei meglio se, scoperto, uno mi dicesse che mi ha tradito per una cazzata. Tutto il dolore, la rabbia e le macerie per... niente.[/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Poi esistono anche questi casi. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma se mi dici che una relazione magari di mesi è stata una cazzata - e lo fai ovviamente alla luce delle conseguenze - a me qualche dubbio che, oltre che un traditore, sei anche un cazzone viene.[/FONT][/FONT]
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Ho fatto vari esempi.
Non intendevo frasi rivolte al tradito che ha scoperto, ma qui, una riflessione sul sé. Non ho mica letto tanta roba.
 

Brunetta

Utente di lunga data
Parlo di sensazioni MIE legate a cose che leggo.

Di scritti di altra utenza ovviamente

Un po come il tuo amico quando si sconvoglia per le foto dei culi al vento con allegate letterine che ha ricevuto.
Vabbè :cool:
 

danny

Utente di lunga data
Siete strani.
Porrtate a mandarmi così d'amblé la foto del cazzo e vi denuncio per molestie.
NON ho più vent'anni.
Siamo uomini.
È impossibile che si pensi di essere molestati da un genere di foto che ci ha accompagnato fin dall'adolescenza. Tutt'al più si può essere tediati dall'esposizione, pur essendo vagamente lusingati dall'interesse femminile che si riscontra e comunque desiderosi di stabilire un valore della nostra persona che sia superiore alla banale offerta pornografica. Più che altro io mi terrei ben alla larga da una sconosciuta che mi manda una foto dei suoi genitali. Lo trovo un approccio molto, molto triste.
 

ipazia

Utente disorientante (ma anche disorientata)
Comunque non ho ancora letto un traditore che abbia scritto "ho fatto una stronzata" "ma che cazzo mi è venuto in mente" "mi pento del dolore causato". Hanno da imparare solo i traditi?
Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.

E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.

Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.

Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.

Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.

Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.

E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".

Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.

Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.

Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.

Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.

E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.

Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.

Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.

I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.

Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.

Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.

Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.

E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.

Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.

A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
 

Skorpio

Utente di lunga data
...

Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.

E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.

Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.

Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.

Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.

Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.

E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".

Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.

Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.

Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.

Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.

E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.

Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.

Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.

I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.

Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.

Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.

Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.

E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.

Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.

A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Quoto

sarebbe da nerettare tutto, perché in ogni passo c'è una serie di verità così importanti e così inquietanti, volendo...

e capisco anche, ahimè.. che letto da un tradito/a questo post potrebbe avere il sapore della sfida, della provocazione...

e suscitare reazioni quasi sdegnate, del tipo:

ma come osi? ma pure adesso non chini il capo? pure con le mani nel sacco non abbassi la testa? non riconosci "l'errore" ?

beh.. da tradito.. posso dire che non c'è davvero nessuna provocazione invece... avendo visto anche "di là"

ma tanto materiale da cui partire per ridisegnare diversamente cose, volendo..

che non vuol dire affatto beatificare il tradimento e chi lo ha consumato, come qualcuno potrebbe immediatamente essere tentato di scrivere, per istinto di difesa
 
Ultima modifica:

danny

Utente di lunga data
Tenersi lontano da certe modalità di approccio rappresenta anche una definizione del proprio valore e di ciò che si promuove.
Come dire "Guardate che io valgo più delle persone che adottano questi comportamenti e che quello che io rappresento è superiore a tutto questo".
Probabilmente è anche vero.
Quanto è opportuno sottolinearlo in pubblico?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.

E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.

Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.

Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.

Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.

Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.

E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".

Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.

Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.

Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.

Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.

E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.

Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.

Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.

I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.

Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.

Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.

Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.

E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.

Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.

A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Perfetto in ogni punto
Solo su una parte per esperienza condivido al 80% e tengo il 20% per la mia prima esperienza che non era mossa da qualcosa che si era rotto prima,
Ma davvero gran bel post
 

Skorpio

Utente di lunga data
Bruni io parlo di me, di sensazioni mie carpite, annusate

Ma è roba mia, sono sensazioni, non verità assolute

Quelle le scrivi tu (paraculo! Scemo!) :mexican:

Se qualcuno/a vi si riconosce, può stabilirlo lui

Ed eventualmente scriverlo, se gli va, se lo ritiene utile, e se gli piace metterlo in gioco
 

danny

Utente di lunga data
Quoto

sarebbe da nerettare tutto, perché in ogni passo c'è una serie di verità così importanti e così inquietanti, volendo...

e capisco anche, ahimè.. che letto da un tradito/a questo post potrebbe avere il sapore della sfida, della provocazione...

e suscitare reazioni quasi sdegnate, del tipo:

ma come osi? ma pure adesso non chini il capo? pure con le mani nel sacco non abbassi la testa? non riconosci "l'errore" ?

beh.. da tradito.. posso dire che non c'è davvero nessuna provocazione invece... avendo visto anche "di là"

ma tanto materiale da cui partire per ridisegnare diversamente cose, volendo..

che non vuol dire affatto beatificare il tradimento e chi lo ha consumato, come qualcuno potrebbe immediatamente essere tentato di scrivere, per istinto di difesa
C'è un'abitudine costante da parte di quasi tutti su questo forum a creare categorie, dividendo traditi e traditori.
Io credo che sia un approccio sbagliato.
Siamo tutte persone che hanno vissuto semplicemente situazioni diverse e storie diverse.
E ognuno di noi ha la propria da raccontare, che non può né deve diventare universale o rappresentativa di una delle due categorie sopra citate.
Ipazia racconta di sè, tu anche, io ugualmente. Ma non raccontate dei traditori, e neppure è pensabile che li possiate rappresentare universalmente, come io non sono un tradito.
Sono giunto qui per raccontare e affrontare, soprattutto, una situazione in cui ho subito un tradimento.
Ma sono la stessa persona che ha avuto più relazioni contemporaneamente prima del matrimonio, anche se con gli anni le esperienze e il passare del tempo mi hanno cambiato dentro, rendendomi diverso e anche adesso costantemente in discussione. Per cui potrei essere anche un traditore. In fieri, anche, perché no.Ma ovviamente non è così: ho vissuto situazioni, esattamente come mia moglie, nel tradirmi, ha vissuto una sua esperienza al di fuori della coppia seguendo sue motivazioni, probabilmente diverse da quelle tue o di Ipazia o di altri. E ne vivrò altre. Forse. Non posso ora dirlo con certezza, ed è l'unica cosa che posso affermare.
L'assimilare situazioni a categorie è un errore che ci porta a ragionare in opposizione gli uni agli altri ed è inutile ai fini della comprensione degli accadimenti.
La scala dei valori e la responsabilità individuale esistono. Qui ce ne spogliamo per poterci confrontare, ma è solo un artifizio.
Come ha giustamente detto Twinpeaks, si tradisce perché se ne ha voglia.
Il resto sono strutture accessorie per rendere accettabile tutto questo in un contesto in cui potrebbe anche non esserlo.
Perché nessuno di noi vorrebbe essere tradito da qualcuno.
Nessuno la considera un esperienza positiva.
Se ne può far tesoro, come si apprende da un incidente, da un'esperienza tragica, ma non vi è ambizione a essere tradito.
Già questo definisce una scala di valori condivisibile e difficilmente discutibile, in cui anche chi vive piacevolmente una relazione extraconiugale potrebbe provare sofferenza nel venire tradito. E viceversa, si intende.
 
Ultima modifica:

Brunetta

Utente di lunga data
Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.

E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.

Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.

Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.

Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.

Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.

E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".

Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.

Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.

Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.

Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.

E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.

Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.

Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.

I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.

Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.

Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.

Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.

E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.

Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.

A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Questa è un'analisi che elenca le possibili "autocritiche" nel senso proprio di autocritica. Ma neanche di queste ne ho lette molte, anche se una analisi è in sé auto assolutoria.
Voglio dire che il ladro che dica che ha agito per bisogno o per desiderio di un facile guadagno e aggiunga anche che ha cagato sul tappeto per invidia della vita immaginata del derubato, non credo che sia sufficiente per il derubato.
Io personalmente ho le mie risposte e non ne cerco.
Però è vero che le autocritiche sono sempre con una spiegazione autoassolutoria, mentre l'assunzione di responsabilità del dolore è presente, se presente, solo quando scoperti e in un modo che è sempre piuttosto ridicolo o scaricando sull'amante brutto cattivo tentatore o sul tradito disattento o buttandola sul piagnucoloso riconoscimento di debolezza.
Ma il riconoscimento di responsabilità dell'amante io non lo ricordo proprio.
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Bruni io parlo di me, di sensazioni mie carpite, annusate

Ma è roba mia, sono sensazioni, non verità assolute

Quelle le scrivi tu (paraculo! Scemo!) :mexican:

Se qualcuno/a vi si riconosce, può stabilirlo lui

Ed eventualmente scriverlo, se gli va, se lo ritiene utile, e se gli piace metterlo in gioco
Parlavi di altri lì. È poi lo neghi. Non mi metto ad accendere la lampada e a fare il poliziotto cattivo. Non vuoi dire che parlavi di altri. Amen
 

Skorpio

Utente di lunga data
Parlavi di altri lì. È poi lo neghi. Non mi metto ad accendere la lampada e a fare il poliziotto cattivo. Non vuoi dire che parlavi di altri. Amen
Parlavo di Sensazioni mie ricavate da lettura di altri.

E le confermo senza problemi.

Riesci a capire di cosa sto parlando? Provi mai sensazioni?


Io so di me, non ci ripenso da un'ora all'altra

Rileggi, è italiano.

Son giuste? Sbagliate? Che ne so, dillo tu

A proposito di sensazioni, da quando sei tornata da quella fiera, leggendoti ho la sensazione che tu ti sia innervosita, e di parecchio.

È una sensazione mia. Parlo di sensibilità mia.

È roba mia.

Di te sai te.

Sentirti nervosa è roba mia, è parlare di me, non di te

Dirti direttamente "tu sei nervosa" è parlare di te.

Anche se, in modo scomposto e probabilmente inconsapevole, sto sempre parlando di me, intendiamoci

Quella modalità la fai te, non io.

Detto ciò, son sicuro che non ci hai capito un cazzo e che pensi stia girando le parole.

Tutto già previsto, nessuna sorpresa

Come detto i l'altra sera, a certi livelli, una risata è il massimo che ci possiamo permettere.

Non osiamo di più

A osare di più si sciupa a volte quel bello che c'era
 
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Brunetta

Utente di lunga data
Parlavo di Sensazioni mie ricavate da lettura di altri.

E le confermo senza problemi.

Riesci a capire di cosa sto parlando? Provi mai sensazioni?


Io so di me, non ci ripenso da un'ora all'altra

Rileggi, è italiano.

Son giuste? Sbagliate? Che ne so, dillo tu

A proposito di sensazioni, da quando sei tornata da quella fiera, leggendoti ho la sensazione che tu ti sia innervosita, e di parecchio.

È una sensazione mia. Parlo di sensibilità mia.

È roba mia.

Di te sai te.

Sentirti nervosa è roba mia, è parlare di me, non di te

Dirti direttamente "tu sei nervosa" è parlare di te.

Anche se, in modo scomposto e probabilmente inconsapevole, sto sempre parlando di me, intendiamoci

Quella modalità la fai te, non io.

Detto ciò, son sicuro che non ci hai capito un cazzo e che pensi stia girando le parole.

Tutto già previsto, nessuna sorpresa

Come detto i l'altra sera, a certi livelli, una risata è il massimo che ci possiamo permettere.

Non osiamo di più

A osare di più si sciupa a volte quel bello che c'era
Nervosa? 😳😂
 

Brunetta

Utente di lunga data
Mi ha stupito la pervicacia nel negare la responsabilità.
 

mistral

Utente di lunga data
Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.

E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.

Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.

Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.

Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.

Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.

E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".

Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.

Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.

Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.

Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.

E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.

Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.

Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.

I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.

Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.

Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.

Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.

E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.

Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.

A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Se tieni sapientemente fuori l'amore e la relazione viene tassativamente chiusa in un recinto con il divieto di sconfinare nella vita reale ,Come può o In cosa qualche scopata arricchisce o fa trovare parti di se?
Un persona per farmi "vivere"e ritrovare deve partecipare alla mia vita.Un amante inteso in compartimenti stagni come più volte hai descritto,al di là di illuminarmi su un nuovo modo di scopare e farmi eccitare non so che parti di me ,se non le peggiori mi possa far trovare
 
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Nocciola

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Se tieni sapientemente fuori l'amore e la relazione viene tassativamente chiusa in un recinto con il divieto di sconfinare nella vita reale ,Come può o In cosa qualche scopata arricchisce o fa trovare parti di se?
Un persona per farmi "vivere"e ritrovare deve partecipare alla mia vita.Un amante inteso in compartimenti stagni come più volte hai descritto,al di là di illuminarmi su un nuovo modo di scopare e farmi eccitare non so che parti di me ,se non le peggiori mi possa far trovare
.
Il recinto sono i momenti che stai con lui in cui dividi quello che vuoi dividere e ognuno divide quello che vuole. Sesso, risate, racconti, affetto e che ne so
A me il confronto con l'altro ha dato molto come persona per esempio. Probabilmente me lo avrebbe dato anche se non ci avessi scopato ma è ovvio che l'attrazione e la passione erano la base perchè poi il rapporto diventasse anche altro.
Ma lo spazio della mia vita che ti "concedo" è quello. E lo dico. perchè non sopporto che mi si venga a dire che avevo venduto mele e vendevo zucchine. E' una cosa che non tollero da me e dall'altro. Se poi in corso d'opera decido di vendere zucchine te lo comunico e vediamo se la cosa ti interessa o no.
 
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