Skorpio
Utente di lunga data
Ma di chi parli?
Sempre di me io parlo, Bruni
Ma di chi parli?
In terza persona plurale?Sempre di me io parlo, Bruni
[/FONT][/FONT]Comunque non ho ancora letto un traditore che abbia scritto "ho fatto una stronzata" "ma che cazzo mi è venuto in mente" "mi pento del dolore causato". Hanno da imparare solo i traditi?
Parlo di sensazioni MIE legate a cose che leggo.In terza persona plurale?![]()
Ho fatto vari esempi.[FONT=.SF UI Text]
[/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]No. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Il pentirsi del dolore causato mi sembra il minimo parlando di persone a cui si tiene e che avevamo la presunzione di tenere all'oscuro.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma solitamente non è che si impara chissà che archiviando le proprie azioni come cazzate e magari sminuendole.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Imparo se cerco di capire, se non ne avevo già consapevolezza prima, i perché. Imparo assumendomi le responsabilità delle mie azioni e le conseguenze relative, anche se sono devastanti e peggiori di quanto avevo immaginato.[/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Imparo se dico oggi agirei diversamente, e poi lo faccio, oppure se dico oggi agirei allo stesso modo ma con più consapevolezza, perché ho capito che sono fatta così. [/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma io mica mi sentirei meglio se, scoperto, uno mi dicesse che mi ha tradito per una cazzata. Tutto il dolore, la rabbia e le macerie per... niente.[/FONT][/FONT]
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[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Poi esistono anche questi casi. [/FONT][/FONT]
[FONT=.SF UI Text][FONT=.SFUIText]Ma se mi dici che una relazione magari di mesi è stata una cazzata - e lo fai ovviamente alla luce delle conseguenze - a me qualche dubbio che, oltre che un traditore, sei anche un cazzone viene.[/FONT][/FONT]
[FONT=.SFUIText]
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VabbèParlo di sensazioni MIE legate a cose che leggo.
Di scritti di altra utenza ovviamente
Un po come il tuo amico quando si sconvoglia per le foto dei culi al vento con allegate letterine che ha ricevuto.
Siamo uomini.Siete strani.
Porrtate a mandarmi così d'amblé la foto del cazzo e vi denuncio per molestie.
NON ho più vent'anni.
Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.Comunque non ho ancora letto un traditore che abbia scritto "ho fatto una stronzata" "ma che cazzo mi è venuto in mente" "mi pento del dolore causato". Hanno da imparare solo i traditi?
QuotoDa traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.
E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.
Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.
Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.
Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.
Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.
E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".
Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.
Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.
Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.
Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.
E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.
Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.
Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.
I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.
Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.
Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.
Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.
E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.
Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.
A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Perfetto in ogni puntoDa traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.
E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.
Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.
Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.
Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.
Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.
E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".
Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.
Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.
Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.
Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.
E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.
Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.
Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.
I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.
Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.
Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.
Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.
E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.
Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.
A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Bruni io parlo di me, di sensazioni mie carpite, annusateVabbè![]()
C'è un'abitudine costante da parte di quasi tutti su questo forum a creare categorie, dividendo traditi e traditori.Quoto
sarebbe da nerettare tutto, perché in ogni passo c'è una serie di verità così importanti e così inquietanti, volendo...
e capisco anche, ahimè.. che letto da un tradito/a questo post potrebbe avere il sapore della sfida, della provocazione...
e suscitare reazioni quasi sdegnate, del tipo:
ma come osi? ma pure adesso non chini il capo? pure con le mani nel sacco non abbassi la testa? non riconosci "l'errore" ?
beh.. da tradito.. posso dire che non c'è davvero nessuna provocazione invece... avendo visto anche "di là"
ma tanto materiale da cui partire per ridisegnare diversamente cose, volendo..
che non vuol dire affatto beatificare il tradimento e chi lo ha consumato, come qualcuno potrebbe immediatamente essere tentato di scrivere, per istinto di difesa
Questa è un'analisi che elenca le possibili "autocritiche" nel senso proprio di autocritica. Ma neanche di queste ne ho lette molte, anche se una analisi è in sé auto assolutoria.Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.
E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.
Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.
Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.
Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.
Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.
E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".
Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.
Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.
Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.
Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.
E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.
Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.
Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.
I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.
Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.
Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.
Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.
E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.
Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.
A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
Parlavi di altri lì. È poi lo neghi. Non mi metto ad accendere la lampada e a fare il poliziotto cattivo. Non vuoi dire che parlavi di altri. AmenBruni io parlo di me, di sensazioni mie carpite, annusate
Ma è roba mia, sono sensazioni, non verità assolute
Quelle le scrivi tu (paraculo! Scemo!) :mexican:
Se qualcuno/a vi si riconosce, può stabilirlo lui
Ed eventualmente scriverlo, se gli va, se lo ritiene utile, e se gli piace metterlo in gioco
Parlavo di Sensazioni mie ricavate da lettura di altri.Parlavi di altri lì. È poi lo neghi. Non mi metto ad accendere la lampada e a fare il poliziotto cattivo. Non vuoi dire che parlavi di altri. Amen
Nervosa?Parlavo di Sensazioni mie ricavate da lettura di altri.
E le confermo senza problemi.
Riesci a capire di cosa sto parlando? Provi mai sensazioni?
Io so di me, non ci ripenso da un'ora all'altra
Rileggi, è italiano.
Son giuste? Sbagliate? Che ne so, dillo tu
A proposito di sensazioni, da quando sei tornata da quella fiera, leggendoti ho la sensazione che tu ti sia innervosita, e di parecchio.
È una sensazione mia. Parlo di sensibilità mia.
È roba mia.
Di te sai te.
Sentirti nervosa è roba mia, è parlare di me, non di te
Dirti direttamente "tu sei nervosa" è parlare di te.
Anche se, in modo scomposto e probabilmente inconsapevole, sto sempre parlando di me, intendiamoci
Quella modalità la fai te, non io.
Detto ciò, son sicuro che non ci hai capito un cazzo e che pensi stia girando le parole.
Tutto già previsto, nessuna sorpresa
Come detto i l'altra sera, a certi livelli, una risata è il massimo che ci possiamo permettere.
Non osiamo di più
A osare di più si sciupa a volte quel bello che c'era
Se tieni sapientemente fuori l'amore e la relazione viene tassativamente chiusa in un recinto con il divieto di sconfinare nella vita reale ,Come può o In cosa qualche scopata arricchisce o fa trovare parti di se?Da traditrice, che non pensa di aver fatto stronzate tradendo, ma che ha deciso di capire cosa ci fosse nel mio tradire, non mi verrebbe mai da dire che ho fatto una stronzata.
E se fossi tradita, e come spiegazione mi venisse data un "ho fatto una cazzata", penso che saluterei, arrivederci e grazie.
Potrei mettere la mano sul fuoco senza temere troppo di scottarmi, e comunque scottandomi molto poco, nella sicurezza che è un modo come un altro per evitare un confronto serio con me.
Lo stesso farei se il/la terz* mi venisse dipinto come il demonio...io sono stata lì. Non ci crederei neanche sotto tortura.
Quel/quella terz* era esattamente quel che si desiderava in quel momento. Che il momento duri un attimo o un mese o un anno. E non dire la verità su questo comporterebbe un arrivederci e grazie immediato.
Quando si tradisce, non si è guidati da nessun altro se non da se stessi.
Mentre ci si accorda per incontrarsi, si pregusta l'incontro, ci si mette sotto la doccia assaporando sensazioni non ancora provate e immaginate, o che si va a ricercare per l'ennesima volta. Ci si veste.
Ci si guarda allo specchio. Soprattutto ci si guarda allo specchio.
Si sceglie il vestito. Si sceglie l'intimo. Si pensa, durante ogni azione. Si gustano i pensieri. Poi si prende la macchina, il treno, l'autobus, quel che è e si va. E c'è il viaggio. E poi l'arrivo.
Il momento in cui si guarda l'altro, magari mentre ci si avvicina. O mentre l'altro si sta avvicinando. E poi il resto. Che vada bene o male.
E poi si torna. Ci si gode per gli ultimi istanti quel che si è vissuto. Se si è saggi, lo si prende e lo si mette in un luogo sicuro, e si indossa la solita faccia per entrare in casa. Quella conosciuta da chi è già lì. Non che sia meno vera di quella che si è indossata fuori. Ma diversa. Più o meno diversa. Io ricordo che svicolavo ogni abbraccio per non sovrapporre le sensazioni sul corpo e volavo sotto la doccia. O organizzavo i tempi per arrivare a casa e trovarla vuota e potermi svestire di me in casa, per indossarmi nelle mie solite vesti. E per poterlo fare indisturbata. Con calma. godendo anche di quel "passaggio".
Ridurre tutto questo ad una stronzata è impossibile. Lo si può ridurre ai minimi termini. Lo si può scomporre e distribuire in posti diversi in modo che l'intensità si diffonda come un piacevole calore senza essere invadente. Lo si può concentrare e per sentire l'intensità tutta insieme. E nell'intensità ci sono tutte le emozioni possibili della gamma di ciascuno. Non ripetibili e, penso io, uniche perchè assolutamente individuali.
Tentare di farlo, ridurre ad una stronzata intendo, ad un errore, è mentire, sapendo di mentire.
Da traditrice non ci crederei proprio ad una scusa del genere.
Ognuno poi impara quel che è in grado di imparare. Da traditore o da tradito. Non penso che a questo livello ci sia molta differenza. Io ho imparato tantissimo su di me dai tradimenti. Come dalle relazioni. Sia quelle in cui ho tradito. Sia quelle in cui ho dichiarato che non eravamo in due. Ma ero io che cercavo dentro. E cercavo me. Attraverso l'altro.
Quanto al dolore...se tradisci, lo sai che stai provocando dolore. Sia che si scopra sia che non si scopra.
Conta molto poco, dal mio punto di vista. Non è che un dolore evitato non esiste. E' solo rimandato.
E trova comunque una via per esprimersi. Quindi, più che pentirsi, che serve a gran poco concretamente, si può provare a riparare. Sapendo benissimo che non è detto il poterlo fare.
Tradire è anche sapere che si sta facendo male per un proprio bene.
E credo che l'unica cosa che si possa fare, più che pentirsi, è fare bene il male. Renderlo fruibile per entrambi. Scarsa riparazione. Probabilmente.
Se dall'altra parte l'attesa è che non accada niente.
Ma se si arriva a tradire, tante cose sono già successe prima. Che non si sono dette. Che non si sono ascoltate. Che non si sono viste. Che si sono nascoste.
I tradimenti non cadono dall'alto in stato alterato di coscienza. Ci si arriva. Passo dopo passo. Lentamente. E ogni passo ha in sè la possibilità di non far compiere, o compiere, il successivo.
E si può tornare indietro fino all'ultimo istante.
Se non si torna indietro, non è una stronzata.
E' un qualcosa che si desiderava. Poi sta il voler o meno capire il perchè.
I gorghi arrivano dopo semmai.
Ma ai gorghi ci si arriva in modo scientifico.
Perchè ogni tradimento nasce nella relazione che si tradisce. Senza quella relazione particolare non ci sarebbe quel tradimento particolare. Ce ne sarebbe un altro probabilmente. Ma non quello lì.
Quello che è nato in quella relazione, quello che è nato da quei patti specifici che sono stati traditi. Senza quei patti, non ci sarebbe stato tradimento.
Senza quella relazione, non si sarebbe scelto quel terzo/a particolare per tradire.
Poi ci sono i tradimenti, e non sono pochi, che tengono in piedi la relazione ufficiale. Quelli che servono a non far morire soffocato chi sta tradendo. E non perchè è l'altro a soffocare.
Ma perchè tutte le parti non trovano risposta in quell'altro ufficiale. E si cerca il completamento fuori.
Ed è un completamento che si desidera. E molto anche.
E poi tutte le altre casistiche, dai/dalle disperate che cercano nella relazione altrui una relazione propria, la sfida e la competizione etc etc...Con cui io non ho mai avuto direttamente a che fare.
Le persone atipiche con cui mi sono confrontata non hanno mai cercato l'amore nel tradimento. Chi più chi meno, cercava qualcosa di completamente diverso. E di sicuro non cercava una relazione ufficiale. Anzi.
A me fa strano cercare l'amore nel tradimento...mi sembra un controsenso, come cercare i cavoli al banco delle arance...ma il mondo è bello perchè è vario.
.Se tieni sapientemente fuori l'amore e la relazione viene tassativamente chiusa in un recinto con il divieto di sconfinare nella vita reale ,Come può o In cosa qualche scopata arricchisce o fa trovare parti di se?
Un persona per farmi "vivere"e ritrovare deve partecipare alla mia vita.Un amante inteso in compartimenti stagni come più volte hai descritto,al di là di illuminarmi su un nuovo modo di scopare e farmi eccitare non so che parti di me ,se non le peggiori mi possa far trovare