ipazia
Utente disorientante (ma anche disorientata)
E vediam se arriva la traduzione...Nun ci sta ' nient' a' fa si na' sfaccimm' e' femmina. ( per la traduzione rivolgersi a delfino curioso )
Intanto me lo prendo come un complimento
E vediam se arriva la traduzione...Nun ci sta ' nient' a' fa si na' sfaccimm' e' femmina. ( per la traduzione rivolgersi a delfino curioso )
Eh...me ne sto accorgendo...sono un'ingenua da questo punto di vistaQuesto anche per me. Ma ho la sensazione non sia così per tutti.
.Dificile da capire che per riuscire a togliersi una maschera bisogna avere fiducia in chi ci sta accanto e che dopo mesi di litigate sia difficile sia per tradito che per traditore farlo?
L'alternativa è buttare via tutto alla scoperta del tradimento.
O continuare a far finta di niente facendosi i cazzi propri a vita.
Due cose che non ho scelto.
Difficile da comprendere che per ricostruire bisogna confrontarsi senza mentirsi?
Bah ..contento teDificile da capire che per riuscire a togliersi una maschera bisogna avere fiducia in chi ci sta accanto e che dopo mesi di litigate sia difficile sia per tradito che per traditore farlo?
L'alternativa è buttare via tutto alla scoperta del tradimento.
O continuare a far finta di niente facendosi i cazzi propri a vita.
Due cose che non ho scelto.
Difficile da comprendere che per ricostruire bisogna confrontarsi senza mentirsi?
Bene! sono contenta di essere riuscita a spiegarmi meglioOK, così è molto più comprensibile.
Se viene DOPO per me assume i contorni della recriminazione.Bene! sono contenta di essere riuscita a spiegarmi meglio
Mi fa strano il rimproverarsi fra adulti.
Il rimprovero viene DOPO che qualcosa da rimproverare è accaduto.
Ti ammiro: io le persone così le trovo incredibilmente viscide e sarei andata via dicendogli cazzo vuoi.
Viscido?Esatto, è proprio questo che le ammiro.
Chi ha detto che è un lavoro solo mio?.
Facile da comprendere ma non deve partire da te e soprattutto non deve essere un lavoro solo tuo.
Carola... il terapeuta non sono io.Santo subito .
Lei non deve temere di rapportarsi con te ??????
Ma X me tu stai assumendo o hai assunto troppo il ruolo di terapeuta nella coppia scusami ..
Nel rimprovero per me c'è, più o meno, recriminazione...Se viene DOPO per me assume i contorni della recriminazione.
Magari qualcuno lo fa o lo subisce normalmente, sarebbe
Interessante qualche testimonianza "real" al riguardo
Si hai ragione.. ma..Nel rimprovero per me c'è, più o meno, recriminazione...
Hai fatto così. Ti rimprovero.
Cosa ti sto rimproverando?
Che sei a giro con gli amici o che quello che mi aspettavo da te non sta accadendo?
Io piuttosto che rimproverare mi metto a capire cose. SE non mi sono spiegata in quello che mi attendevo. Se non ci siamo capiti. Etc etc
E la disponibilità dell'altro a capire mi fornisce fra l'altro elementi di conoscenza e quindi valutazione.
Cosa me ne faccio di una risposta tipo "ok, ok, amore bello, non lo faccio più" o per converso un "vaffanculo, questi sono i miei spazi".
Che mi significa una roba così? Che funzione ha? A cosa serve alla relazione?
Anche io nutro affetto X danny e mi dispiace dirgli queste cose non voglio ferirlo ...ma è troppo zerbino passatemi il termine
Se un uomo ama la donna con cui è sposato, quando apprende che lei gli ha mentito, soffre.Bah ..contento te
Scappo vi leggo stasera![]()
A questo punto ti chiedo in che misura tu stessa credi che la libertà con cui è costruito il tuo rapporto (dove ognuno può ben stare anche a casa propria) influisca sulla tua visione. Perché mi pare una visione poco "pratica". Come dicevo spesso non si parla di desideri ma di bisogni. Nei quali spesso non si è alla pari per definizione.Bene! sono contenta di essere riuscita a spiegarmi meglioMi fa strano il rimproverarsi fra adulti. Il rimprovero viene DOPO che qualcosa da rimproverare è accaduto. Se viene dopo significa che non si è fatto bene nel prima. E non in termini di giudizio. Significa che qualcosa nella comunicazione non ha funzionato. E siccome nella comunicazione si fa 50% e 50%, per prima cosa, io metto in discussione me. E poi ne parlo all'altro. Ma rimproverare, non ci vedo nè il senso nè la funzione. Se non la lamentela che non porta da nessuna parte. E il mettersi nella posizione di chi attende una sorta di "conversione" da parte dell'altro. Io preferisco affermare e chiedere. Ed esporre le mie necessità. Desidero che l'altro sia libero di dire SI e NO, nella piena consapevolezza che ci si sta costantemente valutando a vicenda. Poi si ragiona. Si cercano aggiustamenti. Compromessi. Miglioramenti. Ma comunicando alla pari.Non trattandosi come ragazzini scemi.
Nel rimprovero per me c'è, più o meno, recriminazione...
Hai fatto così. Ti rimprovero.
Cosa ti sto rimproverando?
Che sei a giro con gli amici o che quello che mi aspettavo da te non sta accadendo?
Io piuttosto che rimproverare mi metto a capire cose. SE non mi sono spiegata in quello che mi attendevo. Se non ci siamo capiti. Etc etc
E la disponibilità dell'altro a capire mi fornisce fra l'altro elementi di conoscenza e quindi valutazione.
Cosa me ne faccio di una risposta tipo "ok, ok, amore bello, non lo faccio più" o per converso un "vaffanculo, questi sono i miei spazi".
Che mi significa una roba così? Che funzione ha? A cosa serve alla relazione?
Anche a me Skorpio.Si hai ragione.. ma..
Non pensi che nel rimprovero (chiamiamolo così) pre o post evento, vi siano insiti di suo già tutti gli elementi di cui chiedi, benché in forma nascosta?
A me pare evidente questo
Si fa in due l'equilibrare il desiderio.Io avevo riportato l'esempio di uscire con l'amica dicendo la balla del lavoro al marito, ma appunto per fare un esempio di quando un rapporto (in questo caso di amicizia) non è viziato alle fondamenta dalla menzogna. A differenza degli amanti, il cui rapporto necessariamente implica raccontare balle. Ecco.... Il contesto del mio esempio era quello
Però non appena lo ho scritto avevo avuto la sensazione che qualcuno avrebbe fatto notare che l'uscita con l'amica non andasse "rimproverata". Concordo, in linea di principio. Anche su quanto dici tu in punto di esprimere un desiderio e lasciare all'altro il compito di equilibrare quel desiderio con il proprio. Però secondo me una relazione che comporta una larga parte di "quotidianità", intesa come divisione (e non solo condivisione) degli sbattimenti della vita di ogni giorno, raramente e' scevra di rimproveri, nel concreto.
Porto un esempio, e stavolta lo scelgo fuori da me, anche se posso dire tranquillamente che pure nel mio ménage ci sono stati tanti motivi di "rimprovero", alcuni detti e altri no (il cd. gettare la spugna").
Ho un amico, da poco divenuto padre. Bene: per due sere a settimana lui rientra molto tardi perché va a fare sport con gli amici. E dopo lo sport spesso si ferma a mangiare fuori. La moglie e' incazzata, e giustamente, secondo me. Perché quello "spazio", che per proprietà transitiva se fa contento te farà contenta anche la coppia, invero si traduce, nel pratico, nel lasciarla sola nella fatica. Non sempre a contare e' la qualità del tempo: a volte è proprio il tempo. E il desiderio si trasforma in bisogno. E da li' il rimprovero, se questo viene disatteso.
Poi vabbè.... In se' di certo una cena fuori con gli amici non dovrebbe essere occasione di "rimprovero": ed è altrettanto chiaro che se si arriva al punto per cui non sono i desideri ad essere disattesi ma i bisogni della coppia siamo ad un altro livello.
Però.... Metti caso che il mio amico fosse spesso assente per lavoro. E che il poco tempo lo passasse con gli amici. Anche fosse una cena ogni due settimane: di fronte alla elusione di quello che ritengo un dovere, suo, e non un mio desiderio, ci sta bene un rimprovero. Certi aspetti della quotidianità non solo li si condivide, a volte li si divide pure.
fammi un esempio di rimprovero pre....non riesco proprio ad immaginarlo.Si hai ragione.. ma..
Non pensi che nel rimprovero (chiamiamolo così) pre o post evento, vi siano insiti di suo già tutti gli elementi di cui chiedi, benché in forma nascosta?
A me pare evidente questo
I desideri sono miei. I bisogni anche. SE non li esprimo chiaramente, non è che poi mi lamento che l'altro non mi capisce.A questo punto ti chiedo in che misura tu stessa credi che la libertà con cui è costruito il tuo rapporto (dove ognuno può ben stare anche a casa propria) influisca sulla tua visione. Perché mi pare una visione poco "pratica". Come dicevo spesso non si parla di desideri ma di bisogni. Nei quali spesso non si è alla pari per definizione.
Eh, ma infatti era lei che con me voleva aver nulla a che fare con me - una volta a settimana se le andava bene perché si era trovata i suoi amichetti e non le interessavo più, suppongo. Che uno dice non fargliene una colpa. Ma anche sì.Una coppia vive non solo per la qualità del tempo condiviso (insieme si devono vivere cose gratificanti) ma anche per la quantità dello stesso.
Il che è frutto di un sapiente bilanciamento tra le rispettive esigenze, un compromesso che è necessario affinché l'altro non provi le sensazioni che tu hai descritto.
Se il tempo condiviso è poco, comunque, gradualmente gli elementi della coppia si allontaneranno tra loro, arrivando a definire un rapporto di coabitazione tra "perfetti sconosciuti", il cui il non detto è superiore a quello che ognuno sa dell'altro.
Forse uscire ogni tanto coinvolgendo e raccontando di sè, spiegando le proprie esigenze e quello che si cerca può essere utile a non far sentire una persona ignorata.
Poi ci sono persone a cui neppure questo basta, ma qui il rapporto rischia di essere sbilanciato in maniera patologica.
Benissimo.Si fa in due l'equilibrare il desiderio.
Il desiderio si muove sia verso l'esterno della coppia sia verso l'interno. Sono piani importanti entrambi. E uno senza l'altro, fa crollare il tutto.
Il discorso non è "non si rimprovera".
Il mio discorso è "che razza di comunicazione è il rimprovero". Trovo molto più semplice fare "patti". DA cui partire e da aggiornare. Ognuno esprime le sue esigenze e si prova a venirsi incontro. Anche partendo dal presupposto che non sempre si può. Se non si è in grado di esprimere le proprie esigenze, la vedo dura per la relazione.
Anche perchè le uscite con le amiche sono cose facili eh. O con gli amici.
Quando le cose si fanno più complesse, che si fa?
L'esempio che hai portato della tua amica...è il livello più complesso.
E dice innanzitutto che nei livelli più facili non si è lavorato bene.
Se quella sta a casa incazzata e quell'altro se ne esce senza farci troppo caso, il problema non è che quello esce. E' che entrambi non si parlano chiaramente.
Non hanno una comunicazione capace di deviare dalla rabbia, e quindi dalla recriminazione, al confronto costruttivo.
Fra l'altro, se quello si comporta così, è perchè nella relazione quel comportamento era accettato.
Non era stato sottoposto a confronto e men che meno a patti anche progettuali.
Se invece sono stati fatti progetti e patti, anche riguardo i figli, e lui si fa i cazzi suoi, il problema della tua amica col suo uomo non è che va a calcetto. E' che fatti dei patti, non li rispetta. Se è così, forse se proprio deve incazzarsi, sarebbe meglio si incazzasse per il motivo per cui è incazzata, non per il paravento.
Ed è pure lei responsabile nella scelta di aver fatto figli con uno così. Che sarà stato così anche prima.
Solo che prima, per amore, si tollerava meglio?
Quando la durezza della fatica bussa alla porta l'amore non funziona più come prima?
E poi, che cazzo si incazza? Lo rimprovera invece di esprimere quello di cui ha bisogno? Invece di esprimere la delusione per il comportamento? Invece di ragionare sulle sue aspettative?
Il rimprovero è un problema comunicativo. Che riguarda entrambi.
Ci sono uomini, e donne, a cui il rimprovero, fra l'altro, fa molto molto comodo.
E' un bel modo per non assumersi la responsabilità di essere presenti alla pari nella relazione. Non è una questione di principio la mia. E' una questione comunicativa.
SE ti devo rimproverare, la questione non è il rimprovero. La questione è che al rimprovero ci siamo arrivati per errori (non sbagli) di entrambi.
Ergo forse invece che darsi addosso, è più intelligente cercare di capire insieme cosa non ha funzionato nella comunicazione di ognuno all'altro che ha portato alla spinta al rimproverare.
Serve disponibilità a mettersi in discussione però, per farlo. E iniziare a ragionare ognuno su stesso e non usare l'altro per esprimere mancanze, bisogni e necessità.
Sono quei discorsi dove usare TU è solo un modo per non parlare di se stessi.