Ciao, benvenuto
Perdona anticipatamente se sarò schietta, ma non capisco bene quello che stai raccontando.
Ti pesa il fatto che in questi anni, dai figli in avanti se non ho capito male, avete scopato poco fino ad arrivare al niente oppure ti pesa il fatto che lei manifesti espressamente mancanza di desiderio ( e mancanza di desiderio di condividere con te la cosa)?
entrambe le cose come detto. La prima è una causa della seconda. Come consigliato anche da altri, una volta passato questo periodo di convalescenza, sarà importante farle capire l'importanza della cosa e sebbene per lei non sia un problema, lo è diventato per la coppia
Che non comunichino a livello intimo può sembrare chiaro.
Però non tutte hanno il carattere per imporsi e raccontare delle proprie paure relative alla sessualità, soprattutto se si ha a che fare con uno che aspetta che guarisci per poter far sesso.
Perché non mi pare che qui venga presentata una questione di relazione (nonostante lo spreco della parola coppia) ma di un bisogno che deve essere soddisfatto, non ha importanza con chi.
Consiglio a tutti la visione di “Due per la strada” il più bel film che abbia visto sul matrimonio.
A domanda, lui ha così risposto.
Quindi io do credito a quel che scrive.
Non è imporsi a cui mi riferivo.
E' lo spiegare. Il raccontarsi.
Aver co-costruito quella complicità di coppia che permette di parlare della fisicità a tutti i livelli.
A partire dal rapporto col proprio cazzo e col proprio utero.
Lui non lo so come parla con lei.
Tanto che secondo me, più che spiegare a lei, sarebbe lui a dover chiedere a lei di spiegarsi. E sostenerla.
Questo in ogni caso si troverebbero a fare in terapia. E pare che per lui, fra l'altro sia una strada.
Ma che lei non la voglia percorrere per la roba della vita meravigliosa.
Insomma...a me paiono pari e patta.
E lei non mi sembra così vittima di lui. (come non mi sembrano vittime degli uomini le donne che si fanno le patturnie sulla figa. E' una scelta femminile quella di tenere alti i muri riguardo la propria genitalità. Oggi come oggi, per quanto io comprenda i condizionamenti, è una scelta.)
Lei è semmai vittima di se stessa. E delle sue paure, delle sue inibizioni, delle sue vergogne e tabù.
Ed è per se stessa che dovrebbe prendersi in mano. Magari usando lui come stimolo. E non come alibi per rimanere ferma. (che mica è bello campar male in relazione al proprio utero e raccontarsi la storia di mary poppins. Secondo me).
Lui la può accompagnare.
Ma un percorso si costruisce in due. E se lei gli blocca la strada, anche lui come fa?
I maschi ne sanno veramente poco, poco e ancora poco di utero. Ma veramente poco. Se non glielo si spiega. (viceversa la femmine del cazzo, a pari proprio).
E quindi sono in due a doversi mettere in discussione.
Che comunque non è dall'altro ieri che stanno insieme.
E mi sa che questo genere di dis-comunicazione è precedente agli interventi.
Gli interventi semmai sottolineano la distanza fra loro due.
Poi, te la dico tutta, se il mio uomo, a cazzo scassato mi dicesse "senti tesoro, per me il sesso è un accessorio"....ecco.
Io rimetterei parecchio in discussione tutto.
Ma io so che per me il sesso non è un accessorio e anzi, è forse LA componente che definisce l'intimità in una relazione di coppia.
E la cosa che metterei in discussione sarebbe come caspita ho fatto a stare 13 anni con una persona che considera il sesso in modo tanto diverso da me, senza rendermi conto che prima o poi il conto sarebbe arrivato.
Insomma...le risposte di lei, alle domande di lui, magari anche mal poste, a me fanno venire in mente una situazione piuttosto slegata dagli interventi (che divengono solo evidenziatori) e invece molto legata a concezioni del sesso e dell'intimità difficilmente compatibili. Descritte come le descrive lui.
Mi spiego?