Perché parli di "tabù"?
Io non ho avuto l'impressione che siano stati considerati come tabù, ne' la malattia, ne' il bisogno di sesso. Sono eventi, davanti a cui uno si pone. Non credo che dire che una persona malata possa non avere la priorità del sesso sia un tabù. Come non penso che sia un tabù ammettere che manca il sesso. Come non e' un tabù dire che a volte avere un figlio piccolo e' un peso (riprendo il discorso di @
Sole11 ). Sono eventi, sono problemi, sono le cose che nel quotidiano capita più o meno a tutti di affrontare. Direttamente e indirettamente. E a corrente alternata (la mia malattia può diventare fonte del tuo problema. E il tuo problema, di rimando, posso benissimo scegliere che resti il tuo problema). Tutto qui. Mi viene da domandarmi, però:
- se i problemi non abbiano pesi differenti. Capisco che il sesso possa avere tanto peso per uno, e meno per un altro. Cerchiamo di rendere però tutto un po' oggettivo. Un intervento chirurgico da una parte, e l'astinenza dall'altra. E poi mettiamolo in un matrimonio. Assistenza reciproca, sostegno morale, fedeltà, e vicinanza. Fisica e spirituale. Cosa è caduto prima, che ha fatto vacillare il resto? Perché alcuni "fatti", come la vicinanza spirituale, si "sentono". Io una risposta me la do', chiaro che nasce da ciò che è stato detto, ma divaga pure nel (tanto, in questo caso) non detto
A ognuno sta pigliare l'utile, come spesso dici tu
(guarda che sto ancora riflettendo sul fatto che mi hai fatto notare un po' di giorni fa, che probabilmente non è la realtà frammentata, ma sono io.... Non ti ho risposto perché ci sto ancora lentamente ruminando sopra

).
Tabù (ed il discorso richiederebbe una trattazione molto complessa) significa "sottoposto a divieto" ed è relativo ad una certa gamma di comportamenti ritenuti sacri e proibiti. (l'ambiguità che scaturisce da quella E fra sacro e proibito è uno dei fulcri della potenza del tabù stesso).
Ha una funzione anche nel controllo sociale andando a regolamentare le relazioni di potere fra i membri della società.
Questa per farla semplicissima.
Mi riferivo al fatto che scopare a giro mentre il/la compagn* è malato (e la malattia porta vicini alla morte) è attuare una rottura che è oltre il semplice scopare altri.
Ed è biasimevole poichè interrompe più evidentemente un legame sacro (matrimonio) nell'esplicazione più profonda del matrimonio (reciproco sostegno).
A questo si aggiunge il comportamento dell'esplicazione del sesso come bisogno individuale e personale, svuotarsi le palle per intenderci al maschile e...caspita..al femminile non lo so l'equivalente...ma comunque quello scopare che è cercato e fatto solo ed esclusivamente per soddisfare sè. Al netto dell'altro.
Questo tipo di concezione del sesso, nel matrimonio, che ha storicamente la funzione di direzionare il sesso anche dirigendo pratiche permesse e non permesse nei termini di accettazione morale delle pratiche, è un tabù nel senso che è un comportamento biasimevole poichè interrompe una linea di sacralità del vincolo del NOI.
Secondo me non è vero nè la prima nè l'altra.
E non vedo più grave lo scopare altri durante o senza malattia, per dire.
Poichè per me la questione è il mentire.
E ti mento sia che sei sano sia che sei malato.
Durante la malattia semmai trovo grave l'abbandono.
Ma lo scopare fuori, in particolare per soddisfare un bisogno, non crea abbandono. Anzi, per come ho vissuto sulla mia pelle lo scopare fuori dalla coppia, ossia prendere aria dalla pesantezza senza implicazioni di sorta, mi sembra meno grave delle relazioni parallele, per dire. O di quelle che usano l'ammore per giustificarsi. (per ammore va bene anche l'irresistibile forza della passione che "ci ha presi e portati in luoghi ignoti e orrifici":carneval
Come non trovo biasimevole la concezione per cui il sesso E' un bisogno. Non solo fisico ma anche spirituale.
Ed è prima di tutto un bisogno individuale.
Se quel bisogno non fosse attivo internamente, non ci sarebbe attrazione esterna sufficiente a crearlo dal nulla.
Legato alla malattia c'è anche la questione del corpo.
Del corpo sfigurato. Tagliato, Menomato.
E non è un tabù da poco, negli immaginari.
Il corpo sacro e intoccabile, per quanto si possa essere atei, risuona dai tempi antichi in noi.
Alla stessa stregua del corpo nudo esposto. E' un altro tabù antichissimo.
Quindi, i tabù non sono tanto i fatti in sè. Ma la considerazione, il peso di biasimo derivante dalla rottura di un "sacro" (e non è un caso che si sia finiti a parlare del sacrificio, che è appunto, nella sua accezione originaria "render sacro con le proprie azioni).
L'OT è scaturito anche dalla sensibilità a queste tematiche.
Oltre al piacere di discorrere insieme riguardo tematiche di questo genere che qui dentro, fortunatamente, non muore mai e che rende piacevole il tempo trascorso qui. Anche se il discorrere porta talvolta a cogliere le differenze più che le somiglianze...ma forse è proprio questo il bello.
A questo mi riferivo.
Poi, ecco, ricordando della me appena arrivata, mi riferivo al fatto che da "nuovi" non si coglie il piacere ma si tende a sentirsi "bersagliati". Che magari è pur vero, ma essere bersagliati ed essere interni alle dinamiche è un conto, esser bersagliati ed essere esterni alle dinamiche è un altro conto.
Per quanto mi riguarda, è dal primo post che penso che lui non è un morto di figa (solo perchè ha voglia di scopare e ha scopato quando gli è stata imposta l'astinenza) e che la questione che soleva la moglie, a quanto lui racconta, non riguarda la malattia e non riguarda l'amore.
Ma riguarda una comunicazione di coppia alternata. E diverse concezioni della sessualità.
Una che considera il sesso come fondante la comunicazione di coppia, non cambia dall'oggi al domani questa sua percezione. Perchè è una percezione che deriva dalla collocazione dei propri bisogni individuali.
Se una considera il sesso un accessorio, malattia o non malattia, la sua percezione deriva dalla collocazione dei suoi bisogni.
Quindi a mio parere, non è una novità che nella loro coppia la comunicazione sessuale viaggia su binari come minimo poco chiari. E che nascono ben prima della malattia.
Che ha solo portato a galla, come tutti gli avvenimenti che creano crisi, quello che stava sotto e riparato dall'immagine di coppia meravigliosa etc etc.
ps: sono contenta di averti dato da pensare alle fratture interiori...è una strada di pace

e se vorrai condividere le tue riflessioni, molto, molto volentieri. Più si è a guardare, più si colgono prospettive nuove e invisibili da soli.