Il mio amante ha lasciato la moglie

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
La motivazione del tradimento non è il culo fluttuante (metteteci quello che volete) del partner, ma quello solido (anche qui, qualsiasi caratteristica) dell'amante.
A meno che non mi metta a immaginare che a mia moglie sia piaciuto soprattutto l'aspetto intellettuale del suo amante.
Ovviamente non concordo
 

Moni

Utente di lunga data
La motivazione del tradimento non è il culo fluttuante (metteteci quello che volete) del partner, ma quello solido (anche qui, qualsiasi caratteristica) dell'amante.
A meno che non mi metta a immaginare che a mia moglie sia piaciuto soprattutto l'aspetto intellettuale del suo amante.
Io non sono tanto d accordo sai
A me una testa come dio comanda mo eccita un sacco ad es
 

Skorpio

Utente di lunga data
Come hai ragione!!
Se a me mio marito mi avesse detto che avevo il culo molle, il culo glielo avrei fatto io...prendendo la palla al balzo..
Ma Ipazia non ha figli..
La presenza dei figli la loro cura può diventare terreno di scontro, e lì che Si vede se il progetto e la coppia riescono a convivere.


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Si, è la gestione familiare che è un "sistema" dove se tocchi un aspetto, ne risentono tutti gli altri gioco forza, perché sono tutti collegati tra di loro

Ovviamente i figli fanno parte di questo "sistema"

Quello che voglio dire è che se un rilievo che facessi a mia moglie circa il suo culo molle (ipotesi) ove anche venisse accolto positivamente, e magari si iscrive in palestra dalle 18 alle 20 il martedì e il giovedì (esempio) lascia un buco gestionale in famiglia.

Che io (che ho fatto il rilievo e l'ho visto accogliere positivamente) sono in qualche modo chiamato a coprire

Il martedì si gioca la Champions, io a volte vado a cena con un paio di amici a guardarla con loro, e cominciamo a dire che devo stare a casa per fare cena al figlio e mi salta la seratina

Sono disponibile a mettere sul piatto il mio piccolo spazio che prima era tutto mio?

E se poi magari quella va in palestra e dopo una settimana conosce un biscaro che le dice che il suo culo è perfetto gia oggi e io non ci capisco una sega?

In che mi imbarco? Che tasselli rischio di smuovere? Sono davvero in un terreno "libero" e favorevole per potermi permettere un (magari giusto) rilievo, senza che questo a cascata si riverberi in modo incontrollato e imprevedibile su mille altri aspetti che costituiscono un "equilibrio familiare" ..?
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Non lo metto in dubbio.
Però non manderesti (generico) foto di nudo in allegato alle mail se fosse solo così.
Perché no?
Se sono attratta perché non dovrei farlo?
 

Moni

Utente di lunga data
Si, è la gestione familiare che è un "sistema" dove se tocchi un aspetto, ne risentono tutti gli altri gioco forza, perché sono tutti collegati tra di loro

Ovviamente i figli fanno parte di questo "sistema"

Quello che voglio dire è che se un rilievo che facessi a mia moglie circa il suo culo molle (ipotesi) ove anche venisse accolto positivamente, e magari si iscrive in palestra dalle 18 alle 20 il martedì e il giovedì (esempio) lascia un buco gestionale in famiglia.

Che io (che ho fatto il rilievo e l'ho visto accogliere positivamente) sono in qualche modo chiamato a coprire

Il martedì si gioca la Champions, io a volte vado a cena con un paio di amici a guardarla con loro, e cominciamo a dire che devo stare a casa per fare cena al figlio e mi salta la seratina

Sono disponibile a mettere sul piatto il mio piccolo spazio che prima era tutto mio?

E se poi magari quella va in palestra e dopo una settimana conosce un biscaro che le dice che il suo culo è perfetto gia oggi e io non ci capisco una sega?

In che mi imbarco? Che tasselli rischio di smuovere? Sono davvero in un terreno "libero" e favorevole per potermi permettere un (magari giusto) rilievo, senza che questo a cascata si riverberi in modo incontrollato e imprevedibile su mille altri aspetti che costituiscono un "equilibrio familiare" ..?
Voi uomini siete fenomenali 🤣🤣

Champions salva non fare commenti
 
Se ti innamori di me che peso 50 chili e dopo dieci anni diventano 90 secondo me è comprensibile che la cosa ti crei (e dovrebbe creare anche a me) disagio.
 

Nocciola

Super Moderatore
Staff Forum
Se ti innamori di me che peso 50 chili e dopo dieci anni diventano 90 secondo me è comprensibile che la cosa ti crei (e dovrebbe creare anche a me) disagio.
A me no
Mi innamoro di te non per il tuo peso
Ma mi rendo conto di essere strana
Mio marito ha cambiato peso negli anni molte volte e in maniera importante, in me non è cambiato nulla
 
A me no
Mi innamoro di te non per il tuo peso
Ma mi rendo conto di essere strana
Mio marito ha cambiato peso negli anni molte volte e in maniera importante, in me non è cambiato nulla
Ovvio che non ci si innamori di una figurina ma è altrettanto palese che un cambiamento drastico può spiazzarci.come è lapalissiano che di fronte a patologie il discorso diverso;a maggior ragione in quel caso è importante guarire a precidere dal piacere o meno del partner
 

Bruja

Utente di lunga data
A me no
Mi innamoro di te non per il tuo peso
Ma mi rendo conto di essere strana
Mio marito ha cambiato peso negli anni molte volte e in maniera importante, in me non è cambiato nulla
Ok sdrammatizziamo... quante diottrie hai ??? :rotfl:
 

Foglia

utente viva e vegeta
Non lo so se è pirla.

Di per certo, ha un suo qualche motivo che non gli permette di parlare in una relazione.

Motivo giusto, sbagliato?
buh...non lo so.

Ma se il mio uomo vien da me e mi dice che non soddisfo alcuni suoi bisogni, quel che dipende da me è la mia reazione.

Posso offendermi. Giudicarlo. Sentirmi sottratto qualcosa. Sentirmi sminuita o poco considerata.

Oppure posso sospendermi (nei miei bisogni, che tanto non vanno da nessuna parte) e ascoltare quello che mi sta dicendo. Considerare importante quel che mi dice. Più delle aspettative di progetto.
Ossia che il non soddisfare alcuni bisogni lo fa soffrire.
E accogliere quella sofferenza.
E includerla nella relazione che ho con lui.

Questo significa che non giudico i suoi bisogni nella mia scala di priorità e invece sospendo il giudizio su quei bisogni.
Dando anche a bisogni che per me non esistono, una dignità che non lo fa ricadere nell'esser pirla ai miei occhi.

E non vale far finta.

Parlare e discutere non significa non avere reazioni. non sentirsi feriti, impauriti o altro.

significa includere tutto questo in una dialettica.
Di rispetto innanzitutto. E poi di cura.

Io rispetto i suoi bisogni. Anche se a me possono sembrare offensivi o addirittura lesivi.
E lui con me.

E rispetto per me significa non aver timore di deludere,far soffrire, offendere l'altro.
Reciprocamente.

Quei bisogni possono riguardare una miriade di cose eh.
Mica necessariamente pulsioni sessuali.

E' una forma della fiducia.

Quella che manca se parlo con qualcuno dei miei bisogni e quel qualcuno non è il mio uomo.
E viceversa.

Ma non è qualcosa che si improvvisa.

Se questi due han passato 5 anni a raccontarsi storie del tipo che si ameranno per sempre, che non vedono che l'un l'altro, che loro due e nessuno mai, che lei è la più bella del reame, e lui pure etc etc e che insieme supereranno ogni difficoltà etc etc...metterci dentro attrazione per altre belle non è mica scontato.

io capisco sia la paura del dire (significherebbe rompere cose) sia la sofferenza che deriva dal pensare reale la relazione con lei ma non riuscire a trovar spazio per quell'attrazione, fisiologica e potenzialmente pure arricchente per entrambi.

come reagisce lei?

Sei un pirla. Mi hai detto che ero la più bella, che come me nessuno mai, son cinque anni che immaginiamo i fiori d'arancio e adesso te ne esci che vuoi le altre?
Allora non sono la più bella, non mi vuoi per davvero...

Mica è facile creare dal nulla un contesto dialogico in cui far rientrare qualcosa che non si capisce neanche bene e che fa sentire pure colpevoli a volte.

Non è un contesto che basta invocarlo e appare.

Lo si costruisce proprio a partire dall'ovvio. Che ovvio non è.
l'ovvio è solo similitudine con situazioni conosciute. Ma la similitudine è solo somiglianza. Semplificazione.

Non è significato e co-costruzione di linguaggio comune.

L'attrazione per altri, mette necessariamente in discussione il progetto?
scoprire l'acqua calda, ossia che non ci soddisfiamo e non ci soddisferemo pienamente mette in discussione il progetto?

Per me no.
Anzi. E' parte della realisticità del progetto.

Certo...significa che il progetto comprende anche il dolore che reciprocamente ci si può dare, al pari del piacere.
E aver chiari i propri limiti a riguardo

Non in nome del progetto
Ma in nome di se stessi. Ognun per sè.
Aver condiviso e aggiornato. Costantemente.

Questo a mio parere.

Il tuo discorso e' meraviglioso, ma è un discorso che mette nel progetto:

- totale indipendenza economica;
- totale indipendenza logistica;
- volontà di mettere al centro dei discorsi "nient'altro che noi".

Ho due amici eterni fidanzati cinquantenni che lo fanno.
E funzionano benissimo. Stanno insieme quando vogliono, e quando non vogliono non condividono neppure il magnifico cagnolone di lei. E stando a quanto mi viene detto, parlano di tutto non solo con la massima libertà di parlarne, ma anche con la più ampia disponibilità di ascolto. Che ha pure compreso, diversi anni fa, che lei ne avesse un paio di altri alla luce del sole. E so per certo che ne hanno parlato, e sono rimasti sempre coppia. Ragazzi... Noi stessi nelle relazioni facciamo il nostro universo.
Poi però a qualcosa non è che "si media".
A qualcosa si rinuncia.
Il che non leva che il loro rapporto vada avanti da una vita e il mio - ad esempio - sia finito. Ma non so come dire: si rinuncia anche a stare insieme in uno spazio comunque ristretto quale è una casa. O meglio: se ne parla e si arriva alla conclusione che il nostro continuo discutere di tutto ci porta (come nella totalità dei casi) a parlare del nostro "oggi". Evitando di spendere parole sul futuro che "lega". Evitando cioè quella pia illusione che però è il motore che porta avanti la vita. Una ipoteca sul futuro che è quanto di meno garantito per antonomasia. Se mi lego poi non posso lamentarmi di non avere spazio di discutere sulle compressioni derivanti dal mio legame. E voglio vedere chi (uomo o donna) si mette a fare un figlio stanziando, a budget, la piena libertà di ogni altra espressione individuale. Ivi compresa la piena manifestazione di quel "mi sono rotta i coglioni", che sinceramente con mutuo e figli sarebbe meglio evitare di mettere in tavola a cena nel nome della salvaguardia del proprio spazio vitale. E che forse va messo in conto meglio prima, senza che comunque questo funga da garanzia. Invocare dopo la piena libertà di espressione, là dove è evidente di avere optato per una compressione, mi pare lecito ma non poi così degno di encomio di maturità della coppia. Che non è che non scoppia solo perché "se ne parla". Che la libertà in famiglia e' quella di averne anche liberamente scelto le conseguenze. Ivi compresa quella che è oggettivamente impossibile quella continua personalizzazione del rapporto di cui tu parli. Non è che se io e te siamo sposati con figli, e tu mi vieni a parlare della tua sofferenza per non avere altri, io mi posso sdoppiare o triplicare. Come per i miei amici. Solo che loro allo spazio della loro coppia non hanno dato solo forma, ma pure sostanza. E durano bene da una vita.
Senza matrimonio.
Senza mutuo.
Senza figli.
Senza interessi finanziari in comune.

Ma - per riprendere il discorso di [MENTION=6586]Skorpio[/MENTION] - secondo me non è il "terreno", ad essere sfavorevole. Sono semplicemente scelte, che ci portano ad altre. Con tutta la possibilità di riconoscere che nulla e' eterno. Ma anche con il riconoscimento reciproco che dinanzi a certe ipotesi che possono capitare in famiglia nulla si può fare nella sostanza, se non darne atto.
Che è la follia più folle, ma è pure quella che ci fa "spendere" un futuro di cui razionalmente OGGI non siamo padroni.

Anche a me piacerebbe parlare di vacanze per 12 mesi l'anno col mio capo. Ma forse mi dovrei prima licenziare. E pure mediare verso i cinque mesi non mi suona fattibile. Riconosco che sarebbe comunque un bellissimo rapporto :D

Ma non è il terreno di lavoro ad essere in sé inospitale. È la mia scelta di avere uno stipendio che dovrebbe spingere gli altri ragionamenti in coerenza.
 
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