Lo è, senza ombra di dubbio.Si ho notato..
Bello, passeggiare
Lo è, senza ombra di dubbio.Si ho notato..
Bello, passeggiare
Isabel, condivido molto i tuoi interventi e ti ringrazio per il richiamo all' infanzia, e per quello che hai scritto insieme ad @ipazia a proposito delle vostre vecchie di famiglia e non di famiglia. Io li chiamo in altri termini, magari fuori luogo e li identifico come le molte madri ed i molti padri che ciascuno ha avuto nella sua vita, al di là di quelli biologici.Lo è, senza ombra di dubbio.![]()
Il rovescio della medaglia è che questa è una grandiosa opportunità per ridistribuire priorità.Isabel, condivido molto i tuoi interventi e ti ringrazio per il richiamo all' infanzia, e per quello che hai scritto insieme ad @ipazia a proposito delle vostre vecchie di famiglia e non di famiglia. Io li chiamo in altri termini, magari fuori luogo e li identifico come le molte madri ed i molti padri che ciascuno ha avuto nella sua vita, al di là di quelli biologici.
Condivido la maggior parte delle cose, vorrei solo aggiungere, se già non è stata scritta una mia personale osservazione, che mi accompagna dall' inizio di questa crisi, cioè di come questa cosa abbia sorpreso completamente impreparati tuttii, .....ma proprio tutti. Popolazioni, governi, studiosi, scienziati.
Erano state in passato fatte delle ipotesi, ma sono sempre rimaste tali senza che nessuno abbia mai riflettuto seriamente sul fatto che potevano diventare reali, nemmeno l'esempio di anni fa della sars è servito a molto.
I motivi sono vari, alcuni già ampiamente descritti e dibattuti, compresa la riluttanza ad abbandonare il nostro mondo precedente ed il nostro modo di fare ed affrontare la vita, secondariamente la completa mancante esperienza di gravi e prolungate crisi. (L'unico esempio possibile limitatamente a questo è proprio quello della guerra che tra l'altro è durata ben più a lungo).
Ma se posso anche capire (non certo giustificare) il ventenne che si sente defraudato dall'aperitivo con gli amici, capisco molto meno il consigliere del politico che pure con il suo bagaglio di conoscienze non è riuscito a farsi ascoltare da chi decide.
E questa non è una sconfitta qualsiasi, è una colossale, enorme, disastrosa sconfitta della cultura in se.
Ed è una sconfitta di tutto il genere umano, al di là delle impostazioni strettamente sanitarie o economiche.
Secondariamente ho finalmente toccato con mano il fatto che il mondo può fare a meno di noi, ed il contrario non vale. Perchè un conto è filosofarci e ipotizzarlo, un conto è viverlo.
A cominciare dall' erba che cresce in Piazza Navona, passando per le papere che camminano indisturbate per la strada, e per il silenzio surreale che ogni sera cala con le tenebre. E' il mondo "normale" che si rifà vivo dopo che è stato continuamente coperto dal mondo che artificialmente ci siamo creati e del quale ci siamo circondati, senza nemmeno curarci di riflettere se fosse veramente il più adatto alla nostra misura.
Ci sarebbero una montagna di altre cose da dire, perchè certo non finirà tutto in fretta e probabilmente non finirà tutto qui.
Temo che non avverrà. E non avverrà non già per deficit di razionalità, non avverra per deficit di "senso" della priorità delle cose, che manca anche adesso e che mancava già da un pezzo prima.Il rovescio della medaglia è che questa è una grandiosa opportunità per ridistribuire priorità.
E io credo che questa spinta possa nascere solo dal basso.
finalmente, paradossalmente, è evidente come la cultura e la conoscenza siano sconfitte.
Da ben prima della pandemia.
finalmente è evidente come senza conoscenza, più che scrivere e dire cazzate anche dal podio più alto dell'umano regno subendo la disconferma dai fatti, non si possa fare niente.
Ma è anche evidente che, nonostante fossero entrambe ammaccate e messe all'angolo, sono esattamente cultura e conoscenza che stanno permettendo di non finirci proprio sotto del tutto.
E che la collaborazione libera, senza colore faccia muovere i piccoli passi che si muovono.
Io mi auguro che la gente non dimentichi.
che non si dimentichi che le frasi rassicuranti sono propaganda.
che le grandi dichiarazioni d'intenti spesso e volentieri nascondono un vuoto di conoscenze e significati.
Che i Grandi si sono rivelati piccoli, esattamente come lo erano prima.
che la gente non si dimentichi che è con la partecipazione che ci si sta muovendo.
Se la gente dimentica...beh.
A ognuno la sua responsabilità.
che per quanto ce la si racconti, questa situazione ha svelato il fatto che siamo interconnessi. E che le azioni di ognuno ricadono in rete a pioggia.
Anche su chi fa apparire di fottersene. I fatti arrivano e sono fatti.
come ben dici, il mondo può serenamente fare a meno di noi.
Io posso trovare risorse.Ha senso attingere a una caratteristica importante: la flessibilità (che è alla base dell'adattamento).
Ha senso trovare individualmente risorse, almeno psicologiche, per navigare evidentemente, a vista.
Sapenso che sarà una lunga traversata.
La speranza è quella di tornare a farti un giro nel bosco, a goderti l'aria.
Questo tornerà Danny.
Però se sono luoghi virtuali che non frequenti sei come chi dà una valutazione del ristorante in base a chi ha visto uscire una sera.Ho letto ciò che hai scritto.
Non mi interessa farti cambiare idea.
Ti ho spiegato la mia, ho provato, leggendo la tua, a veicolati delle informazioni che sono valutazioni specifiche e non generiche.
Io non "ho piacere ad avere una opinione".
Io "ho una opinione" ed è abbastanza solida e fondata.
Si può essere in disaccordo, pacificamente.
Temo che non avverrà. E non avverrà non già per deficit di razionalità, non avverra per deficit di "senso" della priorità delle cose, che manca anche adesso e che mancava già da un pezzo prima.
Questa crisi è un gigantesco detonatore.
Quanti anni ancora ci diamo prima che arrivi la madre di tutte le crisi, quella che ci spazzerà via tutti o quasi?
Non esiste in effetti tutto un filone di cinema e letteratura post apocalittico?
Perchè abbiamo intimamente bisogno di questa cosa per pernsre ad un rinnovamento o quantomeno ad una sistemazione in ordine di priorità, appunto, delle cose?
Ho detto temo, non che sono sicuro del tutto che non ci arriveremo. Anche in questo frangente fa capolino il mio agnosticismo permeante...![]()
In sostanza sono d'accordo. Quando stiamo male diventa priorità recuperare il benessere perduto. Quando ci riusciamo, in breve ci dimentichiamo dell'agonia sofferta*. Credo sia un altro funzionamento standard della nostra mente, una forma di "motivazione automatica". Evoluta per motivi assolutamente validi, probabilmente, ma che usiamo malissimo da almeno qualche millennio.Temo che non avverrà. E non avverrà non già per deficit di razionalità, non avverra per deficit di "senso" della priorità delle cose, che manca anche adesso e che mancava già da un pezzo prima.
Questa crisi è un gigantesco detonatore.
Quanti anni ancora ci diamo prima che arrivi la madre di tutte le crisi, quella che ci spazzerà via tutti o quasi?
Non esiste in effetti tutto un filone di cinema e letteratura post apocalittico?
Perchè abbiamo intimamente bisogno di questa cosa per pernsre ad un rinnovamento o quantomeno ad una sistemazione in ordine di priorità, appunto, delle cose?
Ho detto temo, non che sono sicuro del tutto che non ci arriveremo. Anche in questo frangente fa capolino il mio agnosticismo permeante...![]()
Credo che Isabel si riferisca alla struttura e al motivo per cui sono stati creati, e per capirlo e saperlo non credo sia indispensabile usarli. Per quanto riguarda il loro utilizzo, certo, per restare nel paragone che fai ci sono anche ristoranti d'alta classe ma a veder bene come vengono utilizzati mediamente i social sembrano più che altro pizzerie al trancio. (Senza avere nulla contro di queste).Però se sono luoghi virtuali che non frequenti sei come chi dà una valutazione del ristorante in base a chi ha visto uscire una sera.
La cultura era sconfitta da prima della pandemia.Isabel, condivido molto i tuoi interventi e ti ringrazio per il richiamo all' infanzia, e per quello che hai scritto insieme ad @ipazia a proposito delle vostre vecchie di famiglia e non di famiglia. Io li chiamo in altri termini, magari fuori luogo e li identifico come le molte madri ed i molti padri che ciascuno ha avuto nella sua vita, al di là di quelli biologici.
Condivido la maggior parte delle cose, vorrei solo aggiungere, se già non è stata scritta una mia personale osservazione, che mi accompagna dall' inizio di questa crisi, cioè di come questa cosa abbia sorpreso completamente impreparati tuttii, .....ma proprio tutti. Popolazioni, governi, studiosi, scienziati.
Erano state in passato fatte delle ipotesi, ma sono sempre rimaste tali senza che nessuno abbia mai riflettuto seriamente sul fatto che potevano diventare reali, nemmeno l'esempio di anni fa della sars è servito a molto.
I motivi sono vari, alcuni già ampiamente descritti e dibattuti, la nostra incapacità cognitiva, compresa la riluttanza ad abbandonare il nostro "mondo" ed il nostro modo di fare ed affrontare la vita, le nostre abitudini. Poi la completa mancanza di esperienza su gravi e prolungate crisi. (L'unico esempio possibile limitatamente a questo aspetto è proprio quello della guerra che tra l'altro è durata ben più a lungo).
Ma se posso anche capire (non certo giustificare) il ventenne che si sente defraudato dall'aperitivo con gli amici, capisco molto meno il consigliere del politico che pure con il suo bagaglio di conoscienze non è riuscito a farsi ascoltare da chi decide.
E questa non è una sconfitta qualsiasi, è una colossale, enorme, disastrosa sconfitta della cultura in se e della nostra società che si reputa razionale.
Ed è una sconfitta di tutto il genere umano, al di là delle impostazioni strettamente sanitarie o economiche.
Secondariamente ho finalmente toccato con mano il fatto che il mondo può fare a meno di noi, ed il contrario non vale. Perchè un conto è filosofarci e ipotizzarlo, un conto è viverlo.
A cominciare dall' erba che cresce in Piazza Navona, passando per le papere che camminano indisturbate per la strada, e per il silenzio surreale che ogni sera cala con le tenebre. E' il mondo "normale" che si rifà vivo dopo che è stato continuamente coperto dal mondo che artificialmente ci siamo creati e del quale ci siamo circondati, senza nemmeno curarci di riflettere se fosse veramente il più adatto alla nostra misura.
Ci sarebbero una montagna di altre cose da dire, perchè certo non finirà tutto in fretta e probabilmente non finirà tutto qui.
Ripeto che si può fare un bar elegante e poi vederlo occupato dai Proci.Credo che Isabel si riferisca alla struttura e al motivo per cui sono stati creati, e per capirlo e saperlo non credo sia indispensabile usarli. Per quanto riguarda il loro utilizzo, certo, per restare nel paragone che fai ci sono anche ristoranti d'alta classe ma a veder bene come vengono utilizzati mediamente i social sembrano più che altro pizzerie al trancio. (Senza avere nulla contro di queste).
Si lo so, anch' io tutto sommato sono pacificato.![]()
Io parto dalla fiducia nel fatto che il mondo può benissimo far a meno di noi.
Che nessuno di noi è indispensabile alla Vita.
E che a prescindere da noi la Vita proseguirà.
E' una occasione. Servita su un vassoio d'argento.
Non è detto che verrà colta.
Se globalmente si sceglierà la dimenticanza, la crocchetta della rabbia, della ricerca del nemico...beh..le conseguenze sono prevedibili.
Stasera chiacchieravo con G. del fatto che una botta di culo non è una botta di culo in termini assoluti.
C'è chi ha vinto milioni al superenalotto e si è sputtanato la vita dopo quella che sembrava la botta di culo più fantastica e l'opportunità più ghiotta per rendersi migliore la vita.
Mica è la vincita a fare la differenza.
E' quel che si decide di farne.
In questo momento io mi sento...curiosa.
Di una curiosità bambina. Senza aspettative.
Pacificata.
Il velo è squarciato.
dipende in quanti son pronti a nascere.
La Vita, d'altro canto, è anche fatta di aborti. E Morte.
Penso anche io che gli slogan che citi non bastino.Io posso trovare risorse.
Ho un lavoro, non sono solo in casa, ho un balcone al sole e stasera mi sono anche divertito con una diretta con lo studio, e con Skype o Zoom ho risentito amici durante la giornata.
Non ho pensieri e preoccupazioni eccessive.
Mia moglie non ha uno stipendio, certo, ma ancora la sua ditta è aperta, tutto potrebbe ripartire e tornare quasi come prima, potrebbe arrivare anche la cassa integrazione, comunque potremmo farcela ad andare avanti.
Ma io so che per altri non è così.
Ci sono persone che di notte non dormono, che sono in ansia per il lavoro, che hanno perso cari a cui non hanno mai fatto un funerale, che non sanno come riusciranno a pagare l'affitto, le spese condominiali, il mutuo o i fornitori dell'azienda e i dipendenti, ci sono persone sole, in case piccole, buie, in stati depressivi.
Ci sono volontari nel mio comune che raccolgono la spesa e le offerte per i casi più difficili, ma ci sono altri che sfoderano un sorriso anche su Skype con te, per renderti lieta la compagnia, e non ti fanno pesare niente, anche se tu sai, puoi immaginare, che per loro più si va avanti, più i giorni si fanno pesanti.
Io non penso che davanti a tutto questo possa bastare rispondere #State a casa, andrà tutto bene.
Col cazzo. Ad alcuni andrà sicuramente bene, ad altri no, per niente.
Vorrei che ci ricordassimo e pensassimo anche a loro, ma non con la pietà, bensì col desiderio di attenzione che è loro dovuto.
Hai ragioneSi lo so, anch' io tutto sommato sono pacificato.
Modalità Spleen presuntuoso on-
Però che rottura di coglioni, sapere di avere rgione, aver detto per anni la stessa cosa nell' indifferenza più totale e quando la realtà dmostra inequivocabilmente che hai ragione non essere nemmeno sicuro che si sia capito quello che succede....
Modalità Spleen presuntuoso off-
![]()
E di che ti scusi? Ho capito che tu usi proficuamente i social, si può anche legittimamente non farlo, anche perchè magari non si sente il bisogno o perchè non si apprezza o tecnicamente o filosoficamente il sistema di condivisione che hanno.Ripeto che si può fare un bar elegante e poi vederlo occupato dai Proci.
Ogni social ha una sua caratteristica, ma poi viene usato in modo diverso. Invece la raccolta di informazioni è un altro discorso.
Comunque mi faccio sempre trascinare in discussioni che in fondo non mi interessano, solo per contrastare visioni granitiche.
Mi astengo di parlare della epidemia proprio per evitare di farlo e poi mi ci ritrovo su piccolezze irrilevanti.
Mi scuso.
Brunetta, nessuno ti ha trascinata.Ripeto che si può fare un bar elegante e poi vederlo occupato dai Proci.
Ogni social ha una sua caratteristica, ma poi viene usato in modo diverso. Invece la raccolta di informazioni è un altro discorso.
Comunque mi faccio sempre trascinare in discussioni che in fondo non mi interessano, solo per contrastare visioni granitiche.
Mi astengo di parlare della epidemia proprio per evitare di farlo e poi mi ci ritrovo su piccolezze irrilevanti.
Mi scuso.
Da quale punto vuoi farlo ripartire?Sarà che io le persone che si lagnano e quelle che mi deprimono con la loro drammaticità non le digerisco, ma io davvero non capisco i ragionamenti che stai facendo.
Tutti siamo al limite di sopportazione, io in primis. Dobbiamo solo fare quello che è meglio per tutti ed adattarci alla vita attuale e, soprattutto, a quella futura.
Non possiamo pretendere che tutto riparta dallo stesso punto, come se avessimo messo in pausa il film su Netflix per andare a fare pipì.
Sai che leggendoti e paragonandoti a quello che traspariva di te molto tempo fa (prima del tuo recente ritorno per capirci) ti leggo più sereno....In sostanza sono d'accordo. Quando stiamo male diventa priorità recuperare il benessere perduto. Quando ci riusciamo, in breve ci dimentichiamo dell'agonia sofferta*. Credo sia un altro funzionamento standard della nostra mente, una forma di "motivazione automatica". Evoluta per motivi assolutamente validi, probabilmente, ma che usiamo malissimo da almeno qualche millennio.
Un tentativo di risposta al neretto: perchè di fronte all'ineluttabile, alla mancanza di altre opzioni, saranno costretti al cambiamento (anche) gli altri. E' molto più facile (altro funzionamento ben radicato) contare sulla massa, qualsiasi orientamento abbia. Che comincino gli altri, insomma!
*Tranne il mal di denti. Mi ha segnato troppo e per troppo tempo per poterlo dimenticare!!!
Da quale punto vuoi farlo ripartire?
Questo è il punto a cui voglio arrivare.
Io non sto digerendo invece questa mancanza di progettualità condivisa, la passività con cui si attende un cambiamento che viene puntualmente procrastinato.
Lo stare a casa lo abbiamo capito tutti.
Infatti siamo tutti bravi e ubbidienti e ci siamo messi in pausa. E direi che non è più tempo di prendersela con chi non sta alle regole perché stiamo facendo esattamente quello che ci è stato detto.
Siamo in pausa.
E tanti stanno arrivando al limite, come hai scritto tu.
Tanti: è inutile nasconderlo.
Cosa vi aspettate dopo il 3 maggio perché questo limite non venga superato nei mesi successivi?
Ribadisco: tutti noi ora siamo consapevoli che non si tornerà al punto di prima.
Che non servirà a questo l'attenersi alle regole.
Quindi, cosa vogliamo fare?
Cosa possiamo fare?
Qualcuno ha paragonato questa situazione a una guerra.
No, non è una guerra, però ho testimonianza diretta di quel periodo storico da persone che ho conosciuto, che un diverso atteggiamento può cambiare l'evoluzione dei fatti per gli individui, i gruppi. Quanto accadde a una società intera fu conseguenza di fatalismo, indifferenza, frustrazione di tante persone più che di vero odio.
Tutti temono l'odio, ma sono i primi sentimenti che possono diventare pericolosi se lasciati crescere indisturbati all'interno di una società.
Non si può, non si può assolutamente leggere di seppellire in casa ad libitum gli anziani, di toglierli dalla vita sociale per consentire una ripresa a pochi giovani, la cui funzione sarà solo quella di lavorare.
Non è questo il mondo che voglio dopo la pausa.
Non credo affatto non ci siano altre strade.
Anzi. Sono convinto che ce ne siano.
Qualche segno resterà.In sostanza sono d'accordo. Quando stiamo male diventa priorità recuperare il benessere perduto. Quando ci riusciamo, in breve ci dimentichiamo dell'agonia sofferta*. Credo sia un altro funzionamento standard della nostra mente, una forma di "motivazione automatica". Evoluta per motivi assolutamente validi, probabilmente, ma che usiamo malissimo da almeno qualche millennio.
Un tentativo di risposta al neretto: perchè di fronte all'ineluttabile, alla mancanza di altre opzioni, saranno costretti al cambiamento (anche) gli altri. E' molto più facile (altro funzionamento ben radicato) contare sulla massa, qualsiasi orientamento abbia. Che comincino gli altri, insomma!
*Tranne il mal di denti. Mi ha segnato troppo e per troppo tempo per poterlo dimenticare!!!