Perché gli italiani non vanno via da casa prima dei 30 anni e gli svedesi a 17 e mezzo

Carola

Utente di lunga data
Sì, la cosa mi è chiara. Non voglio certo difendere chi non ha voglia di fare sacrifici lasciandosi cullare dalla sicurezza familiare ma i giovani non sono tutti così. In Italia ci sono grossi problemi a livello occupazionale e non solo per i giovani.
Chi, fortunatamente, un lavoro ce l'ha, fa fatica a uscire di casa. Gli affitti sono alti e con un lavoro a tempo determinato è quasi impossibile ottenere un mutuo.
vero anchequesto
Ma altrettanto vero che molti potrebbero crescere un po’ andando all estero e tornando con altro background ma non se la sentono davvero ne conosco un paio che dicono mi accontento e a 28 anni non si può sentire
Non tutti ma se non sfrutti gli anni in cui sei in qualche modo libero dopo e poi complicato anche se con famiglia può essere anche arricchente spostarsi
Però alcuni dicono eh ma i nonni qui ..
I nonni qui ??? Capisco tutto ma mia mamma pur patendo qnd me ne andai con i bimbi poi si è sparata certi week end lunghi da noi che ci prese gusto !!😂😂
 

brenin

Utente
Staff Forum
Sì, la cosa mi è chiara. Non voglio certo difendere chi non ha voglia di fare sacrifici lasciandosi cullare dalla sicurezza familiare ma i giovani non sono tutti così. In Italia ci sono grossi problemi a livello occupazionale e non solo per i giovani.
Chi, fortunatamente, un lavoro ce l'ha, fa fatica a uscire di casa. Gli affitti sono alti e con un lavoro a tempo determinato è quasi impossibile ottenere un mutuo.
Tutto vero. C'è un però... sul tempo determinato.... buona idea ma stravolta ( volutamente ) dal puffo toscano ( quello degli 80 euro al mese in busta paga ) per tenere il piede in due scarpe... ( dal lato imprenditoriale per permetter loro di rinnovare " sine die " questi maledetti contratti a costi ridicoli, e dal punto di vista occupazionale per gonfiare - a fini propagandistici - un calo della disoccupazione nella realtà del tutto inesistente ).
Quando si tenta di sopperire con un ego smisurato ai propri limiti, non può che succedere il disastro che si è poi verificato, perchè alla fine - come in tutte le cose - i risultati e con essi la verità viene a galla. E non è una realtà - a mio avviso - piacevole perchè a tutt'oggi nessuno - da qualunque parte tu volga lo sguardo - ha formulato una proposta concreta su come ridurre la disoccupazione . Lo stesso fratello di Montalbano, paladino dei lavoratori, non ha mosso un dito per fermare la piaga dello sfruttamento giovanile, e non ha nemmeno proposto di limitare ad un massimo di 6 mesi il rinnovo dei contratti a tempo determinato, oltre i quali far scattare l'assunzione a tempo indeterminato ( e non permettendo di compensare carenze di organico decisamente croniche con continui turn over di giovani alle prime - o quasi - esperienze lavorative , sotto pagati e completamente demotivati ). Senza piani rigorosi,metodo e specifiche competenze, in campo economico i miracoli non succedono...
Non entro nel merito dell'ambito familiare, che però - a mio avviso - riveste un'importanza non secondaria unitamente a quello scolastico/formativo.
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Io la penso come te ma non xcattiveria ma proprio che non ne ho voglia
qnd guardò mio nipote che ha 18 mesi dopo tre ore non ne posso più Lo faccio x eventi particolari causa trasloco eppure lo adoro ma sono fatt così Tutti i gg non potrei mai
Ho bisogno dei miei spazio e di libertà sempre di più X cui no non avrei voglia questo non esclude che io possa dare una mano x evenienze / piacere ma ad es non sono di quelle che starebbe a vivere attaccata i figli x supportarli nella gestione della loro famiglia
La famiglia deve crescere senza troppe interferenze, nonni troppo presenti possono minare la serenità.
è giusto che siano i genitori ad educare i figli.
 

Foglia

utente viva e vegeta
Io ho già anticipato, ai miei figli, il mio pensiero, meglio prevenire.
Io ho avuto il mio tardi, nel senso che potrei pure essere sua nonna. Vedo bene l'energia che ci vuole ad occuparsene, e che pure essendo abbastanza sportiva mi diverto a star fuori con lui, lo incentivo negli sport, con gli amici ecc. In casa muoio. Proprio per il fatto che essendo figlio unico (aggravante) richiede una attenzione e una pazienza che a volte fatico a tirar fuori. Sarò in età di nipoti (se ci sarò) in una fase avanzata della vita. In cui se starò benino immagino di volermela godere. In tutto questo non rientra nemmeno per me la scelta di nipoti a tempo pieno. Sinceramente. Poi se ci sarà bisogno mi presterò, ma un conto è la disponibilità, altro conto e' tornare genitori. Un figlio lo si fa pensando alla responsabilità di crescerlo. E costa. Impegno, soldi, rinunce e fatica. Ho una amica che i figli li vede solo alla sera. Già "cenati", lavati e pronti per andare a letto. Divisi tra genitori e suoceri. Si lamenta di non avere tutta quella assistenza anche nel fine settimana. Idem quando magari i suoi portano a turno via i nipoti in vacanza. "Tante grazie" e' il suo commento migliore. Un paio di settimane di pausa dei suoi sono viste come un sacrilegio, perché "non li posso lasciare sempre dai suoceri". Io la ucciderei e lei lo sa..... :)
 

spleen

utente ?
Quale sarebbe il problema?
Differenti popoli, differenti idee di famiglia, differenti situazioni economiche. Paragoni azzardati, quantomeno.
In questi giorni riflettevo sul pensiero mainstream che vuole le giovani generazioni cittadine del mondo, sempre pronti con la valigia in mano a nuove esperienze, a viaggiare il mondo in lungo ed in largo perche in questo modo si "realizza se stessi e la propria autonomia".
Ma ho il dubbio che realizzare se stessi non dipedanda sempre e solo da quello. Ho il dubbio che trovare la propria strada non significhi essere eterni vagabondi che inanellenano esperienze una dopo l'altra senza mai mettere radici.
Già, le radici, parola fuori moda.
Mi sa che pure io ho pensieri fuori moda.
 
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Foglia

utente viva e vegeta
Tutto vero. C'è un però... sul tempo determinato.... buona idea ma stravolta ( volutamente ) dal puffo toscano ( quello degli 80 euro al mese in busta paga ) per tenere il piede in due scarpe... ( dal lato imprenditoriale per permetter loro di rinnovare " sine die " questi maledetti contratti a costi ridicoli, e dal punto di vista occupazionale per gonfiare - a fini propagandistici - un calo della disoccupazione nella realtà del tutto inesistente ).
Quando si tenta di sopperire con un ego smisurato ai propri limiti, non può che succedere il disastro che si è poi verificato, perchè alla fine - come in tutte le cose - i risultati e con essi la verità viene a galla. E non è una realtà - a mio avviso - piacevole perchè a tutt'oggi nessuno - da qualunque parte tu volga lo sguardo - ha formulato una proposta concreta su come ridurre la disoccupazione . Lo stesso fratello di Montalbano, paladino dei lavoratori, non ha mosso un dito per fermare la piaga dello sfruttamento giovanile, e non ha nemmeno proposto di limitare ad un massimo di 6 mesi il rinnovo dei contratti a tempo determinato, oltre i quali far scattare l'assunzione a tempo indeterminato ( e non permettendo di compensare carenze di organico decisamente croniche con continui turn over di giovani alle prime - o quasi - esperienze lavorative , sotto pagati e completamente demotivati ). Senza piani rigorosi,metodo e specifiche competenze, in campo economico i miracoli non succedono...
Non entro nel merito dell'ambito familiare, che però - a mio avviso - riveste un'importanza non secondaria unitamente a quello scolastico/formativo.
Diciamo che la cultura attuale italiana, un po' "mammona", e' pure specchio delle condizioni sociali. Io penso che mediamente a 30 anni un figlio, se adeguatamente cresciuto (che significa almeno secondo me essere messo in grado di essere adulto) desideri andare fuori dalle balle ben da prima, anche. In tutto questo taccio il fatto (di se e di ma non si vive) che col cavolo che avrei dato retta ai miei per i quali "senza università sei una fallita". Mi trovo a ben più di 30 anni, oltre all'università un titolo, pure due master.... E sto disoccupata a sperare di trovare una soluzione decente. Questa e' la realtà. Per i giovani e' (quasi) peggio. Poi per carità: ho scelto anche (purtroppo) una strada altamente inflazionata. Ma non cambia. (sto cercando anche al di fuori della professione, e il risultato non cambia, se non nel paradosso di essere "troppo" per i lavori offerti in azienda).
 

Ginevra65

Moderatrice del cazzo
Staff Forum
Io ho avuto il mio tardi, nel senso che potrei pure essere sua nonna. Vedo bene l'energia che ci vuole ad occuparsene, e che pure essendo abbastanza sportiva mi diverto a star fuori con lui, lo incentivo negli sport, con gli amici ecc. In casa muoio. Proprio per il fatto che essendo figlio unico (aggravante) richiede una attenzione e una pazienza che a volte fatico a tirar fuori. Sarò in età di nipoti (se ci sarò) in una fase avanzata della vita. In cui se starò benino immagino di volermela godere. In tutto questo non rientra nemmeno per me la scelta di nipoti a tempo pieno. Sinceramente. Poi se ci sarà bisogno mi presterò, ma un conto è la disponibilità, altro conto e' tornare genitori. Un figlio lo si fa pensando alla responsabilità di crescerlo. E costa. Impegno, soldi, rinunce e fatica. Ho una amica che i figli li vede solo alla sera. Già "cenati", lavati e pronti per andare a letto. Divisi tra genitori e suoceri. Si lamenta di non avere tutta quella assistenza anche nel fine settimana. Idem quando magari i suoi portano a turno via i nipoti in vacanza. "Tante grazie" e' il suo commento migliore. Un paio di settimane di pausa dei suoi sono viste come un sacrilegio, perché "non li posso lasciare sempre dai suoceri". Io la ucciderei e lei lo sa..... :)
E ce ne sono tanti come la tua amica.
Crescere dei figli è molto impegnativo quando lo si capisce ormai si è dentro fino al collo.
Ad una certa età viene a mancare la voglia del sacrificio, soprattutto dopo aver cresciuto la propria prole
 

ologramma

Utente di lunga data
Io ho già anticipato, ai miei figli, il mio pensiero, meglio prevenire.
ti auguro di riuscire a fare cosa ti sei programmata, quando o tuo figlio o tua figlia che è meglio ti chiederà di farlo vorrei essere la quando ti chiamera nonnina o nonna con il tuo nome come ti scioglierai come neve al sole
 

danny

Utente di lunga data
Tipo ?
Credo che se i figli maschi se ne andrebbero a vivere da soli prima, molti matrimoni funzionerebbero meglio in Italia.
Andando fuori di casa ci si matura prima.
Lo stato contribuisce mensilmente (2000 corone) se studi e vivi da solo, inoltre concede prestiti a tassi bassissimi e rate per decenni, fornisce case a canone agevolato attraverso liste, e quando inizi a lavorare di solito puoi disporre quasi sicuramente di un'assunzione a contratto indeterminato.
In Italia studi fino all'Università mantenuto dai genitori, dopo a volte lavori come stagista, successivamente forse riesci a trovare una pletora di contratti a tempo determinato se non occupazioni in cui è richiesta partita IVA, e in alcuni casi ti impantani per anni senza sicurezze. A meno di non avere raccomandazioni e ancor meglio genitori abbienti che ti comprano la casa.
Nei lavori manuali ormai si gioca al ribasso, con stipendi sotto ai mille euro, anche in città dove gli affitti di periferia veleggiano intorno agli 800 euro.
Resta l'alternativa della stanza, che a Milano periferia viaggia sulle 400/600 euro mensili ed è discriminata dalla nazionalità e dal genere.
Io sono andato a vivere da solo superati i 25, con un mutuo, un monolocale nell'hinterland con vista sulla ferrovia, ma pur avendo gli stipendi degli anni '90 e un contratto a tempo indeterminato facevo davvero molta fatica.
Oggi la situazione è decisamente peggiorata rispetto ad allora: non per niente chi ha le possibilità emigra.
 

danny

Utente di lunga data
Tipo ?
Credo che se i figli maschi se ne andrebbero a vivere da soli prima, molti matrimoni funzionerebbero meglio in Italia.
Andando fuori di casa ci si matura prima.
Vale per entrambi i generi.
Aggiungerei anche che da noi la natalità è bassissima e che si fanno figli molto tardi.
Per le stesse sopraccitate ragioni.
 

danny

Utente di lunga data
stessa cosa in altri paesi , credo , di sicuro in finlandia funziona così detto dalla guida che tra l'altro era italiana di Milano, per l'università lo stato ti fa un prestito sia per lo studio e sia per l'affitto , devi conseguire dei risultati che verificano poi alla laurea questi soldi che ti hanno dato devono essere restituiti con un mutuo a tasso bassissimo e dura molti anni.
In francia ti danno metà della somma che paghi di affitto , ricordo che me lo disse una italiana , aveva trovato casa nei presi dell'Eliseo (pensa quanto costerebbe da noi vicino alle istituzioni.
Basterebbe vedere le ragazze giovanissime che si dedicano alla moda o che si spostano per il mondo in cerca di lavoro e di altro.
Da noi gli hanno chiamati bamboccioni credo che tolti alcuni esempi è la verità , ne ho due esempi in casa entrambi impiegati ,lasciato casa verso i 35 anni per convivenze
La mia amica francese aveva anche un reddito integrativo raggiunto un tot ore di insegnamento (circense).
Resta da capire perché gli altri stati decidano di investire sui giovani (e sulle famiglie). Il fatto che abbiano le possibilità economiche per farlo non è sicuramente l'unica risposta.
 

Buffa

Utente di lunga data
Lo stato contribuisce mensilmente (2000 corone) se studi e vivi da solo, inoltre concede prestiti a tassi bassissimi e rate per decenni, fornisce case a canone agevolato attraverso liste, e quando inizi a lavorare di solito puoi disporre quasi sicuramente di un'assunzione a contratto indeterminato.
In Italia studi fino all'Università mantenuto dai genitori, dopo a volte lavori come stagista, successivamente forse riesci a trovare una pletora di contratti a tempo determinato se non occupazioni in cui è richiesta partita IVA, e in alcuni casi ti impantani per anni senza sicurezze. A meno di non avere raccomandazioni e ancor meglio genitori abbienti che ti comprano la casa.
Nei lavori manuali ormai si gioca al ribasso, con stipendi sotto ai mille euro, anche in città dove gli affitti di periferia veleggiano intorno agli 800 euro.
Resta l'alternativa della stanza, che a Milano periferia viaggia sulle 400/600 euro mensili ed è discriminata dalla nazionalità e dal genere.
Io sono andato a vivere da solo superati i 25, con un mutuo, un monolocale nell'hinterland con vista sulla ferrovia, ma pur avendo gli stipendi degli anni '90 e un contratto a tempo indeterminato facevo davvero molta fatica.
Oggi la situazione è decisamente peggiorata rispetto ad allora: non per niente chi ha le possibilità emigra.
Mi sono comprata il mio primo appartamento a 27 anni. Un bel trilocale spazioso. Come ho fatto? L’ho comprato in provincia e mi sono fatta un culo grande cosi. Durante tutti gli studi e oltre( che mi sono pagata da sola), Lavoravo come commessa durante il week end e come lavateste dal parrucchiere a natale. Ora ho un ottimo lavoro e posso dire che nessuno me l’abbia regalato.
Ecco diciamo che mi pare che ci sia un divario tra i giovani. Pochi sono fantastici e migliori di tanti adulti.. altri hanno Davvero poca voglia di sbattersi .ah, dimenticavo. Non tutto il mondo è milano. In provincia con 400 euro al mese paghi l’affitto di una villetta a schiera .
 

danny

Utente di lunga data
Quale sarebbe il problema?
Differenti popoli, differenti idee di famiglia, differenti situazioni economiche. Paragoni azzardati, quantomeno.
In questi giorni riflettevo sul pensiero mainstream che vuole le giovani generazioni cittadine del mondo, sempre pronti con la valigia in mano a nuove esperienze, a viaggiare il mondo in lungo ed in largo perche in questo modo si "realizza se stessi e la propria autonomia".
Ma ho il dubbio che realizzare se stessi non dipedanda sempre e solo da quello. Ho il dubbio che trovare la propria strada non significhi essere eterni vagabondi che inallenano esperienze una dopo l'altra senza mai mettere radici.
Già, le radici, parola fuori moda.
Mi sa che pure io ho pensieri fuori moda.
Le radici però non devono diventare catene.
Spesso andare all'estero è una necessità. La maggior parte dei miei amici dopo l'università ha trovato lavoro in paesi stranieri.
Ma abbandonare l'Italia per l'Arabia o anche solo la Svizzera Tedesca non è una scelta per migliorare la propria vita, è quasi un obbligo.
Credo che molti giovani resterebbero in Italia se ci fossero le possibilità per mettere a frutto le proprie competenze.
 

danny

Utente di lunga data
Mi sono comprata il mio primo appartamento a 27 anni. Un bel trilocale spazioso. Come ho fatto? L’ho comprato in provincia e mi sono fatta un culo grande cosi. Durante tutti gli studi e oltre( che mi sono pagata da sola), Lavoravo come commessa durante il week end e come lavateste dal parrucchiere a natale. Ora ho un ottimo lavoro e posso dire che nessuno me l’abbia regalato.
Ecco diciamo che mi pare che ci sia un divario tra i giovani. Pochi sono fantastici e migliori di tanti adulti.. altri hanno Davvero poca voglia di sbattersi .
Pure io lo comprai in provincia, nel 1995.
Pagato 100 milioni. Lavoravo da 8 anni, avevo messo via abbastanza soldi per accedere a un mutuo, ho passato dei periodi in cui lavoravo anche festivi e weekend, ma ti assicuro che facevo fatica a pagare le bollette.
Soprattutto il telefono: passare dall'urbano al distrettuale fu una mazzata.
I mobili li comprai nel reparto cantina dell'Ikea e altri li recuperai tra quelli usati e a volte anche gettati.
Con un mio amico guardavamo anche quelli lasciati in strada per l'AMSA.
Ed erano gli anni '90...
Da allora il mercato del lavoro è andato solo peggiorando.
Al contempo le case sono aumentate di valore.
 

danny

Utente di lunga data
Facciamo un esempio: un ragazzo di 25 anni, laureato, con un contratto a tempo determinato da 1200 euro al mese, cerca una casa in affitto a 600 euro al mese.
Io che sono il proprietario, appena l'agenzia mi informa della situazione lavorativa del ragazzo, mi rifiuto di affittargli l'appartamento. Troppi rischi, e comunque sono convinto che 1200 euro al mese non bastino a coprire il canone e le spese.
Al ragazzo, dopo una serie di rifiuti come il mio, restano solo due strade:
1) prendere una stanza o una casa in subaffitto, pagandola di più, cosa insostenibile per lui
2) comprare una casa con un mutuo.

Ma anche in questo caso, quali sono le banche che concedono il mutuo a una persona con un contratto a tempo determinato?

Il ragazzo in questione deve attendere di avere una situazione lavorativa più stabile per potersi trovare una casa.
Ovviamente questo può richiedere anni.
I ragazzi lo sanno. Stanno in casa, mettono via soldi ed escono quando sono in due, ovvero vanno di solito a convivere appena usciti dalla famiglia.
L'investimento più importante, dai 20 ai 30 anni, è quindi quello sul partner.
Contando sulle risorse familiari, riescono a mascherare i problemi economici e a gestire in maniera ottimistica il loro presente.
Il problema sorge quando quel presente deve fare i conti con le bollette, la tari, le spese condominiali e la spesa, e magari dei bambini, ovvero nella fase successiva della vita in cui saranno obbligati ad assumersi per la prima volta responsabilità.
Il matrimonio non diventa più un upgrade economico, ma un downgrade rispetto al nucleo famigliare di origine.
 
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danny

Utente di lunga data
L'altra questione che voglio porre è: perché i giovani non si ribellano a questo stato di cose?
Dovrebbe esserci una manifestazione ogni giorno, per vie e piazze cittadine.
 

brenin

Utente
Staff Forum
Diciamo che la cultura attuale italiana, un po' "mammona", e' pure specchio delle condizioni sociali. Io penso che mediamente a 30 anni un figlio, se adeguatamente cresciuto (che significa almeno secondo me essere messo in grado di essere adulto) desideri andare fuori dalle balle ben da prima, anche. In tutto questo taccio il fatto (di se e di ma non si vive) che col cavolo che avrei dato retta ai miei per i quali "senza università sei una fallita". Mi trovo a ben più di 30 anni, oltre all'università un titolo, pure due master.... E sto disoccupata a sperare di trovare una soluzione decente. Questa e' la realtà. Per i giovani e' (quasi) peggio. Poi per carità: ho scelto anche (purtroppo) una strada altamente inflazionata. Ma non cambia. (sto cercando anche al di fuori della professione, e il risultato non cambia, se non nel paradosso di essere "troppo" per i lavori offerti in azienda).
Hai perfettamente ragione. Pra non basta
Diciamo che la cultura attuale italiana, un po' "mammona", e' pure specchio delle condizioni sociali. Io penso che mediamente a 30 anni un figlio, se adeguatamente cresciuto (che significa almeno secondo me essere messo in grado di essere adulto) desideri andare fuori dalle balle ben da prima, anche. In tutto questo taccio il fatto (di se e di ma non si vive) che col cavolo che avrei dato retta ai miei per i quali "senza università sei una fallita". Mi trovo a ben più di 30 anni, oltre all'università un titolo, pure due master.... E sto disoccupata a sperare di trovare una soluzione decente. Questa e' la realtà. Per i giovani e' (quasi) peggio. Poi per carità: ho scelto anche (purtroppo) una strada altamente inflazionata. Ma non cambia. (sto cercando anche al di fuori della professione, e il risultato non cambia, se non nel paradosso di essere "troppo" per i lavori offerti in azienda).
Hai ragione.

https://lab.repubblica.it/2020/scuo...rea/?ref=RHPPTP-BH-I268947482-C12-P2-S1.12-T1 articolo interessante su quanto scrivi e che condivido. Per quanto riguarda le esperienze da me avute con giovani laureati ( economia e commercio ) ho notato una marcata distanza tra la " realta " operativa ( ambito finanza ) e quanto da loro appreso ( molta teoria, indubbiamente utile in linea di massima ma, se non supportata da un apprendimento ed aspetto " pratico " crea un gap notevole tra le aspettative del datore di lavoro e le effettive capacità operative del possibile neo assunto ). Mi è sempre sembrato che il mercato del lavoro e l'insegnamento universitario ( riferito alla specifica facoltà sopra citata e nei casi a me capitati ) marciassero su linee parallele ed indipendenti, senza alcuna intersezione. E senza intersezione reale i master a cosa servono ?
 
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